Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Svizzera: differenze tra le versioni

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[[Immagine:Bunker_Bottighofen.JPG|250px|left|thumb|Un tipico esempio di mimesi alla 'svizzera' con un bunker camuffato da casa civile]]Gli svizzeri sono una nazione neutrale, da quasi 200 anni non coinvolta in guerre guerreggiate e sono famosi per le loro virtù militari. Per capire meglio come essi siano importanti per la storia militare e come abbiano inteso fino ad oggi di difendersi da eventuali attacchi al loro territorio, sarà bene ricordare la loro oramai poco nota tradizione militare, eccetto per le guardie dei palazzi vaticani.
 
La Storia si è occupata degli svizzeri nel I secolo A.C. con le campagne di Cesare oltre la Gallia, e in seguito la Svizzera tornò ad essere nota quando i suoi guerrieri sconfissero in una catastrofica battaglia gli Asburgo d'Austria. La loro fanteria, temibile e forte fisicamente aveva criteri particolari: le armi erano una sorta di asce dal lungo manico, che avrebbero dato origine alle alabarde, mentre la loro armatura era spesso ridotta alla sola parte anteriore del corpo, perchèperché non voltavano le terga al nemico, ma combattevano ferocemente e aiutati dall'armatura leggera, difficilmente avevano bisogno di darsi alla fuga. La loro fama si diffuse al punto da diventare, assieme ai lanzichenecchi tedeschi un popolo di mercenari chiamati a partecipare ad innumerevoli guerre regionali in Europa.
 
''Sono uomini bellicosi; considerano come un'onta volgere le terga al nemico, ed è per questo che non portano armatura se non sul petto, ciò li rende più agili nei movimenti. Sono uomini che, per guadagnarsi da vivere, vanno per il mondo e prendono parte alle guerre che ritengono giuste. Sono pii e buoni cristiani, e considerano il saccheggio come un grave peccato'' (Pérez del Pulgar, storico)
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All'epoca (XV secolo) vi erano pochi elementi altrettanto risolutivi degli Svizzeri: gli arcieri inglesi, i cavalieri francesi, ma in generale la fama degli svizzeri e la loro capacità di fare a pezzi persino i cavalieri corazzati li videro molto in auge per secoli, come a tutt'oggi testimoniano le Guardie del Papa.
 
Come gli Svizzeri arrivarono a tanta fama? La loro storia 'moderna' li vide uniti in una Lega Perpetua tra i cantoni 'forestali' (Waldstaette)che comprendevano Uri, Schwgtz e Unterwalden. Nella battaglia di Morgarten vinsero con pietre e scuri un esercito che gli era stato inviato contro da Leopoldo D'Austria, e che venne sorpreso in una gola, quella appunto di Morgarten. La successiva evoluzione della Lega vide l'inclusione di Berna, Lucerna e altre città che sarebbero diventate poi quelle di maggior importanza. Ancora una volta vinsero contro gli austriaci nel 1339, e sopratutto, nel 1386 a Sempach, quando 6500 svizzeri si scontrarono con 12000 cavalieri e fanti austriaci di Leopoldo III d'Asburgo. Gli austriaci si misero a terra (anche i cavalieri) e formarono una falange, ma incredibilmente, persero contro un nemico molto meno numeroso ma più determinato, anche se apparentemente meno organizzato, con la morte dello stesso Duca nella battaglia. Nella battaglia di Bellinzona del 1422 2500 svizzeri che avevano messo sotto assedio la città (che per ragioni commerciali, era vista, in quanto bastione del Ducato di Milano, come un obiettivo da espugnare) vennero sconfitti da 16000 viscontei, ma pur con gravi perdite ripiegarono con l'onore delle armi. Altre battaglie li videro sconfitti in quel di Birsa, ma solo perchèperché gli Armagnacchi erano 20 volte superiori (agosto 1444) in numero, e poi vincenti in una epica serie di battaglie contro il Ducato di Borgogna. Carlo il Temerario aveva un esercito numeroso, ben armato e organizzato, e lui era un condottiero di grande personalità. Tutto fu vano, e gli svizzeri vinsero a Grandson (1476), Morat (1476), e Nancy (1477) e con quest'ultima battaglia perse la vita anche il Duca di Borgogna. Gli Svizzeri diventarono subito richiestissimi e Carlo di Valois nel 1480 ne arruolò 8000. Nel tardo '400-500 gli Svizzeri parteciparono alla campagna d'Italia, dove ebbero sconfitte come quella di Bicocca e Pavia (1522 e 1525), ma anche la vittoria di Ceresole del 14 aprile 1544 contro gli Imperiali.
 
La tattica degli Svizzeri era inizialmente basata sulla conoscenza del territorio, il che ovviamente è valida se si è in difesa: la prima vittoria contro gli Asburgo naque così, quando in una stretta gola 2000 cavalieri austriaci si ritrovarono il passo sbarrato da tronchi, e poi vennero assaliti da un numero simile di svizzeri, che usarono asce, alabarde, massi e pietre. I cavalieri non potevano in tali condizioni combattere al meglio: non riuscivano ad arretrare, non riuscivano a formare una formazione da battaglia, non potevano usare la lancia e poco la spada: insomma, si verificò pressapoco quello che accadde nella battaglia finale di Conan il Barbaro. Gli Svizzeri erano forti fisicamente e molto preparati all'uso di armi varie, per loro abituali. La sconfitta contro le truppe viscontee li vide tuttavia in difficoltà, era infatti evidente l'inferiorità delle loro armi corte rispetto a quelle lunghe della cavalleria, naturalmente in campo aperto come a Bellinzona. La dottrina cambiò: si stabilì di formare un esercito ben più stabile e forte in campo aperto. Gli Svizzeri avevano una coscrizione obbligatoria, che era già un vantaggio rispetto agli eserciti del Medioevo, spesso improvvisati e raccogliticci. Erano tenuti a comperare le loro armi e mantenerle con cura, perchèperché sarebbero state periodicamente ispezionate: non era consentito venderle, nemmeno per pagare i debiti. La loro tecnica di combattimento in campo aperto divenne più micidiale: vennero introdotte delle picche che divennero lunghe oltre 5 metri. Avanzando in grandi formazioni, protette sui lati da linee di picchieri, il grosso della fanteria svizzera procedeva come un carro armato vivente, lento ma inesorabile. La vittoria di Morat venne conseguita con l'appoggio della cavalleria degli Alleati, ma il grosso del lavoro lo fecero gli Svizzeri con tre formazioni: avanguardia, corpo centrale e retroguardia. Sopratutto, vi era un corpo scelto di giovani combattenti che avevano il compito di colpire i tiratori nemici, in quanto Carlo schierava circa 150 artiglierie. Gli Svizzeri, con la coscrizione potevano schierare anche 70-80.000 uomini dell'esercito, cosa notevole per l'epoca, mentre altri eserciti come quello di Carlo potevano fare altrettanto solo con l'uso di mercenari provenienti da tutta Europa: a Morat Carlo disponeva di circa 30.000 uomini, che davano l'assedio ad una fortezza difesa da appena 2000 svizzeri, che resistettero abbastanza da consentire l'arrivo dei rinforzi, e poi parteciparono anche alla fase finale della battaglia. Anche gli Svizzeri e i loro alleati avevano una tale forza. Prima di entrare in battaglia, recitarono 5 Pater e 5 Ave maria inginocchiati e con le armi a fianco, poi entrarono in azione: visto che non avevano una divisa unica, per distinguersi dagli avversari avevano croci bianche sul petto o su un braccio. Il grosso delle truppe di Carlo era costituita da italiani, tra cui presumibilmente anche molti dei discendenti dei viscontei che batterono gli Svizzeri a Bellinzona. Vi erano arcieri inglesi e scozzesi, polacchi, francesi. Gli Svizzeri misero in campo, come corpo di combattimento principale una forza di circa 10.000 uomini, che era schierata in una immensa formazione di circa 120 uomini in quasi 100 righe, aiutati da 5-6 righe di picchieri 'indipendenti' che li proteggevano dalla cavalleria. Nonostante che Carlo aveva costruito fortificazioni campali contro l'arrivo di rinforzi agli assediati, gli Svizzeri travolsero gli avversari e irruppero nel campo, che era stato lasciato molto sguarnito nella zona in cui arrivò l'attacco, e massacrarono i loro avversari, che presi dal panico (era noto che gli Svizzeri, anche se 'cristiani', non facevano prigionieri) si diedero ad una rovinosa rotta. Alla fine, come spesso accadde nelle battaglie antiche, dopo un inizio stentato (sopratutto per l'azione degli arcieri inglesi) uno dei due eserciti mise in rotta l'altro, e in questa fase avvenivano i massacri maggiori: contro meno di 500 morti, gli Svizzeri massacrarono 12.000 avversari. Da notare che gli Svizzeri non avevano molto, oltre alla fanteria: la cavalleria era poca e usata solo per esplorazione, l'artiglieria era poca, leggera e dopo i primi colpi letteralmente era lasciata indietro e dimenticata sul campo di battaglia. La percentuale di balestrieri e fucilieri era dell'ordine del 10%. In un'epoca in cui le battaglie le decidevano sopratutto le cavallerie, gli Svizzeri avevano imparato a dominare il campo di battaglia, e tennero tale dominio fino all'avvento di armi da fuoco sempre più numerose e perfezionate, specialmente quando arrivarono gli spagnoli, con gli archibugi e i moschetti. Nondimeno, anche gli Spagnoli ebbero bisogno degli Svizzeri per istruire le proprie fanterie.
 
Una delle cose che la fanteria svizzera era ben addestrata a fare erano le marce e gli esercizi ginnici in generale: quando si trattò di andare in guerra a Morat, l'armata svizzera percorse qualcosa come 220 km in appena 3 giorni di marce forzate (con le armi leggere, mentre le picche erano portate dai carri), riposarono poi per qualche ora e infine entrarono in battaglia, con i risultati che si son detti! Non solo, ma siccome la Storia si ripete, gli Svizzeri adottarono per i grandi scontri campali le formazioni di fanteria armata di picche molto lunghe, che per esempio, era anche utilizzata secoli prima dagli Scozzesi con gli Skiltons (che erano formazioni con difesa 'a riccio' su tutti i lati, senza fanteria leggera di supporto), ma sopratutto, entrambe hanno una ben illustre antenata: la Falange macedone, con cui Alessandro conquistò quasi tutto il mondo conosciuto nel IV secolo A.C. Il principio è sempre lo stesso: portare lance molto più lunghe di quelle utilizzabili dalla cavalleria, e sfruttabili meglio, grazie al fatto di procedere appiedati. Da notare che gli Svizzeri, per quanto corazzati, non avevano scudi come invece avevan i macedoni. Va da sè che per funzionare, una tale formazione aveva bisogno di molto addestramento, e infatti questo tipo di impiego era l'unico che venisse costantemente praticato per le truppe in termini meramente di addestramento: il resto, le asce, le balestre e le spade non necessitavano di addestramenti di tale entità.
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Gli Svizzeri ad un certo punto sembrarono addirittura gli arbitri dell'Europa: erano forse in grado di imporre un loro regno ben più esteso delle Alpi, ma in pratica altri cominciarono a prendere adeguate contromisure: i tedeschi affini agli svizzeri cominicarono a produrre fanterie alla 'svizzera', i famigerati lanzichenecchi, che tra l'altro, non avevano richiami alla morale e pietà cristiana altrettanto stringenti. L'avvento delle armi da fuoco e un miglior coordinamento delle truppe, e l'anarchia che ad un certo punto cominciarono a denotare le varie formazioni svizzere le portarono rapidamente ad alcune rovinose sconfitte.
 
Gli Svizzeri divennero sempre di più un popolo di mercenari: allo sciogliersi delle nevi sui valichi, non mancavano i signori feudali che venivano a chiedere il loro aiuto e la pratica di fare il mercenario fuori dai confini divenne talmente consueta, che ad un certo punto si cercò anche di vietarla, poichèpoiché spopolava la Svizzera dei propri uomini, molto necessari per mantenere il territorio contro le dure condizioni montane, da cui del resto loro tendevano a scappare.
 
 
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I carri indigeni sono stati un'altra innovazione. Anzitutto vennero costruiti i semoventi da 75mm NK I e NK II, tra i pochi senza torretta costruiti nel dopoguerra. La loro funzione era rispettivamente di cacciacarri e di cannoni d'assalto.
 
Armati inizialmente col pezzo da 83mm come i primi Centurion, i primi carri armati svizzeri erano chiamati Pz 61, dall'anno della loro introduzione in servizio. La loro carriera è stata relativamente breve, perchèperché nel tempo sono stati sostituiti dal Pz 68 armato tra l'altro col 105mm. Le serie si sono succedute per gli anni '60 e '70 e l'ultima versione aveva anche un sistema di tiro migliorato e addirittura un missile Dragoon americano sistemato sopra il cannone, cosa difficile da spiegare visto che la gittata non supera il km (o forse 1,5km nei modelli migliorati). In tutto vennero realizzati: 10 Pz 58 col cannone inglese da 83mm dotato di migliori doti perforanti rispetto al pezzo americano da 90 con cui il prototipo era inizialmente armato (KW 30). La fabbrica federale di Thun costruì poi, dopo questi mezzi del 1960-61, (il prototipo apparve nel 1959), 150 Pz 61 col 105mm dal 1965 al 66 (ordine del 1961), e infine il suddetto Pz68 che rimuoveva la mitragliera coassiale da 20mm per una arma da 7,5mm, aveva cingoli più larghi, un cannone stabilizzato etc. Ne l1971-74 ne vennero costruiti 17, poi entro il 1977 50 Px 68 Mk 2, 110 Pz 68 Mk 3 nel 1978-79, e alla fine della produzione i 60 Mk 4 consegnati nell'81-82. Si trattava di carri relativamente efficienti e veloci, molto stretti (3,15m) con torre in acciaio fuso corta e alta, sì da usare il cannone con elevazioni di ben -10/+21 gradi. Versioni speciali furono costruite, ma alcune come il semovente da 35mm non entrarono in produzione (con la stessa torre del Gepard) e altri sì come il carro recupero, il gettaponte e addirittura un carro bersaglio. La massa del Pz 68 era di 40 t e il motore, leggermente sottopotenziato, di 660hp della MTU a 8 cilindi.
 
[[Immagine:Panzer 68-88.jpg|250px|left|thumb|Pz-68]]
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===Gli F-18 svizzeri: Hornet sulle Alpi===
[[Immagine:Schweizer_F-18_C-3.jpg|300px|left|thumb|]]La Svizzera si è unita agli utenti degli Hornet di 'seconda generazione', che si sposano bene con la politica di una nazione capace di restare neutrale dal 1815 ma con un esercito adatto al mantenimento della propria indipendenza. La competizione per il nuovo caccia successore al Mirage vide al solito un gran numero di contendenti, tra cui vale la pena ricordare l'F-20, parente abbastanza stretto dell'Hornet, ma più pensato per essere più leggero che più pesante del normale per un caccia leggero (tanto da necessitare di un solo motore dello stesso tipo di quelli dell'Hornet). Nel 1988 vi fu la gara 'definitiva' con confronto in volo con l'altro finalista, l'F-16. L'F-18 venne giudicato migliore e nell'ottobre, dopo circa 6 mesi, venne dichiarato il vincitore della competizione. La Flugwaffe ordinò un numero limitato di macchine rispetto al gran numero di apparecchi che prima aveva: oltre 100 Hunter, decine di F-5 e di Mirage IIIS. La quantità ordinata venne fissaa in 26 F-18C e 8 D, con motori del sottotipo -402 e l'esigenza di equipaggiare tre squadroni, anche se il numero era malamente maggiore per due. In effetti, gli F-5 non sono stati direttamente sostituiti dagli Hornet, ma non hanno avuto nessun altro sostituto e quindi la loro carriera si è avviata ad un binario morto. Ma il problema non era risolto totalmente: nel 1991 la competizione venne riaperta con il MiG-29 e il Mirage 2000-5 come competitori e ancora una volta, malgrado che Mitterrand premesse per ottenere che i vecchi Mirage venissero, come abbastanza logico, rimpiazzati dai 2000, la conferma dell'ordine per gli Hornet venne siglata nel 1992. Ancora, non era sufficiente e allora il 6 giugno venne indetto addirittura un referendum per stabilire se comprare o no l'F-18. Anche stavolta l'Hornet risultò vincitore. Se non altro, tutti questi passaggi se rallentarono il programma, resero possibile chiedere degli aggiornamenti: in particolare il radar APG-65 venne rimpiazzato con l'APG-73, seguendo la scelta finlandese. La dotazione d'armamento comprendeva essenzialmente missili AIM-9P-5 e AMRAAM, perchèperché si trattava sopratutto di caccia intercettori.
 
Quanto alle consegne, il primo apparecchio è stato un F-18D sn. J-5231, che volò il 20 gennatio 1996, seguito dal monoposto J-5001 (8 aprile) ed entrambi vennero costruiti a St. Louis, ma i rimanenti vennero assemblati dalla Schweizer Flugzeuge und System AG (Swiss Aircraft and Systems Company, conosciuta inizialmente come F+W) ad Emmen.