Storia di Roma/L'ascesa di Roma: differenze tra le versioni

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Attraverso una campagna di conquista, resero Roma la più potente del Lazio e conquistarono l'[[wikt:egemonia|egemonia]] sulle altre città. L'ultimo re, fu Tarquinio il Superbo, tirannico e crudele, fu cacciato nel 509 a.C., segnando la fine della [[wikt:monarchia|monarchia]], dovuta alla rivolta dell'[[wikt:aristocrazia|aristocrazia]] romana. A Roma '''il re era''' sacerdote, giudice e '''detentore dell'imperium''', cioè del potere politico in tempo di pace e del controllo militare durante la guerra. Il re era nominato e affiancato dal '''senato''', ovvero da un consiglio di cento uomini, di cui facevano parte i ''patres'' (anziani) e gli esponenti più autorevoli della ''gentes''. Gentes, ossia stirpe, era costituita da famiglie che discendevano da un antenato comune e formavano trenta curie, in cui erano divisi i cittadini-soldati romani; ogni curia doveva fornire dieci cavalieri e cento fanti. Le curie si riunivano nell'assemblea dei comizi curiati, che approvava la nomina del re e le sue decisioni più importanti. La parte più numerosa della popolazione, formava la [[wikt:plebe|plebe]], costituita da piccoli-medi artigiani e contadini; erano esclusi dalla vita pubblica e dall'esercito, poiché non erano in grado di armarsi a proprie spese.
 
=== La repubblica e il conflitto tra patrizi e plebei ===
Con la caccia dell'ultimo re etrusco e il graduale passaggio alla repubblica, furono inserite varie modifiche durate oltre un secolo. La principale novità fu che l'imperium fu diviso fra '''due consoli''', che dovevano esercitarlo collegialmente e rimanevano in carica per un anno; in caso di emergenza, l'imperium passava sotto le mani di un '''dittatore''', che aveva pieni poteri e poteva agire solo per sei mesi. Oltre ai consoli furono introdotti dei [[wikt:magistrato|magistrati]], che dovevano svolgere precisi compiti di amministrazione. Il senato continuò ad assistere i consoli nelle decisioni più importanti, ma fu incrementato dai nuovi gruppi familiari: i ''conscripti'' (inscritti nella lista dei senatori) e dai magistrati che terminavano il loro mandato. In oltre furono soppiantati i comizi curiati per sostituirli ai ''comizi tributi'' e ai ''comizi centuriati''; i comizi tributi si basavano su una nuova divisione dei distretti territoriali, chiamati '''tribù'''; l'iscrizione a una tribù conferiva la cittadinanza romana, che non dipendeva più dall'appartenenza a una gens. Nei comizi tributi si trovavano a fianco i patrizi e i plebei, ma non essendo la principale assemblea eleggeva soltanto magistrati minori. Mentre i comizi centuriati era l'assembles dei cittadini-soldati romani, divenne l'assemblea più importante del popolo ed eleggeva i consoli e approvava le leggi. La popolazione adulta maschile, divisa in ''cinque classi'' in base al [[wikt:censo|censo]], partecipava ai comizi centuriati raggruppata in 193 gruppi, chiamate centurie che oltre a formare l'unità di voto, costituiva i contigenti militari.
 
La prima classe era quella dei grandi proprietari terrieri, disponeva della maggioranza dei voti e con 98 centurie formala la maggior parte dell'esercito; le altre quattro classi fornivano il resto della fanteria leggera e pesante, mentre i proletari svolgevano attività di sotegno all'esercito, poiché la loro unica ricchezza erano i figli. Dai primi decenni della repubblica iniziò subito uno ''scontro da patrizi e plebei'' che durò circa un secolo e mezzo, le nuove riforme non avevano indebolito il predominio dei patrizi che oltre alla maggioranza dei voti, solo loro avevano il potere di eleggere i consoli, far parte del senato e amministrare la giustizia; ma abusavano del loro potere, infatti '''senza leggi scritte''' i giudici patrizi attuavano ogni forma di sopruso. Ma la crescita della plebe, preoccupava l'arisctocrazia che si racchiuse in una casta composta da 20 curie proibendo il matrimoni tra patrizi e plebei. I plebei, a questo punto, attuarono la secessione nel 494 a.C. rifugiandosi sul colle Aventino, rifutando di servire l'esercito e elessero i propri rappresentanti: i '''tribuni della plebe'''. Con quest'atto sia l'assemblea della plebe che i propri tribuni vennere riconosciuti come parte dello stato, attribuendo ai tribuni poteri come: bloccare le leggi e i provvedimenti che potevano risultare dannosi per la plebe. Infine, nel 450 a.C., si giunse a un compromesso: dieci patrizi (decemviri) furono incaricati di fissare per scritte delle leggi, le Dodici Tavole, che pure essendo severe, furono accolte positivamente dalla plebe che vedeva ridurre gli abusi dei patrizi.
 
== Roma si rafforza ==
Per tutto il V sec. a.C., Roma fu indebolita dalla faticosa respinta dei Chiusi, che volevano riaffermare il controllo etrusco della città, e della guerra contro un'alleanza di città latine che non accettavano l'egemonia. Dopo la battaglia del lago Regillo, nel 496 a.C., fu stilato un trattato di pace: il ''foedus cassium'', che ricostruì la federazione latina che vedeva in parità Rome e le altre città. Dopodiché nel 396 a.C. Roma conquistò la città di Veio, dopo un lungo assedio, ma subì un attacco da parte dei ''Galli Senoni'', che varcati gli Appennini dalle Marche, invasero la città e la incendiarono; la sconfitta spinse Roma a rafforzarsi militarmente. Il territorio di Veio, fu distribuito ai cittadini; in questo modo i '''clienti''' (ovvero coloro che in cambio di protezione da parte di un capo della ''gentes'', doveva coltivare gratuitamente un lotto di terra e seguirlo in guerra) non avevano più bisogno di rivolgersi agli aristocratici che, a questo punto, iniziarono a sfruttare gli ''schiavi per debiti''. Questo atto riaprì lo scontro tra patrizi e plebei, che si concluse nel 367 a.C. con le ''leggi Licinie-Sestie'', che stabilivano: