L'ultimo teorema di Fermat/Pierre de Fermat: differenze tra le versioni

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Sebbene il suo lavoro di magistrato fosse molto impegnativo, Fermat trovò il tempo per dedicarsi in modo molto proficuo allo studio della '''Matematica'''. Pur non essendo di formazione un matematico professionista Fermat diede importanti contributi nello studio di funzioni e nella teoria dei numeri. Fermat intratteneva una stretta corrispondenza con diversi matematici dell'epoca, ma un suo naturale riserbo insieme a una notevole riluttanza nel rendere note le sue scoperte fecero sì che il suo genio venne scoperto molto tempo dopo la sua morte, quando il figlio decise di raccogliere le carte del padre e di renderle pubbliche.
 
Il famoso enigma venne ideato da Fermat mentre studiava l'''Arithmetica'' di '''Diofanto di Alessandria''', matematico vissuto tra il 212 d.C. e il 298 d.C. e che spesso viene chiamato padre dell'algebra per le suosue scoperte. Il libro di Diofanto raccoglieva molte dimostrazioni eleganti di problemi a soluzioni intere che i matematici avevano affrontato nel corso dei secoli; leggendo la parte legata alle terne pitagoriche, si suppone che Fermat abbia avuto l'idea di estendere l'esponente da 2 ad un generico ''n''. Fermat scrisse in una nota del libro l'enunciato del suo famoso teorema e poi aggiunse:
 
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