Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Regno Unito-01: differenze tra le versioni

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Quando scattò l'offensiva i carristi inglesi entrarono in azione con i carri armati più criticati del mondo occidentale, dopo che i pessimi risultati del CAT '87 relativi ad affidabilità meccanica e sistemi di controllo del tiro costrinsero addirittura gli inglesi al ritiro. Ma il risultato operativo è stato di tutt'altro livello. I Challenger hanno percorso in media qualcosa come 300-350 km e mantenuto nondimeno una prontezza operativa del 95% alla fine delle ostilità (98% iniziale), mentre i 12 nuovi ARV hanno mantenuto addirittura il 100%. Solo due Challenger hanno avuto gravi avarie durante la battaglia. I cannoni da 120 mm, poi, si sono dimostrati eccezionalmente precisi, tanto che nonostante la presenza massiccia di M1 Abrams, sono stati proprio i Chally ad ottenere il centro alla massima distanza, ad un impensabile 5.1 km e al primo colpo, per giunta con una granata HESH. Questo da l'idea delle potenzialità dei carri armati moderni, ma anche che i cannoni a canna rigata e le granate HESH possono andare anche oltre la gittata di missili controcarri e dei cannoni da 120 mm 'lisci', che al massimo arrivano attorno ai 4 km di raggio massimo (in ogni caso, beninteso, sparando da fermi a bersagli parimenti fermi, dopo un preciso e minuzioso allineamento). Il bersaglio era uno sfortunato T-55, ma le HESH, con la loro traiettoria curva sono insidiose: la perdita di un Challenger 2, colpito da fuoco amico durante la guerra del 2003 lo ha dimostrato (praticamente la granata esplose sopra il portello del capocarro innescando le munizioni della torretta).
 
I Challenger si sono mossi rapidamente, nonostante la loro velocità massima sia di circa 50 kmh (il che da l'idea delle ore di moto giornaliere che hanno dovuto compiere per percorrere tanti km), e nonostante la loro mole, il motore turbodiesel da 1200 hp ha consumato circa un terzo della turbina da 1500 hp degli M1, che ha costituito un vantaggio logistico facilmente immaginabile dato che si tratta di mezzi con poco meno di 2000 l per ogni pieno. Oltre a questo, i carri inglesi non subirono perdite di sorta, non è chiaro nemmeno se siano stati colpiti (in effetti, nemmeno i carri 'leggeri' come gli AMX-30 francesi hanno subito perdite eppure non erano certo ben protetti: evidentemente la precisione degli irakeni lasciava a desiderare). Pare che in tutto i 176 Challenger siano stati accreditati, tra i bersagli distrutti, di ben 300 carri irakeni (circa 2 a testa, una media davvero straordinaria in una guerra vera su larga scala), ma non incontrarono mai la Guardia Repubblicana, per lo scorno degli equipaggi che dopo i primi successi ambivano a confrontarsi con i migliori nemici disponibili. L'affidabilità tecnica della torretta si è dimostrata molto migliore di quanto riportato in Germania: paradossalmente questo potrebbe essere dovuto proprio ad un uso continuo che ha consentito di 'rodare' bene le varie componenti. Inoltre la camera termica TOGS, che a suo tempo ha preso il posto dell'iniziale sistema IL previsto (molto meno costoso) si è imposta, pare, addirittura come la migliore schierata dalla Coalizione, meglio del TIS dell'M1 e del TTS degli (eventuali, non è chiaro se siano stati impiegati in azione) M60A3. E non per nulle è stata mantenuta sul Challenger 2, sia pure spostata dalla destra della torre sopra il cannone (a dire il vero, in maniera assai vulnerabile al fuoco nemico). Se la precisione e la potenza del cannone hanno dimostrato il loro valore (come anche la dotazione di colpi molto alta rispetto ad altri tipi di carri), va anche detto che oltre la metà degli ingaggi controcarri è stata fatta con munizioni HESH e non coi proiettili L21 perforanti, con risultati devastanti contro bersagli leggermente corazzati ed edifici.
 
I Challenger si sono mossi rapidamente, nonostante la loro velocità massima sia di circa 50 kmh (il che da l'idea delle ore di moto giornaliere che hanno dovuto compiere per percorrere tanti kmsopportate), e nonostante la loro mole, il motore turbodiesel da 1200 hp ha consumato circa un terzo della turbina da 1500 hp degli M1, che ha costituito un vantaggio logistico facilmente immaginabile datocon che si tratta'pieni' di mezziquasi con poco meno di 20002.000 l per ogni pieno. Oltre a questo, iI carri inglesi non subirono perdite di sorta, non è chiaro nemmeno se siano stati colpiti (in effetti, nemmeno i carri 'leggeri' comeanche gli AMX-30 francesisono hannosopravvissuti subitononostante perditela eppure non erano certo benscarsa protettiprotezione: evidentemente la precisionemira degli irakeni lasciava a desiderare). Pare che in tutto i 176 Challenger siano stati accreditati, tra i bersagli distrutti, di ben 300 carri irakeni (circa 2 a testa, una media davvero straordinaria in una guerra vera su larga scala), ma non incontrarono mai la Guardia Repubblicana, per lo scorno degli equipaggi che dopo i primi successi ambivano a confrontarsi con i migliori nemici disponibili. L'affidabilità tecnica della torretta si è dimostrata molto migliore di quanto riportatoche in Germania: paradossalmente questo potrebbe essere dovuto proprio ad un uso continuo che ha consentito di 'rodarerodarla' bene le varie componenti. Inoltre la camera termica TOGS, che a suo tempo ha preso il posto dell'iniziale sistema IL previsto (e molto meno costoso) si è imposta, pare, addirittura come la migliore schierata dalla Coalizione, meglio del TIS dell'M1 e del TTS degli (eventuali, non è chiaro se siano stati impiegati in azione) M60A3. E non per nullenulla è stata mantenuta sul Challenger 2, sia pure spostata dalla destra della torre a sopra il cannone (a dire il vero, in maniera assai vulnerabile al fuoco nemico). Se la precisione e la potenza del cannone hanno dimostrato il loro valore (come anche la dotazione di colpi molto alta rispetto ad altri tipi di carri), va anche detto che oltre la metà degli ingaggi controcarri è stata fatta con munizioni HESH e non coi proiettili L21 perforanti, con risultati devastanti contro bersagli leggermente corazzati ed edifici.
In sostanza, rispetto alla campagna di denigrazione della stampa inglese del 1989 e buona parte del '90 (forse non del tutto a torto interpretabile come manovra per ottenere l''appoggio' al successivo Challenger 2) il Chally si dimostrò un degno compare dell'M1. La disponibilità minima richiesta era dell'80% e invece si è mantenuta molto al di sopra di questi valori. Va anche detto che lo stesso valse per l'Abrams, a sua volta molto criticato per il costo e anche per l'affidabilità. Ma in tempo di guerra il criterio di 'disponibilità' è molto più blando e si basa essenzialmente sul 'muoversi, combattere e comunicare'. In ogni caso non tutto è andato per il verso giusto: inizialmente i motori si rompevano con una certa frequenza, mentre in tutto durante la campagna almeno 15 motori hanno dovuto essere rimpiazzati, anche perché, date le economie del BAOR ( e la rarità del Challenger, per giunta non esportato) , la scarsità di pezzi di ricambio ha fatto sì che i motori abbiano spesso dovuto essere sostituiti quando avrebbero potuto essere riparati. La manutenzione ha consentito di mantere i carri ad alti livelli di disponibilità, ma è stato possibile solo con uno sforzo notevole e molto tempo da parte degli equipaggi e personale tecnico: il Chally non è affatto un mezzo semplice e facile da mantenere. Il cambio TN37 avrebbe avuto bisogno di più rapporti per le basse velocità, ma nonostante le protezioni aggiuntive, gli equipaggi non hanno rilevato peggioramenti in mobilità ma anzi una marcia più confortevole e stabile. La torretta ha consentito di combattere bene, ma risultava comunque troppo bassa per viverci a lungo: l'assenza di ergonomia e lo scarso spazio interno si sono rivelati un problema tutt'altro che risolto, e forse la situazione non è stata particolarmente sofferta solo per la breve durata della campagna terrestre; la questione era aggravata dal dover viaggiare a lungo coi portelli chiusi per la minaccia di agenti NBC che gli irakeni possedevano in quantità e potevano essere tentati di usare.
 
In sostanza, rispetto alla campagna di denigrazione della stampa inglese del 1989 e buona parte del '90 (forse non del tutto a torto interpretabile come manovra per ottenere l''appoggio' al successivo Challenger 2) il Chally si dimostrò un degno compare dell'M1. La disponibilità minima richiesta era dell'80% e invece se ne è mantenuta molto al di sopra. Lo stesso valse per l'Abrams, a sua volta molto criticato per il costo e anche per l'affidabilità. Ma in tempo di guerra il concetto di 'disponibilità' è molto più blando e si basa essenzialmente sul 'muoversi, combattere e comunicare', i guasti minori vengono ignorati.
 
In sostanza, rispetto alla campagna di denigrazione della stampa inglese del 1989 e buona parte del '90 (forse non del tutto a torto interpretabile come manovra per ottenere l''appoggio' al successivo Challenger 2) il Chally si dimostrò un degno compare dell'M1. La disponibilità minima richiesta era dell'80% e invece si è mantenuta molto al di sopra di questi valori. Va anche detto che lo stesso valse per l'Abrams, a sua volta molto criticato per il costo e anche per l'affidabilità. Ma in tempo di guerra il criterio di 'disponibilità' è molto più blando e si basa essenzialmente sul 'muoversi, combattere e comunicare'. In ogni caso non tutto è andato per il verso giusto: inizialmente i motori si rompevano con una certa frequenzaspesso, mentre in tuttoe durante la campagna almeno 15 motori hanno dovuto essere rimpiazzati,: anche perché, date le economie del BAOR ( e la rarità del Challenger, per giunta non esportato) , la scarsità di pezzi di ricambio ne ha fattoimpedito sì che i motori abbiano spesso dovuto essere sostituiti quando avrebbero potuto esserela riparatiriparazione. La manutenzione ha consentito di mantere i carri ad alti livelli di disponibilità, ma è stato possibile solo conusando uno sforzo notevole e molto tempo da parte degli equipaggi e personale tecnico: il Chally non è affatto un mezzo semplice e 'facile' da mantenere. Il cambio TN37 avrebbe avuto bisogno di più rapporti per le basse velocità, ma nonostante le protezioni aggiuntive, gli equipaggi non hanno rilevato peggioramenti in mobilità ma anzi una marcia più confortevole e stabile le sospensioni sono parzialmente idropneumatiche). La torretta ha consentito di combattere bene, ma risultava comunqueera troppo bassa per viverci a lungo: data l'assenza di ergonomia e lo scarso spazio interno si sono rivelati un problema tutt'altro che risolto, e forse la situazione non è stata particolarmente sofferta solo per la breve durata della campagna terrestre; la questione era aggravata dal dover viaggiare a lungo coi portelli chiusi per la minaccia di agenti NBC che gli irakeni possedevano in quantità e potevanosi esseretemeva tentati dipotessero usare.
 
Alla fine della campagna, il Primo Ministro John Major (successore della Tatcher, inaspettatamente caduta subito dopo la guerra) dichiarò che il Challenger si era comportato magnificamente, al di là di quanto ci si poteva immaginare.