Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Francia: differenze tra le versioni

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Dopo la fine della Seconda guerra mondiale la Francia si ritrovò considerata come 'potenza vincitrice'. Ma era una forzatura politica, in gran parte risultato dall'attività di de Gaulle e l'appoggio di Churcill. La situazione era stata 'salvata' essenzialmente dalla France Livre con i suoi combattenti, ma di fatto v'era davvero poco da 'salvare' dell'esperienza francese nella durissima guerra del 1939-45. Perché la situazione della Francia divenne tanto difficile? Essenzialmente si trattò di una serie di errori politici, che si rifacevano alla Prima guerra mondiale, anzi alla guerra con la Prussia del 1870 con il disastro di Sedan. Ricapitolando, da allora era cominciata un'ascesa economica e finanziaria non indifferente, che mise la Francia in una condizione favorevolissima, inimmaginabile dopo il KO con la Prussia che fece cadere la nazione in una crisi paragonabile al dopo-Napoleone. Ma restava da cancellare l'onda di Sedan. L'esercito francese si dedicò ad una strategia che era tutta orientata all'attacco, senza esitazioni. La filosofia offensiva dei francesi gli fece disprezzare l'artiglieria pesante e in generale una basica avvedutezza nella battaglia: non si può aumentare a dismisura l'importanza dell'azione offensiva senza prevedere anche una manovra flessibile e coordinata. L'arma d'elezione era il nuovo cannone Mle 1897, un'eccellente arma d'artiglieria campale leggera, con un nuovo sistema d'alimentazione con recuperatore idraulico molto efficiente, capace di sparare anche 20 colpi al minuto nonostante un proiettile ad alta velocità iniziale, che nonostante il ridotto alzo massimo arrivava a oltre 11 km. In seguito questa caratteristica tornerà utile per i carri armati, ma la cosa non ebbe il successo sperato come pezzo d'artiglieria. Di fatto, quest'arma eminentemente offensiva era praticamente inutile contro obiettivi protetti, troppo leggero il proiettile e troppo tesa la traiettoria. Quando scoppiò la guerra contro la Germania, nel 1914, entrambi i contendenti avevano piani, ma mentre quello tedesco era spregiudicato ma logico, con tanto di invasione del Belgio, i francesi avevano un piano irrealistico, troppo orientato all'offensiva e poco attento a proteggersi i fianchi. I tedeschi sconfissero i francesi e minacciarono Parigi, fino a che la guerra divenne di posizione. mitragliatrici e obici pesanti divennero protagonisti, assieme ai reticolati, dei campi di battaglia. I francesi continuarono ad elogiare il loro pezzo da '75 e a produrne grandi quantità, ma per fortuna comprarono anche i cannoni da 105 mm e artiglierie pesanti di ogni genere su rotaia o da postazione. Alla fine vinsero la guerra con cui in qualche modo 'riscattarono' l'onta di Sedan. Ma il prezzo pagato era stato talmente alto che nessuno ebbe voglia di festeggiare: oltre 1300000 morti per una guerra in cui la Francia, come del resto le altre Potenze europee, si era gettata senza troppo riflettere, ma anzi molto entusiasta dell'opportunità di regolare i conti. L'intransigenza francese nei negoziati postbellici vide condizioni capestro per i tedeschi e inconsapevolmente o quasi i francesi, molto meno numerosi dei germanici, si prepararono il secondo, decisivo round con i vicini. Cercarono di prepararsi con la famosa Linea Maginot, mentre l'aviazione francese, per un lungo periodo fu tra le più potenti del mondo se non la più potente. La Marina ebbe un notevole sviluppo, ma la Francia dovette incassare la 'parificazione' con la parvenue delle grandi potenze: l'Italia. Le cose erano complesse: per esempio entrambe le nazioni ebbero la possibilità di costruire portaerei per 75.000 t ma l'Italia non la sfruttò, con tutti gli eccellenti progetti di navi che pure vennero realizzati. La Francia poteva basare in questo la sua superiorità ma di fatto realizzò solo la modesta Bearn, una corazzata convertita sull'esempio della Eagle inglese, per cui non v'era molto vantaggio.
 
La gara navale franco-italiana portò ad una formidabile competizione in tutte le categorie di navi principali, e particolarmente serrata fu nel settore cacciatorpediniere e incrociatori leggeri e pesanti, con realizzazioni di notevole rilievo tecnico, specialmente per la forte potenza installata a bordo. La Francia arrivò ai caccia 'Mogador' con oltre 70.000 hp, l'Italia rispose non con dei 'supercacciatorpediniere', ma con incrociatori leggeri veri e propri, i 'Capitani romani', ma sebbene di qualcosa superiori, arrivarono molto più tardi in servizio, tanto che la loro carriera sarà essenzialmente postbellica, incluso uno, il Giulio Germanico, messo in servizio nella Marine Nationale e riarmato con cannoni tedeschi da 105 mm, poco potenti rispetto ai pezzi da 135 mm originali, ma con il vantaggio di essere un'arma bivalente anche antiaerea, dopo che il conflitto aveva dimostrato che una nave senza una batteria antiaerea pesante era di ben poca utilità. Del resto anche le navi italiane immesse in servizio vennero riarmate con i pezzi americani da 127 mm, pure meno potenti rispetto alle armi originali, ma per l'appunto a doppio ruolo.
 
In ogni caso, quando scoppiò la guerra la Francia aveva una flotta di prim'ordine, che risentiva nondimeno di un modo d'intendere le cose 'isolazionista' rispetto al trend internazionale che vedeva la Royal Navy come modello (seguito assiduamente da Giappone, Italia e anche URSS). La Marina francese era comunque potente e superiore a quella tedesca in navi, oltre che per le basi disponibili a livello mondiale.
 
L'Esercito francese non temeva confronti: aveva circa 100 divisioni solo in patria, con struttura ternaria quindi con 300 reggimenti di fanteria, nonché 100 di artiglieria. Si pensi che l'esercito italiano delle 'otto milioni di baionette' aveva circa 70 divisioni comprese quelle oltremare, e con struttura binaria quindi la metà dei reggimenti. Inoltre l'artiglieria francese era poderosa: le divisioni disponevano anche di obici da 155 mm, che nell'Esercito italiano erano disponibili solo a livello di corpo d'armata, per giunta più vecchi e con meno gittata. La forza corazzata francese era di oltre 4.000 carri dal peso medio di circa 10 t e come l'artiglieria era nettamente superiore a quanto avevano gli italiani e anche i tedeschi. La Linea Maginot era enorme e ben fortificata, occupando nei bilanci e nell'immaginario francese una notevole importanza. I tedeschi arrivarono in azione sul fronte orientale con l'inizio della guerra, ma solo in termini difensivi: avevano di mira la Polonia contro cui convogliarono le loro scarse risorse, tanto che i carri armati cecoslovacchi 'annessi' nella Wermacht erano stati una vera 'benedizione'.
 
I francesi iniziarono una offensiva contro i tedeschi, ma di breve durata: in pratica i campi minati e le difese controcarro campali dietro la lina Sigfrido, omologa di quella francese ma molto più semplice e meno costosa fermarono lo scarso slancio dei carri francesi R.35. Poi iniziò la Guerre du Dròle. Quando i tedeschi avanzarono sul Fronte Occidentale gli riuscì quello che non riuscirono a fare nel 1914: un KO decisivo in pochi giorni, poi gran parte del tempo della campagna, durata 45 giorni, passò con i francesi e inglesi che tentarono il reimbarco a Dunquerke e di rallentare l'avanzata dei tedeschi.
 
I francesi avevano in effetti dei limiti fondamentali nella loro capacità di combattimento. I carri armati, per esempio: erano dotati di una pesante corazzatura e un armamento piuttosto pesante, ma questo non era ad alta velocità iniziale e dunque nella maggior parte dei casi poco utile per l'ingaggio di altri carri. Inoltre le torrette erano monoposto, troppo carico di lavoro per un singolo uomo. Un'altro problema era la scarsità delle velocità massime dei mezzi, come del resto delle radio a bordo. L'organizzazione dei carri era per lo più in battaglioni di supporto per la fanteria. Esistevano divisioni corazzate, ma in 'erba' e con dotazioni, paradossalmente, incomplete e non del tutto adatte: i Char B1 erano per esempio, troppo lenti e con scarsa autonomia anche se poderosi. I carri migliori erano i più piccoli SUMUA, che vennero utilizzati dalle DLM e non dalle DCR. Quale era la differenza? Che queste erano divisioni di cavalleria meccanizzata. In realtà erano praticamente delle divisioni corazzate. Ma vennero mandate a combattere in Belgio. Sì, perché ancora una volta i tedeschi 'fregarono' i francesi passando per il Belgio, attraverso le Ardenne. Infatti, differentmente da quello che spesso viene detto, la ragione del disastro francese non fu l'eccessivo attendismo dietro la Linea Maginot: al contrario, le migliori divisioni francesi vennero spedite a combattere oltre confine mentre i germanici gli scivolavano di fianco e sfondavano il fronte, correndo poi verso il mare e tagliando fuori le migliori unità francesi, tra cui le DLM che pure combatterono con valore e potenza. La Linea Maginot venne incontrata di striscio, i francesi vennero presi di sorpresa (e in seguito capiterà anche agli Americani nel '44, ma stavolta resistettero con la logistica e l'aviazione) e i tedeschi irruppero nelle retrovie, schiantando le unità di riserva. Tutto venne perduto in pochi giorni, come dissero ad uno sconvolto Churchill che non si immaginava certo che la Francia cadesse tanto presto. Inoltre, quasi tutto l'esercito inglese e molte unità della RAF erano in territorio francese. Senza il British Army difendere la Gran Bretagna da una eventuale invasione sarebbe stato difficile se non impossibile. Ecco il reimbarco di Dunquerke, che mise in salvo quasi tutti i soldati inglesi e un buon numero di francesi, a prezzo di pesanti perdite della Royal Navy, Marine Nationale (specie con i cacciatorpediniere, le navi migliori per queste operazioni), la RAF (che impiegò gli Spitfire, perdendone non meno di 72), e l'esercito francese.
 
 
Resta un grande punto interrogativo: che ne fu dell'Armée de l'Air? Bella domanda. Dunque, cosa sia diventata l'aviazione francese è difficile da dire. Mai forte sui bombardieri pesanti nemmeno ai tempi della Prima guerra mondiale, tanto che comprò macchine estere come i Caproni italiani, era sempre molto interessata a produrre macchine da caccia e bombardamento leggero di valide caratteristiche. E così continuò. Ma nella seconda metà degli anni '30, nonostante la minaccia nazi-fascista, molte cose andarono storte. Per esempio, l'iniziale appoggio francese alla causa spagnola venne praticamente nullificato dopo pochi mesi, specie dall'arrivo in grande stile dei sovietici. I francesi non è che non avessero aerei potenti né incapacità produttiva. I caccia erano gli MS.406 e i Bloch 151: macchine moderne, ma limitate, da prodursi in quantità ma questo non venne celermente raggiunto. I francesi all'inizio della guerra avevano circa 800 MS.406, 400 Bloch 151 e sopratutto i migliorati 152. Vi erano anche i caccia P-75 americani, ottimamante maneggevoli ma non eccezionali, e pagati ben 2 volte che un caccia Bloch. Nondimeno finirono per essere accreditati di più vittorie di qualunque altro aereo francese. V'erano anche i caccia notturni Potez 631, una forza di non poco valore anche se priva di radar. Pochi i caccia D.520, i migliori francesi. Poche le unità erano quelle equipaggiate con i caccia: in tutto v'erano circa 700 aerei di prima linea, e altrettanti erano ricognitori (molto numerosi), bombardieri leggeri e medi, questi ultimi gli ottimi Leo 451, mentre non mancavano un pugno di Farman 222 pesanti.
 
Nell'insieme la Francia aveva moltissimi aerei, e notare bene, una prima linea fatta praticamente solo da caccia monoplani e nella maggior parte dei casi, anche con struttura metallica. Per giunta, pur non utilizzando mitragliatrici pesanti ma solo leggere, a quest i francesi aggiungevano i cannoni HS-404 da 20 mm di devastante potenza, molto superiori alle armi tedesche paricalibro.
 
Il problema erano le prestazioni insufficienti, se la minaccia da affrontare era quella dei cannoni antiaerei oppure dei caccia intercettori tedeschi. L'efficienza era molto scarsa e peggiorò con gli iniziali bombardamenti tedeschi che distrussero decine di aerei francesi. Ma peggio che mai, la componentistica era raccapricciante: nel 1939 vi erano 85 Bloch da caccia: ma nessuno aveva il mirino per i cannoni e a molti mancava l'elica. Non solo, ancora nel maggio '40 molti aerei, come per esempio parecchi Potez 631 da caccia notturna, erano privi di eliche. Era ipotizzabile un sabotaggio, o era solo il caos? Non s'é mai saputo.
 
I piloti francesi combatterono con forza e determinazione, specie per proteggere Parigi, ma non riuscirono a conquistare la superiorità aerea sui tedeschi né riuscire a fermare l'esercito nemico, con le loro ridotte squadriglie sempre più striminzite. Inoltre v'erano altri problemi: con tutti gli aerei francesi in ordine, e tutti quelli americani in aggiunta, senza una chiara superiorità degli uni sugli altri, i francesi non avevano praticamente modo di standardizzare la loro prima linea che per forza di cose diventava disomogenea in tutte le principali branche, ma sopratutto nei bombardieri leggeri e i caccia. I francesi avrebbero avuto bisogno di almeno un anno per organizzarsi decentemente. Eppure durante l'attacco tedesco arrivarono a produrre non meno di 4 aerei D.520 al giorno e almeno altrettanti bombardieri Leo 451, con una produzione che del resto arrivava già nel maggio 1940 a 21 aerei al giorno e altri 5 li fornivano gli americani. Era comparabile con quello che producevano i tedeschi o gli inglesi o anche i sovietici, e 3 volte le produzioni italiane. Produrre in un mese e mezzo circa 250 caccia D.520 e altrettanti Leo 451 fu notevole e molti vennero gettati nella mischia, ma non era con questi mezzi raccogliticci che si poteva fermare la Germania, mentre fu molto più efficace contro l'attacco italiano nel giugno 1940. Eppure, pare che anche dopo l'armistizio vi erano 2400 caccia, 1400 ricognitori e 1100 bombardieri in qualche modo sopravvissuti al massacro.
 
 
 
Il resto fu una serie di catastrofi, mitirgata dallo storico appello alla resistenza di De Gaulle dalla BBC a tutti i 'francesi liberi'. Il governo di Vichy, stabilito su quanto restava di libero della Francia dopo l'armistizio, venne affidato al vecchio eroe della Prima guerra mondiale Petain ma oramai inadeguato per la situazione. Le forze residue francesi erano notevoli, specie oltremare, ma restarono per lo più fedeli al governo francese post-armistiziale. La situazione era paradossale. Le navi francesi, che mai sarebbero cadute in mano tedesca (come dimostrerà Tolone) vennero considerate dalla RN come una minaccia. Vennero usate le maniere cortesi in alcuni porti, meno cortesi in altri, ma molto rudi a Mers El Kebir dove oltre 1300 marinai vennero uccisi dagli inglesi con un selvaggio bombardamento giunto alla fine di una lunga serie di malintesi.Questo causò un tale sdegno, che per poco la Francia non ruppe gli indugi e si unì alla Germania contro la Gran Bretagna! Di fatto, le forze francesi oltremare furono per lo più neutrali o di qualcosa pro-Asse. Eppure vi erano quasi 700.000 soldati, che se avessero preso le armi in Africa avrebbero, assieme al Commonwealth, schiantato totalmente la presenza italiana in Libia, che invece, dopo i rinforzi tedeschi, divenne una minaccia per il Canale di Suez fino a circa la fine del '42. I francesi ebbero più danni che altro: la Siria, considerata una retrovia per la rivolta irakena, venne invasa nella primavera del '41. Nel '42 l'Asse invase la Tunisia, mentre Marocco e Algeria vennero sanguinosamente invase dagli Alleati tra cui gli americani. Questo spinse i tedeschi a invadere anche la Francia meridionale, quella di 'Vichy', e i francesi, che avevano a Tolone un gran numero di navi, tra cui veterane delle battaglie con gli inglesi, le autoaffondarono in massa, un 'bel gesto', ma non privo di critiche. Gli italiani fecero qualcosa di diverso appena l'anno dopo, ma pagarono con la perdita della Roma e di circa 1500 vite umane. Però alcune navi si salvarono anche se la maggior parte vennero salvate (per poi venire demolite nel dopoguerra, come accadde alle due superstiti 'Littorio').
 
In ogni caso, solo da questo momento i francesi ancora liberi si sentirono in autorizzazione di combattere senza dilemmi politici contro i tedeschi. Le loro F.A. vennero riequipaggiate al meglio con armi americane e dopo lo sbarco in Normandia liberarono Parigi. La flotta francese era rimasta in maniera piuttosto intatta, e le due corazzate JEAN BART e RICHELIEU rimasero piuttosto a lungo in servizio, come anche diversi incrociatori leggeri, cacciatorpediniere etc. Quasi tutti gli aerei vennero forniti dagli USA nel dopoguerra, alcune navi erano ex-britanniche come la portaerei ARROMANCHES, e la Francia riuscì a riprendersi lo status di potenza, anche grazie alle tecnologie lasciate dietro dai tedeschi, che anche sul territorio francese avevano prodotto aerei e armi avanzate, o quantomeno li schierarono.
 
Nel dopoguerra la Francia affrontò i problemi della ricostruzione, ma anche quelli dati dalla reinstallazione di una industria avanzata per sostenere il proprio status di potenza 'vincitrice' della guerra. La prima generazione di aerei a reazione fu praticamente saltata, ma la Dassault, ex-Bloch, partì con la progettazione di aerei moderni, cominciando con l'Ouragan. Vi furono comunque innumerevoli prototipi che servirono per prendere confidenza con le nuove macchine. La genia Dassault e gli elicotteri Aerospatiale divennero presto la radice della rinascita dell'industria aeronautica francese. L'esercito iniziò da mezzi 'utilitari' con famiglie di carri leggeri tipo l'AMX-13 e le AML di enorme successo, per le macchine più pesanti rimase agli aiuti americani. Nel frattempo si mirava a sviluppare una forza nucleare autonoma, su cui la Francia avrebbe basato la sua indipendenza dalla NATO.
 
Meno moderne erano le soluzioni per le questioni oltremare. Le colonie francesi scappavano una dietro l'altra dall'autorità francese, e i francesi, forse troppo feriti nell'orgoglio dai tedeschi non ci stettero a perderle praticamente subito dopo la guerra. Differentemente dalla Gran Bretagna, il management per questa gestione fu immensamente inefficiente e rozzo. Mentre la Gran Bretagna diede l'indipendenza a molte colonie come l'India in maniera abbastanza morbida, e quando ci fu da combattere una guerra locale vinse praticamente sempre, la Francia andò incontro a disastrose guerre. In Indocina la politica anti-independista si scontrò con la catastrofe di Dien Bien Phu, dove il valore degli uomini -di entrambe le parti- non impedì un'umiliante sconfitta per i francesi. L'Algeria con la sua orrenda guerra civile iniziata praticamente nello stesso tempo (1954-62) portò dei traumi che ancora oggi non sono stati 'assorbiti'. La campagna di Suez, praticamente la riedizione dei concetti classici della Seconda guerra mondiale, fu un caso da manuale di successo militare pieno, e al tempo stesso di devastante insuccesso politico, che in tal caso accumunò sia la Francia che la Gran Bretagna.
 
In altre situazioni andò meglio, specie in interventi a favore di stati 'amici' come il Chad, quando i francesi combatterono una vera guerra non dichiarata contro i libici.
 
Insomma, è difficile valutare i francesi nel loro dopoguerra. Per esempio, pur avendo accumulato delle carenze (es- bombardieri moderni medi tipo Tornado), hanno avuto il merito come e più degli svedesi, per non parlare degli inglesi, di seguire con coraggio una loro 'via' realizzando per i loro veicoli, aerei e navi praticamente tutto: armi, motori e sensori. Il tentativo di sganciarsi dalla schiacciante 'omologazione' americana e tedesca ha comportato mezzi non eccezionali, ma nemmeno disprezzabili. Meglio è andata in particolare quando si è seguita la via di programmi binazionali, ma in generale il costo e la complessità dei nuovi sistemi d'arma militari è tale da rendere praticamente infattibile lo sviluppo interamente indigeno di mezzi moderni. Anche per le armi portatili, per esempio, i francesi hanno manifestato luci ed ombre. Non hanno mani brillato per le pistole, per esempio, e i loro fucili semiautomatici non erano un granché. Poi però hanno prodotto il FAMAS, uno dei migliori e più moderni fucili d'assalto. I razzi controcarro francesi sono pure un concetto di successo, con armamenti come l'Apilas, i corazzati medio leggeri sia ruotati che cingolati, i mortai rigati, i cannoni-mortai, SAM a corto raggio e AAM sono tra le migliori realizzazioni francesi e ampiamente note nel mondo. Anche la cantieristica ha un buon successo, mentre gli aerei di ogni tipo francesi o binazionali (es.- Alpha Jet, ATR, Transall) si sono fatti un nome più che rispettabile. Paradossalmente, quando i Mirage francesi raggiunsero grande fama, nel '67 con gli israeliani, la Francia cambiò politica e da allora in Israele, prima praticamente equipaggiato solo con aerei francesi, non venne più esportato un solo aereo.