Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Arabia Saudita: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m - wikificare |
m Bot: Varie sostituzioni standard |
||
Riga 54:
Come per tutte le altre forze armate saudite, il problema non era certo la ricchezza dei mezzi in dotazione, ma quello del personale. 7 brigate, 1 reggimento, 40 battaglioni erano una forza davvero notevole per un totale di circa 35.000 uomini. La brigata corazzata, per esempio, aveva il grosso dei carri con un totale di 450 mezzi francesi e americani, e anche se si era una seconda unità analoga in riserva, il quantitativo dei mezzi disponibili era sufficiente per 2 divisioni meccanizzate. Le brigate avevano il grosso dei 600 e passa M113, 200 AML, 200 EE-9, 60 AMX-10P.
Grande importanza per la difesa antiaerea concentrata verosimilmente quasi del tutto attorno alle cittadelle dell'essercito. Con 36 battaglioni vi erano forze straordinariamente capaci in merito, armate con 53 semoventi AMX-30VDA con cannoni binati da 30mm, cannoni antiaerei di vario tipo dal Vulcan da 20mm al vecchio pezzo americano da 90mm, 16 battaglioni SAM avevano invece numerose batterie di missili MIM-23 HAWK e gli altri due armati con i SAM erano dotati di 48 lanciamissili Shanine SICA. Questi ultimi, praticamente prodotti per la sola Arabia Saudita, meritano da soli una notevole attenzione. SI tratta di missili derivati dai Crotale, che hanno però prestazioni maggiori pesando 100 kg
Riga 123:
Dopo la guerra, l'ordine addizionale posto nel 1989 ma non accettato dal Congresso venne sbloccato e altri 9 F-15C e 3D vennero forniti alla RSAF.
[[Immagine:RAF_F-15E_Strike_Eagle_Iraq_2004.jpg|300px|right|thumb|F-15E. I Sauditi hanno avuto il 'downgraded' F-15S]]
Naturalmente, per l'Arabia Saudita niente era mai troppo costoso, cosicché, impressionata dalle prestazioni dei pur scarsamente operativi (mancavano ancora parte degli apparati avionici), pensò di comprare l'F-15E, ma questo era troppo 'sensibile' per l'export e allora si pensò di comprare 24 F-15F monoposto, simili per il resto all'E. Alla fine, anche questa limitazione venne meno e nel 1993, nell'ambito dei formidabili programmi di riarmo l'Arabia
[[Immagine:Parking_RSAF_Tornado_in_1991.jpg|300px|right|thumb|Un Tornado ADV Saudita nel 1991. Gli IDS avevano un'altra bella mimetizzazione in una aggressiva livrea marrone-sabbia desertica]]
Nel frattempo la RSAF ordinò anche altri Tornado: il totale di 164 F-15 non era ancora giudicato sufficiente per la RSAF, e dal momento che il Tornado ADV era risultato poco gradito, mentre un buon risultato l'aveva ottenuto il Tornado IDS, la scelta andò su quest'ultimo. La flotta di aerei Tornado IDS sauditi entrò in azione con bombe e missili ALARM durante la guerra con gli Irakeni, contribuendo, come gli italiani, con una singola perdita al totale di 10 Tornado abbattuti o persi in azione. Ma essi risultarono anche efficaci e precisi nello scaricare bombe sugli obiettivi irakeni, e vennero sostanzialmente graditi, anche se messi in subordine rispetto ai versatili F-15E. 48 nuovi aerei vennero ordinati, anche se in pratica, almeno per un certo tempo, 6 di questi erano GR Mk.1A ex-RAF. In tutto, vennero ordinati 116 Tornado, e quelli da intercettazione furono in seguito, come anche alcune macchine inglesi, convertiti al ruolo di aerei d'attacco antiradar/intercettori a lungo raggio, con missili Sky Flash e ALARM. La dotazione di aerei da combattimento comprendeva anche gli addestratori Hawk, che entrarono anche in azione con missioni di attacco contro bersagli a terra irakeni, confermando le loro buone doti belliche, sia pure relative a quelle di un caccia leggero.
|