I promessi sposi/Analisi del capitolo 14: differenze tra le versioni

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Il quattordicesimo capitolo si articola in due due grandi sequenze.
 
La prima, ambientata tra le vie di Milano, è la diretta continuazione delle vicende del tumulto del quale Renzo è stato partecipe. Il Manzoni descrive la folla che si dirada, mantenendo sempre tuttavia il suo carattere anonimo (''gente'', ''crocchicrocchio'', ''branco'', ecc...).
 
Il discorso di Renzo mischia i fatti della giornata con le sue esperienze personali, generalizzando ed usando le une per giudicare le altre. Si illude infatti che, risolvendo un grave problema economico e sociale, egli possa risolvere anche i suoi problemi con don Rodrigo:
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Nel suo discorso infervorato Renzo viene però scambiato da un ''birro'' (un poliziotto) per uno dei fomentatori e capi della rivolta.
 
La seconda parte del capitolo è ambientata nella taverna: il birro, sotto il falso nome del sedicente AntonioAmbrogio Fusella, riesce a farsi dire il nome del giovane e si reca così a denunciarlo.
<br/>Tutti gli elementi della scena, a partire dal birro che si presenta sotto falso nome, hanno caratteristiche di doppiezza e ambiguità: la descrizione della taverna ricorda quella del palazzotto di don Rodrigo nell'uso di coppie o vocaboli accoppiati (''due lumi'', ''due pertiche'', la ''mezza luce'' che sembra contraddire il nome stesso dell'osteria, ''due panche'', ''carte voltate e rivoltate'', ''dadi buttati e raccolti''). Anche la figura dell'oste è ambigua:
{{quote|[...] l'oste era a sedere sur una piccola panca, sotto la cappa del cammino, occupato, in apparenza, in certe figure che faceva e disfaceva nella cenere, con le molle; ma in realtà intento a tutto ciò che accadeva intorno a lui|[[s:I promessi sposi/Capitolo XIV|capitolo 14]]}}