Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Giappone: differenze tra le versioni

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Uscita sconfitta dalla Seconda guerra mondiale, la nazione giapponese ha avuto una limitazione tremenda rispetto anche alle altre nazioni dell'Asse sconfitte: eppure, non conobbe un'invasione diretta da parte degli Alleati, a differenza di quanto accadde alla Germania e Italia. Solo Iwo Jima e Okinawa vennero occupate direttamente: per il resto, per la prima volta nella storia, fu un'azione indiretta portata dalla Marina e Aviazione (USAAC, non ancora formalmente indipendente dall'esercito) a sconfiggere l'Impero del Sol Levante.
 
==Salita e caduta==
Il '''[[w:Giappone|Giappone]]''' era una nazione feudale fino alla metà del 1800, eppure era stata contattata dagli occidentali fin dal XVI secolo. Per vari motivi si 'chiuse' all'influenza esterna in maniera sempre più marcata, anche perché le nazioni europee dell'epoca non erano molto 'affidabili', e vari regni asiatici ne stavano pagando le conseguenze, con la decadenza della Cina e l'occupazione diretta della penisola indiana. L'apertura 'forzata' dei porti giapponesi, imposta dalla flotta americana e quasi immortalata (nel senso che era ambientato appena dopo) dal Barbaro e la Geisha (con un J.Wayne in un ruolo molto insolito oltreoceano) fu uno shock, ma il Giappone, pur restando una nazione feudale, si riebbe in fretta: riunificato il Giappone rispetto ai vari signori locali (una buona rappresentazione è nel film L'ultimo samurai), il governo centrale del Giappone riuscì a modernizzarsi in maniera rapida e sorprendente, acquisendo tecnologia bellica e industriale dalla Gran Bretagna, ma anche dalla Germania e dagli USA. I giapponesi comprarono navi da guerra in Gran Bretagna e anche in Italia, altra potenza in rapida ascesa, rimasta arretrata ma non così tanto come il Giappone e anch'essa unificata di recente.
 
La rotta posta in atto dall'espansionismo dei giapponesi, poveri di materie prime e alla ricerca dello 'spazio vitale', la portò allo scontro diretto con la Russia (altra nazione in via di 'modernizzazione') con la terribile guerra, la prima vera guerra moderna, del 1904-5. Qui i giapponesi sconfissero duramente i russi in mare, mentre a terra la situazione fu incerta e le perdite molto pesanti. Tuttavia, Vladivostok cadde e la Russia, proprio quando era pronta ad affrontare i sottovalutati e bellicosi giapponesi, dovette accettare una pace ingloriosa. La guerra era finita per il momento, ma i giapponesi comandavano oramai sul continente: erano anzitutto in possesso della Corea, e ben presto anche di gran parte del decadente ex-impero cinese, da cui il Giappone ha tratto gran parte della sua cultura. L'occupazione giapponese della Corea e della Cina fu brutale e spietata. I Giapponesi erano alleati ai russi durante la Prima guerra mondiale, ma più nominalmente che sostanzialmente. Altre campagne militari videro coinvolta anche la Mongolia, e nel 1939 dopo vari anni di battaglie, i giapponesi vennero sconfitti dai sovietici nel cosidetto 'incidente di Nomohan'. L'occupazione giapponese rimase salda su gran parte della Cina e la Corea, e nemmeno la Seconda guerra mondiale non alterò molto tale condizione. Di fatto, i giapponesi vennero sconfitti sul mare dagli americani, fermati nell'avvicinamento all'Australia con la battaglia del Mar dei Coralli, poi sconfitti a Midway, e ricacciati indietro a Guadalcanal. Troppo lungo elencare le tappe di questa lunga e dolorosa sconfitta per l'Impero del Sol Levante, che nonostante il fanatismo dei suoi soldati, ereditanti la tradizione dei Samurai, venne battuto a Tarawa, in Nuova Guinea, nelle Filippine, nel Golfo di Leyte. Alla fine gli americani erano in grado di attaccare direttamente il territorio giapponese, e lo fecero con i B-29. Inizialmente non si trattò di grandi risultati, pagati con un costo enorme e perdite rilevanti. La successiva differenza venne fatta dalla campagna dei B-29 decollati dalle Marianne, conquistate appositamente per ridurre grandemente le distanze dai bersagli. I B-29 erano il programma più costoso di tutti quelli americani eccetto il progetto Manhattan, e il rischio era quello di spendere una cifra maggiore di quella di tutti i B-17 e B-24 senza ottenere nulla di più che una serie di missioni infruttuose, pagate con la morte di migliaia di aviatori. La campagna voluta dal giovane e spietato Curtis LeMay era quella del firebombing, approfittando della fragilità delle cittaà giapponesi: costruite in maniera tale da resistere abbastanza bene ai terremoti, erano fatte in carta e legno, pertanto ideali per essere distrutte dal fuoco che aveva già distrutto le ben più robuste città tedesche. La fine di quasi tutti i centri abitati giapponesi di dimensioni medio-grandi venne data dalle 6 tonnellate di bombe al napalm scaricabili dai B-29. Meno orribile ma più devastante ancora era la campagna di minamento, in cui i B-29 operarono con il lancio di 12000 mine magnetiche, difficili da bonificare per i giapponesi, e che di fatto annullarono i traffici navali tra il Giappone e il continente asiatico. Poi arrivarono anche le portaerei americane e i giapponesi consumarono le loro forze nella difesa di Okinawa, anche con migliaia di aerei Kamikaze, la peggiore minaccia portata dai giapponesi agli americani nell'ultimo anno di guerra, mentre la Flotta imperiale, la più potente del mondo nel 1941, era solo un'ombra di sè stessa: sconfitta ma non doma a Midway, vincitrice i numerosi scontri a Guadalcanal (dove andarono perse 24 navi da guerra giapponesi e altrettante americane, con il risultato che la flotta americana non era stata altrettanto indebolita di quella nipponica), venne devastata alle Marianne, a Leyte e alla fine, la distruzione della Yamato diretta a Okinawa (per una missione senza ritorno) fu un funesto presagio per l'Impero. Il fungo di fumo che salì al cielo era un'anticipazione per Hiroshima e Nagasaki nell'agosto successivo. Alla fine della guerra il Giappone venne trattato da nazione sconfitta, e l'armata giapponese della Cina venne di lì a poco distrutta da una poderosa offensiva sovietica, che occupò gran parte dei territori giapponesi sul continente.