Impresa sociale di comunità/Monitoraggio e autovalutazione: differenze tra le versioni
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<li>Il profilo organizzativo viene presentato attraverso un diagramma che riassume i valori ottenuti nei vari criteri e li traduce in un’area per far capire a colpo d’occhio i picchi di eccellenza. La superficie non coperta rappresenta lo spazio delle criticità all’interno del quale sviluppare dei percorsi di miglioramento. Con questa modalità di rappresentazione dovrebbe risultare più facile il confronto tra l’area coperta dall’organizzazione, l’area massima ottenuta dai valori migliori del campione e l’area media del campione (fig. 16.7).
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<li>Per conoscere nel dettaglio il valore ottenuto in ogni criterio sono stati predisposti degli istogrammi che permettono all’organizzazione di conoscere e di confrontare il proprio risultato con la media dei valori ottenuti dal campione. Sono stati inoltre resi disponibili anche i valori minimi e massimi raggiunti in ciascun criterio per facilitare la comprensione del proprio risultato e contestualizzarlo rispetto ai valori ottenuti dalle altre imprese sociali. Per ogni criterio sono inoltre riportati in dettaglio i valori ottenuti nelle varie dimensioni che compongono il criterio, come nell’esempio riportato nel grafico seguente (fig. 16.6) che illustra il valore riportato da un’organizzazione (barra rossa) nel criterio 6 e nelle sue rispettive dimensioni 6.1 e 6.2 e lo confronta con i valori medi (giallo), massimi (azzurro) e con i valori riportati dalle organizzazioni delle stessa categoria (blu).
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<li>Infine, il diagramma riassuntivo riunisce i criteri in aree tematiche per poter individuare gli ambiti di intervento e sviluppare una riflessione sulla base di considerazioni più ampie che hanno a che fare, ad esempio, col tema del capitale sociale, delle risorse, delle competenze, della trasparenza e dei sistemi di documentazione. I grafici 16.8 e 16.9 rappresentano due comportamenti organizzativi tra loro molto distanti: l’organizzazione A ha ottenuto valori piuttosto bassi in tutti i criteri per cui la sua area di miglioramento è piuttosto elevata; al contrario per l’organizzazione B l’area delle carenza si riduce fortemente, specie nei criteri 2, 3, 8, 10 come si può notare nella figura 16.9.
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{{In_pratica|1='''''La check list di auto-valutazione: alcuni suggerimenti per utilizzarla al meglio'''''
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