Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Grecia-1: differenze tra le versioni

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Nuova pagina: {{Forze armate mondiali}} ==Anni '90 e oltre== Con gli anni le cose sono cambiate, e ovviamente in meglio, data la necessità di 'Revamping' per la prima linea delle navi greche. Ecco...
 
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In effetti gli 'Adams' non hanno avuto una lunga vita operativa nella Marina greca, quantomeno per due di queste oramai vecchie navi che sono state radiate e demolite già da qualche anno. Le altre dovrebbero essere ancora in servizio assieme alla dozzina di Meko 200 'Hydra' e di 'Kortenaer'.
 
===1990: F.A. Greche===
In un reportage di F.M. Puddu <ref>F.M. Puddu R.: ''ELLINIKES ENOPLES DYNAMIS'' , Panorama difesa Ottobre 1990, pagg-28/37</ref> vennero visitate le Forze Armate greche , le ELLINIKES ENOPLES DYNAMIS con una lunga inchiesta che riguardò tutte le branche principali. Il viaggio iniziò con la Scuola del Genio di Loutraki, località balneare vicino al canale di Corinto, giusto vicino al canale, dove tra l'altr era stato realizzato un ponte mobile in appoggio del celebre ponte sospeso per l'aumentato traffico automobilistico: si trattava di una realizzazione particolare, infatti non era il solito ponte levatoio, ma un ponte sommergibile che quando una nave doveva passare veniva abbassato ad una ventina di metri di profondità. La scuola del Genio aveva una vasta aerea in cui v'erano le strutture per il personale e le aree addestrative che coprivano tutte le competenze del Genio tranne quello ferrovieri che non aveva aree specifiche per l'addestramento. La specialità del Genio in Grecia nacque nel 1829 e non è solo importante per ragioni storiche (e orografiche, a dire il vero la Grecia si presta bene a interventi di questa spesso trascurata specialità) ,ma diede anche origine, nel lontano 1912, all'Aviazione in Grecia che divenne arma autonoma non prima del 1927. La scuola del Genio era originariamente basata a Nauplia, cittadina che oggi non dice nulla di particolare ma che è diventata a suo tempo la capitale greca, e solo successivamente al Atene. Infine venne scorporata dalla capitale e mandata a Loutraki, dove si trovava nel 1990.
 
Le infrastrutture presenti erano tra l'altro un museo didattico relativo ai materiali da ponte, e l'altro ai materiali esplodenti e mine. Erano spaziosi e didatticamente utili. I materiali didattici erano moderni, meno invece i materiali addestrativi. Il personale, che prestava servizio era per lo più di leva ma con una durata di 22 mesi aveva tutto il tempo di diventare esperto e ben addestrato. V'era entusiasmo e disciplina e la Scuola era ben tenuta. Gettare un ponte di 50 metri sopra uno specchio d'acqua prese 10 minuti, e ritirarlo altri 6. Secondo l'istruttore non gli allievi avevano fatto la cosa piuttosto con calma, ma secondo il reporter era un ottimo tempo, anche se beninteso si trattava di un ponte leggero. I militari impegnati non erano di leva.
 
Il Centro Paracadustisti di Spropirgos era ad una ventina di km da Atene. Era in una pianura che d'estate diventata decisamente torrida. Vicino c'era il Centro Aviazione dell'esercito di Megara, da cui decollavano elicotteri pesanti CH-47, ma i para erano usati anche dagli C-130H. Da notare la presenza delle donne. Una graziosa signorina dai biondi capelli era presente aspettando il secondo lancio della giornata. Infatti in Grecia, nonostante la generale arretratezza rispetto a molte altre nazioni NATO, già dal 1978 permetteva l'addestramento e l'impiego militare di donne. Non come forza di prima linea, ma questo non impediva loro di usare gli apparecchi per ottenere il brevetto di paracadutista. Insomma, vi erano parà donne in Grecia fin dai tardi anni '70. I lanci venivano fatti con i CH-47 che trasportavano 36 uomini lanciati a gruppi di 9, e non c'erano soli i para dell'Esercito: c'erano anche gli incursori-demolitori della Marina, i paracadutisti dell'Aeronautica. I primi paracadutisti greci sono apparsi piuttosto di recente, in barba alla lunga tradizione aviatoria. Il primo si brevettò nel 1942, alla scuola di paracadutismo di Rimini (quindi in un epoca in cui la Grecia era occupata proprio dall'Assa) ma la specialità non venne costituita fino al 1955. La Scuola non era particolarmente vasta, ma al solito ben tenuta e piena di gente entusiasta. La palazzina principale aveva davanti una piazza circondata da uffici, depositi e la palazzina comando. Dietro vi erano i dormitori. A livello addestrativo vi erano numerosi sistemi: simulatori per la discesa con gli allievi sospesi che imparavno a direzionare la traiettoria di discesa, la solita torre con un simulacro di elicottero (che però era il CH-47 e non il solito 'Huey') e addirittura di un C-130, un simulacro di un C-130 sia pure senza ali a terra, e altre installazioni minori. Era poi presente anche una palestra per le arti marziali, dove veniva insegnato il tae-kwon-do. Il poligono di tiro era fuori dalla base, le colline circostanti la pianura erano invece usate per esercitare le pattuglie. In tutto venivano tenuti 6 corsi l'anno di 5-6 settimane per un totale di 150 allievi l'uno. La forza dei paracadutisti greci all'epoca era basata su 2 battaglioni operativi e servizi, grossomodo l'equivalente di un reggimento. L'attività di cooperazione internazionale dei para greci era molto stretta con i colleghi italiani, ma la maggior parte delle esercitazioni avveniva in collaborazione con i tedeschi (curiosamente, proprio le due nazioni che invasero la Grecia..).
 
I sottomarini erano invece basati a Salamina, o meglio, a Salamis, anche questa a pochi km dal centro di Atene. Era una base molto riservata, data la sua importanza. Bisognava passare in una zona di acque militari e prendere un piccolo traghetto. Salamis non è solo un luogo storico (celebre la grande battaglia del 480 AC), ma anche l'unica vera base greca per la sua pur molto cospicua marina militare. Aveva l'arsenale, gli ufficili, officine, infrastrutture logistiche. Per il resto vi era la base minore di Suda e 11 scali minori sparsi tra le coste joniche ed egee. Al centro della grande base navale vi erano i sottomarini. Al momento dell'arrivo di Puddu vi erano 6 battelli dei 10 presenti. Vi erano entrambi i vecchi Guppy americani, ovvero il 'Katsonis' e il 'Papanikolis' che erano rispettivamente gli originali 'Remora' e 'Balao', aggiornati allo standard III e II rispettivamente. Ma l'interesse non era certo per questi. Quello che era importante era piuttosto la forza dei Type 209 tedeschi, costruiti in 4 semplari della classe 'Glafkos' del 1971-72 e altrettanti della classe 'Amphitritis', del '79-80. Questi ultimi erano 5 m più lunghi (56 m anziché 51) e questo, nonostante il maggior peso, consentiva di raggiungere i 22 nodi anziché 21 quando immersi. Eppure i motori erano gli stessi: 4 diesel Maybah da 2.400 hp l'uno accoppiati ad elettrogeneratori AEG da 420 kW e a un motore Siemens da 500 kW. Pur pesando circa 100 t in più sono più veloci, come si è detto, eppure stazzano circa 100 t in più. Come è possibile? Perché nel mare conta, e molto, la forma idrodinamica e uno scafo più lungo ed efficiente permette di dissipare meno potenza nell'attrito col mare. Anche le qualità nautiche ne beneficiano, specie come resistenza alle onde lunghe, e l'abitabilità ha ricavato maggiore spazio e comodità, sostanzialmente accettabili per questi sottomarini. La suddivisione dei locali era in 3 settori fondamentali: a prua vi erano gli 8 tubi di lancio e molta parte dell'equipaggio (alloggi), al centro con i sistemi di manovra e la centrale di comando, a poppa col locale macchine. C'erano in tutto,distribuiti in parte dei 56 m di lunghezza (come uno degli aerei passeggeri più grandi, insomma) solo 30 uomini, di cui 6 ufficiali, ben 22 sottufficiali e 2 marinai soltano (i classici 'sguatteri'): evidentemente i sottomarini moderni non sono cose per ragazzi di leva. Non avevano 'brande calde' (che non è una comodità: significa che gli stessi letti erano usati a turno da più di un uomo d'equipaggio), avendone ciascuno il suo, cosa rara per sottomarini tanto piccoli. L'autonomia di questi sottomarini arrivava a 5.000 miglia emersi, dunque non particolarmente alta ma sufficiente alle esigenze mediterranee. La velocità era ottima, come del resto la maneggevolezza e la potenza di fuoco, anche se i sensori non erano particolarmente moderni e potenti e questa classe, come in genere i Type 209 è sopratutto intesa al compito antinave. La profondità massima supera i 300 m e questo oltre alle piccole dimensioni, silenziosità (specie usando il motore da 500 kW, indicato per le manovre silenziose) e velocità quando necessario consente buone possibilità di sopravvivenza agli attacchi delle unità ASW. A parte questo, i siluri impiegati erano di 3 tipi: 1 antinave americano (Mk 37? Forse no, visto che si tratta di un'arma bivalente), e 2 tipi tedeschi (quasi di sicuro il SUT e il Seeshclange) uno antinave e uno ASW. Quindi non v'erano siluri doppio ruolo. 8 erano pronti al tiro nei tubi, tutti prodieri, con un sonar che li sovrastava. La ricarica era possibile in tempi buoni ma non brevi, circa 15 minuti per tutti ma per i siluri siti sotto la coperta del ponte armi erano invece necessarie un paio d'ore. In ogni caso, con 8 siluri pronti al tiro non v'era molto di cui dover temere per un'eventuale azione di fuoco. Inoltre i tubi di lancio già caricati non solo non erano lenti, ma nemmeno rumorosi da azionare. L'autonomia del sottomarino immerso, prima di ricaricare le batterie usando lo snorkel, era di 36 ore, l'autonomia in missioni normali era di circa 15-20 giorni.
 
I battelli dispongono di sonar attivo, idrofono, radar, ESM, 2 periscopi, sistema elettronico di combattimento con calcolatori di bordo etc.
 
I sommergibilisti diventavano tali con u n corso che per i marinai era di 1 mese e mezzo, i sottufficiali di 3 mesi+2 mesi di un secondo corso, gli ufficiali uno base di 3 mesi, specializzazione di 6, corso di due mesi per i comandanti finale. Le missioni erano sia addestrative che di pattugliamento, oltre alle esercitazioni 'dogfish' con gli Alleati. A parte i 6 sottomarini, la base ospitava decine di navi di tutti i tipi: dalle motosiluranti alle vecchie fregate americane, alla moderna LIMNOS della classe Kortenaer olandese.
 
 
 
L'Accademia militare era ancora in fase di approntamento nel paesino di Vari, non molto lontano anch'esso da Atene.L'Accademia era prima basata -dal 1829- da Nauplia, poi dal 1894 ad Atene: ma evidentemente la crescita caotica della città non ha consentito a lungo di mantenere questa ubicazione. V'era un museo all'aperto con cannoni vari. Gli edifici erano dedicati alle aule e infrastrutture didattiche con molti laboratori e una grande biblioteca. Non mancavano le palestre e le aeree d'addestramento all'aperto. I corsi erano tenuti con 4 anni di durata: nei primi 2 gli allievi erano semplici cadetti, nel 3o diventavano caporali, nel 4o sergenti e solo alla fine del corso diventavano ufficiali. L'anno scolastico era ripartito in 3 periodi: da settembre a luglio: un periodo di 5 mesi, uno di 4 e uno di due, ma frequentato solo dagli allievi dei primi due anni di corso. La giornata iniziava, al solito per le tradizioni militari, presto ovvero alle 6, e finiva alle 22.30. Le camerate erano da 4 posti e per un qualche concetto di 'interscambio' in ognuna alloggiava un allievo di ciascuno degli anni di corso. Si trattava di una grossa realtà nonostante la selezione preliminare per gli esami d'idoneità psicofisica. I giorni liberi erano giovedì, sabato e domenica. La 'paghetta' era di 15.000 dracme mensili, ovvero 100.000 lire circa. In tutto v'erano circa 1000 iscritti. Una volta dentro l'Accademia non v'era affatto molta selezione, anzi molta di meno che un corso universitario 'civile'. Oltre il 90% riusciva nell'intento di diventare ufficiale. Questo non era quindi un sistema selettivo e rigido come in tanti altri Paesi, ma non per questo venivano accettate mancanze di professionalità: visto che ciascun ragazzo era basicamente 'intelligente' semplicemente lo si 'costringeva a studiare'. Negli ultimi 4 anni -dal tetto del 1986, vi era stata una certa diminuzione delle domande di ammissione all'Accademia, ma non particolarmente preoccupante.
 
Ed eccoci ad altre unità operative: in particolare il 114 Pterix di Tanagra, circa 40 km a Nord di Atene. Anch'esso quindi è un esempio della concentrazione attorno alla capitale di quasi tutti i principali reparti greci, anche operativi e non solo addestrativi. Si tratta di uno stormo nato di recente: vi sono il 331 e 332 sui Mirage 2000, di nuova formazione, e il più vecchi 342 su Mirage F.1 oltre a un gruppo su T-33. Essendo lo spazio aereo suddiviso in un settore settentrionale e uno merionale con i Mirage proprio sul bordo tra i due settori, il loro compito non sarebbe chiaro: senonché in pratica intervengono sopratutto nel settore meridionale e la loro area di competenza è grossomodo a forma trapezioidale lunga circa 250 km tra il Golfo di Eubea all'isola di Skiros, almeno per quello che riguarda l'attività principale. La base di per sé si presentava con una tipica struttura NATO, con una bretella ad U raccordante gli shelter e le loro piazzuole. Le strutture logistiche e la palazzina comando erano in locali rinforzati e protetti da terrapieni, ma non erano dei tipi sotterranei a bunker come in altre installazioni moderne. Si è detto dei Mira 331e 332 erano di recentissima costruzione (mentre la base di Tanagra è stata formata dopo la fine della guerra mondiale ultima). I piloti sono andati in Francia ad istruirsi per due mesi e mezzo, mentre il 331imo è stato costituito nell'aprile 1988. I piloti sono ritornati poi in Grecia dove hanno continuato con istruttori francesi. I reparti avrebbero avuto alla fine 20 aerei (teorici, se in tutto ne sarebbero stati comprati 40 di Mirage 2000, questo in pratica tra revisioni e incidenti non sarebbe stato possibile) con 23 piloti, mentre il 342 Mira venne costituito nel 1955 su F-84 e passato 21 anni dopo sugli F.1. L'addestramento non era la sola attività operativa: le missioni d'allarme con i turchi alle porte erano frequentissime, che si trattesse di F-104, F-4 o F-16 e i bei Mirage 2000EG con la loro livrea grigio chiara e azzurra avevano certo il loro daffare anche se non erano schierati in primissima linea. Anche qui, in questa base, è stato riscontrato un notevole grado d'entusiasmo da parte del personale, come anche la cura per mantenere in ottimo stato l'aspetto e la funzionalità delle infrastrutture e dei sistemi presenti, anche se spesso sono piuttosto arretrati rispetto alle migliori infrastrutture NATO. Però l'entusiasmo e la dedizione del personale era molto ammirevole e anche qui propenso a compensare certe deficienze materiali.
 
 
La 24ima brigata corazzata, di Lotochoron era un'altra unità interessante e visitata a Poddu, che così completò la sua ricerca sulle unità di punta delle FA Greche. Era una brigata corazzata fondamentale per la difesa della costa orientale, circa 100 km a N delle Termopili dove aveva sede, per l'appunto a Lotochoron, questa brigata corazzata dotata del materiale più moderno disponibile per l'Esercito: i carri armati Leopard 1 EGr, in servizio dal 1983 e costruiti per le specifiche volute dai greci e di fatto simili come costruzione, specie della torretta, a quelli della versione A3 tedeschi. Ne sono stati comprati, a partire dal 1981 e fino al 1984, 106+4 carri soccorso. Per una volta almeno la Grecia ha vinto contro la Turchia quanto a numeri, infatti i Turchi ne ebbero solo 77 e 4 carri soccorso. Però li ebbero dal 1979 e poi nel 1990 erano in attesa di altri 150 carri del tipo A4 ex-tedeschi (dei 250 costruiti). Se non altro i greci, rispetto agli 'ortodossi' turchi, sono avvantaggiati dalle relazioni dirette con un'altra nazione 'eccentrica' rispetto ai Paesi Nato, anche se filo-occidentale, la Francia. E grazie a questa oltre a poter 'differenziare' le proprie fonti d'approvigionamento rispetto a quanto passato dallo 'Zio Sam' ha anche la possibilità di ottenere mezzi di un certo livello liberi da brevetti e veti americani. Uno di questi mezzi è il carro AMX-30, fornito in 190 esemplari e grossomodo paragonabile al Leopard. Dopo la consegna di numerosi mezzi americani e tedeschi, sarebbe stato comunque relegato alla Guardia nazionale di Cipro.
 
Al comando v'era un Taxiarchos, ovvero generale di brigata, di cognome Mitsainas. Più avanti, a Salonicco, v'era un'altra brigata corazzata per fornire un primo baluardo difensivo a chi, seguendo la linea costiera, si fosse diretto da Est verso la Grecia meridionale. La caserma della 24ima venne completata nel 1979 ed era ampia e spaziosa, con un poligono di tiro annesso di vaste proporzioni e tutti i vari ostacoli tattici tranne il guado, che d'estate era a secco per mancanza d'acqua. V'erano grandi tettoie per la manutenzione dei carri sottostanti, e un officina manutenzioni pesanti. In tutto i carri sempre pronti all'azione erano circa 40. L'addestramento dei carristi era di 4 settimane a Vlona, poi i capocarro continuavano per 3 mesi complessivi e una volta l'anno veniva al reparto organizzata un'esercitazione divisionale, mentre negli ultimi anni miglioramenti al programma addestrativo hanno reso possibile un notevole miglioramento professionale dei carristi greci. I carri in caso di necessità potevano muoversi autonomamente grazie alle ottime capacità di mobilità, ma era possibile usare la non casualmente vicina ferrovia oppure pianali con camion trattori. I carri, infine. Si è già detto che sono di tipo simile all'A3 il che comporta torretta saldata con circa 1 m3 di spazio in più e una doppia corazza che seppure leggera è ad 'intercapedine' aumentando la altrimenti scarsa protezione. Hanno anche il cannone stabilizzato su due assi, cosa che per esempio in Italia è apparsa solo con i Leopard 1A5 (e prima ancora le Centauro). Da notare che questi mezzi avevano un dispositivo sopra la canna per fini addestrativi, una specie di supporto per un fucilone d'aggiustamento da 12.7 mm o una vera e propria mitragliatrice di questo calibro.
 
 
Quanto riguarda il personale, da ricordare che il gen. Veryvakis intervistato parlava di importanti novità, per esempio la riduzione del servizio di leva da 22 a 15 mesi era presa in considerazione, e già di 1-2 mesi entro il 1990 era dato praticamente per certo. Il rapporto tra leva e professionisti era di 6: 1 ma in futuro ci si aspettava di ridurlo a 4:1 e in generale coi CFE era prevista una riduzione delle forze armate greche di circa il 10% almeno in termini di personale. L'industria del munizionamento greca era una delle poche eccellenze dell'industria greca militare. Preoccupava la vicina Turchia, ma anche in Albania, dove v'erano minoranze greche, che hanno avuto molte difficoltà con Hoxa e anche Halija.
 
In generale le F.A. greche nel 1990 apparivano per quello che erano: materialmente si trattava di parenti 'poveri' delle principali nazioni NATO, ma non più tanto poveri rispetto a qualche anno prima, quando andavano avanti solo con materiali di seconda o terza mano della NATO. La situazione politica era fortunatamente migliore specialmente dopo la cacciata dei dittatori militari, con una maggiore forza politica dei partiti. L'acquisto di materiali moderni come gli F-16 e Mirage 2000, Leopard 1, fregate e motocannoniere missilistiche aveva certo migliorato le capacità operative greche. Ma era sopratutto il personale che suppliva ai problemi con una dose d'entusiasmo e d'impegno non comune. Anche la situazione dei militari di leva sembrava buona. Pare che si integrassero senza grossi problemi nelle F.A. e la cura con cui erano tenute le caserme e basi era molto notevole. L'apporto dell'industria della Difesa nazionale non era certo molto elevato, e questo non aiutava a migliorare l'autosufficienza dei greci nella Difesa. La gerarchia militare era piuttosto elastica, se non altro: indice, come del resto anche la situazione del personale di leva, che nelle FA greche v'era un processo di democratizzazione piuttosto spinto (cosa che del resto non dovrebbe stupire a livello storico: 2500 di tradizione sia pure tribolata, non sono cosa da poco). Altre nazioni, Italia compresa, non potevano vantare affatto lo stesso livello di rispetto tra persone a prescindere dal grado. Inoltre, le donne erano già presenti da decenni nelle FA greche, altra dimostrazione di come queste in termini di educazione e evoluzione civile potevano permettersi di dare parecchi punti ad altre più potenti e tradizionali FA nazionali (anche qui, Italia inclusa).