Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Francia: differenze tra le versioni

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Insomma, è difficile valutare i francesi nel loro dopoguerra. Per esempio, pur avendo accumulato delle carenze (es- bombardieri moderni medi tipo Tornado), hanno avuto il merito come e più degli svedesi, per non parlare degli inglesi, di seguire con coraggio una loro 'via' realizzando per i loro veicoli, aerei e navi praticamente tutto: armi, motori e sensori. Il tentativo di sganciarsi dalla schiacciante 'omologazione' americana e tedesca ha comportato mezzi non eccezionali, ma nemmeno disprezzabili. Meglio è andata in particolare quando si è seguita la via di programmi binazionali, ma in generale il costo e la complessità dei nuovi sistemi d'arma militari è tale da rendere praticamente infattibile lo sviluppo interamente indigeno di mezzi moderni. Anche per le armi portatili, per esempio, i francesi hanno manifestato luci ed ombre. Non hanno mani brillato per le pistole, per esempio, e i loro fucili semiautomatici non erano un granché. Poi però hanno prodotto il FAMAS, uno dei migliori e più moderni fucili d'assalto. I razzi controcarro francesi sono pure un concetto di successo, con armamenti come l'Apilas, i corazzati medio leggeri sia ruotati che cingolati, i mortai rigati, i cannoni-mortai, SAM a corto raggio e AAM sono tra le migliori realizzazioni francesi e ampiamente note nel mondo. Anche la cantieristica ha un buon successo, mentre gli aerei di ogni tipo francesi o binazionali (es.- Alpha Jet, ATR, Transall) si sono fatti un nome più che rispettabile. Paradossalmente, quando i Mirage francesi raggiunsero grande fama, nel '67 con gli israeliani, la Francia cambiò politica e da allora in Israele, prima praticamente equipaggiato solo con aerei francesi, non venne più esportato un solo aereo.
 
==Daguet==
La partecipazione francese alla Seconda guerra del Golfo fu complessa e molto consistente. Di fatto, vennero mobilitati grossi quantitativi di mezzi terrestri, navali e aerei.
 
 
===Armée de l'Air===
Quanto segue si riferisce all'articolo in nota: <ref>Poddu, F.M.: Daguet&Grambi, JP Aprile 1991 pagg. 78-85 </ref>.
 
La base di Al Ahsa era in realtà solo un piccolo aeroporto vicino a Hofuf, a circa 100 km da Dhahran, zona orientale della penisola arabica. Qui venne inviata una forza di 8 Mirage 2000 della 5 Escadre di Orange, poi 6 Mirage F.1CR della 33ima, e 8 Jaguar della 11ima. Il minimo indispensabile per scongiurare l'attacco all'Arabia Saudita, effettivamente un territorio assai vulnerabile e con poco personale addestrato per i sofisticati sistemi d'arma comprati dai petroldollari. Il supporto logistico venne assicurato da 4 KC-135F della 93ima Escadre. Ma dopo questo primo, provvisorio schieramento la forza totale dell'A de l'A è cresciuta di molto cno 6 F.1CR e 10 piloti, 14 Mirage 2000 con 24, 27 Jaguar e 42 piloti, infine aggiunti anche 2 Puma per il SAR. In tutto questa piccola aviazione arrivava fino a 63 apparecchi e 1500 uomini, che nondimeno erano solo il 10% del totale impiegato dai francesi durante Daguet. Se per esempio l'Italia schierò alcune navi e una squadriglia di Tornado, la Francia non si limitò a pochi carabinieri per la sorveglianza a terra, inviò una forza a livello di divisione leggera. Per quello che riguarda la difesa di Al Asha, era data anche da cannoni da 20 mm binati, missili Crotale e i nuovissimi Mistral. La base araba era tutt'altro che ben attrezzata, con un paio di costruzioni con condizionamento dell'aria in cui furono prontamente alloggiati i piloti. Il bisogno poi aguzzò l'ingegno e poco alla volta la base divenne assai ben attrezzata, ma tutto quell'insieme di aerei era vulnerabile nondimeno ad eventuali attacchi, non essendovi hangar ma solo alcuni ripari realizzati sopratutto per rendere possibile la bonifica degli aerei in caso di attacco NBC. I Mirage F.1 si sono messi in evidenza per le missioni d'addestramento che hanno prodotto la perdita di un aereo durante uno di questi voli; però paradossalmente anche gli irakeni avevano lo stesso tipo di aereo e nonostante le meraviglie degli IFF moderni nei primi giorni i piloti vennero ordinati di non prendere parte a nessuna missione, cosa decaduta solo dal 26 gennaio. I caccia francesi entravano in azione, sia i Jaguar che i Mirage F.1 con un paio di bombe da 250 kg sotto ciascuna ala, serbatoio ventrale, pod ECM. Nel caso dei Mirage F.1CR, veri e propri caccia multiruolo, era possibile anche utilizzare due missili R.550 per l'autodifesa alle estremità alari, ma i Jaguar francesi non avevano i piloni sopra l'ala come i similari inglesi. In questo caso dovevano utilizzare solo un pod ECM sotto un'ala e un missile R.550 sotto l'altra. Ma se non altro avevano ancora il paio di cannoni DEFA cosicché vi erano 2 cannoni e un missile anziché due.
 
I missili e le bombe guidate erano solo presenti per i Jaguar, all'epoca gli unici vettori di armi guidate convenzionali aria-terra dell'Armée (ovvero un modo per escludere sia i missili ASMP che gli Exocet dell'Areonavale) avevano bombe laser e missili AS-30L, ma per i piloti e gli avieri il caldo non era di poco conto. La legge islamica non permetteva l'uso di alcool, ma i militari francesi avevano un grosso vantaggio su tutti: mangiare bene. Le razioni di combattimento le riservavano solo nelle emergenze, almeno per questa base dell'A de l'A. Nel frattempo gli americani erano costretti a problemi sanitari non indifferenti con centiania di casi di salmonellosi e anche di botulismo, o nel migliore dei casi, si facevano fare la 'spesa' da casa. Per gli avieri francesi, 81 del personale tecnico di 7 specialità diverse, avevano sopratutto da fare i conti con la sabbia, finissima, polverosa, che si insinuava dappertutto e l'abitacolo doveva essere pulito con un potente aspirapolvere.
 
Quanto all'attività operativa, in tutto sono stati inviati nel Golfo 4 aerei Mirage F.1CR (33ème ER), ben 28 Jaguar dell'11ème e un C-160Transall/Gabriel della 51ème EE.
 
In tutto sono stati utilizzati (solo considerando le macchine di prima linea?) 66 aerei francesi, mandati in zona per richiesta del presidente Bush da Mitterrand. Operaraono dalle basi di Al Ahsa, Doha, Riyadh. I caccia d'attacco erano 8 Mirage F-1C dealla 12ème (che notare bene, era un'unità da caccia) e fino a 25 Jaguar A dell'11ème già citata. La protezione aerea era data da un massimo di 12 Mirage 2000RDI della 5ème EC, mentre 5 C-135F della 93ème garantivano il rifornimento in volo e 4 Mirage F-1CR, un Gabriel, 11 C130 e C-160 e due Puma del COTAM per missioni SAR. Il battesimo del fuoco arriverà già il primo giorno di operazioni belliche da parte di 12 Jaguar sulle basi di Ahmed Al Jaber in Kuwait. 4 aerei vennero danneggiati, incluso uno che si prese un missile Strela in un motore e uno che ebbe il pilota con il casco di volo spaccato da un colpo di Kalashikov. I Mirage F-1CR rimasero per il momento inattivi, essendo troppo facile scambiarli per gli omologhi irakeni: ma dal 26 gennaio entrarono in azione pure loro. Questi sono stati gli unici a subire una perdita, ma non per mano irakena: un Mirage si schiantò il 7 dicembre 1990 in territorio saudita durante una missione di ricognizione. i Jaguar A hanno compiuto un totale di 615 missioni per 1.088 ore di volo senza nemmeno una perdita, ma con 4 aerei danneggiati sui primi 12 che entrarono in azione, tra cui uno che venne danneggiato da un missile SA-7 in un motore.
 
L'attività vide un totale di oltre 1000 sortite con un uso di bombe a grappolo Beluga, missili AS-30L e bombe antipista Durandal, oltre a bombe da 250 kg. La forza d'attacco francese era costituita ancora dai Jaguar A, che vennero aggiornati al meglio con il pod ATLIS per la designazione dei missili aria-superficie a guida laser.
 
I caccia Mirage 2000 hanno partecipato con un totale di 14 apparecchi dispiegati, con 1.451 missioni di cui 512 dopo lo scoppio della guerra con un totale di ben 3.000 ore di volo, ovvero oltre 200 per ciascuno degli aerei. Hanno operato con due R.550 Mk 2 e 2 Super R.530D ovvero i migliori missili disponibili per l'Aeronautica francese, nonché un serbatoio ventrale da 1.300 l. Non hanno subito perdite. La 93 Escadre di Ravitaillement en Vol ha operato dal 15 ottobre con due KC-135FR, poi aumentati fino a 5 dal 15 gennaio, mentre l'attività ha comportato 327 missioni per 1700 ore di volo. Di queste, 220 missioni e 1000 ore dopo lo scoppio delle ostilità, ovvero dopo il 17 gennaio. I rifornimenti sono stati 185 per i Jaguar A, 65 di Mirage F.1CR e ben 437 per i Mirage 2000 DA, ma anche 8 per gli F-14 e 1 per un EA-6. In tutto sono stati utilizzate, per tutti questi rifornimenti, 1.693 t di carburante. Durante le operazioni nel Golfo, nel periodo 3 Agosto 1990-28 febbraio 1991 il COTAM ha contribuito con 1.276 missioni per 10.070 ore di volo, trasportando 20.489 passeggeri e 10.541 t di merci.
 
===ALAT===
Una delle primedonne della partecipazione della Francia alla guerra fu la DAM, Division Aéromobile che si fa perno sull'ALAT, ovvero l'Aviation Légére de l'Armée de Terre. Nel seguirne l'attività ci si riferisce ad un'unica fonte <ref>Husson, J. P: I rotori di Daguet, Panorama Difesa, giugno 1992, pagg. 70-79 </ref>. Il rischieramento iniziò in terra saudita già con la partenza, il 13 Agosto 1990, della CLEMENCEAU, il COLBERT e la nave da rifornimento VAR. Da Tolone si spostarono fino a Gibuti il successivo 22 agosto. La portaerei non era però in assetto da 'combattimento', ma nella configurazione PA2 che significa 'configurazione portaelicotteri', in effetti trasportava a bordo, stipati nel suo hangar ben 12 elicotteri Puma medi e 30 Gazelle leggeri, per la maggior parte appartenenti al 5ème RHC che normalmente era di stanza a Pau, Sud Est della Francia. La missione a cui partecipavano era chiamata 'Salamandre'.
 
Dopo un acclimatamento rapido e un programma d'addestramento per le condizioni desertiche, la portaerei partì con gli elicotteri per Fujayrah, Stretto di Hormuz. Seguirono altri 10 giorni di esercitazioni con le forze degli Emirati Arabi Uniti, decollando direttamente dalla portaerei. Naturalmente tutti gli elicotteri erano stati modificati per avere un rotore ripiegabile, e ogni mattina 30-40 elicotteri decollavano in ondate 10 -15 dal ponte della grande nave e andavano ad addestrarsi alle tecniche di rifornimento rapido di missili HOT e caricatori di cannoni da 20 mm. Dopo un'altra sosta di 3 giorni nelle acque del Sultanato di Oman la nave avrebbe raggiunto il Mar Rosso, nel porto saudita di Yanbu, il 23 settembre. Questo non fu la prima forza francese ad arrivare in Arabia Saudita, perché vi erano anche 2 Gazelle e 4 Puma ad aspettarli, che da metà settembre erano presenti grazie al trasporto con Boeing 747 cargo dell'Air France.
 
Nel frattempo arrivò anche il reparto comando del 5 RHC e una compagnia rinforzata del 1er Régiment d'Infanterie (RI) della DAM per la ricognizione avanzata e il combattimento anticarro, essendo la 1ère CECAC (Compagnie d'Eclairage et de Combat Anti-Char). In tutto vi eranoquindi già 48 elicotteri presenti alla fine del mese in Arabia Saudita. Il 26 settembre vennero schierati nel nord dell'Arabia, presso il King Khaled Military Camp. La distanza di oltre 1000 km venne comperta in 6 ore con 3 rifornimenti intermedi (davvero gli elicotteri non sono famosi per l'autonomia, e quelli francesi non avevano alcuna sonda per il rifornimento in volo e nessun serbatoio ausiliario). In questo modo partirono da una base troppo distante per eventuali attacchi irakeni e si schierarono attraverso la penisola arabica raggiungendo il Golfo Persico.
 
Nel frattempo erano giunti aerei dell'Aeronautica e navi della Marina come i caccia DUPLEIX e MONTCALM, la fregata PROTET e la corvetta COMMANDANT DUCUING. Queste navi partecipavano all'embargo contro l'Irak organizzato, per la Francia, con l'Operazione 'Artimon'.
 
A quel punto, con l'arrivo anche di una brigata rinforzata di fanteria il nome dell'operazione francese cambiò, diventando 'Daguet', un nome poco significativo (significa 'cerbiatto'), ma i francesi avrebbero dimostrato tutt'altro che una presenza leggiadra nei mesi successivi. In ogni caoso, il 31 ottobre arrivarono altri 24 elicotteri che si aggiunsero ai 48 già presenti, e riuscirono a precedere lo schieramento di caccia francesi ad Al Ahsa, di poco successivo. Certo, erano forze considerevoli, ma nondimeno, questo 'build up' si stava completando mesi dopo l'invasione irakena del Kuwait. Sebbene gli irakeni non erano intenzionati ad invadere l'Arabia, ma lo schieramento iniziale era tanto esile che sarebbe servito solo a mostrar bandiera.
 
Al 4 novembre 1990 erano presenti 72 elicotteri francesi: 54 Gazelle ripartiti in ben 6 squadriglie: 1 e 2 da ricognizione (SA-341 e 341L), 3,4,5 e 6 (SA-342M), nonché 18 Puma sulle squadriglie 7 e 8 per il trasporto e il SAR.
 
Al gennaio 1991 l'Operazione Daguet vedeva una divisione rinforzata pluriarma con fanteria su VAB, artiglierie TRF-1 da 155 mm, blindo AMX-10RC, carri AMX-30B2 e ulteriori rinforzi da parte dell'ALAT. Questa arrivò a ben 126 elicotteri: 88 Gazelle di cui circa 70 del tipo 342M con 4 missili HOT, e il resto SA 341 o 342L con cannone da 20 mm. Gli altri elicotteri erano una trentina di SA-330 Puma di cui 12 modificati per il SAR. Altri elicotteri erano una decina di Lynx, armati con missili AS-12, della Marina.
 
Di questo schieramento non vi erano più parte gli uomini del 5 RHC, rimpatriati il 15 dicembre, ma gli elicotteri erano rimasti sul posto. In tutto vi erano i reggimenti 1 e 3 appositamente formati per l'emergenza, almeno con quell'organico, da reparti della DAM e altri come il 1, 2, 3, 4, 6 e 7 RHC.
 
L'addestramento sul deserto non era, nonostante gli ampi spazi disponibili, facile. Il fenomeno delle riflessioni anomale è un problema non da poco se si vola a 200 kmh a pochi metri, il caldo causa riverberi strani, la sabbia riduce la visibilità. Ma sopratutto la sabbia saudita, leggerissima ma dura, quarzosa, capace di rovinare la trasparenza del plexiglas, addirittura scartavetrare i piloni e altre superfici, ma sopratutto erodendo i rotori nei loro bordi d'attacco. L'esperienza dimostrava che il deserto era il peggior nemico degli elicotteri, effettivamente macchine delicate e sensibili all'usura rispetto agli aerei. I francesi avevano già esperienza riguardo questo tipo di ambiente, grazie alle esperienze chadiane, e poi i Gazelle erano stati venduti anche all'Irak, che li ha impiegati per anni contro l'Iran.
 
Gli elicotteri francesi hanno adottato quindi delle modifiche sia materiali che di tattica: per esempio l'atterraggio era eseguito direttamente, senza hovering finale per non sollevare la maledetta polvere del deserto. I rotori avevano un bordo d'attacco protetto con il nastro isolante, mentre le aree d'atterraggio vennero coperte da superfici di tela. Anche così la manutenzione era onerosa, ma i Gazelle erano tanto semplici che non era eccessiva. Gli Apache, invece, avevano entrambi i motori lavati con acqua corrente tutti i giorni. I filtri antisabbia erano utili, ma non necessariamente sufficienti per quel tipo di sabbia. Inoltre si intasavano facilmente, mentre le batterie riducevano la vita utile in maniera considerevole col caldo del deserto. I motori, poi, si ritrovavano una perdita di potenza non indifferente col l'aria calda e rarefatta.
 
Nondimeno, oltre a 'sopravvivere' gli elicotteri francesi vennero aggiornati, anche se questo significava aggiungere peso. Gli SA 341, in genere armati con un cannone da 20 mm, non erano provvisti di un sistema di navigazione sofisticato come il NADIR degli SA 342M, limite non indifferente per elicotteri che avrebbero dovuto essere dei mezzi d'esplorazione per le macchine controcarro. Così arrivarono i GPS, ma arrivarono anche per diversi elicotteri le camere termiche CHEOPS, lanciatori di chaff e flare, e seggiolini in kevlar per gli equipaggi. L'addestramento continuava in maniera intensiva: nel deserto era possibile vedere un bersaglio a 16 km, ma l'identificazione era possibile solo a 2 km.
 
Per attaccare i bersagli previsti vennero messe a punto le tecniche ottimali con 5-7 elicotteri operanti su di una linea di 1500 m, con due Puma che seguivano a 500 per compiti SAR. Gli elicotteri francesi non avrebbero dovuto entrare in azione per recuperare gli elicotteristi caduti, ma avrebbero recuperato il pilota di un F-16 durante la guerra. Questa, scoppiata il 17 gennaio 1991 vide l'ALAT pronta a muovere a Rafhna, circa 30 km dal confine irakeno, assieme alle forze terrestri francesi, che cooperavano col XVIII Corpo d'Armata dell'US Army.
 
===Forze di terra e di mare===
Per quanto riguarda le Forze terrestri <ref>Dofour, Pierr: La battaglia di As Salman, RID Gennaio 1992 pagg. 28-34 </ref>, le prima unità giunsero il 29 settembre, sbarcando presso il terminale petrolifero di Yambu, sul Mar Rosso. Inizialmente arrivò una brigata, ma alla fine divennero una divisione leggera, grazie anche alla base logistica di Gibuti. Detto degli elicotteri e aerei, vi era da mensionare la cavalleria corazzata, con le blindo pesanti AMX-10RC. Queste erano appena meno possenti delle Centauro italiane, tanto per dare un'idea; ma le Centauro entrarono in servizio solo l'anno dopo, mentre le AMX-10RC erano un mezzo già in linea da anni in oltre 300 esemplari, come degne sostitute delle blindo pesanti EBR-75 che avevano una minore autonomia essendo a benzina, ed erano armate con la torretta oscillante dei carri AMX-13. In tutto vi erano:
 
*3 battaglioni con gli AMX-10RC. Queste unità di cavalleria blindata avevano anche 40 VAB con il potente sistema missilistico controcarreo HOT in torretta lanciamissili speciale, e le piccole blindo Sagaie con cannone da 90 mm, che con una ventina di mezzi componevano gli elementi di un quarto battaglione.
*A parte questi elementi di punta con qualcosa come 180 veicoli da combattimento ruotati tra blindo medie e pesanti, e veicoli lanciamissili, vi erano 2 battaglioni di fanteria motorizzata su VAB e un battaglione di fanteria aeromobile.
*Inoltre vi era un battaglione d'assalto del genio con VAB, ma anche missili controcarri e veicoli speciali.
*Infine era presente un battaglione di artiglieria con 36 obici da 155 mm.
*Tutto questo era coordinato da un Q.G. con supporto logistico, compagnie di specialisti per la guerra elettronica, unità per la protezione del comando, trasporto, mediche, polizia militare.
 
In tutto vi erano 140 blindo, 36 artiglierie pesanti, 250 VAB (delle migliaia presenti nell'Armée), migliaia di veicoli di ogni sorta che variavano dalle piccole jeep P4 ai camion pesanti TRM4000 da 10 t di capacità. In tutto la divisione leggera, chiamata come l'operazione in tutto DAGUET era ben differente da quella schierata dagli inglesi con l'operazione 'Granby'. Infatti gli inglesi schierarono un'unità pesante con i Challenger, ben diversa dalla divisione leggera francese. Nei fatti entrambe si dimostrarono efficaci, anche se per affrontare il grosso delle forze irakene erano necessari i mezzi pesanti delle unità anglo-americane, mentre i francesi potevano combattere battaglie aeromobili veloci contro obiettivi strategici ma non molto difesi.
 
Quanto alle navi ne vennero mobilitate in tutto una quindicina: le fregate (o caccia) 'Montcalm', 'Dupleix', 'De la Motte-Picquet', ma anche la nave d'assalto anfibio 'Foudre' che avrebbe avuto essenzialmente il compito di nave ospedale. Non mancavano alcuni sottomarini nell'Oceano Indiano. Dopo avere trasportato elicotteri, la FOCH e la gemella CLEMENCEAU erano entrambe pronte a Tolone con i Super Etendard.
 
I Legionari francesi, nemmeno a dirlo, erano una forza preminente in questo schieramento, con oltre 2500 uomini in 3 battaglioni: il 1 REC, 2 REI, e 6 REG. Il primo di questi reparti era basato a Aubagne, dov'era anche il comando dell'intera Legione Straniera, nonché la sede amministrativa. Inizialmente schierate ad Hafar Al Batin vennero poi spostate a Miramar, mentre il governo francese tentava le vie diplomatiche per evitare il peggio. Nel frattempo, in questa 'Drole du guerre' entrambi gli schieramenti tentavano di eseguire ricognizioni terrestri come i CRAP (Commandos aeroportati, ma 'crap' in inglese dev'essere stata una ben risibile sigla..) e quelli del 1 RPIMa e 13 RDP (specializzati, in entrambi i casi nella raccolta di informazioni). Nel frattempo la Legione straniera era impegnata in azioni difensive pattugliando a difesa delle proprie installzioni; non era facile, i beduini del deserto spesso nascondevano dei commandos irakeni. Il 2 febbraio vi fu di sicuro un conflitto a fuoco che vide gli irakeni ritirarsi dopo avere subito alcune perdite. La vittoria venne ottenuta da elementi del 2 REI e 1 RHP. Il 12 venne catturato un disertore irakeno che fornì indicazioni utili per distruggere una quindicina di avamposti irakeni al confine. Oramai la guerra era scoppiata da settimane. La DAGUET era posta sotto comando del 18imo Corpo aerotrasportato del Gen. Gary Luck, ma il Gen. Janvier aveva a sua volta il comando la 2a brigata dell'82ima Divisione. La forza schierata per le operazioni era suddivisa in tre gruppi: sul lato est dello schieramento vi era il 4° Dragoni con i carri AMX-30B2, il 3° RIMa/RICM (fanti di marina), 4° RHC (elicotteri d'attacco). In avanguardia vi era un distaccamento del 6° REG e del genio per sgomberare la strada dalle mine e ostacoli. Al centro vi era la 2a Brigata americana, comandata dal Col. Rocoz e con un distaccamento di scoperta del 6 REG. Il lato ovest era assegnato al gruppo Rosso (il lato E era presieduto dal 'gruppo verde') con il 1 REC, 2 REI, 6 REG, 1 Spahis, uno squadrone RICM, componente di artiglieria dell'11 imo RAMa, e quella del 210imo battaglione di artiglieria americano, oltre infine al 3 RHC di elicotteri.
 
===Battaglie nel deserto===
Dopo avere conquistato un saliente alto circa 35 m da parte del 2 REI, alla cui sommità vi era un fortino irakeno. Questo era l'obiettivo 'Natchez', che venne occupato già alle 15 del 22 febbraio, ben prima dell'inizio dell'offensiva terrestre. I francesi del 3o plotone della 4a compagnia del 2o REI furono i primi della Coalizione ad invadere l'Irak. Arrivarono con i VAB, poi giunsero i rinforzi. Ad un certo punto arrivò in una nube di polvere un veicolo irakeno, che però non offrì resistenza: anzi, vennero per negoziare la resa.
 
Dalle 13 del 23 febbraio i francesi erano entrati nel territorio irakeno di almeno 10 km, e occupavano stabilmente il saliente del fortino e i dintorni. Il 24 febbraio 1991 iniziò l'offensiva generale verso As Salman e il suo aeroporto, nonché il nodo stradale di grande importanza. Il 6 REG partì in avanscoperta e trovò molti soldati irakeni che erano letteralmente terrorizzati, nelle loro buche avevano passato settimane tanto che uno di loro venne fuori solo dopo che i francesi accettarono di deporre le loro armi. Del resto, all'epoca le truppe di confine irakene erano talmente debilitate, che alcuni soldati si arresero persino ad una troupe del Tg3.
 
Nella zona chiamata 'Rochambeau' venne incontrata una resistenza molto maggiore, con carri interrati che aprirono il fuoco contro i francesi. Questi risposero con mortai da 81 mm, carri AMX-30Bs, ed elicotteri. Alle 14.00 la resistenza cessò e 1000 soldati di 3 battaglioni irakeni si arresero.
 
Il Gruppo Verde continuò ed espugnò la cittadina di As Salman, dov'era il QG della 45ima divisione irakena, conquista pagata con solo 2 morti e 24 feriti del REG, durante uno scontro a fuoco in una prigione fortificata.
 
Ad Ovest, nel frattempo, venne occupata un crocevia chiamato Polluce a 20 km dal confine, partendo alle 5.30 e arrivando alle 7.30 con 2 squadroni del 1 REC. Abbatterono anche un drone, cosa molto singolare visto che non pare che gli irakeni ne avessero (sarà stato americano?). Poi arrivarono ad un obiettivo chiamato Orange 1 a 8 km ad Est di 'Polluce'. Poi passarono ad un altro obiettivo chiamato 'Orange 2'. ad 8 km dal primo. Dopo uno scontro attorno alle 10.00 con alcune forze irakene venne ripresa l'avanzata verso Castor', un altro obiettivo. Dopo queste azioni iniziali, il giorno dopo venne attaccato l'aeroporto di As Salman, una base aerea molto moderna nel mezzo del deserto. L'operazione iniziò con una tempesta di sabbia che mise a terra gli elicotteri. Dopo le 11.00 venne ordinato di conquistare la base. Il raggruppamento era costituito da 3 gruppi con altrettanti squadroni corazzati del 1 REC, compagnie di fanteria del 2 REI e plonti d'assalto del 6 REG, oltre ad una forza di 5 plotoni controcarro del 2 REI, un gruppo di supporto con 2 plotoni di mortai pesanti da 120 mm, un gruppo con sistemi VAB-HOT del 1 REC e uno squadrone corazzato sempre della stessa unità.
 
Vennero lanciati attacchi con i Gazelle e gli A-10 americani, l'artiglieria sparò a partire dalle 15.30 e lo squadrone con gli HOT lanciò 12 missili contro i cannoni antiaerei. Il Genio aprì brecce con i reticolati, poi bonificò la zona da ordigni inesplosi, specie i CBU alleati. Alle 16 i gruppi d'attacco francesi iniziarono l'assalto finale, avanzando contro gli shelter e gli edifici vari, e alle 17.00 venne attaccato un deposito munizioni da parte del gruppo 2 e una cannonata da 105 di un AMX-10 lo fece esplodere, cosa che continuò per gran parte della notte. Poi le truppe sui VAB rastrellarono la base e le sue gallerie sotterranee. Il crocevia lì vicino venne occupato poco dopo e un plotone di T-69 irakeno venne messo in fuga, dopo essere stato colto di sorpresa. Con la notte piccoli gruppi di irakeni scapparono, e alcuni vennero catturati dai francesi, che il giorno dopo erano in marcia verso un altro obiettivo, 'Cajun', e a mezzogiorno percepirono di essere sotto attacco da parte di una forza irakena, forse della vicina 54ima divisione. Ma era solo uno scherzo della tempesta di sabbia, che stava imperversando in maniera massiccia al momento.
 
In tutto, durante la missione Daguet vi furono solo 2 legionari uccisi. Avrebbero terminato la loro missione solo nel giugno 1991 con il ritorno a Tolone dell'ultima portacontainer francese. Il 6 REG sminò Kuwait City subendo 2 morti per esplosioni accidentali. Era finita così la missione Daguet.
 
Da ricordare l'intensa attività delle unità speciali francesi, sebbene incomplete e con impegno tattico più che strategico <ref>Margelletti, Andrea: Le Forze speciali francesi nel Golfo, RID Gennaio 1992 pagg. 35-37 </ref>. Anzitutto, a livello tattico era ben noto il CRAP, Commandos de Recherche er d'Action dans la Profondeur, elementi scelti dei paracadutisti francesi, con compiti entro le linee nemiche di vario genere, dalla marcatura obiettivi al sabotaggio. Ogni reggimento para ha un plotone di questi uomini (almeno, questo era lo schieramento del 1991) di circa 20 elementi in 2 squadre con pattuglie di 4-6 elementi. In tutto v'erano 160 elementi di questo corpo scelto, 2 del 2 REP (Reggimento Para della Legione Straniera) e del 25imo RAP (Reggimento Artiglieria Paracadutista), 1 per il 3 RPIMa (Reggimento Ussari Paracadutisti) e 1 per il 1 RCP (Reggimento Cacciatori Paracadutisti). Sono stati i CRAP a portare l'attacco iniziale al QG della 45ima Divisione irakena, e in seguito sono stati 2 di loro ad essere uccisi da submunizioni da disinnescare in un forte ad As Salman. I CRAP sono stati poi usati per disinnescare 18 diverse ambasciate a Kuwait City.
 
A parte questi, vi é stato l'impiego di sette squadre del 13imo RDP, Reggimento Dragoni Paracadutisti e 5 del 1 RPIMa. L'RDP era incaricato delle ricognizioni avanzata in territorio nemico, e il secondo per azioni offensive prolungate in questo, anche in profondità. In genere l'13 RDP aveva jeep P4 con team di 4 elementi e una mitragliera da 12.7 mm. Una di queste pattuglie, all'epoca da poco dotata del rivoluzionari GPS, venne catturata già nell'ottobre 1990 in territorio irakeno da una unità similare irakena. Evidentemente già dalla prima fase dello spiegamento francese vi fu un'intensa attività dei reparti speciali francesi. Ma questi non finiscono qui: la Marina era presente con gli incursori del Commando 'Hubert' de del Commando 'Trepel', che agivano spesso con i SEALS americani e gli SBS britannici. Ma nemmeno questi reparti completano il totale: la costellazione delle unità 'speciali' comprendeva anche la 11 CHOC, incaricata di mantenere un controllo con diverse squadre, degli Alti comandi irakeni. Si trattava del personale più scelto tra tutti ed era, pare anche implicato nell'illuminare bersagli a Baghdad per gli F-117 americani (cosa non tanto plausibile, a dire il vero, ma tanto è stato dichiarato e se ne prende atto). Pare che fossero anche implicati nella (disastrosa) sollevazione kurda in Irak, subito dopo la guerra. Quando le cose hanno preso una brutta piega, sono stati fatti discretamente esfiltrare. La loro attività si sarebbe giovata, caso unico tra gli Alleati anti-Saddam, anche della collaborazione con i potenti servizi segreti siriani.
 
===Le battaglie aeroterrestri e l'ALAT===
L'offensiva generale terrestre iniziò solo 40 giorni dopo gli attacchi aerei <ref>Husson, J. P: I rotori di Daguet, Panorama Difesa, giugno 1992, pagg. 70-79 </ref> con 3 azioni simultanee: attacco frontale verso E da parte dei Marines e i Sauditi, manovra di sfondamento da parte del VIIimo dell'US Army, panarabi e britannici del settore centrale con conversione ad E verso il Kuwaits per gli inglesi e verso NE per gli americani, diretti a Bassora. Infine vi fu un attacco in profondità verso Ovest da parte del XVIII C.dA USA, con direzione Nasyria e Bassora dopo la conquista di Al Salman che ha visto anche l'uso di ben 460 elicotteri per portare 3000 soldati della 101ima Divisione 113 km dentro l'Irak, in una posizione chiamata in codice 'Cobra'.
 
I francesi ebbero verso la fine di Gennaio la loro missione riguardo l'offensiva terrestre: avanzata sulla base aerea di As Salman, attacco verso la frontiera tra Irak e Kuwait, protezione del fianco sinistro dell'attacco alleato. Così si arrivò al 21 febbraio 1991 quando gli elicotteri varcarono per la prima volta il confine irakeno, erano quelli della 1 e 6 squadrglia del 3 RHC per colpire un centro di comunicazione shelterizzato, distrutto in pochi minuti con missili HOT e cannoni da 20 mm, mentre una pattuglia di elicotteri del 1 RCH eseguiva una ricognizione. Il 22 febbraio elicotteri della 1 e 4à DHC lanciarono 11 HOT contro un posto di frontiera irakeno.
 
Dopo queste azioni preliminari, alle 17 del 23 febbraio 1991 erano pronte per l'offensiva generale, che sarebbe scattata il giorno dopo. Già nella notte i legionari del 2ème Règiment Etranger d'Infanterie (REI) occuparono le posizioni irakene nell'entroterra, a 5 km dal confine. Era l'obiettivo noto come 'Natchez'. Inoltre, sempre durante la giornata del 23 vennero lanciate parecchie incursioni controcarri da parte degli elicotteri francesi.
 
Il 24 scattò l'operazione 'Principesse de Clèves'. L'asse di penetrazione era denominato 'Texas' e vi erano due raggruppamenti della 'Daguet' che avrebbero avanzato sui lati di questa direttrice. Il raggruppamento Ovest era concomitante col XVIII Corpo statunitense, e contemplava la presenza del 1 Reggimento Spahis (RS), 2o Reggiment Etranger de Infanterie (REI), 1 Regiment de Cavalrie (REC), 11ème Règiment d'Artillerie de Marine (RAMa). Il Raggruppamento Est aveva spazio fino alle posizioni occupate dalla 24ima Divisione meccanizzata americana. Qui vi erano il 4 Reggimento Dragoni (RD), 2 compagnie del RICM (Règiment d'Infanterie Chars de marine), il 6ème Règiment Etranger de Gènie(REG). I reggimenti RHC erano il 1° per il raggruppamento Est, e il 3° ad Ovest.
 
Alle 5.30 iniziò l'offensiva, con il supporto anche della 2a Brigata della 82ima divisione aeroportata. Di fronte i francesi e gli americani avevano la 45ima Divisione di fanteria, al comando del Gen. Zadibi, forte di 10.000 soldati.
 
Prima di tutto vennero occupati i capisaldi attorno al nodo stradale di As Salman, chiamato obiettivo White, e distante oltre 150 km dal confine, e al tempo stesso proteggendo i fianchi del XVIII americano da eventuali contrattacchi irakeni. Una brigata di fanteria con 16 elicotteri Gazelle dell'1 RHC si presentò davanti all'obiettivo e vennero sparati 30 missili HOT e centinaia di proiettili da 20 mm contro blindati e bunker. Poi nel pomeriggio venne occupato un altro obiettivo, il Rochambeau' dai Marsouins della 3ème RIMa e dai paracadutisti dell'82ima americana, con il supporto di 44 carri armati AMX-30B2 della 4ème RD e gli AMX-10RC del RICM. La fanteria vide i trasporti VAB del 2ème REI oltrepassare 'Rochambeau' e puntarono su As Salman, appoggiati dagli AMX-10RC del 1er RS e 1er REC.
 
Una concentrazione di mezzi ad As Salman venne attaccata dagli elicotteri della 1 RHC distruggendo artiglierie da 122,carri Type 59, trasporti truppe. Anche questo obiettivo, chiamato in codice 'Chambord', venne distrutto in pochi minuti. Il 25 febbraio venne attaccato l'aeroporto di As Salman, prima dai Gazelle che, stando fuori tiro, lanciarono i missili HOT contro le postazioni di cannoni da 14.5 e 23 mm. Erano gli elicotteri della 4 squadriglia del 3 RHC. Poi vebbero avanti, dalle 11, il 1 REC e il 2 REI, attaccando da Est, mentre il 1 RS colpiva l'obiettivo 'Bordeaux' tra As Salman l'aeroporto omonimo. Oltre agli elicotteri vennero impiegati con successo anche i blindati e in particolare gli AMX-10RC, nonostante la loro leggera protezione. Gli AMX spararono 600 colpi da 105 mm. Ad un certo punto, entrarono dentro l'aeroporto nonostante che i cannoni antierei potevano, se fossero stati intatti, causare gravi danni. Ad un certo punto la resistenza irakena si era trovata a difendere il deposito principale dell'aeroporto, ma questo venne colpito da una cannonata e saltò in aria fragorosamente.
 
I Gazelle continuarono l'attacco, inclusi quelli armati col cannone da 20 mm che attaccarono a volo radente, nonostante i rischi dell'avvicinarsi sull'obiettivo. Su di una collina vi era il QG della 45ima, vicino all'aeroporto, e venne investito da uno squadrone del 4ème RD dopo una scarica di HOT lanciati la mattina dagli elicotteri del 3ème RHC, che però il pomeriggio furono messi a terra per una tempesta di sabbia. All'alba venne conquistata la base in maniera definitiva da parte dei Marsuins del 3 RIMa. Vennero trovati grossi quantitativi di armi e documenti, ma non aerei: erano già volati tutti in Iran.
 
Così, in meno di 36 ore la missione era compiuta: penetrare di 150 km in Irak e occupare sia il nodo che l'aeroporto di As Salman. I carri americani avrebbero potuto procedere oltre, grazie alla conquista di 'Texas', e andarono fino ad As Samawa e toccare l'Eufrate. Dopo questa battaglia venne continuata l'azione da parte degli elicotteri, che nonostante la loro leggera struttura erano riusciti a sopravvivere senza perdite a tutte queste operazioni, dimostrando il valore di una forza d'attacco eliportata. Mentre gli italiani ancora aspettavano l'entrata in servizio dei primi Mangusta, la cospicua forza dei ben più leggeri Gazelle era riuscita a compiere con efficacia e sicurezza la propria missione. Tra le ultime operazioni vi fu la distruzione della stazione radar di As Shubaka, colpita dai Gazelle del 3 RHC e poi demolita da un plotone del 1° CECAC, eliportato da 3 Puma per completare l'opera dei missili. Nelle successive missioni, gli elicotteri francesi si spinsero fino a meno di 20 km dall'Eufrate.
 
Alla fine di questo intenso impegno bellico, l'Operazione Princesse de Clèves, vide l'annientamento della 45ima Divisione irakena, con la cattura di 3000 soldati e l'occupazione dell'importante aeroporto. Vennero distrutti circa 20 carri armati, un centinaio di mezzi corazzati leggeri, autocarri (spesso erano nascosti dietro terrapieni di sabbia), 26 pezzi d'artiglieria, vennero poi catturati una decina di carri, 40 artiglierie, 70 mortai pesanti e medi, oltre 700 t di munizioni che poi sarebbero state distrutte sul posto dai genieri del 6ème REG. In tutto i francesi spararono 270 colpi da 105 mm da parte degli AMX-30B2, 290 da parte degli AMX-10RC, vennero lanciati 22 missili MILAN e sparati 560 colpi di mortai da 120 mm.
 
Gli elicotteri dell'ALAT lanciarono 328 HOT, di cui la maggior parte erano HOT 2. Trovandosi senza altri mezzi d'offesa, gli SA 342M erano costretti ad usare i loro 4 missili per ogni bersaglio utile, così in tutto vennero distrutti solo una ventina di carri e mezzi blindati, tra i primi essenzialmente T-59 ma anche i più potenti T-62. Per il resto vennero colpiti 40 veicoli trasporto truppe e 15 artiglierie. Solo il 3ème RHC ha eseguito 27 attacchi contro 127 obiettivi, lanciando 187 HOT e dichiarando una percentuale di successo del 68%.
 
Non tutto è andato per il verso giusto. Spesso i missili lanciati dagli elicotteri sono stati usati contro bersagli di secondaria importanza, spesso con un impiego compulsivo, tanto che gli americani hanno lanciato in una sola occasione oltre 100 Hellfire, prevalentemente contro autocarri. Quest'effetto sarà stato dovuto allo 'stress da combattimento', ma anche ad un addestramento tattico che col simulatore falsa la realtà, rendendola simile ad un videogame. Difficoltà anche a coordinare le forze aeree e terrestri in rapida avanzata, e nel rifornire gli elicotteri in campi di volo avanzati e vulnerabili. La presenza sulle macchine francesi di un solo tipo di arma non era certo d'aiuto nell'eseguire gli attacchi con le armi più adatte, anche se gli elicotteri operavano in formazioni miste con cannoni o missili. La validità della DAM, in ogni caso, è stata confermata dopo i risultati positivi ottenuti nelle esercitazioni in cui essa fa parte della FAR, Forza di Azione Rapida francese.
 
Le limitazioni e i programmi futuri sono stati pure importanti. Gli elicotteri Gazelle non potevano operare dopo il tramonto essendo solo macchine diurne, eccetto quelle equipaggiate con le CHEPOS, ma si era in attesa dello SFIM Viviane che dal 1993 avrebbe conferito una capacità ognitempo a questi elicotteri, rendendoli simili ai Kiowa Warrior americani. Venne anche sperimentato in volo l'Horizon, che nell'ambito dell'operazione 'Horus' eseguì 24 missioni tra il 3 e il 27 febbraio. Di che si trattava? di un sistema radar di sorveglianza terrestre, imbarcato su elicottero Puma (come una specie di 'E-8' dei poveri, insomma), e si trattava di un sistema molto importante, ma che era l'unico superstite del defunto e ambizioso programma 'Orchidée'. Inoltre 3 Gazelle hanno imbarcato a bordo i missili Mistral, anticipando il successivo ATAM (Air-to Air Mistral) previsto dal 1992. Il timore di errori d'identificazione, stranamente tenuto molto in considerazione per i Mirage F.1, non è stato tale per i Gazelle, che evidentemente a febbraio non dovevano temere di imbattersi negli omologhi irakeni.
 
 
==Note==
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