Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Argentina: differenze tra le versioni

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L''''[[w:Argentina|Argentina]]''', nazione sudamericana seconda per importanza solo al Brasile, ha conosciuto nei decenni scorsi dittature, guerre e più di recente, recessioni economiche dovute ad embarghi politici prima, e poi a disastrose politiche iper-liberiste che sono persino giunte ad affamare la popolazione di quello che è uno dei più grandi produttori mondiali di carne. L'arrivo di Nestor Khirkner al potere ha tuttavia aiutato la Nazione a risollevarsi, poco a poco, fino ad uscire dal default in cui cadde nel 2001. Le Forze armate argentine, in passato partecipi della vita politica anche in modo diretto, con la breve ma feroce dittatura militare del 1976-82 che seguiva la fine del peronismo, sono attualmente ridotte ma sopratutto escluse direttamente dalla vita politica della nazione, anche se il processo di riappacificazione nazionale, con migliaia di criminali del tempo della dittatura, ancora in libertà, è molto difficile e delicate da portare a termine senza provocare crisi e instabilità.
 
==Inizi<ref>Brescia, Maurizio: ''Incrociatori italiani in Argentina, Storia Militare Settembre 2007 pagg. 22-39</ref>==
Durante gli ultimi 100 anni l'Argentina ha conosciuto molti interessanti sviluppi nel settore militare, che fin dall'inizio del XX secolo ne lanciarono le ambizioni di potenza navale regionale, con una vera 'corsa agli armamenti' contro il Cile e il Brasile (il quale arrivò ad ordinare due corazzate armate con 14 cannoni da 305 mm, le navi monocalibre con il maggior numero di artiglierie principali, che però vennero requisite dalla [[w:Royal Navy|Royal Navy]] dopo lo scoppio della Grande Guerra). L'acquisto di 4 incrociatori corazzati del tipo 'Garibaldi' (navi corazzate con armamento policalibro e motori alternativi a vapore, antenate degli incrociatori pesanti ma spesso considerate anche come 'navi da battaglia di terza classe') fu un considerevole potenziamento della flotta verso la fine del XIX secolo. Vennero ordinate molte altre navi, tra cui due nuove corazzate di costruzione statunitenste, armate con 12 pezzi da 305 mm: le ARA ''Moreno'' e ''Rivadia'', da 27.000 tonnellate. Nei tardi anni '20 giunsero in servizio due cacciatorpediniere di costruzione spagnola, , poi 3 caccia inglesi, i 4 primi sommergibili (costruiti a Taranto e per questo chiamati 'Los Tarantinos', ma simili ai tipi 'Settembrini' italiani). Il programma navale del '26, finanziato con 75 milioni di pesos, riguardava 3 nuovi incrociatori moderni.
 
Agli inizi degli anni '30 entrarono in servizio gli incrociatori classe '25 de Mayo' (ARA ''Venticinquo de Mayo'' e ''Almirante Brown'', ordinati nel '27), che erano belle navi veloci e moderne, sostanzialmente la versione 'ridotta' dei 'Trento' italiani. Questi incrociatori, con ponte corazzato da 30 mm (ma non è chiaro se vi fossero uno o due ponti con tale corazzatura), cintura da 70 mm e torri da 50 mm erano protetti in maniera comparabile con quella degli incrociatori leggeri dell'epoca. Invece, era diverso l'armamento, molto consistente e di tipo originale, anche se ben inferiore a quello dei 'Trento' per via del minore dislocamento dello scafo: al posto degli 8 cannoni da 203 mm ve n'erano solo 6 da 190 mm, di un nuovo tipo appositamente prodotto, con prestazioni inferiori, forse dell'ordine di 23 km per proiettili da 90 kg, mentre la cadenza di tiro, di converso, era presumibilmente maggiore. Si trattò di una riduzione del progetto originale simile a quella che generò gli 'York' dai 'County' inglesi, anche se in quest'ultimo caso i 6 cannoni erano ancora da 203 mm. Nuovi erano anche i cannoni secondari bivalenti, ben 6 impianti binati da 102 mm, molto di più degli standard dell'epoca (tipicamente 4 cannoni contraerei singoli), mentre i siluri erano lanciabili da 6 tubi fissi da 533 mm laterali, protetti dagli agenti atmosferici (erano dentro lo scafo, all'altezza del ponte di batteria), ma dall'utilità estremamente dubbia. Vi erano anche 2 idrovolanti in un hangar prodiero, e infine 4 mitragliere da 40/39 mm Vickers. Le navi avevano una potenza di 80.000 hp e stazzavano circa 9.000 t a pieno carico, per una velocità di circa 32 nodi. In somma delle loro caratteristiche, eccole elencate in forma completa:
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Le navi rimasero in servizio per parecchi anni, e alla fine della loro trentennale carriera tornarono a Genova, dove naquero, per la demolizione. I loro sostituti furono i 2 incrociatori 'Brooklin' CL-46 'Phoenix' e CL-47 'Boise' americani, forse meno eleganti (o forse si potrebbe dire 'essenziali'), ma armati con 15 cannoni da 152 mm e 8 da 127 mm e complessivamente superiori e meglio equipaggiate. Vennero comprati nel 1951 e battezzati 17 DE OCTOBRE e 9 de JULIO. Questi rimasero in servizio a lungo (Il 'Belgrano' in particolare), ma non erano soli: il programma del '26 prevedeva un terzo incrociatore moderno, che venne però finanziato solo nel '35. Questa nave, più piccola, meno armata (era un derivato dei piccoli incrociatori inglesi 'Arethusa' con 6 pezzi da 152 e 4-8 da 102 mm) e nondimeno più marinara delle altre due, era l'ARA 'La Argentina'. Usata spesso anche come nave scuola, rimase ininterrottamente in servizio per quasi 40 anni, fino alla radiazione del 1974. Da notare che questi 5 incrociatori, l'inglese, i due grossi 'Brooklin' americani e i due italiani hanno costituito per tutti gli anni '50 il nucleo combattente di maggior consistenza dell'intero Sud America, anche senza considerare la portaerei e i cacciatorpediniere, pure numerosi e ben armati.
 
Altre navi comprate nel periodo prebellico e che hanno avuto una lunga vita sono stati i caccia inglesi della classe 'Buenos Aires', 7 caccia costruiti in Gran Bretagna nel 1938. Il 'Corrientes' fu speronato accidentalmente, e affondato, dall' 'Almirante Brown'. Gli altri rimasero, pur essendo di caratteristiche superate (eranerano analoghi alla 'classe G') e nonostante i caccia americani di ultimo modello, in servizio fino al 1973, per cui a buon titolo si possono considerare tra le navi postbelliche.
 
==Dal dopo guerra agli anni '80==
Oltre a vari programmi nazionali, l'Argentina comprò numerosi armamenti da quasi tutto il mondo occidentale. Uno di questi acquisti fu il bombardiere Camberra inglese, seppure in un limitato numero di esemplari. Un altro, di cui si dirà successivamente, era il [[w:Mirage III|Mirage III]]. Prima ancora, però, l'Argentina cercò di costruire aerei ad elica e a pistoni, anche di prestazioni relativamente alte. Uno di questi progetti era il Pulqui, un caccia simile al MiG-15 come impostazione e rimasto senza seguito, progettato dalla FMA. Un mezzo simile fu l'F-86F Sabre, consegnato in 28 esemplari di seconda mano dal 26 settembre 1960, e immatricolati con sn. C-101/128. La loro carriera fu molto breve, ma nondimeno ebbero modo di mettersi in luce allorché attaccarono la base navale di Punta Indio distruggendo un C-54 della marina. Questo scontro fratricida aveva una motivazione molto seria: reprimere il tentato colpo di stato dell'aprile 1962. In seguito gli [[w:F-86 |F-86]]continuarono il servizio con la FAA, anche se i compiti principali di combattimento erano passati ai Mirage e agli A-4. Ancora nel 1976 erano disponibili per la vendita al Venezuela, ma quell'anno la dittatura argentina attirò pesantemente l'attenzione dell'ONU facendo fallire la vendita, e un altro tentativo venne fatto senza successo con l'Uruguay. I vecchi caccia rimasero in Argentina, abbastanza ben conservati da far sì che qualcuno proponesse di schierarli a Port Stanley durante la guerra dell'82: la cosa venne considerata 'poco pratica' e i velivoli trattenuti nel continente. La loro sorte non è ben chiara, forse vennero radiati poco dopo la fine delle ostilità. Ma in ogni caso, già da anni apparentemente non avevano nessun ruolo importante nella FAA, come dimostrano anche i tentativi di vendita all'estero degli anni '70.
 
 
===Marina===
[[Immagine:Crucero9deJulio.jpg|250px|left|thumb|L'9 de Julio, parente dello sfortunato 25 de Mayo]]
La Marina argentina, nell'immediato dopoguerra comprò una intera flotta di navidinavi di seconda mano dagli anglo-americani: oltre i due incrociatori 'Brooklin', comprò la portaerei di scorta britannica Warrior, classe Colossus, varata nel 1944.
 
Infine, vennero comprati cacciatorpediniere Gearing FRAM I/II e almeno 2 sottomarini GUPPY, tutte navi americane della Seconda guerra mondiale, anche se aggiornate con nuovi sistemi. Successivamente, la flotta ebbe anche nuovi aerei: addestratori armati MB-326 di produzione italiana e brasiliana, P-2 Neptune da pattugliamento marittimo basati a terra, i summenzionati S-3 (piccoli, compatti ed efficienti bimotori da pattugliamento ASW) ed elicotteri Sea King (sia americani che di produzione, in versioni leggermente diverse, italiana).
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====La AAR Indipendencia e la Venticinquo de Mayo<ref>fascicolo 129: Le portaerei postbelliche mondiali </ref>====
La HMS Warrior diventò operativa nel 1945, ma allora la guerra era finita e i compiti meno chiari per la surdimensionata marina britannica. Venne data in prestito alla marina canadese per due anni, poi ebbe un ponte di volo di nuovo concetto, addirittura di tipo 'flessibile' (proprio gli inglesi, ironicamente, che avevano inventato il ponte di volo corazzato) per consentire l'atterraggio di aerei muniti di pattini speciali. Questo era possibile perché le macchine sperimentate erano aviogetti, oramai in uso anche con le marine mondiali più avanzate (ovvero, non c'era più il problema dell'elica che 'strisciava' sul ponte di volo rovinandosi irrimediabilmente). Nel biennio 1952-53 si ritornò ad un concetto strutturalmente ortodosso, ma il ponte venne angolato di 5 gradi in orizzontale (la principale innovazione postbellica nel settore, il cosidettocosiddetto ponte angolato, per lanciare e recuperare in simultanea gli aerei) e la nave venne usata come unità comando dell'Operazione Grapple, ovvero i test nucleari britannici con bombe H esplose sull'isola di Christmas, Oceano pacifico. Questo accadde nel 1957, e fu l'ultima missione importante con la Royal Navy della HMS Warrior. Dopo venne fornita alla Marina argentina, che a partire dall'estate del 1958 la ricevette e ribattezzò come Indipendencia, facendola entrare in linea già a dicembre. La dotazione di bordo, come armamento, era di 12 impianti binati o quadrupli da 40 mm, ridotti subito a 8. Poi, nel 1962 si decise di aumentare la difesa antiaerea con 1 impianto da 40 mm quadruplo e 8 binati.
 
Nell'agosto 1963 arrivarono i primi aviogetti della Marina, che fino ad allora aveva macchine come i più recenti degli [[w:F4U Corsair|F4U Corsair]]. La prima macchina a reazione fu il Grumman F9F Phanter, già obsoleto da circa 10 anni. In tutto vi erano a bordo fino a 24 tra Phanter mono e biposto (addestrativi), F4U-5 (capaci di portare anche 1.800 kg di bombe e volare a 720 kmh, quindi ancora utili come macchine d'attacco)e T-28 armati (nella versione Fennec francese). Alla fine degli anni '60 la portaerei aveva invece una funzione ASW: radiati gli F9F e F4U, si era ridotta a portare solo 6 S-2 ASW e 14 Fennec. Infine, nel 1970 passò in riserva e venne avviata alla demolizione l'anno dopo. Venne sostituita dalla sorella 'Karel Doorman', radiata dalla marina olandese, e diventata la AAR '25 De Mayo'.
[[Immagine:ARA25mayo - 1985.jpg|300px|right|thumb|La Venticinquo de Mayo]]
Questa era una nave del tutto simile, ma toccò all'Olanda, prestando servizio nella sua marina militare dal 1948. 20 anni dopo ebbe un grave incendio in sala macchine e le riparazioni, ancorché possibili, non vennero giudicate convenienti. La 'Karel Doorman' venne a quel punto comprata dall'Argentina, che si fece carico delle riparazioni, da eseguirsi nei cantieri olandesi. I lavori finirono nel 1969 e il primo settembre di quell'anno salpò per l'emisfero Australe, dove avrebbe cambiato il nome in 'Venticinquo de Mayo', la festa nazionale argentina. La sua rinnovata dotazione elettronica comprendeva un avanzato sistema Ferranti CAAIS per l'elaborazione dati di combattimento e display Plessey. Questo sistema, britannico, era in grado di scambiare i dati con i caccia Type 42, anch'essi comprati dalla Gran bretagnaBretagna come scorte per la nuova ammiraglia. Perché l'Argentina non abbia ammodernato direttamente la 'Indipendencia' è difficile dire; forse le condizioni generali della nave lo rendevano antieconomico. Fatto sta che nel mentre la vecchia nave venne posta in disarmo, la 'nuova' unità divenne parte della flotta, inizialmente con un reparto di volo di 8 A-4Q, 6 S-2E e 4 Sea King. L'equipaggio era di 1.000 uomini + 500 del reparto volo, distribuiti su quasi tutti i 211,3 metri di lunghezza e i 24,4 (42,4 col ponte di volo angolato) di larghezza dello scafo. Come armamento conservava 9 impianti singoli da 40 mm. La velocità era di 24,25 nodi con motori a turbina da 40.000 hp e dislocamento a pieno carico di 19.900 t circa. I motori erano praticamente gli stessi che consentivano ai cacciatorpediniere britannici da 1.700 t di arrivare a 36 nodi: nonostante l'aumento del dislocamento di circa 8 volte e le dimensioni circa doppie (con un pescaggio che arrivava a ben 7,6 m), la portaerei era ancora capace di una velocità pari a 2 terzi di queste unità, il che dimostra come l'attrito (che aumenta al quadrato della velocità, ma può essere incentivato anche da altri fattori) renda estremamente 'costoso' raggiungere velocità molto alte. Se 20 nodi sono una velocità economica ma troppo limitata per una nave bellica, 30 sono ideali, ma molto costosi da ottenere per una portaerei (con la necessità di circa 100.000 hp, la potenza tipica di navi come le 'Illustrious') e con macchinari pesanti e costosi, specie ai tempi delle turbine a vapore. In seguito, con le turbine a gas è cambiato (in meglio) molto, ma i consumi si sono dimostrati rilevanti (come gli stessi 'Type 42' avrebbero dimostrato). La scelta di un valore intermedio, comunque migliore della ventina scarsa di nodi di altre portaerei di scorta (vedi le navi americane del periodo bellico), ottenne portaerei leggere di ragionevoli prestazioni velocistiche (grazie ad un sistema motore da cacciatorpediniere), con una buona autonomia e uno scafo abbastanza grande per ospitare molti aerei.
 
La 'Venticinquo', che nonostante tutto quanto sopra frequentemente soffrì di problemi meccanici (e anche del semplice fatto che, non essendo abbastanza veloce, non poteva distanziare eventuali SSN inglesi che la inseguissero) ebbe un altro aggiornamento nel 1980 con aumento dello spazio per ospitare due aerei in più sul ponte di volo, rinforzato per aerei più pesanti. La portaerei ebbe un ruolo importante per la conquista delle Falklands, tentò di attaccare la flotta inglese ma poi ritornò in acque metropolitane per via della minaccia dei sottomarini. La composizione del reparto imbarcato, dopo la guerra, venne costituita da 4-6 [[w:A-4|A-4]], 8 [[w:Dassault-Breguet Super Etendard|Super Etendard]], 6 Tracker e 4 Sea King, per ottimizzare la polivalenza dello stormo imbarcato, ospitabile parzialmente nell'hangar interno di 135,6 x15,8 x5,3 m. Infine, nei tardi anni '80 ebbe altri lavori di ristrutturazione, ma con scarsi risultati. Alla fine venne posta fuori servizio negli anni '90, anche se non è chiaro se sia stata definitivamente radiata.
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Assieme a queste navi arrivarono anche i primi e unici 2 '''[[w:Westland Lynx|Westland Lynx]]'''. Questi erano per i cacciatorpediniere 'Hercules' e 'Santissima Trinitad', classe 'Type 42' e quindi armati di missili Sea Dart a lungo raggio. Le navi vennero costruite in cantieri argentini e rappresentarono l'unico successo estero di questa classe, nonostante fosse armata con missili a medio raggio e dislocando al tempo stesso relativamente poco. Ma i missili [[w:Sea Dart|Sea Dart]], per quanto capaci di oltre 40-60 km grazie ad uno statoreattore, erano piuttosto costosi rispetto ai [[w:RIM-2 Terrier|RIM-2 Terrier]]/Tartar/Standard con motore a razzo, e le apparecchiature elettroniche erano a loro volta molto ingombranti e piuttosto obsolete.
 
La costruzione del 'Santissima Trinitad' avvenne in Argentina, mentre l'Hercules, per sua fortuna, venne costruito in Gran Bretagna. Il contratto, che infatti prevedeva la fornitura completa di un caccia e dei materiali per costruire l'altro nei cantieri AFNE (Astilleros y Frabricas Navales del Estrado) nazionali, fu siglato il 1 marzo 1969. La costruzione di entrambe le navi venne funestata da incidenti e imprevisti: lo Sheffield, nave capoclasse delle 14 per la Royal Navy, ebbe durante la costruzione -all'inizio del 1971-la prua danneggiata da un incendio, e gli argentini acconsentirono a cedere la prua dell'ARA 'Hercules' per completare la nave inglese in tempo per il varo (a cui avrebbe presenziato la regina Elisabetta II). Questo causò un rallentamento della consegna, ovviamente. Il Santissima Trinitad era invece in allestimento, quando nel 1974 un gruppo di guerriglieri della formazione 'Montoneros', che all'epoca imperversava nel Paese, riuscì ad entrare nel cantiere ed affondò la nave con una carica da 80 kg. Essa venne riportata a galla, ma i danni si rivelarono tanto gravi che non fu possibile ripristinarla totalmente. Benché sia entrata in servizio comunque, la sua vita operativa ne ha sempre risentito e dal 1989 questa nave non ha avuto praticamente alcun utilizzo. Se si considera che si tratta di una delle due sole navi argentine con missili SAM da difesa d'area si capisce quale problema ciò abbia comportato.
 
Durante l'Operazione ROSARIO (occupazione delle Falklands), la D-29 Santissima trinitad venne usata, grazie ai considerevoli spazi liberi, come trasporto veloce per un centinaio di truppe d'assalto, assieme ad altre navi. Dopo di che venne utilizzata come nave da guerra a tutti gli effetti, con la gemella HERCULES (D-28), pattugliando un tratto di mare assegnate al Task Group 40.3, poi con varie vicissitudini, le navi rimasero in mare per cercare l'occasione di un attacco di sopresa in una 'favorevole occasione' che però non giunse mai. Si trattava di ben 7 navi: le due 'Type 42' , due corvette A.69 e due caccia FRAM, tutti armati con Exocet (per un totale di non meno di 20 missili), e della nave di supporto CAMPO DURAN, una nave cisterna.
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I 'Type 42' argentini continuarono la loro carriera nella stessa Divisione di cacciatorpediniere fino al 1989, quando il 'Santissima Trinitad' venne tolto dalla prima linea e utilizzato solo come fonte di parti di ricambio (l'embargo inglese si fece sentire). Il 15 luglio 1994 entrambe le navi cessarono ufficialmente di far parte della Prima Divisione cacciatorpediniere. La SANTISSIMA TRINITAD venne messa semplicemente in riserva per i motivi di cui sopra, l'HERCULES è stato invece trasformato in nave d'assalto anfibio veloce, con la sigla B-52. La nave è stata modificata dai cantieri ASMAR di Valparaisio sostanzialmente nell'hangar: i cileni avevano già modificato i loro 'County' con un hangar maggiorato capace, invece del Wessex o del Lynx, di portare almeno un elicottero Sea King. Nel caso dei ben più piccoli 'Type 42' tale trasformazione coinvolse più approfonditamente la parte poppiera della nave: venne installato un enorme hangar poppiero capace di ospitare ben due elicotteri AS-61 Sea King, costruiti dall'Agusta. Questi hanno capacità di combattimento elevate, in quanto gli argentini hanno modificato tali macchine con i missili AM.39 Exocet (fino a due per elicottero). Il passaggio da un solo elicottero medio-leggero a due pesanti è stato indubbiamente un salto notevole per le infrastrutture di supporto.
 
Il lanciamissili [[w:Sea Dart|Sea Dart]], con una massa totale di 60 tonnellate, venne all'inizio mantenuto, mentre il secondo radar guidamissili, sopra l'hangar, fu sbarcato (come anche i 2 lanciamissili Exocet) nel ingrandire l'hangar. In seguito si è deciso di privare l'Hercules anche del lanciamissili Sea Dart, togliendo alla marina argentina l'ultima piattaforma con missili a medio raggio -sebbene obsoleti- ancora disponibile. Lo spazio viene usato per alloggiamenti aggiuntivi per le truppe. Originariamente si era anche previsto di sostituire tutti i missili Exocet con 6 gommoni Zodiac, ma poi si è deciso di mantenerli, sebbene l'utilittàutilità di tali armi per un trasporto 'veloce' anfibio è questionabile (al più servono per autodifesa). Và detto che gli elicotteri non sono necessariamente sempre disponibili e la capacità antinave che i Sea Dart potevano offrire come ruolo secondario è venuta meno dopo la loro radiazione, anche se per fortuna il cannone Mk 8 prodiero è stato mantenuto.
 
====A-69<ref>Armi da guerra, n.71</ref>====
La Marina argentina divenne titolare anche di un'altra classe di nave non esportata in nessuna altra nazione (almeno all'epoca): le 3 navi del tipo [[w:Classe A-69|A-69]], 'Drummond', 'Guerrico' e Granville (P1-3), entrate in servizio a metà anni '70, dopo che l'Argentina aveva comprato il progetto dalla Francia, costruendole nei propri cantieri, e portando così esattamente a 20 il totale costruito. Si trattava di navi di buone capacità per compiti non di prima linea, armate comunque con un cannone da 100 mm capace di 60 colpi al minuto, nella versione alleggerita da 17 (invece che 21) tonnellate, una potenza di fuoco notevole per una nave da circa 1200 t, armata anche con lanciarazzi e siluri di grosso calibro ASW, nonché due missili MM.38 Exocet. Una di queste,la 'Guerrico', venne danneggiata quando si avvicinò sottocosta alla Georgia del Sud, durante le operazioni di sbarco argentine del 3 aprile. La nave sostenne danni da armi leggere e persino missili controcarri, dovendo poi restare in cantiere alcuni giorni per le riparazioni del caso. Ragionevolmente efficaci nel ruolo ASW, abbastanza armate in quello antinave, meno valide nella lotta contraerei, piuttosto veloci (24 nodi), queste navi sono state intese sopratutto come cannoniere economiche da impiegare in lunghi pattugliamenti oltremare, come una sorta di navi coloniali. Per questo hanno anche predisposizioni per alloggiare, per periodi prolungati, 17 marines in aggiunta all'equipaggio normale, mentre i motori diesel, relativamente poco potenti, sono sia abbastanza agevoli in termini di manutenzione che di consumi ridotti.
 
 
====Type 209<small><ref>Armi da guerra N.76</ref></small>====
[[Immagine:ARASanLuisS32.jpg|300px|right|thumb|Il 'San Luis', qui mostrante la sua poderosa batteria di 8 tubi di lancio, si comportò bene e anche se senza fortuna, diede filo da torcere alla RN]]L'Argentina, nonostante il regime dittatoriale, continuava a ricevere armamenti di ogni genere, e tra questi anche sottomarini. I 'Type 209', una classe in verità proteiforme di navi tra i 45 e i 64 m e 450-1.600 t. La versione standard però era la '56 m' con dislocamento di 965 t e oltre 1.000 t immerso: La Marina Argentina ne ordinò due ma uno soltanto di questi era pronto per la guerra; il 'St.Louis' eseguì tre attacchi contro bersagli, due di superficie e uno subacqueo, con 8 siluri SST-4 : le conseguenze potevano essere catastrofiche, specie se è vero che tra questi bersagli vi era almeno una delle due portaerei inglesi (assolutamente indispensabili per vincere la guerra): ma le armi non funzionarono, pare, per errori di 'programmazione'. I siluri SST-4 sono armi antinave, quindi il presunto sottomarino inglese dev'essere stato attaccato o quasi in emersione oppure con siluri specificatamente ASW di cui non si ha conferma (Mk 37 o Seelange). Con la sua silenziosità e le piccole dimensioni, operando attorno alle isole dove le acque erano più bassse il 'St.Louis' costituì una vera 'mina vagante', e per contrastrarnecontrastarne la minaccia la Royal Navy organizzò un pesante schieramento di navi ed elicotteri ASW per dare la caccia a questo unico sottomarino efficiente, che sopravvisse a tutte le ricerche e anche ai confronti con eventuali potenti SSN britannici (che operando in oceano, erano al meglio delle loro possibilità). Avesse settato bene i suoi siluri, gli inglesi avrebbero quasi di sicuro perso la guerra (questo perché una sola portaerei inglese non avrebbe mai potuto garantire il successo dell'operazione). La presenza di numerosi cetacei (il Sud Atlantico era uno dei loro ultimi santuari) ha fatto sì che i falsi bersagli non mancassero: alcuni siluri ASW sono stati sparati solo per uccidere qualche sventurata balena e distruggere alcuni dei generatori di rumore trainati dalle navi (sono poco noti, ma fin dal Foxer della Seconda guerra mondiale costituiscono una difesa standard contro i siluri a guida acustica, in genere ogni nave ne ha due e ne fila uno per volta in acqua). In sostanza l'unico Type 209 operativo dimostrò come persino un marina come quella britannica, da decenni specializzata sopratutto nella lotta antisom., potesse essere messa alle corde. Furono necessari schermi di elicotteri pesanti, 3 Sea King per volta si davano il cambio proteggendo le navi dalle possibili direttive di minaccia, mentre altri sei elicotteri (praticamente la metà della capacità di trasporto velivoli delle portaerei) erano in fase di rifornimento e riarmo per i successivi turni. Certamente, l'arrivo di altri 4 sottomarini TR1700 ha costituito il maggior problema per gli inglesi in vista di un nuovo conflitto, essendo questi capaci, almeno in teoria, di raggiungere anche la loro principale base logistica avanzata, ovvero l'isola di Ascension.
 
====L'aviazione navale: Super Etendard<ref>Padin, Joge Felix Nunez: ''Super Etendard in Argentina'', JP-4 settembre 1993 pagg. 50-55 </ref><ref>Rollino, Paolo: Speciale Forza aerea argentina (tre articoli), JP-4 giugno 1991 pagg-41-57 </ref>====
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La 2a Escuadrilla, una delle più importanti della Marina Argentina, venne costituita ufficialmente il 9 agosto 1956, a Punta El Indio. La forza ammontava a 26 Vougth F4U-5, e fu tenuta tale fino al 1965. 4 anni dopo la 2a venne riattivata con 12 Fennec, ovvero i T-28 Trojan prodotti dalla Sud-Aviation: in tutto ne entrarono in servizio 12 T-28P imbarcabili (con una modifica locale) e 8 T-28F esclusivamente terrestri.
 
A parte questo, fino al 1967 la componente imbarcata di aviogetti era solo di 11 A-4Q imbarcati sulla 'Indipendencia', e i successivi tentativi di rinforzare questi pochi aerei, in servizio con la 3a Esquadrilla Aeronaval de Caza Y Ataque, vennero fatti tentando di comprare 12 vecchi Skyraider o anche 16 Etendard IVM. La contrarietà degli USA ad incrementare la forza aerea argentina, che operava per un regime oramai apertamente dittatoriale, venne superata ricorrendo ad un altro venditore: la Francia, e sebbene la Marina argentina chiedesse un totale di appena 10 aerei, si firmò un contratto per un totale di 16 [[w:Dassault Super Etendard|Dassault Super Etendard]], ridotti poi a 14. Il costo preventivato era 100 milioni di dollari, ovvero 7 per aereo. Si trattava di una macchina subsonica, ma valeva il costo per via dell'avionica molto sofisticata per un caccia da 11 tonnellate. Il contratto venne firmato nel lulgioluglio 1979 con consegne entro 24 mesi. Ma per sfortuna degli argentini, questo programma non venne rispettato e le macchine, che avrebbero dovuto essere pronte per la guerra delle Falklands, erano solo all'inizio delle consegne. Il ritardo, sebbene ridotto, si sarebbe dimostrato fondamentale per i successivi sviluppi bellici.
 
Non meno di 50 uomini, di cui 10 piloti (al comando del cap. Italo Lavezzo), vennero inviati in Francia per ottenere l'abilitazione iniziale, volando una cinquantina di ore e usando il simulatore (Il Super Etendard era solo in versione monoposto). La prima fornitura avvenne nel dicembre 1981 sulla base di Espora, e riguardava 5 aerei e altrettanti missili Exocet AM.39. Da notare, come coincidenza storica, che questi bombardieri antinave vennero consegnati esattamente 40 anni dopo [[w:Pearl Harbour|Pearl Harbour]] (7 dicembre 1981).
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Alla fine della guerra, vi erano piloti che potevano vantare molte 'avventure' pericolose. Il Capitan Marcos Carballo andò in azione per 20 ore, raggiunse le isole 7 volte e venne colpito in otto occasioni dal fuoco antiaereo nemico, ma contribuì all'attacco contro due navi inglesi.
 
La fine della guerra vide 10 A-4B e 9 A-4C distrutti: 3 A-4B vennero abbattuti dai Sea Harrier, come anche accadde per 2 A-4C, mentre la contraerea navale e terrestre colpì con missili 4 A-4B e 4 A-4C, compreso un B che finì in mare per evitare un Sea Wolf. La contraerea artiglieresca e di armi leggere provocarono la perdita di 1 A-4B e 2 A-4C. Un A-4B venne abbattuto dall'antiaerea argentina, un A-4C si perse in missione, uno si schiantò sull'isola di SothSouth jason Island, non è chiaro se per danni subiti. Molte altre macchine vennero danneggiate, ma la manutenzione fu rapida, nonostante la lontananza dalle basi abituali e le condizioni meteo. La bassa quota era la migliore risorsa per questi apparecchi nel penetrare le difese avversarie, ma talvolta non bastava contro i Sea Wolf, mentre il caccia Exeter, l'unico con un nuovo radar di scoperta aerea, riuscì ad abbattere due A-4C che volavano a meno di 11 metri di quota durante l'attacco del 30 maggio (uno dei due, comunque, contestato dall'Avenger con il cannone da 114). Curiosamente, forse per il maggior numero, furono gli A-4B con la loro modesta avionica ad ottenreottenere i maggiori successi complessivi.
 
La fine della guerra vide gli A-4 superstiti operare, dopo alcuni aggiornamenti, fino al 1995 dal Grupo 5 de Caza, che aveva tutti i superstiti, dei quali 12 B e appena 4C erano in servizio alla fine di quell'anno, quando il tipo venne totalmente dismesso. Chiaramente i piloti erano fieri dei danni che causarono agli inglesi, ma anche (specie col rafforzamento delle difese delle navi britanniche) molto preoccupati di dover eventualmente ritornare in guerra con tali obsolete macchine.
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Spesso si dice che il ben noto Merkava israeliano, sia l'unico carro armato con il motore sistemato anteriormente. Questa affermazione potrebbe essere vera se si aggiunge 'tra i carri pesanti' oppure 'tra quelli usati in guerra', ma non lo è se si considera anche l'Argentina e il suo carro armato 'nazionale', il Tanquo Medio Argentino.
 
La sua origine è dovuta dalle particolari condizioni di mobilità argentine. Il carro standard per l'esercito, per molto tempo, era lo Sherman, poi integrato da un certo numero di AMX-13. Ma il primo era un carro da 30 t e il secondo un veicolo leggero da appena 13 t, come l'M13/40 italiano del tempo di guerra. Ovviamente, con gli anni diventava sempre più difficile mantenere in efficienza lo Sherman, e allora ci si decise ad ordinare un nuovo carro medio. Ma la questione non era semplice da risolvere quanto lo fu da porre, perché i carri armati europei disponibili tendevano a pesare circa 40 t, che erano semplicemente troppe per molti ponti stradali del Paese. Così, non reputando vantaggioso adattare tali infrastrutture ai nuovi mezzi, si prese la decisione di 'ritagliargli' un carro adatto. La proposta vincente fu quella della Thyssen-Henschel, già produttrice dell'IFV Marder. Con lo stesso progetto venne proposto il TAM, che sostanzialmente era lo scafo ce, con minime modifiche accolse una nuova torretta in acciaio saldato, armata con il cannone standard da 105/51 mm, due mitragliatrici da 7,62 e 8 lancianebbiogeni Wegmann. La dotazione era di 50 colpi da 105 e 6000 da 7,62 mm. Il carro era pesante circa 30,5 t a pieno carico, con 4 uomini di equipaggio, tre dei quali riuscivano ad alloggiare nella piccola torretta, simile a quella del Leopard 1 delle ultime versioni. Naturalmente la corazzatura è ridotta rispetto a quella di un carro medio, mentre la mobilità è garantita da un trnotreno di rotolamento a 6 ruote con barre di torsione e sopratutto, un nuovo motore MTU (Motoren-und-Turbinen-Union) a 6 cilindri, diesel, capace di erogare 720hp, quanto quelli dell'AMX-30 da 36 t e appena meno degli 840 dei Leopard 1 da 42. Il rapporto potenza peso di 24 hp per ton. dà una velocità di 75 kmh e la capacità di scalare pendenze del 65%. Il carro entrò in produzione in argentina dagli anni '70 ma, nonostante il rapido completamento di quasi 200 mezzi, nessuno venne usato alle Falklands. Se fosse stato usato in tale guerra avrebbe certamente costituito una minaccia pericolosa per gli inglesi, ma il terreno cedevole fu forse reputato proibitivo anche per carri del genere (difficile però capire come un mezzo simile, dal rapporto potenza peso di ben 24 hp/ton e bassa pressione sul terreno, non sia riuscito ad operare in questo contesto: forse fu anche una decisione operativa sbagliata o la scarsa capacità di trasporto anfibio a decidere tale mancanza?), e così, mentre le poche autoblindo AML-90 venivano tenute a Port Stanley (essendo impossibile per loro muoversi fuoristrada nel terreno torboso e umido delle isole), gli Scorpion e Scimitar inglesi erano liberi di scorrazzare sul campo di battaglia.
 
Il Marder non venne mai adottato da nessuna altra nazione per via del costo eccessivo, anche di gestione visto il suo potente motore da 600 hp, quasi 3 volte più potente di quello dell'M113. Anche quest'affermazione, però, è parzialmente smentibile per via del derivato principale del TAM, ovvero l'VTCP, uno dei pochi, se non l'unico MICV/IFV dell'America latina. Esso è un derivato del TAM, dunque indirettamente lo è del Marder. Presentando lo stesso motore del TAM, quindi con una potenza maggiore del 20%, è di gran lunga il più potente mai installato su di un veicolo da combattimento della fanteria meccanizzata. Quasi duecento mezzi sono stati prodotti per operare con i TAM, armati di un cannone da 20 mm. È strano che l'Argentina ha avuto un tale mezzo tanto potente in servizio, proibito per gli stessi Paesi NATO, ma evidentemente si è approfittato della sinergia con la produzione del TAM. Come per questo, nemmeno uno di questi potenti mezzi venne inviato alle Falklands.
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Le [[w:Isole Falklands|Isole Falklands]] sono un arcipelago caratterizzato dall'essere costituito da due isole principali, la West e la East Falkland. Il capoluogo è nella East Falkland, [[w:Port Stanley|Port Stanley]], un piccolo centro abitato con un aeroporto, mentre altri ve ne sono a Dunnuse Head e Goose Green. La popolazione è scarsa e il clima risente molto della vicinanza al Circolo polare Antartico. Le isole Falklands vennero scoperte dagli inglesi nel 1592, esattamente 100 anni dopo la scoperta delle Americhe, ma tale era la difficoltà di esplorarle e poco il valore attribuito che l'esplorazione iniziò solo nel 1594. Nel 1690 finalmente ebbero il loro nome definitivo, o meglio quello che attualmente le distingue, in onore del tesoriere della Marina Cary Falkland. Nel 1764 vennero occupate, dopo ben 164 anni dalla scoperta, dal francese de Boungainville, che le chiamò le Isole Malouines per via del fatto che la sua spedizione proveniva da St. Malò. La situazione però venne presto messa in discussione, perché nel 1765 sbarcarono gli inglesi.
 
La Spagna trattò con la Francia per la cessione di queste isole nel 1767 mentre gli inglesi, nel 1774, ne lasciarono la proprietà alla Spagna, avendo abbastanza problemi all’ozizzonteall’orizzonte (la guerra d’indipendenza americana preoccupava molto di più). Nel frattempo l’Argentina divenne indipendente e nel 1823, come eredità della Spagna si appropriò delle Isole con un altro sbarco. Dopo 10 anni arrivarono gli inglesi e stavolta occuparono definitivamente le isole, anche se gli argentini continuarono a chiederne la restituzione per almeno due buone ragioni: erano l’eredità spagnola e facevano parte della piattaforma continentale sudamericana. Agli inglesi facevano comodo per la fiorente industria baleniera, che nell’arco di un secolo avrebbe massacrato i cetacei dei mari meridionali, e perché base idonea alle navi che si muovevano da o per Capo Horn, prima del Canale di Panama l’unico modo per passare da un oceano all’altro, visto che le Americhe sono un continente che ha la particolarià di estendersi da un Polo all’altro (anche per questo Colombo non poteva mancarle, pur ignorandone l’esistenza). La questione della sovranità sulle isole contese continuò per decenni e generazioni di diplomatici non riuscirono a risolverla totalmente: le Falknads, ragionavano gli inglesi, erano state scoperte da loro e siccome erano disabitate si poteva dire con ‘inventio rei nullibus’. La popolazione, per quanto scarsa, che le abitava era essenzialmente di origine inglese. Tra il 1965 e il 1976 vi furono relazioni molto più amichevoli tra i due Paesi, tra l’altro non sempre così ‘nemici’ in quanto la Gran Bretagna vendette all’Argentina materiali come i bombardieri Camberra, bombe da 454kg, missili Blowpipe e Tigercat, oltre ad un paio di cacciatorpediniere Type 42 e altrettanti elicotteri Lynx Mk.23. Ma dal 1976 iniziò la cosiddetta ‘dittatura dei generali’ e le relazioni si interruppero del tutto fino al 1979. Nel febbraio 1982 si provò ad iniziare la risoluzione del contenzioso all’ONU, ma il 18 Marzo 1982 un gruppo di operai argentini issarono la bandiera nazionale nella Georgia del Sud, considerata parte dei possedimenti inglesi del Territorio Antartico Britannico. Il 2 aprile una forza di invasione di 2000 marines e fanti, portata da una flotta di navi comprendente mezzi da sbarco LVTP-7 e corvette A-69 (una delle quali fu danneggiata dal fuoco di reazione inglese, essendosi avvicinata molto a P.Stanley), sbarcò a Port Stanley. Gli inglesi avevano una piccola guarnigione e decisero di arrendersi presto, non potendo contare su nessun aiuto dalla madrepatria in tempi utili. Gli argentini avevano fatto la loro 'blitzkrieg' partendo da Rio Gallegos, e crebbero ben presto a 11.000 truppe. Stando tanto vicini alla madrepatria, essendo la Gran Bretagna fin troppo impegnata con la Guerra fredda in Europa ma anche con una pesante crisi economica e gli irredentisti dell’Irlanda del Nord, non sembrava che le forze argentine, supportabili da una cospicua aviazione, corressero rischi. Nondimeno, la loro forza aumentò considerevolmente per scoraggiare gli inglesi ad una reazione. Ma la Tatcher comprese che non si poteva lasciar perdere senza una inaccettabile perdita di prestigio per la Gran Bretagna e nei giorni successivi ordinò l’operazione Corporate, la riconquista delle Isole, che tra lo stupore generale sarebbe incominciata prima della fine di quello stesso mese.
[[Immagine:FAA_Air_Bases_1982.gif|350px|right|thumb|Il teatro d'operazioni, con la 'zona d'esclusione' dichiarata dalla Gran Bretagna]]
Il 10 aprile 200.000 argentini festeggiarono per le strade di Buenos Aires, quando appena pochi mesi prima facevano manifestazioni di massa per contestare il Gen. Gualteri. Il regime sembrava aver riconquistato la popolarità perduta, ma non aveva fatto i conti con la reazione inglese. In sede ONU si condannò l’invasione con un termine di 30 giorni entro cui le truppe argentine dovevano abbandonare le Falklands. In Gran Bretagna vi fu chi propose addirittura di provocare una esplosione nucleare a fini dimostrativi, nell’Atlantico meridionale, tanto per mostrare fermezza. Ma la cosa non ebbe seguito. Invece, senza aspettare nessuna scadenza, gli inglesi iniziarono a riempire le loro vecchie navi (tra cui alcune preziosissime, come le navi da sbarco classe Fearless, che avrebbero dovuto essere radiate a breve, mentre invece erano indispensabili per la riuscita dell’operazione) di ogni materiale utile e di truppe, e partirono da Porthsmouth dal 5 aprile, anche a costo di impoverire lo schieramento della Royal Navy contro il Patto di Varsavia, soprattutto in funzione ASW ovvero nella lotta contro i sottomarini sovietici. La Georgia del Sud venne riconquistata, con tanto della cattura del sottomarino Santa Fè, già il 28 aprile, mentre il 1 maggio arrivò il bombardamento con 12 Sea Harrier dell’aeroporto di Port Stanley, pieno di Pucarà e aerei leggeri. Gli argentini non rimasero inermi e lanciarono almeno 20 aerei contro le navi inglesi ma ne persero diversi. I Sea Harrier, che erano una macchina mai provata in combattimento reale, dimostrarono la loro superiorità nei combattimenti aerei contro i famosi Mirage. Il giorno dopo, esattamente un mese dopo la ‘reconquista’ delle isole, gli inglesi affondavano l’incrociatore Belgrano.
[[Immagine:PucaraA571.jpg|300px|right|thumb|Un Pucarà, aereo ben armato ma di scarso impatto alle Falklands]]
 
Il 21 maggio gli inglesi sbarcarono a San Carlos, resistendo poi ai contrattacchi argentini, soprattutto con l’aviazione e l'artiglieria. Pochi giorni più tardi, il 26 maggio, gli inglesi vinsero clamorosamente la battaglia di Goose Green, combattendo con forze ridotte (450 paracadutisti e alcuni marines) contro 1500 argentini, poi rinforzati con elicotteri, e ben provvisti di mortai da 120 mm (le cui granate tuttavia tendevano a non esplodere o a esplodere con troppo ritardo nel terreno fangoso, non essendo dotate di spoletta di prossimità o altimetrica), obici da 105mm OTO, cannoni da 20 mm (6 binati) e 35 (2), e dell’appoggio aereo di Pucarà e Skyhawk, tre dei quali a quanto risulta abbattuti dagli inglesi. Gli inglesi ebbero solo l’appoggio del cannone (ad un certo punto inceppatosi) della Arrow, una fregata inglese, e tre missioni degli Harrier. Furono molto bravi, però, a sopraffare i bunker argentini in cui le loro forze, troppo statiche ebbero la peggio, anche grazie all’impiego dei missili MILAN. Alla fine gli argentini ebbero 200 o più morti contro 16 inglesi, nonostante l’inferiorità dell’attaccante. A quanto pare i militari di leva argentini, malguidatimal guidati e motivati, non seppero resistere nonostante la loro netta superiorità in termini di potenza di fuoco e conoscenza del terreno, cosa che d’altro canto si è verificata in molte occasioni nella Storia (basti pensare alle guerre arabo-israeliane o all’invasione tedesca dell’URSS o della Francia, o anche la Battaglia di Roma).
 
 
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[[Immagine:SUEreabasteciendo1.jpg|300px|right|thumb|L' 'Arma segreta argentina, il Super Etendard, fu scarsamente utilizzato per mancanza di sufficienti missili Exocet]]
 
La RAF cercò di usare al meglio le sue possibilità e dall’isola di Ascension lanciò diverse missioni di bombardieri Vulcan, che dimostrarono in teoria la capacità di attaccare anche il territorio argentino ‘volendo’. Poco noto era l’appoggio dato dal Cile, che era retto da Pinochet ma venenvenne considerato ‘amico’ a sufficienza per basarvi aerei da ricognizione della RAF e forse per attaccare direttamente l’Argentina, quantomeno per impedirle di concentrare tutte le forze contro la Gran Bretagna.
 
In seguito, non certo casualmente e nonostante la dittatura di Pinochet, il Cile beneficiò di molte navi ex-R.N. In pratica, quasi tutte le navi inglesi che parteciparono finirono entro pochi anni ad altre marine di seconda mano. La Royal Navy venne però rinforzata da forniture di navi migliorate, anche grazie all’esperienza accumulata, e trovò conferma sia la micidialità degli SSN in oceano aperto, che l’importanza di portaerei, anche piccole. I primi interdirono il mare agli argentini, le seconde però furono fondamentali per coprire la spedizione inglese. Le perdite di aerei argentini furono circa 20 contro i Sea Harrier, contro gli 11 abbattuti dai SAM navali inglesi, ma soprattutto gli argentini furono costretti a usare molta prudenza mentre gli inglesi poterono godere di una relativa superiorità aerea.
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« Nell'annunciare l'instaurazione di una Zona di Interdizione Marittima intorno alle isole Malvinas, il Governo di Sua Maestà ha reso chiaro che questa misura è stata presa senza pregiudizio al diritto del Regno Unito di intraprendere qualunque misura aggiuntiva si rendesse necessaria per esercitare il suo diritto all'autodifesa, come previsto dall'Articolo 51 dello statuto delle Nazioni Unite. In connessione a ciò il Governo di Sua Maestà desidera ora rendere chiaro che ogni manovra di avvicinamento da parte di navi da guerra argentine, inclusi sottomarini, navi ausiliarie o aerei militari, che possano costituire una minaccia alla missione delle forze britanniche nel Sud Atlantico, incontreranno una risposta appropriata. Tutti gli aerei argentini, inclusi aerei civili impegnati nella sorveglianza di forze britanniche, saranno considerati ostili e passibili di essere trattati di conseguenza. »
Le interviste condotte da Martin Middlebrook per il suo libro, The Fight For The Malvinas, indicano che gli ufficiali della marina argentina compresero che l'intento del messaggio era di indicare che ogni nave che operasse nelle vicinanze della zona di interdizione poteva essere presa di mira. Il vice-ammiraglio AllaraAllora, che era responsabile della task force a cui apparteneva il Belgrano, disse: «Dopo il messaggio del 23 aprile, l'intero Sud Atlantico era diventato un teatro operativo per entrambe le fazioni. Come professionisti dicemmo che fu un peccato che perdessimo il Belgrano».
Inoltre le regole di ingaggio furono specificatamente cambiate per permettere di attaccare il Belgrano al di fuori della zona di interdizione, prima dell'affondamento.