Teoria musicale/Armonia: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica |
sistemato |
||
Riga 1:
Nei due precedenti capitoli abbiamo parlato soprattutto di quella che è l'unità fondamentale su cui si basa tutta la musica, ovvero l nota. L'abbiamo smontata, analizzata, rimontata, classificata e raggruppata. Ma non ci siamo fatti una domanda che all'apparenza può sembrare una mera curiosità, ma che in realtà racchiude in se il segreto della musica, il motivo per il quale riusciamo ad emozionarci semplicemente premendo dei tasti, toccando delle corde o soffiando in un tubo di metallo bucherellato.
== Cos'è l'armonia? ==
''Perché le note?
Si potrebbe fare un discorso analitico molto interessante per dare un risposta a questa domanda, parlando di "rapporti pitagorici" e "battimenti". Discorsi complessi e quindi anche tralasciabili, perché basta dire che la chiave di tutto sta nel fatto che il nostro cervello interpreta in maniera diversa stimoli sensoriali diversi, ed è particolarmente sollecitato da suoni di determinate frequenze, ed in particolare la sollecitazione non proviene dalla frequenza del suon in se, ma dall'intervallo tra le frequenze di suoni diversi. La dimostrazione è semplice: prendete un pianoforte, suonate un DO... che emozione vi da? Ora provate con un MI... qualcosa di diverso? Ora provate a suonare queste due note una dopo l'altra, vi darà una sensazione positiva, di serenità.
==Gradi e intervalli==
===Gradi===
Come già detto poc'anzi, lo studio dell'armonia oltrepassa quello che è il concetto di nota per concentrarsi tra i rapporti che possono sussistere tra le note, cercando le combinazioni più grdevoli e significative per l'orecchio umano. Nasce così l'esigenza di analizzare questi rapporti con un nuovo schema astratto per visualizzare le 7 note da un diverso punto di vista. Ecco quindi che vengono utilizzati i ''gradi'' di una scala.
partendo quindi ad esempio da MI:
* MI - ''I grado''
* FA - ''II''
Line 26 ⟶ 24:
oltre alla rappresentazione numerica, alle note corrispondenti a ciuascun grado viene assegnato anche un nome
* I - tonica (
* II - sopratonica (è la nota superiore alla tonica)
* III - modale (
* IV - sottodominante (un
* V - dominante (in quanto "domina" l'accordo)
* VI - sopradominante (un grado sopra la dominante)
Line 36 ⟶ 34:
===Intervalli===
Partendo da questo tipo di notazione, è possibile anche identificare la distanza tra l'altezza di due note
Stando ai fondamenti dell'armonia, possiamo dire che un intervallo è sempre uguale a
==I modi e analisi sugli intervalli==
===Un anomalia===
Ma proviamo invece ad applicare l'esperimento all'intervallo di terza: contiamo i semitoni che dividono un DO dalla sua terza, ovvero il MI; ripetiamo poi l'esperimento partendo da RE. Pur essendo sempre uguale il numero di note e di gradi che di distanza, notiamo che il numero d semitoni varia, a causa della particolare suddivisione delle tonalità, il ''temperamento equabile''. accade che mentre ne primo caso i
=== "Maggiore e "minore" ===▼
▲all'apparenza il concetto sopra esposto non fa una grinza, e si presta anche ad un analisi: il suddetto intervallo di seconda mette sempre in relazione note alla distanza di due semitoni, qualsiasi siano le note prese in considerazione...provare per credere! <br>
Queste disparità introdotte da una suddivisione irregolare degli intervalli di frequenza, è alla base di tutta la musica moderna, ed è ciò che determina il ''modo'' di una scala o di un accordo.▼
▲Ma proviamo invece ad applicare l'esperimento all'intervallo di terza: contiamo i semitoni che dividono un DO dalla sua terza, ovvero il MI; ripetiamo poi l'esperimento partendo da RE. Pur essendo sempre uguale il numero di note e di gradi che di distanza, notiamo che il numero d semitoni varia, a causa della particolare suddivisione delle tonalità, il ''temperamento equabile''. accade che mentre ne primo caso i semitonidi distanza saranno 4, nel secondo saranno 3. Eppure si tratta sempre di un intervallo di terza, ma appare scontato che una volta suonati, i due intervalli risulteranno molto differenti. Nello specifico se il primo ci darà un sensazione in un certo senso "gioisa" e "serena", il secondo ci apparirà meno naturale e più "malinconico" e "cupo"
▲==="Maggiore e "minore"===
▲Queste disparità introdotte da una suddivisione irregolare degli intervalli di frequenza, è alla base di tutta la musica moderna, ed è ciò che determina il ''modo'' di una scala o di un accordo
▲'''Il modo di una scala o di un accordo è determinato dalla distanza in semitoni che c'è tra il primo e il terzo grado. Il modo "maggiore" avrà una terza di 4 semitoni, detta ''terza maggiori''; il modo minore avrà la terza di 3 semitoni, detta ''terza minore''.'''
Questa "anomalia" (anche se di anomalo in realtà c'è ben poco), si ripete anche nel caso della settima: basta ripetere la prova precedente prendendo in esame stavolta l'intervallo DO-SI e RE-DO. Si può parlare così, al pari della terza, anche di ''settima maggiore'' e ''settima minore''
Line 56 ⟶ 52:
===I rivolti===
Gli effetti del modo degli intervalli di terza e di settima si possono estendere indirettamente anche ad altri intervalli. Una seconda possiamo considerarla come la distanza tra il primo e il secondo grado, ma anche come la distanza tra il secondo e l'ottavo, il che forma una settima e così anche la sesta forma una terza se si considera l'intervallo tra il sesto grado e l'ottavo.<br>
In pratica stiamo considerando un intervallo di ''n-esima'' non più dal primo grado al grado ''n'', ma da ''n'' all'
===Nuovi intervalli===
Line 66 ⟶ 61:
====Intervalli giusti====
Seguendo il ragionamento degli intervalli e dei loro rivolti ci troviamo di fronte a due intervalli che qualcunque siano le note che li formano, conservano sempre la stessa distanza in semitoni. Il primo è quello di quinta, il secondo quello di quarta, essendo il rivolto della quinta. Questi intervalli sono detti ''giusti'' proprio perchè non possono essere ne maggiori ne minori, semplicemnte se stessi. A questi intervalli possiamo anche aggiungerne altri due, anche se è scontato che finissero in questa categoria: l'ottava e il suo rivolto, la prima.
[[Categoria:Teoria musicale|Armonia]]▼
====Intervalli eccedenti e diminuti====▼
Tuttavia, giusto per lasciare spazio alla creatività (non dimentichiamoci che questo guazzabuglio di regole alla fine serve per regolamentare qualcosa di totalemnte irrazionale e artistico!) anche da intervalli giusti si possoo ricavare nuovi intervalli: se suono un DO e un SOL, ho suonato un intervallo di quinta; ma potrei voler suonare una quinta un po diversa, un DO-SOLb o un DO-SOL#, cioè togliendo o mettendo un semitono a un intervallo giusto, il che non ne ne fa ovviamente di un intervallo minore o maggiore, perchè abbiamo già chiarito che una quinta minore non può esistere. Ho creato quindi degli intervalli che chiamerò ''diminuito'' o ''eccedente''. Posso naturalmente applicare lo stesso discorso anche alla quarta, all'ottava, anche alla prima, seppur stia facendo una cosa priva di senso▼
'''un intervallo di n-esima ''diminuita'' è un un intervallo che diffenzia per difetto di un semitono da un intervallo di n-esima.. Un intervallo di n-esima ''eccedente'' (o aumentata) è un un intervallo che diffenzia per eccesso di un semitono da un intervallo di n-esima <br>▼
▲Tuttavia, giusto per lasciare spazio alla creatività (non dimentichiamoci che questo guazzabuglio di regole alla fine serve per regolamentare qualcosa di
▲
Ma attenzione perchè questo tipo di intervalli va usato con cautela, visto che portà alla confusione: un terza maggiore eccedente altro non è che una quarta, una seconda maggiore eccedente è una terza minore e così via. Tuttavia possono risultare espedienti utili per la scrittura su pentagrama, un po come il doppio bemolle (''bb'') e il doppio diesis (''##'').▼
▲Ma attenzione
====Il Tritono====▼
L'introduzione del concetto di alterazione dell'intervallo tramite l'eccedenza o la diminuzione, ci portano a "scoprire" un ultimo, particolarissimo intervallo. Abbiamo enunciato una regoletta empirica per trovare il rivolto di un intervallo cioè '''9 - n''' per trovare il rivolto dell'ennesima. ma quale sottrazione si dovrebbe fare per avere un intervallo uguale al suo rivolto? '''9 - 4,5 = 4,5.''' un intervallo di quarta aumentata, o di quinta diminuita se lo si preferisce. Si chiama ''tritono'' e divide in due parti uguali il sistema tonale. E' un intervallo particolare anche per il suo suono, ripudati in antichità visto che venne addirittura chiamato ''diabolus in musica''. Un suono diabolico, sensuale e peccaminoso, che ha fatto da terreno fertile per il ''blues''
Line 84 ⟶ 76:
Alla luce di tutto quell che è stato visto in merito alla materia ''armonia'' siamo in grado di riformulare ed approfondire alcuni concetti espressi nei capitoli precedenti e che per forza di cose dovevano essere presi per buoni così com'erano, senz aporci troppe domande, dal momento che non avevamo elementi per articolare risposte. La prima osservazione riguarda il concetto di ''''scala'''. Non possiamo più ridurre la scala ad essere "una successione di 7 note"; sappiamo per certo che le note non contano, o meglio contano in un secondo momento, ma nell'armonia tutto è relativo tranne i rapporti (leggi "intervalli") tra le stesse note. Possiamo così formuale una nuova e più precisa definizione di "scala"
Esistono molti tipi di scale, ma alla fine sono pochissime quelle che contano,
=== I modi (vol. 2)===
Per motivare questa affermazione, dimentichiamo per il tempo di un paragrafo scarso cos'è il modo maggiore e minore, e diamo una nuova definizione di ''modo''. Un ''modo è una particolare scala''
Line 96 ⟶ 88:
Pensiamo di voler costruire una nostra scala, una scala fatta dai soli "tasti bianchi". Suoniamola partedo da DO. le note saranno:
#:Ora suoniamo la stessa scala partendo da RE, tanto sappiamo che le scale sono le stesse a prescindere dalle note che le compongono....▼
▲Ora suoniamo la stessa scala partendo da RE, tanto sappiamo che le scale sono le stesse a prescindere dalle note che le compongono....
#: Eppure, ad orecchio sembra che ci sia qualcosa che non va. Non sembra essere la stessa scala!▼
▲'''b)''' RE-MI-FA-SOL-LA-SI-DO
▲Eppure, ad orecchio sembra che ci sia qualcosa che non va. Non sembra essere la stessa scala!
====Soluzione====
Semplice: NON è la stessa scala. Dovendoci soffermare sugli intervalli tra le note, analizziamo le distanze in semitoni tra i gradi della scala
'''a)''' T-T-s-T-T-T-S▼
sono due scale diverse, e se volessi suonare la
:DO-RE-MIb-FA-SOL-LA-SIb
====In conclusione====
Estendiamo questo
I modi nascono nel lontano medioevo, quando papa Gregorio Magno raggruppò tutti i canti sacri (all'epoca l'unica forma di musica considerata veramente come musica) in una raccolta che prese il nome di ''Canti Gregoriani''. I canti Gregoriani si basavano su questi vari modi, che furono successivamente incorporati al sistema tonale, dando a ciuscono di essi il nome di una regione dell'Antica Grecia
Line 128 ⟶ 116:
===Tipi di modo===
Qui di seguito riporteremo tutti i modi, senza
====Ionico====
Line 248 ⟶ 236:
Ma tutto ciò è collegato alla composizone della ''melodia'', cioè d una successione di note nel tempo. Due note hanno un significato, una no. Ma possiamo dare un significato alla singola nota? se fosse possibile sarebbe un ulteriore arma per la cretività, perchè avremmo melodie di note con ciascuna avente il suo significato, in modo da creare "scenari" sempre più complessi e sofisticati. L'espediente per realizzare questo è non pensare solo alle scale come qualcosa da sviluppare "in orizzontale", cioè in ordine di tempo ma anche "in verticale", in ordine di altezza ma suonate allo stesso istante. Ciò racchioude il conetto di '''accordo'''
▲[[Categoria:Teoria musicale|Armonia]]
{{Avanzamento|75%|26 gennaio 2008}}
|