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Il vantaggio che i missili avevano sui cannoni era quindi correlato a: maggiore leggerezza, minore ingombro, compatibilità con ogni piattaforma inclusi gli elicotteri, ridotto numero di fanti necessari per manovrare il sistema (per esempio, due uomini potevano metter in azione due missili AT-3, tre uomini ne potevano spiegare quattro). Le possibilità di sviluppo futuro erano pure interessanti, come confermato dai missili di seconda e terza generazione. Ma anche i cannoni controcarro, ora istallati quasi soltanto nei carri armati si sono evoluti, diventando precisi e letali come mai nessun'altra arma prima, ma essi sono per l'appunto destinati principalmente all'uso da carri armati di 40-60 tonnellate, con i relativi costi e difficoltà logistiche.
 
Recentemente sono entrati in servizio numerosi tipi di missili guidati sparabili direttamente dalla bocca da fuoco di un carro armato 'normale'. Inizialmente vi erano sistemi come lo Shillelagh, missile supersonico usato da uno speciale cannone-lanciamissili. Esso era di 152 mm di calibro, non essendo lo Shillelagh abbastanza miniaturizzato. Nonostante che esso non abbia mai funzionato correttamente, venne prodotto in 88.000 esemplari per il solo US Army. I suoi problemi di affidabilità erano solo uno dei problemi, un altro era il costo del sistema di guida del carro e il costo del missile di per sé, oltre 15 volte quello di una granata da 105 mm standard. Questo poteva essere giustificato per colpire un carro armato, non certo un altro obiettivo, ma il numero molto elevato di Shillelagh prodotti comportò un costo equivalente ad oltre 1 milione di proiettili da carro armato. Un altro problema riguardava la bocca da fuoco, dotata di una gittata utile controcarro talmente ridotta causa la bassa velocità iniziale, che era al di sotto di quella minima dello Shillelagh (circa 800m). La gittata minima, molto consistente (500 m o più) dei primi missili controcarro era un'altro problema che i cannoni non avevano. Le generazioni successive di missili controcarro hanno parzialmente rimediato a questo punto, ma mai completamente, tanto che i primi Hellfire avevano una portata minima di 1,5 km. Per questa ragione il BMP-1 ha avuto il cannone a bassa velocità da 73mm, un'arma da appena 110kg che serviva per colmare il 'gap' del missile Sagger, anche perché in Europa i campi di tiro lunghi erano e sono una rarità, spesso sotto i 1000 m. I BMP-2 hanno risolto il problema della gittata minima con i missili AT-5, e il cannone potèpoté così ridursi al 30mm. ad alta pressione (pesante quanto il 73mm a bassa).
 
Dopo il sostanziale fallimento dei missili Shillelagh e del corrispettivo francese ACRA da 142 mm -nemmeno entrato in servizio- in Occidente si è preferito migliorare i cannoni per ottenere la massima precisione, mentre in URSS si è rinunciato ad avere sistemi di controllo del tiro così sofisticati e costosi e si è pensato a missili controcarro, stavolta abbastanza piccoli da essere sparati dai cannoni ad alta velocità di carri 'normali'. Gli Israeliani hanno poi seguito questa strada con i missili LAHAT per cannoni da 120mm. Questi recenti sviluppi hanno costituito un nuovo corso degli eventi, una integrazione strettissima tra missili e cannoni senza quasi compromessi.