Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Giappone: differenze tra le versioni

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L'industria della difesa giapponese risalì lentamente la china e così, su basi rifondate in termini del tutto rivisti, basati sul mercato nazionale, perché al Giappone, mai grande esportatore d'armamenti, era stato letteralmente proibito di esportare armi. Questo non è stato vero per Germania e ancora di più per l'Italia, che sono diventati esportatori d'armamenti in grande quantità. La Germania ha esportato in numerose nazioni, sopratutto NATO. L'Italia invece ha fornito grandi quantità di sistemi d'arma, anche sofisticati, anche a clienti tutt'altro che affidabili o democratici (Libia, per esempio, che da sola ha ricevuto 200 semoventi corazzati d'artiglieria da 42 t, 20 aerei da trasporto, decine di elicotteri, circa 250 aerei leggeri d'addestramento-attacco, 4 corvette e centinaia di missili). Al Giappone non è stato concesso nulla di tutto questo, e i sofisticati armamenti che sono stati adottati per le sue F.A. 'di autodifesa'sono stati forniti dagli USA, o prodotti su licenza (con tempi bliblici) o sviluppati e prodotti localmente ma con costi improponibili e quindi, nonostante le somme spese, in quantità piuttosto modeste. Tutto questo è causato anche dall'inefficienza dei programmi pluriennali che devono essere approvati con ordini per ciascun anno finanziario, per cui la quantità da produrre, in base al budget annnualmente previsto è modesta, con ritmi lenti ed economicamente inefficienti. La cantieristica non ha mai smesso di funzionare con progetti indigeni anche se largamente basati su 'filosofie' proprie dell' US Navy.
 
===Aviazione===
====F-86====
I caccia che la JDAF ha messo in servizio, per primi, sono stati gli F-86F. Questa macchina ha avuto un impiego vasto e importante, anche perché non essendo le forze aeree giapponesi intese per funzioni offensive, non ricevettero apparecchi come gli F-84 e quindi vennero direzionate totalmente su questo apparecchio. Nel tardo 1953 venne deciso di far rinascere le forze da combattimento giapponesi, con l'eccezione dell'URSS, che aveva interesse al che questo non accadesse, anche perché occupava le Isole Kurili, che a tutt'oggi sono contese. Tra i mezzi scelti vi sono stati gli F-86F ultima versione, selezionati nel 1954. In questo modo la JASDF, o in giapponese, la Nihon Koku Jetai, iniziò ad esistere. Prima i Sabre vennero forniti dagli USA grazie ai surplus disponibili, poi vennero costruiti su licenza a Nagoya, dalla Mitsubishi. E' stato un altro caso storico, fino a 10 anni prima il principale produttore di caccia giapponesi, come gli Zero, adesso produceva i principali caccia americani dell'epoca.
 
Nel 1955-56 vennero forniti 29 F-86F-25 e -30 con i snc. 52-7401/10 e 11/30. Il 1 ottobre 1956 entrò in servizio il primo Stormo ad Hammatsu, che comprendeva un gran numero di aerei, ma a dire il vero, ben 68 di questi erano T-33 e solo 20 F-86. In sostanza era l'embrione della JASDF. Molti F-86 erano veterani della guerra di Korea, e d'altra parte questo conflitto ebbe la sua massima importanza per la rinascita del Giappone come forza armata, essendo stato per tutto il tempo letteralmente la retrovia dello sforzo bellico americano, che comprendeva l'uso diretto della base aerea di Misawa, da cui si poteva raggiungere con i cacciabombardieri F-80 (con serbatoi ausiliari maggiorati) direttamente la Corea. Gli F-86F avevano un vantaggio in manovrabilità ad alta quota rispetto ai tipi precedenti, e la sottoversione F-40 , a cui vennero aggiornati molti esemplari, permetteva di migliorare molto le prestazioni a bassa velocità, che erano decadute con l'ala precedente, con il prezzo da pagare dato da una velocità leggermente inferiore causa dell'aumento di resistenza aerodinamica.
 
Altri 135 aerei vennero forniti tra il 1956 e il 1957, anche se 45 vennero restituiti, non vi erano infatti sufficienti piloti per usarli. Questo non dev'essere rimasto a lungo vero, tanto che la Mitsubishi ne produsse altri 300 F-40, anzi fu la prima ad avere questa versione, prodotta fino al 1961. 18 aerei vennero modificati nel dicembre 1961 come ricognitori RF-86F per l'501 Hikotai, che li usò fino al 1979 quando arrivarono gli RF-4E. In tutto vennero utilizzati effettivamente 480 apparecchi, che vennero utilizzati dagli Hitokai dal N.1 al 10 e dalla squadriglia acrobatica 'Blue Impulse', fino a quando arrivarono i locali T-2. Si trattava di un quantitativo imponente, maggiore di qualunque altro utente estero di questi apparecchi, anche della RAF che ne ebbe 430, e sicuramente dell'AMI che ne ebbe 180 (-1 caduto durante la consegna). Ma, come detto in precedenza, non v'erano anche aerei della famiglia F-84, che erano pesanti e maggiormente indicati per l'attacco al suolo e persino lo strike nucleare.
 
L'aggiornamento degli aerei vide almeno un elemento di spicco, i missili Sidewinder che già dal novembre 1959 divennero disponibili per la JASDF. D'altro canto già l'anno prima erano stati utilizzati in combattimento dai taiwanesi, e con successo, e quindi non vi era ragione di non fornirli ad un'altra nazione in prima linea come il Giappone. Il servizio finì nel 1980 con l'Hitokai n.6, che poi ricevette gli F-1 e cambiò missione diventando una unità d'attacco. L'ultimo F-86, il 63-7497, volò esattamente il 15 marzo 1982. Visto che questi apparecchi erano stati forniti secondo lo schema MAP, molti ritornarono negli USA, anche se all'epoca del tutto superflui, con le ultime spedizioni sempre entro quel mese. Probabilmente questi vecchi apparecchi vennero utilizzati come bersagli aerei radiocomandati, l'unico impiego 'in combattimento' che videro, a parte qualche incidente con l'URSS. In ogni caso, ancora nel 1991 ve n'erano ancora una trentina di riserva.
 
====T-33, T-1, T-3====
Un'altro aereo americano che servì con l'aviazione giapponese fu il T-33, che venne costruito dalla Mitsubishi in 210 esemplari. Esso venne utilizzato per moltissimo tempo: ancora attorno al 1991 ve n'erano 128, chiamati Wakataka ('Giovane falco'). Ma non era l'unico aereo da addestramento giapponese, solo il primo tipo di una lunga serie. Il suo successore era il T-1 Fuji T-1A e B, che sono stati realizzati come un 'quasi clone' (il primo di molti) dell'F-86. La realizzazione di apparecchi che costituivano una estesa riprogettazione di altri modelli esistenti, con costi notevoli e tempi di realizzazione altrettanto notevoli (il che significava in sostanza, una certa obsolescenza al momento dell'entrata in servizio) è una caratteristica degli aerei giapponesi, fino almeno al recente F-2. Quanto ai T-1, questi erano importanti essendo i primi jet progettati e realizzati in Giappone, e anche se si trattava solo di una macchina addestrativa (notare bene, mentre in URSS, data la mancanza quasi totale di aerei validi di prima generazione, si passò direttamente alla seconda, utilizzando ampiamente il MiG-15UTI, e in Cina addirittura i successivi MiG-17 e 19 biposto, in Occidente non si ritenne di sviluppare versioni biposto dell'F-86 e del Mystere, demandando al vecchi TF-80 la questione dell'addestramento ai jet. L'unica eccezione fu la Gran Bretagna, che non ebbe remore a realizzare l'Hunter in versioni biposto, per giunta con sedili affiancati). Ancora nel 1991 ve n'erano 57 in carico, mentre non mancavano gli aerei basici T-3 o Fuji KM-2B 'Komadori', una interpretazione dei T-34 che all'epoca era presente in circa 50 esemplari. Naturalmente si trattava di macchine superate, ma i giapponesi avevano pensato anche alla loro sostituzione, come si dirà in seguito.
 
====Arriva il '104====
Ciò detto, arrivò anche l'era del bisonico Starfighter. Fu nel novembre 1960 che il governo annunciò la partecipazione al programma internazionale che tuttavia, assunse (come già nel caso del Canada) un connotato particolare, con alcune modifiche rispetto al tipo G, che diedero origine al modello J, ovviamente significante Japan. Esso era costruito da un cartello di industrie guidate dalla Mitsubishi. Visto che al Giappone non erano concesse armi offensive in base al trattato di pace, mentre molto del senso dello Starfighter era diventato questo, allora nella versione J si tornò al vecchio ruolo per cui l'F-104 venne pensato: la caccia e intercettazione rapida dei bombardieri. Questi F-104 eran motorizzati dal J79-IHI-11A, così chiamato in quanto costruito dalla Ishikawajima-Harima su licenza. Il sistema d'arma NASARR F-15J-31 era una versione ottimizzata per l'intercettazione e l'uso di missili AIM-9 e cannoni Vulcan, con i primi utilizzabili in 4 esemplari di cui due, eventuali, sotto la fusoliera in un aggancio doppio, che era simile a quelli posti sotto le ali dei Phantom (il che aiuta a capire i problemi pratici di carico delle corte ali dell'F-104). Il primo F-104J venne costruito dalla Lockheed, ed era l' 683-07-14, che volò il 30 giugno 1961, poi seguitono 29 macchine assemblate dalla Mitsubishi con kit americani, e dopo questa fase intermedia, durata fino al 1965. Seguirono altri 178 aerei costruiti di sana pianta in Giappone, il che prese poco tempo tanto che le consegne terminarono nel 1967. Vennero costruiti anche 20 DJ, ma erano tutti costruiti dalla Lochkeed e poi assemblati in Giappone. Nonostante la comunanza di impiantistica, non venne ritenuto conveniente costruirli in Giappone, e le consegne durarono dal luglio 1962 al gennaio 1964, circa 1 aereo al mese.
 
Le consegne consentirono di riequipaggiare le unità intercettori dall'ottobre 1966, con l'201 e 202 Hiko-tai (squadroni) a Chitose e Nyutabaru, i primi di sette unità (201-207 Hikotai). Le perdite furono di 34 aerei monoposto e 2 biposto, circa un settimo del totale, ma a parte le cifre elevate, al dunque il numero di aerei distrutti è risultato molto basso rispetto a molte altre forze aeree. Tra le ragioni, oltre al buon addestramento, il fatto che gli F-104 vennero utilizzati in ruoli meno pesanti rispetto al volo a bassa quota e a tutta manetta in missioni di strike e ricognizione. Dal tardo 1981 arrivarono gli F-15J/DJ e gli F-104 superstiti vennero passati in seconda linea. Questo significò conservarne un centinaio, alcuni dei quali convertiti in drones. Almeno 22 andarono invece a Taiwan. Di sicuro l'F-104J soddisfaceva, grazie alla sua velocità, le esigenze dei giapponesi, che fronteggiavano possibili incursioni aeree sovietiche e cinesi, con la flotta del Pacifico che era stanziata lì vicino.
 
L'elenco delle unità e dei tempi di servizio è il seguente:
 
*201st Hikotai, 2nd Kokudan, Chitose Air Base, Ott 1962-Ott 1974
*202nd Hikotai, 5th Kokudan, Nyutabaru Air Base, 1964-1981
*203rd Hikotai, 2nd Kokudan, Komatsu Air Base, 1965-1983
*204th Hikotai, 5th Kokudan, Tsuiki Air Base, 1964-1984
*205th Hikotai, 6th Kokudan, Komatsu Air Base, 1964-1984
*206th Hikotai, 7th Kokudan, Hyakuri Air Base, 1966-1978
*207th Hikotai, 7th Kokudan, Hyakuri Air Base, 1966-1970
 
E tra i numeri di serie:
16-5001/5009, 26-8501/8503, 26-8504/8507, 36-5010/5020, 36-8508/8563, 46-8564/8658, 56-8659/8680.
 
La preziosa esperienza di questa produzione non venne dispersa. Gli F-104 vennero sostituiti dai Phantom e infine con gli F-15.
 
====I Phantom con la 'J'====
Quanto all'era dei Phantom, la JASDF la cominciò con un ordine datato 1 novembre 1968. Si trattava di un aereo 'epurato' dai sistemi d'arma offensivi e quindi di sistemi con l'AN/AJSB-7, il sistema di bombardamento normalmente istallato nel Phantom E, che come (stranamente) tutte le generazioni di Mirage, corrispondeva ad una macchina multiruolo, particolarmente adattata per il bombardamento. I primi 2 Phantom vennero costruiti a St. Louis ed erano i 17-8301 e 17-8302. I voli di prova cominciarono dal 14 gennaio 1971. Altri 11 vennero costruiti come componenti dalla MDD, e poi spediti in kit alla Mitsubishi che li assemblò. Volarono dal 12 maggio 1972. Questo, al solito, fu lo schema da cui la Mitsubishi estrapolò le tecnologie e l'esperienza per la produzione su licenza, mentre la MDD ebbe un ritorno in termini di linee di montaggio e ore lavorative di un certo valore. Nonostante l'assenza di aerocisterne nella JASDF gli aerei vennero successivamente alla loro costruzione forniti di ricettacolo per il rifornimento in volo dorsale, che rispetto alla sonda non dà problemi di resistenza aerodinamica e di complessità, ma necessita di un apparato di rifornimento più complesso e preciso, con il cosidetto 'flying boom' e un'unica postazione di rifornimento per ciascuna aerocisterna. In tutto, altri 127 Phantom vennero costruiti fino al 20 maggio '81, per un totale di 140. Poi arrivarono anche 14 RF-4EJ che vennero costruiti dalla MDD, tra il novembre 1974 e il giugno dell'anno successivo.
 
Il servizio iniziò nell'agosto 1972, e 6 gruppi da 15-20 aerei l'uno vennero equipaggiati. Erano gli Hitokai 301-306, mentre gli RF-4EJ andarono al 501.
 
Nel 1992 vi erano ancora 125 Phantom EJ in servizio, oramai in parte sostituiti dagli F-15. Oramai, dai tardi '80 cominciarono le conversioni allo standard Kai, che significa tradizionalmente, per gli aerei giapponesi, migliorato. In effetti vennero modificati in pochi anni 96 dei 110 pianificati aerei, entrando in servizio dal 1989 con il 306 Hitokai. Nel frattempo vennero migliorati anche 11 RF-4, il che vide la sostituzione del radar AN/APG-99 con il 172, dotato di processatore d'immagine digitale, mentre il sistema RWR, originariamente l'J/APR-2 (i sistemi americani erano stati omessi per la fornitura), rimpiazzato con l'APR-5. Per rinforzare la piccola forza da ricognizione, 17 dei 29 Phantom non aggiornati vennero convertiti come RF-4, e gli ultimi 12 vennero radiati dal servizio. I lavori in questo caso non furono molto rapidi e al 2000 solo 9 aerei erano stati modificati a questo standard da ricognizione. Queste macchine non hanno sistemi di ricognizione interna, pur omettendo il cannone Vulcan, ma hanno pod come il TACER, avanzato sistema da ricognizione elettronica con datalink per la trasmissione dati, il TAC, con sistemi da ricognizione su camere KS-135A e 95B, più il sistema D-500UR ad infrarossi (praticamente una sorta di pod Orpheus), e il pod LOROP, con le camere KS-146B a lungo raggio.
 
Al 1994 solo 3 squadroni di Phantom erano ancora operativi, tutti allo standard Kai: 8, 301 e 302 Hitokai basati rispettivamente a Misawa (3 Kokudan, stormo), Nyutabaru (5 Kokudan), Okinawa (83 Kokutai) . Da notare che lo standard Kai presupponeva il radar APG-66T, che deriva da quello dell'F-16. Il Phantom poteva utilizzare anche radar medi, per esempio il Phantom ICE tedesco ha il radar APG-65 dell'F-18. Oltre alla capacità Look Down-Shoot down esistono altre migliorie, come la capacità di sferrare attacchi al suolo, che grazie alla maggiore autonomia sono tutto sommato più efficienti con questi aerei che con gli F-1. Tra gli equipaggiamenti sono segnalati 2 missili ASM-1, ma vi sono anche altre armi 'normali' come pod lanciarazzi e bombe. I serial dei Phantom hanno 4 cifre, di cui la seconda è il 7, essendo il numero del tipo di aereo nella JASDF, e il primo numero l'anno di consegna (ultima cifra). I serial costruttivi dei Phantom giapponesi sono invece: 27-8303/8306 , 37-8307/8310, 37-8311/8313, 37-8314/8323, 47-8324/8352 , (RF)47-6901/6905 , (RF) 57-6906/6914, 57-8353/8376, 67-8377/8391, 77-8392/8403, 87-8404/8415, 97-8416/8427, 07-8428/8436, 17-8437/8440. Il Giappone, a seguito della lentezza di costruzione dei F-4, ha dato alla luce gli ultimi Phantom costruiti nel mondo, circa 2 anni dopo che negli USA la produzione era cessata.
 
 
 
====Il Giappone in F.1====
I caccia e addestratori F-1 e T-2 furono i primi supersonici 'quasi giapponesi'. Essi erano molto simili ai Jaguar, e come tali, erano sia previsti come addestratori avanzati supersonici, in stile T-38, che aerei d'attacco supersonici a medio-corto raggio. I T-2 arrivarono per primi, con una specifica del 1966 per rimpiazzare i T-33 e i T-2 (cosa che non avvenne mai nei termini previsti) con il T-X. Il 30 marzo 1968 venne accettata la proposta della Mitsubishi e sotto la supervizione dell'Ing Kanji Ikeda venne approntato il mock-up già nel gennaio 1969. Nel 1970 venne firmato il contratto per due prototipi e una cellula per le prove statiche, e il volo del primo di questi apparecchi avvenne il 20 luglio 1971.Il costo salì rapidamente dai 3,5 milioni di dollari a oltre 5, cosicché il programma venne aspramente criticato. Dopo la realizzazione di 4 prototipi e due cellule statiche, nel 1975 venne autorizzato anche il monoposto d'attacco F-1, che ometteva il secondo abitacolo, perché il muso era sufficientemente grande per ospitare il radar previsto fin dall'inizio. Oltre al nuovo radar di navigazione e attacco venne sistemato un INS Ferranti, radio altimetro computer di gestione carichi bellici e altro ancora. I prototipi ordinati già nel 1972 vennero consegnati dal luglio 1975. A quel punto la denominazione T-2 KAI venne sostituita da F-1. Il velivolo venne ordinato in 31 esemplari T.2 'Koki', 29 T-2A 'Zenki' con dotazione d'armamento simile a quella del F-1 (il tipo base è disarmato). I T-2 vennero consegnati al 21 e 22 Kukotai e alla pattuglia 'Blue Impulse', tutti in carico al 4 Kokutai sulla Matsushima AB. I caccia F-1 vennero ordinati in 18 esemplari nel marzo del '76, altri 8 nel '77, 51 nel '80. Sostituirono i Sabre nel 3 e 4 Kokutai. Nel 1983 un T-2 venne modificato come prototipo CCV con stabilità rilassata e controlli BFW.
 
Tecnicamente, l'F-1 ha una struttura in alluminio e per il 10% in titanio, usato nel settore di coda, che ha in effetti una struttura a trave di coda sovrapposta ai due motori, con due piani di coda con forte diedro negativo di 15 gradi, mentre la freccia alare è composita variando tra 68 e 35 gradi circa. Nell'insieme si tratta di un aereo con una notevole similarità con il Jaguar, di cui riprende i ruoli, i pesi, i motori (due Adour con postbruciatore). E' molto più aggraziato con curvatura costante del muso e della parte anteriore della fusoliera al posto della struttura squadrata dei velivoli europei, con un design molto giapponese. La dotazione avionica comprende un radar di ricerca aria-superficie, un sistema RWR sofisticato del tipo APR-1 capace di analizzare emissioni tra 1 e 18 GHz, pod di disturbo, sistemi d'arma vari tra cui in particolare i missili ASM-1, due dei quali trasportabili sotto le ali. Nonostante tutto, il raggio d'azione è relativamente ridotto, 320 km con 1.8 t di bombe e 2 serbatoi ausiliari a bassa quota, e così il carico bellico, 2722 kg totali, mentre il tutale del Jaguar arriva a 3.600-4.700 kg e il raggio d'azione massimo a 1400 km, con 3600 di autonomia di trasferimento. Difficile dire perché il F-1 è valutato così poco in termini di raggio d'azione visto che ha gli stessi motori e 3.800 l di carburante, eppure arriva solo, ufficialmente a 2.600 km in raggio d'azione massimo di trasferimento. Non ha mai avuto sonda per il rifornimento in volo e nell'insieme una macchina calibrata per la difesa della isole giapponesi da navi avversarie, e per addestramento avanzato, anche acrobatico con i 'Blue Impulse', sebbene la piccola ala non è certo ottimale per l'acrobazia stretta, anche se giova alla stabilità. In tutto sono stati costruiti 77 F.1 e 96, di cui 2 prototipi, T-2. Il loro compito era principalmente, per i primi, l'attacco antinave e secondariamente, l'intercettazione (per la quale avevano due missili alle estremità alari, differentemente dai Jaguar e similmente agli F-5, nonché il Vulcan e una limitata capacità del radar), mentre i secondi erano responsabili per le ultime 140 ore di volo del programma addestrativo per i piloti giapponesi. I T-2A erano capaci anche di compiere azioni di combattimento, sia pure limitate.
 
====Plurimotori: il C-1, l'YS-11 e l'ultimo degli idro giapponesi====
Il Giappone non ha mancato di costruire anche apparecchi per la seconda linea e il pattugliamento. Il C-1 è, come intuibile dalla sigla, il primo tipo di aereo militare da trasporto giapponese. Soprannominato non senza ironia 'l'aereo d'oro' per il suo costo unitario elevato, paga in tal modo la produzione in quantità limitate di un progetto sofisticato e complesso, pensato per sostituire i ben più semplici C-46 Commando. Ma mentre questi avevano solo 2 motori a pistoni da 2000 hp, il loro rimpiazzo ne ebbe 2 del tipo JT-8 da 6575 kgs, per un peso al decollo di 45 t du cui circa 10-11 di carico utile. Non molto, come non molta era l'autonomia a pieno carico di circa 1300 km. Volò nel novembre del 1970 e venne costruito, inclusi i prototipi, in soli 31 esemplari. Uno venne convertito in aereo d'addestramento ECM con la designazione C-1Kai, irto delle antenne e radome del sistema TRDI/Mitsubishi X/JALQ-5, con il sistema vero e proprio nella stiva. Il C-1 ha, dimensionalmente parlando, 30,6 x 29 m e come velocità arriva a 816 kmh. Assieme a questo aereo, vi sono altre 3-4 macchine da addestramento ECM, Elint e altri compiti. Questi sono i biturboelica NAMC YS-11, che volarono a partire dall'agosto del '62. Si trattava di un modello da trasporto biturboelica a medio raggio, costruito in una quantità di tutto rispetto -182- di cui la maggior parte ad utenti civili, ma 23 vennero ceduti alle Forze giapponesi di autodifesa. Nel 1982 1-2 di questi aerei ECM vennero trasformati in apparecchi da spionaggio elettronico e disturbi radar. Il sistema è l'ALR-1 per l'analisi delle emissioni, e disturbatori attivi di vario genere. Gli aerei della versione elettronica 'base' sono designati YS-11E. Le prestazioni e dimensioni sono: 469 kmh a 4570 m, autonomia di 3216 km grazie a 2 motori inglesi R.R. Dart Mk 542-10K da 3100 hp l'uno, con un peso massimo al decollo di 24,5 t e dimensioni di 32 x 26,3 m.
 
Lo Shin-Meiwa PS-1 e la sua versione derivata US-1 sono gli ultimi dei tanti idrovolanti sviluppati in Giappone. Nel 1966 questo tipo di aerei per il settore militare potevano sembrare superati, ma in quell'anno, la ditta in parola, a cui fu assegnato lo sviluppo del nuovo idrovolante, elaborò il progetto, molto avanzato, di un apparecchio da oltre 40 t, capace di volare a velocità estremamente basse in quanto, oltre ai 4 motori a turbina ve n'era un quinto nella fusoliera il cui unico compito era quello di fornire aria ai flap, timone di direzione e di quota, in modo da mantenere efficaci i controlli e sufficiente la portanza anche a velocità a cui la macchina avrebbe dovuto semplicemente stallare fuori controllo. Questo ha reso più ridotti anche i decolli e ammaraggi. Il prototipo SS-2, il primo dei 2, volò nell'ottobre del 1967 e dopo seguirono gli apparecchi della piccola produzione di serie, di 23 esemplari, 19 delle quali a metà degli anni '80 erano ancora operative con il 31 squadrone di Iwakumi. Per la sua missione principale il PS-1 ha ricevuto un radar di scoperta, un MAD e altre apparecchiature. Operava con 10 uomini d'equipaggio, di cui 2 piloti seduti nella piccola e caratteristica cabina di pilotaggio, sistemata sopra la fusoliera e il 'naso' del radome di prua. Altri erano un meccanico, un navigatore, due operatori sonar, un operatore MAD, 2 operatori radar e radio e un coordinatore tattico. Quando si posava in mare, l'aereo, dotato di scafo a doppio gradino per facilitare il distacco dal mare in decollo, apriva un portello ventrale con un sensore sonar filabile da sotto la carena, comportandosi come una vera 'nave volante'. In sostanza operava cercando i sottomarini in aria con il radar o il MAD (e presumibilmente con le boe sonore), e sul mare con il sonar filabile. Per attaccarli non gli mancava l'armamento, con un vano portabombe per 4 ordigni da 149 kg e boe sonore, 2 piloni subalari per due siluri ASW Mk 44 o 46, e se il sottomarino era sorpreso o costretto ad emergere, due lanciatori tripli per razzi HVAR da 127 mm, sufficienti per perforarne lo scafo. Quanto alle altre caratteristiche tecniche, si trattava di una macchina da 26,3-45 t, dimensioni 33,14 x 33,5 x 9,71 m e 135,82 m2 di superficie alare. La motorizzazione era esuberante, con 4 GE T64 costruite su licenza dalla IHI, ciascuna da 3060 hp, sufficienti per una velocità di 547 kmh e un raggio d'azione a bassa quota di 2166 km con il suo pieno carico d'armi di 4 bombe A.S., 2 siluri e 6 razzi più tutte le attrezzature e l'equipaggio. Infine, da notare la configurazione della coda a T, che si accompagnava ad un'ala ovviamente in posizione alta sulla robusta fusoliera. Quanto al carrello, l'aereo era in configurazione semi-anfibia, con un telaio ruotato su cui veniva poggiato a terra e su cui poteva se necessario muoversi con i suoi mezzi, grazie anche alle due ruote poste sui 2 galleggianti sotto le ali. Una ulteriore evoluzione è stata in questo senso un carrello totalmente retrattile, che ha dato alla versione derivata US-1 una capacità anfibia a tutti gli effetti, particolarmente importante se si trattava di raggiungere direttamente un aeroporto terrestre per motivi urgenti. Questi erano dati dal fatto che l'US-1 era un idrovolante da soccorso marittimo, con equipaggio di 9 persone e capacità di caricare fino a 20 naufraghi seduti, o 12 barelle o addirittura 69 passeggeri. Di fatto era un aereo capace di raggiungere in fretta una nave in difficoltà, ammarare vicino anche con cattive condizioni di mare e caricare un numero di persone sufficiente per ospitare l'equipaggio completo di una intera nave mercantile medio-piccola. Naturalmente la macchina era alleggerita di tutte le apparecchiature ASW e conservava solo il radar di prua. La produzione fu di sole otto unità.
 
 
====I pattugliatori marittimi====
Il Giappone ha ovviamente un gran bisogno di aerei per la sorveglianza ocenica e marina, sia per missioni ASW che SAR e di ricerca in generale. Col tempo ha ottenuto tutti i tipi principali di apparecchi da pattugliamento marittimo americani eccetto l'S-3,mai esportato, e con l'aggiunta del PS-1, che è un altro modo di far operare sul mare un aereo senza bisogno di una portaerei.
 
Gli apparecchi che col tempo sono entrati in servizio sono stati il Grumman S-2 Tracker, compatto ed efficiente bimotore ASW, adottato da molte nazioni anche prive di portaerei. Aveva due motori a pistoni R-1820 da 1525hp, volava a 426 kmh come massima velocità e percorreva olre 2000 km, Poteva trasportare bombe di profondità e siluri ASW, mine e razzi sotto le ali o dentro il vano portabombe.
 
Un apparecchio più potente era il PV-2 Neptune, una sorta di bombardiere marrittimo, l'ultimo dei Lockheed concepiti nel periodo bellico. La genia dei pattugliatori marittimi-bombardieri era nata con la militarizzazione del Lochkeed 14 come Hudson, ordinato sopratutto dalla RAF come bombardiere leggero e sopratutto bombardiere marittimo. Poi arrivarono il Ventura e l'Harpoon, anch'essi adattamenti di progetti civili, molto veloci e ben armati, ma nondimeno non trovati idonei a operare come bombardieri in Europa a causa dell'efficienza delle difese tedesche, quindi utilizzati come bombardieri marittimi. A parte questo, erano velivoli abbastanza simili in prestazioni all'A-20 Havoc/Boston e ancora di più al Martin Baltimore, anche nell'estetica. Il potent PV-2 Neptune era un vero bombardiere a lungo raggio. Non molti si ricordano di quest'apparecchio dalla fusoliera snella, che tuttavia è stato il pattugliatore marittimo di maggior successo nel dopoguerra, ma meno ancora ricordano che i lavori su quello che era il Model 26 iniziarono già nel settembre 1941, salvo poi soprassedere per la precedenza ad altri programmi, cosicché il prototipo non volò fino al 1945. Entrò in servizio nel 1947 e venne massicciamente prodotto, tanto che nella sola versione P2V-5 ebbe 424 esemplari completati. Venne addirittura considerato, date le sue prestazioni e la concorrenza con il SAC dell'USAF (fondata tra l'altro proprio nel '47, poiché per quanto incredibile possa sembrare, la forza aerea più potente del mondo era fin'allora il ramo aeronautico dell'US Army), come vettore di bombe nucleari, anche da far decollare con le portaerei in situazioni eccezionali. Il modello definitivo fu il P2V-7 (poi SP-2H), con motori a reazione J34-WE-36 da 1542 kgs in aggiunta ai motori R-3350-32W da 3500hp e 18 cilindri. Questo apparecchio venner costruito in 311 esemplari a cui si aggiunsero altri 48 apparecchi realizzati in Giappone. L'ultima delle versioni del Neptune venne realizzata proprio dai giapponesi, con il P2V-7KAI, che ebbe una importantissima innovazione, ovvero le turboeliche T64 da 3000 hp, meno potenti ma molto meno pesanti dei motori a pistoni (non è chiaro se anche i turbogetti vennero sostituiti, se no allora questo apparecchio è tra i pochissimi ad avere avuto turboeliche e turbogetti assieme). Erano le stesse degli Shin PS-1 di cui sopra e in tutto vennero costruiti 82 di tali apparecchi, che portarono il totale a ben 133 Neptune. Dunque,il Giappone, anche escludendo eventuali P2 forniti dagli USA, ebbe non meno di 130 aerei di questo tipo. I Neptune ebbero molto successo nel mondo, e vennero anche utilizzati per ruoli come bombardieri-pattugliatori notturni in Vietnam, quando avevano ancora la torretta binata da 12,7 mm in coda invece del MAD sistemato normalmente. Il loro degno sostituto fu il P-3 Orion. Le dimensioni erano di 31,65 x 27,84x 8,94 m e 92,9m2. Pesi 22.650-36.240 kg, di cui circa il 10% in carico bellico. Velocità massima 649 kmh a 3048 m, crociera 333 kmh a 2591m, distanza massima 5930 km, pressochè comparabile con un B-29.
 
Gli idro PS/US-1 non nascevano dal nulla. I giapponesi, a parte la loro esperienza con macchine come i grandi HK-7 (a cui i nuovi aerei somigliavano in qualche modo), ebbero nel dopoguerra i Grumman UH-16 Albatross, successore del Goose e del Widgeon molto ingrandito e potenziato. Esso aveva 2 R-1820 da 1425 hp. Venne utilizzato principalmente come macchina SAR ma non mancarono anche i tipi ASW con un radar in un grosso radome nero sistemato nel muso a mò di 'naso di Pluto', un MAD a prua, estensibile in volo, cariche di profondità interne e 4 punti d'aggancio esterni. Prestazioni di 241-380 kmh, raggio di 4345 km con il pieno di 4826 l (praticamente un litro per km, prestazione rimarchevole), dimensioni 29,46 x 18, 67 x 7,87 m e 96.15 m2. Notevole che questo aereo marino, volato nel 1947, non era per l'US Navy ma per l'USAF, almeno inizialmente. Al tipo HU-16, poi UF-1, si sostituì in produzione l'HU-16B o UF-2 con maggior apertura alare e migliore sistema antighiaccio. L'Albatross, come gli altri aerei americani di questo paragrafo ebbe grande successo all'export e anche il Giappone ne ebbe alcuni, ma pare, solo del tipo SAR, poi rimpiazzati dai molto più grossi e costosi PS-1
 
 
Infine, l'ultimo arrivato è stato il P-3 Orion. Quadrimotore a turboelica derivato dall'Electra commerciale (esattamente come l'equivalente Il-38 sovietico derivava dall'Il-18 da trasporto), venne costruito a far tempo dal 1958 come prototipo e poi passato in produzione a partire dal 1961. Entro il 1983 ne erano stati costruiti circa 600 e l'Orion si confermò uno dei massimi strumenti per importanza del controllo sui mari da parte della NATO e altri alleati. Questo pur essendo, differentemente dal rivale Atlantic, un apparecchio non nato per questo ruolo ma un semplice adattamento di una macchina civile. I motori sono gli stessi T56 turboelica del C-130 con le caratteristiche pale a larga corda, 4 per elica. Le dimensioni erano 30,38 m x 35,61 x 10,27 m e 120,77 m2. La massa di 27,891-64.410 kg, il carico fino a ben 9 t di cui 3300 circa internamente e il resto sotto le ali in 10 punti d'aggancio. Erano possibili fino a 6 mine da 907 kg, siluri Mk 44 e 46, bombe di profondità nucleari e convenzionali etc. etc. , nonchè a partire dal P-3C e B aggiornati, fino a 6 missili Harpoon, di fatto sviluppati originariamente sopratutto per il P-3: per strano che possa sembrare, il loro compito previsto era quello di armare gli aerei da pattugliamento marittimo per distruggere i sottomarini sovietici del tipo 'Echo' che, prima di lanciare le loro armi a lunga gittata, erano costretti a emergere per alcuni vitali minuti. Questo spiega come mai solo in seguito alle versioni aerolanciate gli Harpoon comparvero anche come missili superficie-superficie e per sottomarini. Infine, i P-3 Orion, con la loro avanzata avionica, costantemente aggiornata, il radar di prua APS-115, il MAD, e forse più importante ancora, il set di boe sonore attive e passive (queste ultime particolarmente efficaci nel rilevare inizialmente i sommergibili, cosa che dava il là all'uso di quelle attive e poi del MAD) e i computer di bordo hanno consentito di controllare il mare in funzione ASW e antisuperficie come mai prima d'allora, rendendo le cose difficili ai sommergibili sovietici. Al culmine della Guerra Fredda vi erano circa 300 P-3 Orion in carico all'US Navy, ma altri erano stati esportati. Il Giappone non sfigurava di certo, perché a fianco degli ultimi P-2, vi erano 45 P-3C Update II, di cui 3 venduti dalla Lochkeed, 4 montati e 38 prodotti su licenza dalla Kawasaki. Altri ordinativi sarebbero arrivati, portando il totale a qualcosa come circa 100 velivoli per l'Aviazione navale, con un costo molto notevole ma un'efficacia non minore. Dimensioni: 20,38 x 35,61 x10,27 x120,77 m2, pesi 27.891-64.410 kg, 4 turboeliche Allison T56 da 4910 hp, velocità massima al peso di 47.628 kg, 761 kmh e raggio d'azione massimo senza tempo di stazionamento sull'obiettivo 3835 km. Da notare, che il P-3 Orion, pur con gli stessi motori del C-130, avendo una fusoliera smilza e pesando di meno è uno degli apparecchi ad elica più veloci mai costruiti e, essendo quadrimotore, anche uno dei più sicuri sul mare. Di fatto, la sua velocità e autonomia sono superate nettamente solo dal Tu-142 Bear, e lo rendono adatto anche a missioni speciali, incluso il bombardamento tattico e il lancio di commandos paracadutisti-sub. Esiste anche la versione AEW con lo stesso sistema elettronico dell'E-2C Hawkeye, ma pur offrendo dei chiari vantaggi in autonomia e velocità (d'altro canto non è certo richiesta la capacità di operare da portaerei) non è stata adottotata dal Giappone, che ha preferito utilizzare direttamente quest'ultimo.
 
====Un F-15 per DJ: gli Eagle giapponesi====
Il Giappone è stato anche il primo e unico Paese a prendersi la briga non solo di comprare ma anche di costruire l'F-15, il nuovo e possente caccia da superiorità aerea americano, degno discendente del Phantom. Dopo una valutazione attorno al giugno 1975 ad Edwards, l'aereo divenne ufficialmente materia d'interesse per i militari giapponesi e nel tardo 1977 venne annunciato dal National Defense Council che quest'aereo era stato selezionato come caccia del futuro per la JASDF. Era costoso da produrre e mantenere, e non dev'essere stata una decisione a cuor leggero, ma di fatto il Giappone in pieno boom economico da anni era in grado di sopportare tale impegno. Questo progetto ebbe naturalmente l'ennesimo nome in codice, 'Progetto Peace Eagle', e si articolò sulla fornitura di 2 monoposto e 12 biposto DJ dalla MDD, e il resto sarebbe stato prodotto in Giappone dalla Mitsubishi a Komaki.
 
I caccia F-15 giapponesi, che vennero prodotti esclusivamente nel tipo monoposto, vennero forniti ad uno standard simile al tipo C e D, ma senza ECM e RWR, ma questi equipaggiamenti fondamentali non potevano restare omessi, e allora i giapponesi provvidero con i loro apparati nazionali: J/APR-4 e XJ/APQ-1 RWR, e J/ALQ-8 ECM suite, radar warning system. lanciatore per AN/ALE-45 chaff/flare dispenser, mentre il sistema di bombardamento per armi nucleari venne omesso, mentre al tempo stesso vennero consegnate le rastrelliere di bombe MER-200P. Gli aerei erano anche dotati di data-link per collegarsi alla difesa aerea (di fatto l'unico compito che ebbero, rastrelliere di bombe o meno), missili AIM-9 e AIM-7, e qualche tipo giapponese equivalente. I primi, di costruzione MDD vennero fatti volare il 4 giugno 1980, erano i 79-0280 e 281, che nella JASDF sarebbero diventati 02-8801/02. Poi arrivarono altri 8 costruiti negli USA e assemblati in Giappone e infine, il 12-8803 fu il primo caccia costruito in Giappone integralmente, il 26 agossto 1981 volò per la prima volta. Dopo i primi 12 F-15DJ, la produzione venne demandata, anche se erano pochi esemplari, in Giappone. Il servizio cominciò con l'unità sperimentale di Gifu, Honshu, dal marzo '81. Il primo hikotai fu il 202 di Nyutabaru, Kyushu, cominciando l'attività nel 1981-82 e rimpiazzando i vecchi F-104. I Phantom, ben più moderni non vennero invece rimpiazzati subito: solo dal 1987 cominciò la loro sostitutizione, con il 303imo.
 
Ecco le unità con gli F-15 giapponesi:
 
* 201 Hikotai ,2 Kokudan, Chitose: dal 1986, al posto degli F-104J
* 202 Hikotai, 5 Kokudan , Nyutabaru: dal 1981, al posto degli F-104J. E' l'OCU per questi apparecchi. E' stata sciolta nel 2000 e rimpiazzata dal 23 imo Hikotai, sempre di stanza a Nytabaru.
* 203 Hikotai, 2 Kokudan , Chitose: dal 1983 al posto degli F-104J
* 204 Hikotai , Hyakuri : dal 1984, al posto degli F-104J
* 303 Hikotai , 6 Kokudan, Komatsu: dal 1987 al posto degli F-4EJ
* 304 Hikotai, 8 Kokudan, Tsuiki: dal 1990, al posto degli F-4EJ
* 305 Hikotai, 7 Kokudan, Hyakuri : dal 1993, al posto degli F-4EJ
* 6 F-15DJ assegnati al Hiko Kyodotai, che è lo Squadron di 'aggressors' di Nyutabaru, al posto dei T-2 che a quanto pare erano poco potenti come motori, e con un tasso d'incidenti eccessivo.
 
Gli F-15 erano inizialment dotati degli F100-PW-100, poi rimpiazzati, dal 1991, con gli F100-PW-220, meno potenti ma più affidabili. Nondimeno, in circa 20 anni di servizio, appena 8 aerei sono andati persi in incidenti fino al 2000 circa. Questo è ancora più significativo se si considera che in totale ne sono stati costruiti un gran numero, sia pure al solito spalmati in decenni: Al 1991 ve n'erano circa 120, ma in tutto sono poi arrivati a ben 180 più 40 biposto ordinati al 2000, di cui 150 monoposto e 37 biposto effettivamente consegnati, con una forza complessiva di circa 180 apparecchi. La loro importanza, per la JASDF è paragonabile a quella dei Tornado per le aviazioni europee; per esempio, la Luftwaffe, l'AMI e la JASDF hano tutte cominciato con i F-104G/J, poi hanno continuato ognuna per proprio conto: Phantom per LW e giapponesi, F-104S per l'AMI che ne era una sorta di equivalente 'economico'. Poi, come macchina supersonica di terza generazione la LW e l'AMI hanno ricevuto il Tornado, i giapponesi l'F-15. La differenza, essenzialmente è di impostazione: mentre i Tornado tedeschi e italiani sono aerei d'attacco, e per giunta tutti comprati in versioni effettivamente d'attacco o ricognizione, gli F-15 sono caccia e i giapponesi ne hanno comprato solo le versioni effettivamente dedite alla caccia. Dal 1997, con i ritardi dell'F-2 vennero aggiornati gli Eagle giapponesi con lo standard MSIP-II, il che includeva un J/ALW-8, e addirittura un sistema FLIR/IRST che non sono mai stati adottati dai caccia di questo tipo, a parte gli apparati tipo LANTIRN per l'attacco, e i missili di tipo AMRAAM o equivalenti giapponesi.
 
Alla fine della produzione, il 10 dicembre 1999 vide un totale di 165 F-15J e ben 50 DJ costruiti per la JASDF, leggermente meno del totale preventivato ad un certo punto Questi potenti caccia avrebbero potuto esprimere meglio la loro potenzialità se fossero stati prodotti in tempi più rapidi: ancorché il totale sia imponente e di gran lunga maggiore di altri utilizzatori dell'F-15, la produzione ha visto circa un aereo al mese per circa 20 anni. I sistemi snc. hanno 6 numeri: il primo è l'ultima cifra dell'anno di fornitura, il secondo il tipo di aereo (il 2), il terzo per il ruolo (8, caccia ognitempo), e poi altri 3 numeri per l'aereo di per sè.
 
Ecco i numer degli F-15J:
02-8801/8802, 12-8803,
22-8804/8806, 22-8807/8810, 22-8811/8815, 32-8816/8827, 42-8828/8844, 52-8845/8863, 62-8864/8878, 72-8879/8895, 82-8896/8905, 82-8896/8905, 92-8906/8913, 02-8914/8922, 12-8923/8928, 22-8929/8940, 32-8941/8943, 42-8944/8950, 52-8951/8957 , 62-8958/8959, 72-8960.
 
Notare che differentemente dagli F-4EJ e similmente agli F-104J, gli F-15 sono noti come J/DJ, non sono cioè la versione giapponese della versione americana equivalente (originariamente doveva essere la A e B, poi in pratica C e D), ma la giapponesizzazione del progetto del caccia di per sè, senza una diretta corrispondenxa in termini di versioni con quelle USA, il che presuppone che sia stato utilizzata una riprogettazione più profonda e quindi meno definibile.
 
 
====L'ultimo Mitsubishi: l'F-2====
L'F-2 era il successore dell'F-1, ma stavolta non si trattava del clone di un aereo d'attacco, ma di un caccia multiruolo: l'F-16. Tutto iniziò nel 1982, con l'annuncio ufficiale del Governo per un nuovo caccia successore dell'F-1, e ne derivò il NFSA, oFS-X. Dopo avere valutato opzioni del tutto nazionali, l'F-16, l'F-18, il Tornado, tutti demandati per utilizzare in ogni caso i missili antinave ASM-1 e i datalink di tipo giapponese. Ufficialmente vennero emessi i requisiti per il nuovo aereo il 22 novembre 1985, con la direttiva di avere 2-4 missili antinave, o altrettanti AAM, raggio d'azione di circa 830 km. Nonostante le tante macchine disponibili, non ne vennero individuate di già esistenti, e venne deciso di realizzare un nuovo aereo di concezione giapponese, suscitando proteste da parte sopratutto degli USA, che premettero per far riconsiderare la decisione, anche perché vi era già un pesante deficit commerciale verso il Giappone. Aprile 1986, venne riconsiderata la questione, e tutti gli offerenti ritornarono alla carica. Eliminato il Tornado, che era stato considerato 'difficile' per via della collaborazione con un programma europeo, che non era nello 'standard' dei giapponesi. Eppure, avevano messo in servizio una sorta di clone del Jaguar, forse non furono soddisfatti della collaborazione all'epoca ottenuta dagli europeri? L'F-18 seguì nella serie dei 'cestinati' essendo troppo costoso. Alla fine, l'11 settembre dell'87 venne ridotta la partecipazione tra l'F-15-16 e un aereo 'indigeno', un pò come i taiwanesi con l'IDF stavano all'epoca tentando di dare vita ad un nuovo aereo da combattimento nazionale. Il 21 ottobre venne trovata la soluzione che salvava salomonicamente capra e cavoli: venne scelto un modello che sarebbe stato co-sviluppato con la GD, che avrebbe fornito alla Mitsubishi un grande ammontare di tecnologie, tanto che la cosa venne criticata all'epoca. Ma per 130 caccia FS-X programmati all'epoca, si trattava di un gioco che valeva la candela. Il lavoro sarebbe stato di competenza GD per il 40%, e per il 60 per la Mitsubishi Heavy Industries. Questa ebbe la responsabilità per la fusoliera anteriore e assemblaggio finale, la Kawasaki ebbe responsabilità per la fusoliera centrale, la Fuji per il radome e le prese d'aria, oltre che per parte dell'ala e altre parti ancora. I motori sarebbero stati gli F-110GE-129 prodotti su licenza dalla Ishikawajima-Harima ed erano, gli stessi dell'F-16 Block 50. E non era un caso: l'intero progetto somigliava 'molto' ad un F-16, tanto che se ne faticherebbe a distinguere le differenze. E' per molti aspetti la stessa cosa che è accaduta a Taiwan e Corea del Sud con i loro progetti autoctoni.
 
L'FS_X/F-2 avrebbe dovuto essere dotato di alette sotto la presa d'aria tipo quelle dell'F-16CCV o dell' AFTI F-16, ma poi non ha avuto seguito dopo l'11 dicembre 1991, per ridurre resistenza e peso.
 
Detto questo, le differenze tra l'F-2 e l'F-16 erano molte, con una nuova ala più grande, larga circa 1 metro più che quella del Fighting Falcon e con maggiore corda per un totale del 25% di superficie in più, il che aiuta a ridurre il carico alare e ad alloggiare i punti d'aggancio subalari. Anche le superfici di coda sono più grandi, del 20%, e abbastanza naturalmente anche la fusoliera lo è, di circa 15 cm di lunghezza in più (15,3 m totali). Ma è il tettuccio la maggiore differenza: ha struttura rinforzata per resistere all'impatto con i volatili, il che ha significato un parabrezza separato, similmente all'F-18 Hornet: niente sorpresa, visto che entrambi sono considerati macchine multiruolo con importanza notevole per l'attacco al suolo. Il tettuccio dell'F-2 dà l'idea di essere più basso e di disegno più aggressivo rispeto alla 'bolla' dell'F-16. Il peso previsto al massimo è di circa 22.500 kg, ben maggiore di quello di circa 19 t degli ultimi F-16C americani. Nell'insieme, si tratta di un progetto che ha seguito molto della filosofia di 'ingrandimento' che avrebbe poi avuto l'F-18.
 
Naturalmente, la vera differenza è l'avionica, che i giapponesi hanno hanno fornito senza risparmi, del più alto livello possibile: radar phased array attivo come sensore principale, un qualcosa di straordinariamente avanzato per l'epoca, fornito dalla Mitsubishi Electric, display LCD della Yokogawa, un HUD olografico della Shimadzu, sistema ECM integrato della Mitsubishi. Per gli anni '90 si trattava di un qualcosa di straordinario, specie considerando che si tratta di un caccia leggero, e all'epoca anche le nazioni NATO erano più che fortunate ad avere radar APG-66 migliorati e APG-65. Anche i sistemi INS e computer di missione erano giapponesi. Infine vi erano i sistemi di pilotaggio HOTAS. Il carburante interno è di circa 1043 galloni americani per il caccia nella versione biposto, 1225 per il monoposto, molto più che nel caso dell'F-16. Armi come gli ASM-1 e 2 (con guida IR e turbogetto, che permette di raddoppiare il raggio d'azione a oltre 100 km), missili AIM-7F e M, AIM-9L, e nuovi missili giapponesi: l'AAM-3 a corto raggio, e AAM-4 a lungo. Cannoni JM61A1 erano previsti come armi interne.
 
Tutto questo però, non ha reso possibile un rapido ed economico sviluppo. Il prototipo 63-001 uscì dagli stabilimenti della Mitsubishi il 13 gennaio 1995 ma volò solo l'7 ottobre, per 38 minuti, mentre il secondo prototipo volò il 13 dicembre 1996. Sempre quell'anno arrivò la denominazione ufficiale di F-2 e F-2B per il biposto. Entro il 1998 i test dovevano essere finiti, ma fenomeni di flutter e di rotture nelle ali dei 4 prototipi consegnati alla base sperimentale di Gifu causarono ritardi, e altri problemi continuarono a manifestarsi. In tutto erano previsti fino a 141 aerei, con entrata in servizio nel 2001. Erano previsti anche 11 aerei per i 'blue Impulse', ma poi nel 1997 questo venne omesso dalal pianificazione, così il totale scese a 130, nel tentativo di ridurre i costi astronomici del programma. Nel frattempo, i vecchi F-1 cominciarono ad essere ritirati dal servizio senza aspettare l'arrivo degli F-2, due decadi dopo l'avvio del programma.
 
====T-4====
Nel frattempo è entrato in produzione un nuovo addestratore, il Kawasaki T-4. Questo aereo, originariamente noto come K-850, poi ebbe uno sviluppo che si potrebbe definire pan-nipponico, perché la Fuji e la Mitsubishi entrarono nel programma ciascuna col 30% del programma, senza contare la Hishikawa che costruì il motore. Il velivolo derivatone volò come prototipo nel 1985, a luglio. Ne erano previsti ben 200 esemplari, tutti per il mercato interno, che avrebbero sostituito i Fuji T-1 del 13imo Stormo ad Ashiya e i T-33 del 1° Stormo di Hamamatsu. L'aereo ha una struttura moderna, e tanto per cambiare somiglia molto ad un apparecchio europeo, l'Alpha Jet, ma ha struttura, specie per il muso, più massiccia e meno appuntita, simile a quella dell'Hawk britannico. Questo apparecchio, che ha ripreso elementi importanti dai due più eminenti tra i nuovi addestratori intermedi mondiali è nell'insieme un velivolo moderno e assai potente. E' motorizzato da due Hiskikawa F3-IHI-30, da 1665 kgs, con scarichi dietro le ali, ma non quanto nell'Alpha Jet, rispetto a cui il T-4 presenta una potenza maggiore di almeno 600 kgs. Provvisto di ala alta e di due motori di media potenza turbofan, somiglia molto all'Alpha Jet. Il peso è di 7500 kg contro 7250, la superficie alare di 21,6 m2 contro 17,5 e quindi l'aereo giapponese ha sia un carico alare minore che un miglior rapporto potenza peso, nondimeno non pare avere prestazioni maggiori, anzi leggermente inferiori. IL carico bellico, su 4 piloni, è di 900 kg, molto meno ma d'altro canto all'aereo non sono richieste capacità belliche particolarmente rilevanti, giusto un armamento basico per addestramento dei piloti. Le dimensioni sono di 9,9 x13 m (contro 9,11 e 12,29 m per il leggermente più piccolo A.Jet).
 
 
 
 
 
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L'aviazione avrebbe visto la riduzione da 28 gruppi d'allarme radar a 8 + 20 squadroni, la riduzione di aerei da combattimento, l'arrivo di 2 E-767 AWACS nel 1998, caccia F-2.
 
===Marina===
La Marina giapponese, la MSDF (Marine Self Defence Force) o meglio, la Kaijoh Jiei-Tai è, non sorprendentemente, il Servizio con il maggior sviluppo e la maggior potenza relativamente alle altre. E' la Marina più potente dell'Asia, eccetto quella Russa, ma solo per via della disponibilità da parte di quest'ultima di armi e propulsori nucleari.
 
L'organico era, nel 1995, di 43.000 effettivi sui 274.000 in servizio su tutte le F.A. giapponesi, cosa di sicuro notevole specie se si considera che si tratta di personale esclusivamente volontario, in quanto in Giappone non esiste la leva. Dei 43.000, 9.000 erano ufficiali, 1.000 capi, 23.000 secondi capi e 10.000 comuni, con un 4% costitutito da donne. I limiti d'età erano 53 anni per i secondi api e sergenti, e 60 anni per gli ammiragli. Infine vi erano 4.000 civili al servizio della Marina. L'organizzazione vedeva il Capo di Stato Maggiore, a sua volta comandato dall'Agenzia della Difesa, mentre le componenti sotto il suo controllo (nel 1995 v'era l'Ammiraglio Chiaki Hayashizaki) erano 4 flottiglie: 1a, basata assieme alla 4a a Yokosuka, ,2a a Sasebo e la 3a a Maizuru. Poi vi erano le forze aeree della Flotta su 7 stormi: 1o a Kanoia, 2, Hachinohe, 4 Atsugi, 5 Naha, 21 Tateyama, 22 Omura, 31 Iwakuni, che avevano complessivamente 16 gruppi. La forza di sottomarini era data dalla 1a flottiglia a Kure e 2a a Yokosuka, con 3 divisioni l'una. Inoltre vi erano le due flottiglie di dragaggio di Kure e Yokosuka, il comando addestramento e sviluppo a Yokosuka. Infine le flottiglie dragaggio distretturali di Yokosuka, Kure, Sasebo, Maizuru e Ominato. Vi sono anche il comnado dell'addestramento aereo di Shimofusa, quello navale addestrativo di Kure, comando Centrale della comunicazioni di Ichigaya e quello oceanografico di Yokosuka.
 
Le 4 flottiglie navali sono state calcolate per consentire sempre la disponibilità di almeno una flottiglia di cacciatorpediniere in mare. Vi erano per ciascuna un cacciatorpediniere DDH elicotteristico che era la nave ammiraglia, e 3 divisioni con un totale di 8 navi, non è chiaro se comprensive anche dell'ammiraglia.
 
Il bilancio nel 1995 era di 22 mila miliardi di lire (ovviamente si tratta dell'equivalente degli yen) che rappresentava nondimeno solo il 23,7% del bilancio difesa (percentuale con ogni probabilità stimata per difetto, se si trattava di 22.000 miliardi: il Giappone non ha mai avuto costì tanti soldi per la Difesa). Il fatto che il Giappone spendesse meno dell'1% nel settore militare non impediva quindi che la cifra in termini assoluta, data dalla seconda economia più grande del mondo, fosse di tutto rispetto: all'epoca, per esempio, l'intero bilancio della Difesa italiano arrivava a circa 26.000 miliardi.
 
Nel periodo 1991-95 almeno 28 navi sono state approvate su 35 previste, il che causa una riduzione da 96.000 a 86.000 t del dislocamento previsto, che ha significato la perdita di una coppia di navi di scorta e alcune minori.
 
Per il 1995 vi erano in programma 14.000 t di naviglio nuovo, tra cui un sottomarino Harushio migliorato, 2 caccia Murasame e due cacciamine costieri. Tutto questo portava a una considerevole flotta, che superava le 320.000 t con le sole 160 navi maggiori.
 
Al 1998 vi erano stati pochi cambiamenti: la flotta giapponese era sempre di un ordine di grandezza più piccolo rispetto ai 3,2 milioni di t americani (e dire che nel frattempo la flotta USA si era quasi dimezzata..), d'altro canto tirati su di circa 1 milione di t con le sole portaerei. La Russia era di poco inferiore, con 2,2 milioni, anche se molto teorici, ed era dietro la Gran Bretagna (500.000), Cina (440.000),ma nondimeno con 293.000 t ha superato di 2.000 la Francia, oltre a staccare grandemente tutte le altre: India, con la sua rispettabile flotta da 195.000 t, Italia con 139.000 t, Germania con 126.000 t.
 
All'epoca vi erano 40 cacciatorpediniere/fregate, 17 fregate leggere/corvette, 18 sottomarini, 3 aliscafi missilistici, circa 10 navi anfibie, 31 navi MCM e 80 circa navi ausiliarie. Per l'aggiornamento questa potente flotta, molto moderna ed efficiente (è stata la seconda ad avere il sistema AEGIS), ha previsto nel solo 1997 2 caccia da 4.400 t Murasame, un sottomarino da 2.700, un cacciamine da 510, una nave d'addestramento da 2.400 t, una ausiliaria da 400 per 14.000 t. Alla fine del decennio dovevano essere arrivati a circa 100.000 t con 8 caccia, 5 sommergibili e altre 18 navi, più 37 elicotteri. Gli effettivi erano 45.700 e gestivano anche 220 aerei più o meno 100 P-3 e altrettanti elicotteri. Il bilancio per il 1998 era di 4,9 miliardi di yen o 56.000 miliardi di lire, tanti ma pur sempre meno dell'1% del totale.
 
 
Navi in carico alla Marina (al 1995):
 
* 42 cacciatorpediniere:
** 2+2 in ordine Classe 'Kongo': 7.250 t standard, 1 cannone OTO da 127 mm, sistema AEGIS e 90 Mk 41VLS
** 8 'Asagiri': 3.500 t standard,1 cannone da 76 mm, missili ASROC, S.Sparrow, Harpoon, elicottero
** 6 in ordine 'Murasame': 4.400 t standard, 1 cannone da 76 mm, ASROC VL, S.Sparrow VL, Harpoon, elicottero
** 2 'Hatakaze': 4.600 t standard, 1 cannone da 76 mm, ASROC, SM-1MR, Harpoon
** 12 'Hatsuyuki': 3.000 t standard, 1 cannone da 76 mm, ASROC, S.Sparrow, Harpoon, elicottero
** 2 'Shirane': 5.200 t standard, 2 cannoni Mk 4 da 127 mm, ASROC, S.Sparrow, 3 elicotteri
** 2 'Haruna': 5.000 t standard, 2 cannoni da 127 mm, ASROC, S.Sparrow, 3 elicotteri
** 4 'Takatsuki': 3.250 t standard, ASROC, S.Sparrow, Harpoon
** 2 'Tachikaze': 3.850 t, 2 cannoni Mk 42, SM-1MR, ASROC, Harpoon
** 3 'Yamagumo': 2.150 t, ASROC, addestramento e supporto
** 3 'Minegumo': 2.100 t, ASROC, idem
** 1 'Amatsukaze': 3050 t, SM-1MR e ASROC, idem, prevista la radiazione nel '95.
 
*20 fregate:
** 6 'Abukuma': 2050 t, 1 cannone da 76 mm, ASROC, Harpoon
** 2 'Yubari': 1470 t, 1 cannone da 76 mm, Harpoon
** 1 'Ishikari': 1.290 t, Harpoon
** 11 'Chikugo': 1-500 t, 1 cannone da 76 mm, ASROC
 
*18 Sommergibili:
** 3 'Harushio migliorati' in ordine: 3.000 t immersi, siluri e Sub-Harpoon
** 6+1 'Harushio': 2.750 t, siluri e Sub-Harpoon
** 10 'Yuushio': 2.400 t, siluri e Sub-Harpoon su 7 navi
** 2 'Urushio': 2.400 t, siluri, navi addestrative.
 
** 3+3 aliscafi, 4 SSM-1
** 3 LST 'Atsumi': 1.500 t, 89 m
** 3 LST 'Miura': 2.000, 98 m
** 34 LCM e LCVP
** 30 cacciamine 'Hastushima/Uwajima'
** 3 cacciamine d'altura 'Yaeyama'
 
 
Questo elenco dà una ghiotta occasione di parlare delle navi giapponesi in dettaglio. Come si vede si tratta di navi armate con sistemi prevalentemente americani, con poche eccezioni nazionali o di fornitura italiana (artiglierie).
 
'''Classe Haruna''' e la successiva '''Shirane''': si tratta di navi di tipo molto particolare, varate nel 1973-74 e 1980-81. Il dislocamento è molto elevato, necessario per la loro funzione specifica di navi antisommergibili. Esse sono l'esempio di come la logica dell'accumulo di capacità trasporti da una classe ad un'altra in maniera molto difficile da notare senza ambiguità. Normalmente un cacciatorpediniere ha un elicottero, al massimo due, medio-piccoli. Ma questo non necessariamente assicura che almeno uno sia disponibile per le operazioni nell'arco delle 24h. Per avere praticamente la certezza che almeno uno sia disponibile, è necessario averne due in carico, ma per avere anche quasi la certezza che uno sia anche mantenibile in aria in maniera continuativa è bene averne tre, possibilmente a lunga autonomia. Ed è proprio quello che hanno deciso i pianificatori di alcuni tipi di navi, come gli Iroquois canadesi, che hanno un ampio ponte di volo e hangar per ospitare due Sea King. Ma nel caso delle navi giapponesi si è preferito aggiungere un terzo elicottero, portando così la forza imbarcabile a ben 3 macchine pesanti Sea King. Se fosse stato disponibile un tipo di elicottero medio-leggero non vi sarebbero stati problemi ad imbarcare 4-5 macchine leggere.
 
La cosa notevole è che in tal modo ciascuno di questi 4 cacciatorpediniere assume una capacità quasi da 'incrociatore' portaelicotteri, tanto che per esempio, i due 'Doria' italiani potevano ospitare 4 elicotteri AB212 o 2 Sea King, anche se avevano anche un lanciamissili antiaerei a lunga gittata. I due 'Haruna' e i migliorati, leggermente ingranditi 'Shirane' hanno un grande hangar e un ponte di volo anche maggiormente notevole, con sovrastrutture raggruppate nella parte centrale e anteriore. L'armamento ed attrezzature antisom. sono impressionanti e possono contare su di un ASROC, sistema lanciarazzi standard capace, con un ingombro ridotto, di lanciare razzi dotati di siluro ASW o anche di una carica di profondità nucleare entro un raggio di 9 km. Sistema standard americano, è stato esportato sopratutto in Giappone. I cannoni sono 2 pezzi Mk 42 a prua, capaci di 23 km di gittata e 30 colpi al minuto, anche se piuttosto grandi e pesanti essendo sistemi degli anni '50 e dotati anche di apparati di controllo locale per il tiro. Completavano la dotazione i siluri Mk 46 su lanciatori tripli Mk 32. Sono armi da 45 nodi e 11 km di portata, capaci di portare 45 kg di testata e 500 m di profondità (contro, per il precedente Mk 44, 30, 5,5, 34kg e 300 m rispettivamente).
 
L'armamento per la lotta ASW era abbondante, non così per la difesa antiaerea e antinave, così in seguito gli 'Shirane' e anche gli 'Haruna' hanno avuto un lanciamissili Sea Sparrow sull'hangar con missili SAM capaci di una gittata di 15-22 km e una quota fino a 15,000 m, prestazioni molto notevoli per missili SAM a corto raggio, che diventavano quasi armi adatte per la difesa d'area. Infine sono stati istallati CIWS Phalanx, due esemplari a mezzanave. La mancanza di missili Harpoon, invece, non pare sia mai stata rettificata e le navi semplicemente ebbero un incremento della capacità antiaerea e antimissile, demandando la lotta antinave ad altre unità, presenti solitamente nelle formazioni. Infatti, la flotta giapponese era basata su 4 flottiglie cacciatorpediniere, ciascuna su 8 navi, di cui una era un portaelicotteri e una nave per la lotta SAM d'aerea. A questo si aggiungevano le navi multicompito medio-leggere al livello di fregata secondo gli standard europei, e l'aviazione basata a terra. A tutti gli effetti, venne considerato che raggruppare gli elicotteri su navi specializzate era un vantaggio netto per l'operatività delle macchine imbarcate e la loro efficienza; piuttosto che 1 elicottero su 3 navi, meglio 3 elicotteri su una sola, anche se questo significava aumentare il dislocamento e prevedere navi specializzate. Su di una via simile si mosse la Marina Italiana quando costruì i due 'Doria', che vennero trovati poco utili e così il Vittorio Veneto ebbe un dislocamento del 50% maggiore con il doppio degli elicotteri, e infine la Garibaldi con più elicotteri e senza sistema antiaereo a lungo raggio a prua. Qualcosa di simile si vide anche con le navi sovietiche Moskva/Kiev, seppure su scala maggiore. I 4 caccia sono stati assegnati come le navi ammiraglie di ciascuna flottiglia caccia giapponese. Le 'Haruna', nonostante il dislocamento maggiore hanno ricevuto gli elicotteri medio-leggeri SH-60 come standard.
 
Come avrebbe dimostrato anche la Marina giapponese, la corsa al gigantismo per il miglior rapporto costo-efficacia è un fatto ineluttabile nell'evoluzione biologica, logica e tecnica, destinato a crescere fino al massimo pratico e spesso tentando di andare anche oltre. La nave che avrebbe sostituito gli 'Haruna' è diventata così una vera portaelicotteri, simile di fatto alla Garibaldi/Asturias. Essa è stata varata da poco, e ha compiuto recentemente le prove in mare. Si presenta come l'estrema evoluzione del concetto della nave portaelicotteri, ed infatti la '''Hyuga''' (DDH-181) è una nave che riporta il nome di una vecchia corazzata del 1918, modificata in ibrido portaerei nel '42 assieme alla gemella per sopperire alla mancanza di portaerei.
 
Ma questa unità, a parte la mancanza di uno sky.jump per Harrier, ha in effetti una conformazione da portaelicotteri senza compromessi. Ha una lunghezza di 197 m, stazza 13.000 t con un massimo di 18.000, trasporta normalmente 4 elicotteri ma può arrivare anche a 11, inclusi quelli pesanti del tipo CH-47. Ha un equipaggio di 347 uomini, può disporre di ben 100.000 hp grazie a 4 turbine LM 2500 che permettono una velocità di 33 nodi, vi sono un lanciatore Mk 41 a 16 celle per missili Sea Sparrow ESSM o ASROC VL, 2 CIWS Phalanx e due lanciasiluri Mk 32. Gli ESSM sono missili evoluti rispetto ai vecchi Sea Sparrow e consentono sia il lancio verticale che una velocità media di mach 2 contro 0,8, per cui la loro velocità media è paragonabile a quella massima dei missili di vecchia generazione (attorno a mach 2-2,5). Gli ASROC (Anti-Submarine Rocket Vertical Launched) sono la versione per i lanciatori verticali di nuova generazione sottoponte, senza più la necessità dei vecchi e pittoreschi lanciamissili a otto celle brandeggiabili. Le navi saranno in servizio nel 2009 e 2011 (l'altra avrà 371 uomini d'equipaggio e una maggiore capacità di comando e controllo, con uno staff più numeroso). Notevole la presenza di radar di nuova generazione, addirittura due sistemi phased array sistemati con 4 antenne sulle sovrastrutture che sono raggruppate a destra. La loro funzione è verosimilmente specializzata: uno si occupa della scoperta aerea, mentre l'altro, più piccolo e alla sua destra, ha una funzione di controllo del tiro missili. Il costo, piuttosto alto ma non eccessivamente per una nave moderna di questo tipo, si aggira sui 920 milioni di dollari, circa il doppio di una fregata antiarea tipo le F-100 o LCF. Di fatto, sono le prime portaeromobili pure della Marina giapponese postbellica.
 
 
Le navi più potenti, portaeromobili a parte, sono le navi da difesa aerea, e tra queste i 4 '''Kongo'''. Si tratta di 4 cacciatorpediniere, ma tranquillamente considerabili come incrociatori date le loro caratteristiche. Sono simili agli 'Harleigh Burke' americani con radar SPY-1 AEGIS, ma con alcune centinaia di tonnellate in più, una sovrastruttura ancora più imponente e alta dalle forme assai aggressive, un albero a traliccio e un cannone OTO da 127 mm costruito in Giappone dalla Mitsubishi, con maggiore cadenza di tiro per il ruolo contraereo. Vi sono 90 celle di lancio, 61 a prua e 29 a poppa, con missili di vario genere e in particolar modo gli SM-2 e in futuro, gli SM-3 antimissile balistico. Il costo di ciascuna nave si stima in ben 2500 miliardi di lire. il KONGO entrò in servizio il 25 marzo 1993,dopo essere approvata nell'anno fiscale 1988, poi è arrivata il Kirishima il 17 marzo 1995 e in seguito le ultime due navi della classe, che in origine ne doveva comprendere 8.
 
 
Navi di minore impegno sono le '''Murasame''', previste in 8 esemplari con la capoclasse varata nel 1994 a Yokohama. Hanno equipaggio di 160 elementi, assai ridotto grazie all'automazione, radar avanzati, missili a lancio verticale Sea Sparrow e ASROC, missili Harpoon, cannone da 76, Phalanx, elicottero SH-60J e lanciasiluri, forme moderatamente stealth. Totale dislocamento, 4.400 t standard.
 
I precedenti '''Asagiri''' sono simili, ma con dislocamento di 3.500 t. Realizzati in 8 esemplari tra il 1988 e il 1991, sono navi considerabili come fregate per gli standard europeri, grossomodo simili a delle Kortenaer'. Da notare che se come progettazione in generale le navi giapponesi sono simili a quelle USA, come anche per i sistemi d'arma, per i motori in genere sono scelte le turbine britanniche come le 'Olympus' d'attacco e le 'Tyne' da crociera. In precedenza le turbine erano a vapore, cosa durata fino agli anni '70. L'equipaggio per queste navi è di 220 uomini pur essendo piuttosto contenuto, sono pur sempre più numerosi dei 'Murasame'. I 2 CIWS sono sistemati a prua, dietro la plancia, mentre sul ponte prodiero vi è il cannone e l'ASROC, e a poppa l'elicottero e il Sea Sparrow.
 
I cacciatorpediniere missilistici per il resto sono rappresentati dai 12 '''Hatsuyuki''' del 1982-87, da 3.000 t standard e 3700 a pieno carico. Esse sono navi praticamente analoghe alle 'Kortenaer' come impostazione generale, con un fumaiolo centrale, due 'Olympus' da 22.500 l'una e due 'Tyne' da circa 5.000, per un totale di circa 30 nodi. Hanno il cannone da 76mm, 8 Harpoon, 8 S.Sparrow, 8+8 ricariche per l'ASROC, tubi lanciasiluri, elicottero, 2 CIWS. Ben bilanciate, sono dotate di radar di scoperta aerea OPS-14, di superficie OPS-18, radar guidamissili FCS2 e controllo tiro cannone GFCS2, sistemi ECM e sonar a scafo OQS-4. L'unica mancaza è il sonar a profondità variabile, ma queste navi sono riuscite ad ottenere presto un programma d'aggiornamento iniziato nel 1990 per istallare questo dispositivo.
 
I caccia ASW, praticamente fregate, sono le navi di maggior diffusione, con non meno di 20 esemplari solo considerando le due classi più diffuse. Ma esistono anche navi antiaeree, non ancora considerate nell'elenco. Si iniziò con l'AMASUKAZE del 1965, con missili Tartar, la prima nave lanciamissili giapponese. La sua struttura aveva due fumaioli slanciati e due alberi a traliccio. Seguirono i 4 '''Takatsuki''' del 1967-70, simili ai caccia 'Adams' americani, ma con un hangar per elicottero al posto del lanciamissili poppiero. Infine vi sono stati costruiti i caccia lanciamissili '''Tachikaze''' da 3850 t standard e 3950 nel caso del terzo caccia, il DD-170. Queste navi sono state realizzate nel 1976-80, sono lunghe 143 m, hanno due turbine ancora del tipo a vapore da ben 70.000 hp per 32 nodi. Grossomodo equivalenti agli 'Audace' italiani, non avevano elicotteri ma un sistema missilistico ASROC, il DD-170 era più grande con 270 membri dell'equipaggio. Radar SPS-52 3D, di scoperta bidimensionale OPS-11B o,nel DD-170, OPS-28, scoperta in superficie OPS-17, 2 radar di controllo del tiro Type 72, 2 guidamissili SPG-51C, ESM OLT-3, lancia-chaff, sonar OQS-3 o 4. Quantomeno il DD-170 ebbe, accanto ai due cannoni Mk 42, lanciamissili Mk-13 e ASROC, lanciasiluri Mk 32, anche 8 Harpoon e 1-2 CIWS Phalanx.
 
I caccia '''Hatakaze''' sono gli ultimi della serie pre-AEGIS, con 4.600 t di dislocamento standard, consegnati nel 1986-88. Sono navi con ponte continuo 'flush-deck', accentuato cavallino di prua, un poderoso albero a tralicio per il radar 3D e grande fumaiolo sistema missilistico Mk 13 con 40 missili sistemato a prua anzichè a poppa, dietro vi è il cannone Mk 42 sistemato su di una piattaforma elevata e infine, sempre sul lungo ponte di prua, il lanciatore ASROC, proprio davanti alla plancia comando. A poppa vi sono 2 CIWS e il ponte di volo dell'elicottero (ma senza hangar), nonchè gli 8 Harpoon. Per qualche strano motivo, le navi giapponesi sono fin troppo munite di alberi a traliccio molto grossi e complessi. Gli 'Asagiri' ne hanno addirittura due, il secondo spostato a sinistra della sovrastruttura, gli 'Hatakaze' uno alto e uno corto e tozzo, con il radar di scoperta aerea sopra.
 
I caccia futuri sono rappresentati da un nuovo progetto, finalmente senza traccia degli alberi a traliccio ma con un solo albero tubolare leggermente inclinato all'indietro. Per il 2007 sono stati approvati i fondi per la loro realizzazione, quantomeno per la prima delle 4 unità previste. Dislocamento di 5000 t, cannone da 127 mm che torna ad essere americano (l'Mk 45 mod. 4 da 62 calibri), 2 lanciamissili quadrupli per i nuovi Type 90, due trinati da 324 mm, 2 CIWS e un elicottero SH-60K, nonché lanciamissili Mk 41 VLS. Si tratta di navi che costeranno 717 milioni di dollari o 84,4 miliardi di yen, grossomodo due terzi di un 'Kongo'. Il che fa considerare che il costo dovrebbe essere circa 1500 miliardi delle vecchie lire per questi ultimi piuttosto che 2500, almeno con gli attuali rapporti di cambio. Nel frattempo si prevede una contrazione delle dimensioni delle Divisioni navali da 12 a 8 navi ,un DDH portaelicotteri e lanciamissili.
 
Altre navi sono le 6 vecchie '''Minegumo''' e '''Akigumo''', del 1967-78, unità da 2100 t di tipo leggero, praticamente delle fregate con lanciasiluri, cannoni da 76 mm, razzi Bofors da 375 mm. Alla metà degli anni '90 erano già considerate mezzi d'addestramento. Sono una sorta d'anello di congiunzione con le fregate, che peraltro per gli standard europei si potrebbero chiamare piuttosto corvette.
 
Queste sono state costituite anzitutto dalle '''Chikugo''', 11 navi da circa 1500 t standard, con lanciatore ASROC: si tratta delle navi più piccole in cui siano mai stati istallati questi missili antisommergibile, pur con una lunghezza di 93 m. Hanno anche vecchi cannoni da 76 e 40 mm, lanciasiluri ASW leggeri e un set di sensori ASW che successivamente all'entrata in servizio si arricchì anche di un sonar a profondità variabile.
 
La '''Ishikari''', con motori a turbina in sostituzione di parte dei diesel delle precedenti ha ottenuto un successo molto limitato, in quanto la nave, completata tra il 1979 e il 1981, pur facendo da banco di prova per le nuove tecnologie, con un dislocamento di 1250 t e 85 m di lunghezza non ha soddisfatto: troppo piccola, troppi limiti di tenuta al mare e abitabilità.
 
Allora sono seguite 2 navi (originariamente dovevano essere tre, ma una venne tagliata dai programmi a metà anni '80) del tipo '''Yubari''', con dimensioni di 91 m e 1500 t di dislocamento standard, praticamente simili a quelle delle 'Chikugo'. Si tratta di navi armate pesantemente, con 8 missili Harpoon, ma vista la loro presenza, costrette a rinunciare all'ASROC. E' abbastanza strano, se si considera che le 'Knox' americane hanno avuto semplicemente la modifica del lanciatore per istallare, su due rampe, missili Harpoon al posto degli ASROC, per cui i due sistemi possono certamente convivere, ma non nella marina giapponese che di fatto li ha sempre tenuti separati. Le navi hanno cannoni OTO da 76mm, introdotti per la prima volta con il Murakumo (DD118) del 1978, uno dei vecchi caccia da circa 2000 t. Per la difesa antimissile hanno un CIWS e sistemi ECM OLT-3 e lancia-chaff, per la lotta ASW siluri Mk 46 del tipo Mk 68 (ovvero l'Mk 32 o equivalente) e un lanciarazzi da 375 mm Bofors binato sulla tuga a prua della nave.
 
Le fregate giapponesi, a differenza dei cacciatorpediniere, hanno alberature ridotte: tanto grosse e complicate sono quelle dei primi (e certamente non aiutano la stealthness) tanto sottili, quasi 'invisibili' sono quelle delle seconde, sottili per le 'Chikugo', piccole per le 'Yubari'.
 
Per l'evoluzione successiva, da segnalare le '''Abukuma''' del 1986 (approvazione), realizzate nel 1987-93, 6 navi da 2050 t e alberatura nuovamente 'complessa' con un alto albero a mezzanave e uno minuscolo a poppavia. Hanno cannone da 76 a prua, ASROC a centro nave, 8 Harpoon in lanciatori quadrinati a poppavia, giusto davanti al CIWS Phalanx che assieme ai lanciasiluri e al ponte poppiero per l'elicottero completa la dotazione d'armamento. Dopotutto si tratta di navi solo di poco più piccole delle 'Lupo'. Al solito hanno ponte continuo, sovrastrutture anteriori piuttosto alte e larghe, ponte di coperta in gran parte sgombro anche perché a mezzanave è tornato l'ASROC tra i due fumaioli, e un set di radar di scoperta e tiro, oltre allo spazio per armamenti e sensori aggiuntivi, tra cui possibilmente un sonar rimorchiato.
 
'''Aliscafi''': 3 navi ordinate con scafo similare a quello dei 'Nibbio', e altre 3 originariamente in programma. A causa del costo e delle dimensioni limitate, gli aliscafi di questo tipo non sono certo di economica gestione. La differenza non è nella piattaforma, ma nella motorizzazione con una R.R. Proteus al posto di una LM 500, mentre la dotazione d'armamento vede omesso il cannone da 76 mm anteriore, sostituito da un minuscolo Vulcan a tre canne, ma i missili antinave, anziché due soli OTOMAT sono 4 SSM-1B e altri apparati darma del tutto diversi per il settore elettronico. La costruzione è iniziata nel 1993.
 
'''Navi da sbarco''': la prima generazione comprendeva le 'Atsumi' e le 'Miura', entrambe costruite in 3 esemplari. Si tratta di piccole LST, le prime da appena 1500 t e 89 m, del 1972-77, che sono praticamente simili a navi del tipo 'Polnocny' sovietico in termini di uso e capacità. Hanno un cannone binato da 76 e uno da 40 poppiero, trasportano 400 t di carico e 130 uomini, mentre le Miura, da 2000 t standard e 98 m, portano 200 uomini, 10 carri e 4 mezzi da sbarco. Dato il carattere insulare del Giappone, disporre di una pur minima capacità di sbarco anfibio, con navi chiaramente per operazioni a corto raggio, non era certo considerabile come rinascita di ambizioni imperialistiche. In seguito la loro sostituzione ha previsto, nel 1993, la costruzione di una nuova nave LPD da 170 m e 8900 t standard, dunque una grossa nave da sbarco anfibio. Una simile nave era stata prevista anche nel 1986 ma da 5-6.000 t, senza però essere finanziata effettivamente. La nuova nave avrebbe avuto un bacino allagabile e 2 LCAC d'assalto anfibio americani. Simili ma più grandi rispetto alle 'San Giorgio', hanno ricevuto un bacino grande sufficientemente per ospitare i grandi hovercraft della Textron, che sono larghi 14,3 m e lunghi 27 circa. La consegna era prevista per il 1998 e la nave avrebbe avuto a tutti gli effetti una conformazione da portaelicotteri, capace di portare 1000 soldati, 10 carri o 500 t di veicoli militari, 2 CIWS Phalanx, ponte di volo anche per elicotteri CH-47, anche se non è chiaro se sia presente anche un hangar. Velocità di 22 nodi e al solito per i giapponesi, un equipaggio davvero ridotto, di 130 uomini, uno per 70 t di dislocamento.
 
Le navi di difesa antimine sono state ben tenute in conto, ma non con le costose imbarcazioni in fibra di vetro. Dal 1976 sono stati costruiti circa 30 cacciamine in legno del tipo 'Hatsushima', da 440 t di dislocamento standard, poi elevato con la 22ima costruzione a 490 con una maggiore lunghezza di 2,5 m, ma solo dal 24imo sono state apportate anche delle modifiche al sistema di combattimento che hanno permesso di ridefinire appieno questa classe come '''Uwajima'''. Tutte hanno scafo in lengo, economico e amagnetico ma scarsamente resistente alle esplosioni subaquee, mentre i motori sono due diesel per 14 nodi, sonar ZQS-2B e poi, ZQS-3, che in sostanza sono l'evoluzione del Type 193 inglese prodotto dalla Hitachi su licenza. Il ROV è un tipo giapponese, l'S-4 per la prima classe, l'S-7 sulla seconda con migliori prestazioni, inclusa maggiore profondità operativa. Vi sono anche 4 sommozzatori e un cannone Sea Vulcan a 3 canne da 20 mm, per l'autodifesa e per far esplodere le mine galleggianti, cosa che in genere accade quando quelle ad ormeggio sono liberate dal fondale tagliando la catena o il cavo d'ormeggio. VI sono inoltre dei cacciamine costieri di tipo diverso, realizzati dal 1995, ma sopratutto le '''Yaeyama''' da 1000-1275 t. Sono navi oceaniche completate nel 1994, sempre con scafo in legno, motori diesel, ROV S-7 o S-8 per alti fondali. Almeno altri 3 erano in programma, inoltre non mancavano le navi appoggio-posamine '''Souya''' da 3.300 t p.c. e 99 m di profondità, e l' '''Hayase''' da 3.050 t. Le navi MCM erano nel 1995 ripartite nelle flottiglie di Kure e di Yokosuka, oltre che a vari dipartimenti. Ciascuna flottiglia ha una delle navi appoggio come ammiraglia, ed entrambe hanno un ponte d'appontaggio anche per gli elicotteri MH-53E da dragaggio mine. Infine, vi sono anche le navi cacciamine 'Takami', che sono state realizzate in 19 esemplari litoranei ma in fase di radiazione, tanto che al 1995 ve n'erano solo 2. Le operazioni litoranee MCM erano infine appannaggio del FUKUE da 530 t, nave comando e appoggio per i 4 piccoli dragamine litoranei, vascelli minuscoli da 58 t, ma in predicato di essere radiate a breve.
 
 
Navi ausiliarie erano presenti in quantità per un totale di oltre 100 unità navali. Solo per compiti addestrativi vi erano 5 navi, la più recente era la KASHIMA da 4060 t simile ad una fregata, con 143 m di lunghezza, 389 membri d'equipaggio di cui 140 allievi e con un cannone da 76 mm e ponte d'appontaggio.
 
I rifornitori erano all'epoca 3 '''Towada''' del 1987-90, da 15.580 t p.c., 167 m di lunghezza capaci di rifornire in mare le navi e con un ponte per elicottero poppiero, ma esisteva anche un'altra nave, la SAGAMI da 11600 t di cui 5000 di carico, del 1979, sempre con due stazioni di rifornimento per lato. In tal modo la flotta giapponese era pienamente operativa per le operazioni fuoriaerea, e nel 1991 ha avuto luogo una spedizione di cacciamine giapponesi nella prima missione fuoriaerea giapponese dal dopoguerra, con una nave appoggio e un rifornitore di squadra.
 
Vi sono state anche realizzazioni per la ricerca: la nave HIBIKI con scafo a catamarano e la sua gemella, con compiti di sorveglianza marittima con sonar passivo SURTASS, una nave per esperienze da 4.200 t, 2 navi appoggio sommergibili, 34 cisterne portuali e costiere, una nave posacavi, 15 rimorchiatori oceanici e 24 costieri, il rompighiaccio SHIRASE da 134 m e 17.600 t p.c., piuttosto pesante per le sue dimensioni data la sua particolare caratteristica, vi sono anche 2 elicotteri e 1000 t di riforimenti.
 
 
 
Non sarebbe completo l'elenco delle navi giapponesi per la difesa giapponese senza la gigantesca forza navale della Guardia Costiera, anzi, più precisamente la Maritime Safety Agency: 12.200 uomini, oltre 500 mezzi navali tra le 27 e le 6500 t, circa 70 apparecchi. Le navi più grandi, attorno agli inizi degli anni '90 erano delle dimensioni degne di una flotta militare, anche se erano poco armate. L'ammiraglia era un colossale scafo da 6500 t e circa 160 m, la SHIKISHIMA, concepita per un compito particolare: trasportare il plutonio francese in Giappone per i reattori al plutonio in fase di studio. Questo mezzo navale avrebbe avuto un armamento leggero dato da una torretta binata da 35 mm e due con i Sea Vulcan da 20 mm, nonché due elicotteri, estesi sistemi di navigazione e lunga autonomia, nonché due elicotteri. Chiaramente, contro minacce di un certo livello sarebbe stato meglio avere almeno un cannone da 76 se non da 127 mm, possibilmente un ASROC, due lanciasiluri leggeri, un paio di CIWS e un Sea Sparrow, tanto per non farsi mancare nulla contro eventuali attacchi di navi, aerei e persino unità subaquee. La nave,grossa come una 'Haruna' era capace di poter compiere questo potenziamento, differentemente avrebbe avuto bisogno di navi militari di scorta, comunque raccomandabili. Ma questa non era certo una nave unica nella sua categoria: le precedenti 'super-navi' erano due da circa 5000 t, che a loro volta troneggiavano su altre 8 da circa 4000.
 
 
Quanto riguarda le navi subaquee, la MSDF era molto ben muniti, e anzi, queste navi erano le principali risorse offensive dell'intera flotta, pure costituita da oltre 80 navi principali per oltre 200.000 t. La programmazione consentiva di costruire un sottomarino all'anno, per cui la linea era sempre attiva e rinforzata da quella che era forse la più potente forza di sottomarini convenzionali del mondo. La storia iniziò nel 1955 con la cessione di una nave Classe Gato. Ripartiti in 3 divisioni navali per un toale di 16 battelli, più altre 2 per addestramento. Ma di che tipo erano questi sottomarini? Essi erano di grandi dimensioni, con una disposizione dei siluri a mezzanave per lasciare campo libero al sonar a prua, per dargli cioè spiù spazio possibile e montare gli apparati più grandi. I due '''Uzushio''' del 1976-78 erano battelli moderni e potenti, ed essendo relativamente recenti in molte altre marine li avrebbero tenuti volentieri in servizio in prima linea, ma invece vennero relegati già negli anni '90 come navi addestrative, una delle quali ebbe anche un sistema AIP di tipo Stirling. Si trattava di navi dotate di 6 tls e 20 siluri, dislocamento 2450 t immersi e velocità massima di 20 nodi. L'equipaggio era piuttosto numeroso, di 80 elementi o 70+20 allievi come navi addestrative.
 
La successiva e numerosa classe '''Yuushio''' del 1980-89 comprese ben 10 navi su 3 serie. Lunghe 76 m e con 275 m di profondità operativa normale anziché 200 come le precedenti, hanno sistemi di controllo del tiro digitali ZYQ-4 e altri sistemi avanzati; 7 sono state dotate anche di missili sub-Harpoon, sempre per un totale di 20, la cui efficacia è stata incrementata con il sonar rimorchiato a bassissima frequenza ZQR-1 ovvero ,grosomodo il BQR-15 americano, più il ZQQ-4 o il 5 a prua, a media frequenza. I motori sono due diesel Kawasaki-MAN da 6800 hp complessivi e un motore elettrico da 5,3 MW su di un solo asse, il che da a queste navi da 2400 t immerse una velocità di 12-20 nodi, mentre l'equipaggio è leggermente meno numeroso, di 75 uomini.
 
Questi battelli hanno fatto la loro entrata anche nella storia, quando il NADASHIO, il 23 luglio 1988 nell'emergere collise con un peschereccio in ritorno a Yokosuka. La nave affondò e 30 uomini persero la vita, mentre il sommergibile potè rientrare con i propri mezzi alla base, anche se danneggiato (dopotutto, questo non è un racconto di Verne, anche se gli somiglia molto).
 
Nel 1987 venne impostato un nuovo battello, che era il capoclasse di una nuova tipologia di sottomarini: era l''''Harushio'''. Di questa classe, impostata a Kobe, ne sono state previste 7, tutte dotate di Harpoon, 6 in servizio al 1995. Hanno materiale fonoassorbente sullo scafo per risultare ancora più silenziose, dislocamento di 2750 t immersi e 2850 per l'ultima nave, forse dotate di AIP. Armati ed equipaggiato come le altre navi precedenti, nell'ultima nave, l'SS 589 l'equipaggio è sceso da 75 a 71 uomini.
 
In prospettiva vi erano i primi 3 esemplari della 'Harushio migliorata', da 3000 t, sonar phased-array con piastrelle nelle fiancate, e altro ancora, ma non è chiaro se dotato di sistema AIP, ancora in sperimentazione, o solo eventualmente predisposto al suo utilizzo.
 
 
Infine vi sono le forze dell'Aviazione navale, che nel 1995 aveva 12.000 uomini, 16 gruppi con 300 apparecchi. DI questi fino a 100 erano P-3, circa 60 Sea King e altrettanti successori designati SH-60.