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I fuciloni costituivano una diversa e migliore possibilità, si trattava di armi da fuoco di grande potenza, in un certo senso 'fucili per elefanti'. Essi apparvero fino dal 1918, e arrivavano in calibro fino al 20 mm dei fucili finlandesi, giapponesi e svizzeri, questi ultimi adottati ed usati per un certo tempo dall'Esercito italiano, sopratutto in Nord-Africa. Erano armi potenti, capaci di perforare anche 30mm di acciaio a 500 m. Essi erano anche molto pesanti e voluminosi, e caratterizzati da un potentissimo rinculo. I francesi avevano un'arma intermedia, i cannoni da 25 mm semiautomatici, che potrebbero essere definiti sia dei fuciloni 'con il carrello' che dei mini-pezzi d'artiglieria, dato il loro calibro e le caratteristiche d'uso, oltre al fatto che, eccetto i pochi Boys inglesi dati in cambio di alcune armi da 25mm, l'Esercito francese non aveva fuciloni controcarro. I sovietici arrivarono tardi a questo tipo di armi, ma produssero le migliori in termini di caratteristiche generali (i fuciloni controcarro potevano arrivare anche a 70kg di peso). Siccome centinaia di armi erano in dotazione per ciascuna divisione, i tedeschi cominciarono a considerarli quasi 'armi individuali' piuttosto che di squadra, e prevedevano di affrontarne il tiro potente in ogni battaglia, anche con formazioni minuscole dell'Armata Rossa.
Dal momento che i carri armati diventavano sempre più corazzati, e sopratutto, ben utilizzati tatticamente con attacchi in massa, contrastarli divenne sempre più difficile, richiedendo armi più potenti e di lunga gittata. Il guaio era che esse diventavano sempre più pesanti e costose, ed esigevano un equipaggio numeroso e mezzi di locomozione motorizzati di grande potenza. Se i cannoni da 37mm pesavano meno di 500 kg, ben presto le armi da 50-57mm arrivarono a circa 1000 e i cannoni da 75 o più mm a circa 2-3t. I tedeschi riuscirono, con il Pak 40, a produrre un cannone realmente eccellente, capace di perforare 154 mm a 500 m e di restare limitato al peso di circa 1500 kg. L'equivalente inglese 17pdr, anche se sensibilmente più potente pesava quasi 3t. Queste armi erano un pò troppo pesanti per essere agevolmente usate dalla fanteria con i vecchi procedimenti tattici, e così si decise di utilizzare affusti semoventi per migliorarne l'efficienza. Il passo logico era breve,
In sostanza sembrava che i cannoni controcarro non avessero più un futuro, e questo lasciava aperta una questione importante: nessun esercito poteva contare solo su truppe corazzate sia per costo che per esigenze tattiche, così con che cosa la fanteria sarebbe stata armata in funzione controcarri? I fuciloni erano troppo pesanti e poco potenti, i cannoni d'appoggio della fanteria erano stati rimpiazzati dai mortai, più leggeri ed efficaci ma privi di capacità di tiro diretto (i tedeschi, che avevano cannoni d'appoggio fanteria da 150 mm li rimpiazzarono per quanto poterono con i mortai sovietici da 120mm). Una soluzione parziale era quella dei lanciarazzi come i Bazooka, che dal 1943 diventarono sinonimo di potenza di fuoco portatile per i fanti. Ma i Bazooka, i Panzerfaust e tutti i loro 'figli' moderni sono armi imprecise oltre 100-200 metri. I cannoni senza rinculo, basati su di un principio del tutto diverso erano un'alternativa che durante la guerra divenne disponibile, e nel dopoguerra ebbero un notevole successo. Con una massa tra i 15 e i 200 kg potevano erogare un grande volume di fuoco, specialmente con granate HEAT controcarro. Un esempio tipico è l'M40, ma anche il più piccolo e quasi altrettanto micidiale SPG-9. Ma nemmeno queste armi erano perfette: pesavano troppo per il singolo fante, avevano una vampa eccessiva che impediva l'uso da ambienti interni e rivelava la posizione del lanciatore, specialmente considerando che il proiettile aveva gittata utile dell'ordine del km e non più. La soluzione, anch'essa abbozzata durante la guerra, aspettò altri 10 anni per cominciare a manifestarsi. Si trattava dei missili controcarro, ovvero proiettili guidati autopropulsi (e quindi non necessitanti di pesanti artiglierie) e muniti di carica cava. Armi come il Sagger e l'SS-11 potevano recapitare una testata HEAT con ragionevole precisione a 3 km di distanza distruggendo ogni carro armato, rimanendo piuttosto leggeri e piccoli anche per l'uso da elicotteri, che erano i nuovi cacciacarri. Nonostante questo, i sovietici continuarono nell'attività di produzione di cannoni controcarro quali gli MT-12 e ancora negli anni '90 producevano il nuovo Sprut da 125 mm, praticamente il cannone del T-72 in versione trainata, su affusto brandeggiabile per 360 gradi. Rumeni, cinesi e yugoslavi avevano anch'essi prodotto molti cannoni controcarro, cosa condivisa in campo occidentale solo dalla Svizzera con alcune armi da 75 mm.
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