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In realtà, sembra strano se non stravagante, è proprio l'universo caotico di questo cavallo a generare la materia prima, l'energia e la spinta dell'attività epistemica dell'uomo nella sua interezza.
Per '''Platone''' l'arte nasce da una scintilla divina, la '''thèia manìa''', che genera l'ispirazione, ma queste sarebbero vane senza la tèkne, la tecnica sapiente dell'artefice, dello scrittore.
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Tutto quanto [[w:Omero|Omero]] compose, lo compose a memoria.
Nella sua mente la dea [[Mnemosyne|Mnemosyne]], Memoria, agiva come se esistesse un sistema di [[w:scrittura|scrittura]] universale, utile alla [[w:poesia|poesia]], non ancora [[w:letteratura|letteratura]].
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Il creatore della letteratura non conosceva alfabeto, probabilmente si stava diffondendo nel mondo ellenico proprio ai suoi tempi, creava con la Mente e pur essendo il Padre dei Poeti, nel nostro paese avrebbe fatto un mestiere diverso dall'insegnare lettere greche.
Possiamo immaginarlo, non ancora cieco, intento a combattere con quei segnetti su grossi fogli di papiro in una casa di [[w:Smirne|Smirne]], visto che praticava l'Asia minore più che le contrade contigue ai regni di [[w:Micene|Micene]], [[w:Argo|Argo]] o [[w:Tirinto|Tirinto]].
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'Ma Platone dice altro nella Repubblica, a proposito dell'Arte, della Poesia.
'''
Ecco farsi avanti nel pensatore greco l'aspetto, se non proprio commerciale, in buona parte 'politico', civile, utilitaristico ed utilitaristico della cultura, dell'arte.
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Si direbbe anticipato il '''concetto gramsciano di calligrafismo e contenutismo''' e la distinzione fra un '''intellettuale''' figlio della sua classe sociale, al suo servizio, '''organico''', ed uno invece tradizionale, disimpegnato o meno, a seconda delle opportune convenienze.
'''Poesia e struttura''', appunto, sono i binari dell'arte\poesia.
All'interno della poesia stessa è possibile vedere in opera questa dicotomia.
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L'arte quindi, la [[w:Poesia|Poesia]], non sarebbero attività in sé e per sé, ludiche in senso limitato e restrittivo, edonistiche, capaci solo di distrarre dai problemi, ma assumerebbero un vero '''ruolo politico e sociale''' quali '''fattori catastematici''', ossia '''rasserenatori''', come sarebbero stati definiti successivamente dagli epicurei i piaceri non dannosi, o '''catartici''', purificatori delle coscienze e capaci di migliorare i comportamenti sociali.
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