Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Italia: differenze tra le versioni
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===I primi jet===
L'Aerfer Ariete era un prototipo di aereo da caccia progettato dall'Ing. Sergio Stefanutti, eccellente anche se dimenticato esperto in disegni di notevole finezza aerodinamica (era il 'papà' di apparecchi come l'S.7 e l'SS.4), era l'evoluzione di una serie di prototipi che però non vennero mai prodotti in serie. In effetti tutto nacque dal fatto che venne inteso per l'AMI con un nuovo aereo d'addestramento basico, rielaborando il SAI 7 prebellico, grazie anche all'esperienza con i caccia S.207 e 403 bellici. La macchina che ne volò, estremamente aereodinamica e che colpì molto per la sua eleganza, che in realtà non era altro che la ricerca della migliore aerodinamica. Volò per la prima volta nell'estate 1949 e l'AMI ne ebbe ben 117 esemplari monoposto (come se fosse un mini-caccia) e 28 biposto, non solo per reparti addestrativi, ma anche per il 5o Stormo nell'attendere gli F-47 Thunderbolt. Il 6o e il 51o Stormo li ebbero come aerei d'addestramento basici. L'S-7 fece bella figura come aereo sportivo, il 21 dicembre 1951 con un motore leggero DH Gipsy Queen da 243 hp sfruttò appieno la potenza disponibile tanto da aggiudicarsi i primati di categoria per i 100 km con 367,46 kmh e addirittura i 1000 km con 358,63 kmh. Il motore normale era però un Alfa Romeo che aveva sia raffredamento ad aria che con cilindri in linea. Il Super 7 era dotato invece di un motore DH Gipsy Queen da 355 hp con elica tripala, e ottenne un secondo posto al Daily Express Challenge Trophy Air Race in Gran Bretagna. Nel dicembre 1952 conquistò altri record sulle stesse distanza con 419,48 e 411,7 kmh. Ma era un apparecchio essenzialmente militare e non civile, e l'AMI cancellò la sua richiesta per il nuovo addestratore avanzato. Da notare che il secondo dei pochi prototipi aveva un ALfa Romeo 121 a 8 cilindi. Finita la speranza per il concorso, vennero accantonate senza seguito 10 cellule prive di motore.
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*Prestazioni: v.max 560 km/h, tangenza 8.000 m, autonomia 570 km
L'AERFER Sagittario 2 era una macchina molto potenziata, dotata di un motore britannico da
Ecco i dati complessivi:
*Dimensioni: apertura alare 7.5 m, lunghezza 9.5 m, altezza 2.02 m (senza carrello), superficie alare 14.5 m2, peso totale 3.293 kg.
*Prestazioni: picchiata supersonica, salita a 12.000 in 10 minuti, tangenza 14.000 m, velocità max orizzontale 1006 kmh a 12.000.
In effetti ne vennero costruiti solo 2 prototipi, MM560 e 561, il cui primo esemplare volò a Pratica di Mare il 19 Maggio 1956, presentato alla MAF 56 a Fiumicino, poi al Bourget nel '57, dove questo minuscolo aereo con due motori nel muso e in coda ebbe modo di farsi notare prima di cascare nel dimenticatoio, dato che perse il concorso NATO per il caccia leggero, vinto dal G.91R. In effetti non arrivò nemmeno alla fase finale di valutazione.
Il 27 marzo 1958 presso il Reparto Sperimentale di Volo effettuò il primo volo di collaudo a Pratica di Mare (RM): i risultati deludenti dei vari collaudi indussero l'Aeronautica Militare a rinunciare all'acquisizione del velivolo.▼
L'Ariete era una versione migliorata del Sagittario 2, di cui ne conservava la maggior parte delle caratteristiche, realizzata nel tentativo di realizzare un velivolo capace di essere pienamente accettato come aereo tattico operativo. Al solito, la mancanza di un motore sufficientemente potente era causa della configuarazione che si potrebbe dire: aereo con 1 motore e mezzo: Sotto il muso, retaggio del motore a pistoni del progetto originario vi era il motore principale,(un pò simile a quanto avvenne con lo Yak-15/17/23, solo che questi aerei sovietici erano solo con ali diritte e con limiti non indifferenti nel numero di mach, grossomodo 0.8). Poi però vi era anche un minuscolo motore R.R.Soar Sr.2 da 510 kgs con presa retrattile dorsalequello ausiliario forniva una spinta aggiuntiva in fase di decollo, salita o durante il combattimento. Il turbogetto era alimentato da una presa d'aria supplementare retrattile, ricavata sul dorso della fusoliera, dietro l'abitacolo. A dire il vero era una soluzione a dire il minimo strana per un caccia leggero, decisamente complicata. Il G.91R riuscì a seguire una progettazione molto più sana, simile a quella di un piccolo F-86 con un nuovo motore britannico, il Bristol Orpheus da circa 2.200 kgs. In sostanza senza un motore come questo e senza il postbruciatore per l'unico motore (praticamente impossibile, vi erano gli scarichi sotto la fusoliera) non c'era modo di ottenere prestazioni adatte per questo piccolo aereo, sorprendentemente basso (pur con carrello triciclo anteriore) a terra (come del resto il Sagittario II).
▲Il 27 marzo 1958 presso il Reparto Sperimentale di Volo effettuò il primo volo di collaudo a Pratica di Mare (RM): i risultati deludenti dei vari collaudi indussero l'Aeronautica Militare a rinunciare all'acquisizione del velivolo.
*Equipaggio: 1
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*Peso: 2.400-3.535 kg
*Motore: 1 Rolls-Royce Derwent 9 da 16,2 kN + 1 Rolls-Royce Soar
▲*Prestazioni: v.max 1080 km/h, tangenza 12000 m m
▲*Armamento: 2 cannoni da 30mm
In effetti non era certo razionale avere un caccia leggero e bimotore allo stesso tempo, tra l'altro con due motori di tipo ben diverso. L'Aerfer allora si dedicò al Leone, intercettore con un Bristol Orpheus 12 da ben 3089 kgs o un Gyron Junior da 3.180, ancora una volta nel muso (!, dopo ben 4 modelli tale formula seguitava, in splendida assonanza con i caccia della II GM, a restare applicata) e un razzo D.H. Spectre posteriore, armabile con due missili a corto raggio IR come i AIM-9, o i C-7 sperimentali italiani, o altri tipi. Ma la realizzazione si fermò all'80% per mancanza di sufficienti finanziamenti. Anche se il concetto di un caccia supersonico, addirittura capace di mach 2, era affascinante, gli sviluppi erano tutti da esplorare e non è detto che questo sarebbe stato indolore: all'epoca esistevano caccia con motori a razzo ausiliari per agevolarne la salita, e anche tipi di aerei con motori a razzo usati per l'accelerazione supersonica come il SARO S.177, ma erano decisamente più avanzati. E per il 1960 era già in servizio l'F-104 e svariati altri tipi di caccia da mach 2, tutti dotati di motori potenti e con postbruciatore, quindi con prestazioni non transitorie per mach 2, funzionamento meno pericoloso e progetto più semplice (e sopratutto col motore posteriore, il che autorizzava facilmente l'uso del post-bruciatore). Insomma il motore a razzo era una scorciatoia ma col fiato corto. L'F-104G offriva indubbiamente una soluzione più valida con il suo turbogetto di grande potenza J79 e il Leone venne mestamente dimenticato, prima che Stefanutti s'inventasse anche un caccia spaziale (sempre col motore anteriore..). Del resto lo Starfighter era perfettamente in linea con l'idea di un caccia leggero ad alte prestazioni, in più aveva abbastanza autonomia per essere usato come cacciabombardiere tattico ad alta velocità ( e ovviamente penetrare a mach 1 e passa non era possibile, a bassa quota, con un caccia a razzo, al più ottimizzato per salire e accelerare in fretta nella stratosfera). Certo che Stefanutti sarebbe stato contento di poter ottenere il motore J79 per i suoi progetti (da sistemare finalmente in coda), che avevano sempre posto cura nell'aereodinamica, ma erano sempre stati carenti in potenza, in quanto la velocità era ottenuta con motori deboli e con una cellula piccola e aerodinamica, il che non compensava un sufficiente rapporto potenza peso per la salita rapida. Il '104 era insomma quello che poteva rappresentare un ipotetico caccia di Stefanutti (il Tigre?) con un motore potente di tipo moderno, e una cellula minuscola e aerodinamica.
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