Impresa sociale di comunità/Motivazioni e incentivi: differenze tra le versioni

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Da quali aspetti è motivato all’azione l’individuo e come si comporta dinanzi alle scelte quotidiane? In queste domande dal profilo esistenzialista gli economisti hanno individuato il punto di partenza, da un lato, per descrivere le assunzioni alla base dei modelli economici e, dall’altro, per spiegare i comportamenti degli individui sui mercati. Le risposte che sono state date a queste domande sono comunque cambiate nel tempo, a seconda degli approcci seguiti e degli sviluppi teorici, portando anche l’economia a riflettere in modo più realistico sulle determinanti dell’agire umano e sulla necessità di integrare la visione puramente economica con analisi comportamentali, sociologiche e psicologiche.
 
{{Approfondimento|1='''''Teoria neoclassica vsv/s teoria comportamentale'''''<br/>
Secondo la teoria neoclassica, l’uomo economico è un soggetto interessato esclusivamente alla massimizzazione della propria utilità, ossia mosso dall’auto-interesse, o ancora tipicamente “egoista”. Al contrario, in modo nuovo e realistico, ricorrendo soprattutto ad analisi sperimentali ed empiriche, gli approcci di ''behavioural theory'' hanno posto in luce come spesso gli individui agiscano in modo diverso dalla pura massimizzazione del proprio vantaggio, in modo inizialmente definito ‘irrazionale’ poiché contro le logiche dell’individuo auto-interessato. Sono così stati sottolineati comportamenti altruistici, l’assenza spesso di opportunismo anche in situazioni di asimmetria informativa, la decisione di partecipare economicamente alla produzione di beni pubblici, di donare parte delle proprie risorse agli altri e di considerare l’equità delle situazioni. Tali riscontri hanno portato ad assumere che l’individuo sia interessato anche al benessere altrui e sia soggetto a norme morali di comportamento. L’individuo è stato definito ‘altruista’ e nella sua funzione di utilità (e quindi nella valutazione del suo benessere e delle decisioni da intraprendere) sono entrati il benessere altrui e gli elementi di equità.
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Gli economisti ed in generale gli studiosi della gestione dei rapporti di lavoro stanno volgendo sempre più attenzione all’importanza delle motivazioni intrinseche o non economiche dei lavoratori, alla loro componente altruistica e alla loro percezione di equità. Componenti psicologiche e sociologiche assumono un ruolo centrale nelle analisi teoriche e nelle applicazioni pratiche in tema di gestione del personale. Lo studio del rapporto tra persona ed organizzazione diviene un concetto sempre più ampio, guardando ben oltre l’ottica del lavoratore come "agente economico interessato esclusivamente al proprio benessere economico’ e assumendo, da un lato, che la sua motivazione di interesse personale abbia anche una componente non monetaria e, dall’altro, che il lavoratore possa non essere egoista, ma altruista e motivato.<br/>
Queste affermazioni sono supportate dalle analisi empiriche e dallo studio del settore non profit, le cui organizzazioni sembrano in grado di selezionare lavoratori motivati ed altruisti.
 
 
==Motivazioni intrinseche ed estrinseche==