Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Egitto-2: differenze tra le versioni

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I corazzati e le artiglierie erano parte dell'industria egiziana. Uno dei primi sistemi era il Walid,un veicolo corazzato leggero, da ricognizione, 4x4 assolutamente ortodosso. Esso è stato per anni l'APC standard dell'Esercito egiziano, ed era costituito da un telaio corazzato di un Magirus Deutz tedesco-occidentale. Un altro, più complesso, è certamente il Fahd, progettato dalla Kadar di Heliopolis emostrato per la prima volta nel 1984. Esso ha una struttura data dal telaio del Daimler-Benz LAP 1117/32, 4x4, ma con una struttura data da un telaio corazzato, abbastanza spesso da proteggere di proiettili perforanti da 7,62x54mm, nonostante il peso relativamente ridotto di 9,1t a vuoto, 10,9 a pieno carico.
 
L'unica limitazione di questo veicolo, che sembra una versione piuttosto rozza del VAB 4x4 francese, è il fatto che ha solo 4 ruote, il che limita la capacità di superare fossi e trincee ad appena 0,8m, che comunque non è poco per un veicolo del genere. Facile da riconoscere per la lunghezza dello scafo tra gli assi, ha 4 iposcopi per lato e altrettanti lanciafumogeni, e trasporta abbastanza confortevolmente 10 fanti. Tra le armi installabili vi sono mitragliatrici, missili controcarri e cannoni, ma la versione più interessante è quella da appoggio di fuoco, vista con il contingente egiziano in Bosnia negli anni '90. Trattasi di un mezzo che, inusitatamente, ha una torretta di BMP-2 (nonostante che tale mezzo non sia mai entrato in servizio nell'Esercito egiziano, in quanto non disponibile per il 1974), il che significa un cannone controcarri-antielicottero da 30mm, una mitragliatrice da 7,62 e un missile AT-5 Sprandel a lunga gittata pronto al lancio, nonchènonché 6 lanciagranate fumogene. La truppa trasportabile è però meno numerosa, causa lo spazio dedicato alla torretta.
 
La serie di mezzi corazzati egiziani si incrocia con quella delle artiglierie. A suo tempo (anni '80) gli egiziani costruirono un semovente antiaereo basato sull'M113 americano, con una torretta armata di un cannone binato da 23mm e due lanciamissili binati SA-7. Quanti di questi economici semoventi antiaerei siano stati realizzati, sul totale di 1800 M113 ricevuti dall'Egitto, non è chiaro.
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La versione scelta era l'M1A1, ovvero il carro armato col 120mm M256. Questo significava il top della produzione per l'epoca -i tardi anni '80- e venne superata solo dalla versione M1A1HA, disponibile dopo il 1988 con corazze all'uranio impoverito. Con un sistema di controllo del tiro sofisticato (anche se senza alcun periscopio per il capocarro, eccetto il modesto mirino della mitragliatrice M2HB da 3 ingrandimenti) basato su telemetro laser, computer balistico, sistema termico TIS, stabilizzazione di seconda generazione, il carro M1 era obiettivamente un salto quantico rispetto ai vecchi carri egiziani, anche se l'M60A3, per quanto possa sembrar strano, ha una migliore camera termica, con maggiore risoluzione, la TTS (SE si trattava di carri M60A3 con la camera termica, inizialmente non installata).
 
Le sospensioni, il motore da 1500 hp e la corazzatura protettiva, nonchènonché la protezione per le munizioni a prova di scoppio erano altre eccellenti qualità, come anche un'abitabilità accettabile, grazie allo spazio e all'aria condizionata. La bocca da fuoco è precisa e potente, e le munizioni M829 (SE sono state consegnate le normali munizioni DU) ha la capacità di perforare oltre 50 cm di acciaio a 2 km. La dotazione di soli 40 colpi è l'unico parziale handicap, ma d'altra parte non si può pretendere meglio da un carro armato col 120. IL precedente M1 con il pezzo M68 da 105 aveva invece 55 colpi, il che tornava utile se si doveva ingaggiare molti bersagli non particolarmente resistenti. Tuttavia, dopo il 1986 non vi sono stati altri M1 prodotti, e mai nessuno esportato: forse il cannone da 105mm veniva giustamente visto come una limitazione per un carro da 55 t come questo (sebbene non pesi molto di più dell'M60) e sopratutto, incapace di avere ragione di carri armati moderni resistenti anche allo stesso 120mm. La dotazione di oltre 500 M60 e 450-550 M1A1 (assemblati in Egitto) ha migliorato molto le capacità di combattimento egiziane, anche se la manutenzione è stata spesso problematica. Per esempio risulta che gli stabilizzatori di tiro degli M60A3 erano non operativi durante una esercitazione congiunta con l'Italia nel 2002 (gli italiani portarono, al pari degli egiziani, il loro 'carro secondario', il Leopard 1A5, successivo temporalmente ma paragonabile all'M60A3).
 
In ogni caso, gli M1A1 erano numerosi a sufficienza per un paio di divisioni corazzate e potevano competere con autorità contro i carri T-72 libici, ma anche con i Merkava israeliani, anche quelli col 120mm, al più pari, ma non superiori agli Abrams. Un'altro sviluppo successivo a questo è stata la nuova munizione controcarro BD-36, al carburo di tungsteno. Essa è uno sviluppo congiunto con le industrie inglesi, ed è stata pensata per il cannone del T-62, ancora in servizio in Egitto (ma anche per clienti esteri, come molte altre armi egiziane). Questa munizione è più precisa sulle lunghe distanze, ma sopratutto perfora circa 500mm RHA (acciaio omogeneo) a 2 km, raddoppiando i valori delle prime granate perforanti degli anni '60 e rendendo piena giustizia al potente cannone U5TS. In pratica, così il T-62 può perforare quasi quanto l'M1A1 e leggermente di più delle migliori granate DU disponibili per il pezzo da 105mm (ma senza lo stesso micidiale effetto piroforico una volta dentro il bersaglio).