Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Francia-6: differenze tra le versioni

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Il '''[[w:Leclerc|Leclerc]]''' <ref>Housson, Jean-Pierre: ''Leclerc, più che un carro, un sistema'', P&D Marzo 1992 pagg. 58-63</ref>è realmente l'epigono degli MBT francesi, e assume in sé una serie di innovazioni che ne hanno fatto un mezzo avveniristico, come anche la sua struttura moderna e aggressiva suggerisce. Prodotto da GIAT (Ora NEXTER), è oramai l'MBT standard dell'Armée de Terre, in sostituzione all'AMX-30. Quanto segue potrà sembrare agiografico e adulatorio nei confronti di questo carro; lo scrivente ritiene di no, e sopratutto che sia necessario spingere a fondo l'analisi di quello che questoil carroLeclerc ha comportato, perché non c'é dubbio che esso sia risultato qualcosa di più che un semplice nuovo veicolo; essendo poco prodotto, poco conosciuto, non impegnato in guerre varie, non ha avuto molta eco nella stampa al di fuori della Francia; nondimeno, l'insieme delle sue caratteristiche lo pongono in un'era successiva a quella dei carri moderni 'classici' tipo il Leopard 2 e l'M1; un'era in cui è nata, di fatto, una nuova specialità dell'elettronica applicata, la 'vetronica': il fatto è che il Leclerc ha introdotto, dai tardi anni' 80 (con tecnologie ovviamente adesso obsolescenti) il concetto stesso di carro armato come 'insieme integrato', sia a livello di veicolo, che di mezzi di comunicazione e distribuzione dati. Questo da solo va oltre le innumerevoli innovazioni tecniche vere e proprie del veicolo (non sempre felicissime operativamente, ma decisamente molto avanzate). Un pò come dire, che l'AMX Leclerc è, in un certo senso, la versione cingolata dell'F-16 (chiaramente come concetti informatori, non inteso in senso letterale).
 
Lo studio per un carro di nuova generazione, l'ECP (poi ribattezzato 'Char Futur'), ha avuto inizio nel 1978 basandosi su di un'analisi delle possibili condizioni di combattimento in Europa. Esso ha condotto ad un lungo processo di definizione terminato solo nel 1986, che vide la scelta delle componenti e delle filosofie necessarie. Poi dal 1987 venne iniziata l'industrializzazione con 6 prototipi e già dal 1988 alla produzione di serie. Il 14 gennaio 1990, alla presenza della vedova del Gen. Leclerc il primo Leclerc venne consegnato dalla GIAT alla DGA (Delegazione generale degli armamenti). Venne subito chiarito che non si trattava di un semplice carro armato ma di un sistema completo, termine mai usato per un mezzo corazzato. Il perché si dirà poi, per ora iniziamo dalle caratteristiche tecniche del mezzo.
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L'esercito francese ne ha ordinati 1.400 in un rapporto di circa 1:1 con gli AMX-30, poi ridotti a 1.100, a 800 secondo i piani dei primi anni '90, poi a soli 600. Alla fine ne sono stati prodotti 406 che andranno ad equipaggiare i battaglioni (Btg.) carri ( 40 per Btg.).
 
La meccanica del Lecler è avanzata, ma anche costosa: i veicoli degli EAU sono dotati di motore tedesco, per esempio. Le sospensioni sono giudicate piuttosto negativamente in termini di oneri manutentivi. La riduzione dell'equipaggio a 3 uomini desta non pochi dubbi negli ambienti militari, oltre alla pericolosità di dover tenere le munizioni nella torretta, per i problemi legati alla manutenzione del veicolo. Anche la scelta di affiancare i VBCI (ruotati) con un MBT desta fortissime critiche, in quanto ruote e cingoli, per prestazioni e scenari d'impiego, non sono idonei ad operare insieme.
 
Anche la scelta di affiancare i VBCI (ruotati) con un MBT desta fortissime critiche, in quanto ruote e cingoli, per prestazioni e scenari d'impiego, non sono idonei ad operare insieme.
 
L'esercito francese ha approvato una versione denominata AZUR (Action en Zone URbaine) per il combattimento urbano, con kit di protezione aggiuntivi su scafo e torretta ed una mitragliatrice da 12.7 mm. a controllo remoto.
 
 
 
 
===Blindati===