Impresa sociale di comunità/Strutture di supporto: differenze tra le versioni
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“[La rete è un] ''insieme di relazioni relativamente stabili, di natura non gerarchica e interdipendente, fra una serie di attori collettivi, ovvero di organizzazioni di carattere pubblico e privato che hanno in comune interessi e/o norme rispetto ad una politica e che si impegnano in processi di scambio per perseguire tali interessi comuni riconoscendo che la cooperazione costituisce il miglior modo per realizzare i loro obiettivi''.”
Tratto da Butera
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*la riduzione dei costi di transazione e l’ottenimento di economie di scala.
Per ulteriori approfondimenti sul tema si rimanda, fra l’altro, a Carbognin
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#sostenere il percorso di progressivo rafforzamento e legittimazione di organizzazioni che, nella maggior parte dei casi, sono di recente costituzione e sono chiamate a confrontarsi con attori ben più strutturati;
#promuovere percorsi di apprendimento reciproco e di diffusione dell’innovazione, considerando che le imprese sociali spesso operano in settori caratterizzati da un elevato livello di dinamicità sia sul fronte della domanda che dell’offerta; ciò consente di ridurre l’incertezza e, così facendo, di cogliere le notevoli opportunità di sviluppo ancora presenti.
{{In_pratica|1=Considerando i compiti assegnati alle reti, nella seguente check-list vengono proposte alcune funzioni-obiettivo da cui potrebbe derivare la scelta di entrare a far parte o di rimanere all’interno di una (o più) reti. Provate a mettere in ordine di priorità le voci elencate (con 1 più rilevante e 7 meno rilevante), cercando poi di confrontarle con la tipologia funzionale descritta nelle pagine successive. Ne deriverà una prima, sommaria indicazione rispetto al “fabbisogno di rete” della vostra ISC. <br/>
'''''inserire tabella'''''}}
===Le peculiarità delle reti di imprese sociali===
A fronte dei compiti ad esse attribuiti le reti hanno sviluppato alcune caratteristiche peculiari che le differenziano, anche in modo significativo, dai network sviluppati da altri soggetti e/o in ambiti di attività ove le imprese sociali sono assenti o poco sviluppate.
#Sono spesso ''reti promozionali''; agiscono cioè per favorire la visibilità di un settore “giovane” e dai contorni non sempre chiari.
#Sono esse stesse ''soggetti emergenti''; si tratta infatti di esperienze relativamente recenti e ancora in fase evolutiva (sono “identità dinamiche” e innovative, difficilmente inquadrabili in tipologie), molto legate alle relazioni fra persone (non solo reti inter-organizzative).
#Sono quasi sempre ''iniziative bottom up'': si sviluppano soprattutto a partire da esperienze “mature” e poi tendono a coinvolgere altri soggetti. Lo stesso vale anche per i contesti territoriali: nascono più facilmente in contesti ben dotati di risorse socio-economiche e di capitale sociale, generando così “differenziali territoriali”.
#I legami tra i nodi sono in genere ''piuttosto laschi'' e si auto-attivano (o vengono attivati) intorno a specifiche questioni/problemi/azioni.
#Si tratta spesso di ''reti multifunzionali'', attraverso le quali passano risorse diverse a seconda del ciclo di vita dei nodi e della rete stessa; è difficile comunque canalizzare più risorse nello stesso momento storico o fase di sviluppo.
#Anche i ''“collanti” delle reti'' si fondano su elementi piuttosto eterogenei: dal settore di intervento alla forma giuridica, dal sistema valoriale alla condivisione territoriale.
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Le reti come agenzie strategiche operano solitamente attraverso due tipologie di strumenti:
*codici etici, carte dei valori, patti associativi ecc. vengono adottati al fine di esplicitare gli “orizzonti” culturali e valoriali comuni, all’interno dei quali trova senso l’azione dei singoli nodi e della rete nel suo complesso;
*documenti di pianificazione di rendicontazione economica e sociale sono invece utilizzati al fine di elaborare strategie perseguibili e verificabili nel medio – lungo periodo.
===La coalizione===
La struttura della rete in forma di “''coalizione''” enfatizza il ''carattere aggregativo''
La rete in forma di coalizione agisce attraverso le seguenti modalità:
*sistemi informativi che consentono una “lettura” dei bisogni costante e fortemente
*assetti di governance aperti al contributo di diversi portatori di interesse, anche non istituzionali (volontari, beneficiari e loro rappresentanti);
*modalità di lavoro basate sulla costituzione di gruppi di lavoro che procedono in senso incrementale, ovvero proponendo soluzioni a questioni estremamente dinamiche, “intercettando” a tal fine tutte le risorse disponibili.
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La struttura dell’impresa rete non è assimilabile ad una aggregazione temporanea di soggetti diversi, piuttosto che a un’agenzia specialistica per la promozione e lo sviluppo; si tratta piuttosto di un vero e proprio ''soggetto imprenditoriale autonomo'' che deriva dall’integrazione funzionale di imprese sociali che operano in uno stesso territorio e/o su ambiti di attività simili. Questo assetto strutturale richiede una particolare attenzione a livello di:
*''assetto di governance'', in quanto è necessario contemperare l’autonomia dei nodi della rete con un crescente livello di integrazione e di interdipendenza fra essi;
*''specializzazione funzionale'', in quanto in un’impresa rete è rilevante – più che in altre strutture – sapere “chi fa che cosa” e come si integra con gli altri;
*''condivisione'' di soluzioni organizzative e strumenti gestionali comuni, in quanto l’impresa rete nel suo complesso è chiamata ad operare garantendo standard qualitativi che valgono per tutte le organizzazioni che ne fanno parte (ad esempio marchi di qualità, certificazioni, bilanci economici e sociali, ecc.).
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==Elementi di management delle reti==
La parte conclusiva del capitolo è dedicata all’illustrazione delle “leve” che i manager possono utilizzare per promuovere processi di sviluppo e di consolidamento nelle reti di imprese sociali. Le leve individuate riguardano: la mission della rete, le attività svolte, i legami fra i nodi,
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#''L’ideazione e la persona''. La comprensione delle esigenze e delle opportunità del contesto in cui opera, l’elaborazione dei progetti, le relazioni stesse, richiedono ''pensiero analitico'', inteso come la capacità razionale di analisi e ''pensiero concettuale'', vale a dire la capacità di comunicare in modo semplice concetti complessi o molto tecnici, cogliendo e comprendendo gli aspetti essenziali di una situazione, elaborando creativamente connessioni e progetti innovativi.
Per approfondimenti si veda Benedetti
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===Le reti e i rapporti con i beneficiari===
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{{Risorse|1=Benedetti A., Chiussi L., “Il dirigente di rete: elementi per un repertorio di competenze”, in Scaratti G., Zandonai F. (a cura di), ''I territori dell’invisibile. Culture e pratiche di impresa sociale'', Laterza, Roma Bari 2007, pp. 233-249.<br/>
Butera F., ''Il castello e la rete'',
Carbognin M. (a cura di), ''Il campo di fragole. Reti di imprese e reti di persone nelle imprese sociali italiane'',
Studio di caso Restore: la cooperativa sociale “Ecos-Med” di Messina [link].
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