Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Spagna: differenze tra le versioni

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Infine vi è la svolta europeista attuale con programmi come gli EF-2000, gli A-400M e NH-90, nonché la partecipazione alle iniziative internazionali: dal 1982 fa parte della NATO, 6 anni dopo la fine del franchismo, fa attualmente parte dell'Unione europea, di numerose strutture internazionali come la brigata anfibia mista ispano-italiana, fa parte di contingenti in missioni internazionali, come i 1300 uomini mandati nella discussa e discutibile partecipazione in Irak da parte del governo in carica all'epoca (azzerata quando la politica spagnola passò dalla Az di Aznar alla Za di Zapatero, quando si dice l'importanza dei nomi) con un contingente di 1300 soldati. Attualmente le F.A. spagnole sono state ridotte di numero in maniera consistente, anche se non tanto quanto altre nazioni, e sono ben integrate nella NATO in termini di equipaggiamenti e addestramento, e anche per il futuro non pare vi saranno problemi particolari, grazie anche all'economia spagnola in crescita oramai da decenni in maniera piuttosto costante e rapida.
 
 
==Bilanci: nel 2002==
Il Presupuesto de defensa per il 2002, all'alba della nuova, drammatica era della 'guerra al terrore' , e al tempo stesso dell'Euro (quindi niente più conti in pesetas) presupponeva per quell'anno un budget per le F.A. di 6.322 milioni di eruro, ovvero il 4,3% rispetto all'anno precedente ma il bilancio della Difesa italiano, per esempio, era di 13,5 miliardi, oltre il doppio e in crescita del 7,5% dall'anno precedente. Per la professionalizzazione delle F.A. in entrambe le nazioni se ne andavano la maggior parte degli incrementi, con un incremento di 8.000 soldati professionisti per raggiungere 86.000 in totale. La Spagna all'epoca aveva una situazione florida e nel 2001 chiuse con deficit pari a un rotondo zero, mentre il bilancio per la difesa aumentava per la quinta volta consecutiva oltre l'inflazione programmata, al 2%. La crescita è stata nel 1998 col 3,2%, del '99 del 3,4%, del 2000 del 4 %, del 2001 del 4,5%. Data la crescita economica, la percentuale del PIL impiegata, indubbiamente ridotta, era dello 0.92% mentre l'anno prima era dello 0.94 (in Italia circa l'1,05%, GB del 2,5, Francia dell'1,8, della Germania dell'1,2%). Comunque, sommando tutte le risorse per gli organismi autonomi del Ministero della Difesa come il Canal de Experiencias Hidrodinamicas (vesca per gli esperimenti idrodinamici), l'Istitutto par la Vivienda de las Fuerzas Armadas (per stipendi, pensioni etc.) e altre organizzazioni, si raggiungeva l'1,05% o 7.312 milioni. Da qui si arriva a comprendere che il PIL spagnolo era poco più della metà di quello italiano all'epoca.
 
L'Ejercito de Tierra ha avuto il 36,1%,l l'Ejercito de l'Aire il 17,5%, Armada il 15,6 e l' Estado mayor de la Defensa il 1,5%, il 29,3% per le altre organizzazioni 'centralizzate' come l' 'Organo Central' (per servizi 'centralizzati' come la sanità militare) che ricevette un aumento da 1536,5 a 1854,39 milioni. Tutto questo bailamme di cifre, del resto comune nei bilanci complessi, dava per certo che l'Esercito avesse un decremento delle risorse del 4% ovvero da 2.375,7 a 2.280 milioni, l'Armada vedeva invece una diminuzione del 5,8 ovvero da 1043,64 a 983,6 milioni, e l'Aeronautica saliva del 8,9% arrivando a 1107 milioni. I materiali ricevevano in tutto 2.577,67 milioni (+52,22), mentre i militari avevano un incremento del 5,9%, ovvero di 207,23 milioni arrivando quindi a 3.744,98. Ovviamente il motivo di questa impennata, pur con una certa contrazione dell'organico era la professionalizzazione in corso, tanto che il 62% abbondante era per i militari professionisti: i 48.780 ufficiali e sottufficiali hanno ricevuto 1375 milioni mentre la truppa ha ricevuto, su 86.000 persone,979,63 milioni, e 630 per i 22.911 quadri della riserva. Infine i civili, con il 20% ovvero i 567 milioni circa per i 28.872 impiegati di basso livello, 190 per i 8627 quadri intermedi e 1,91 per il gotha dei 31 dirigenti. Notare che mancava la leva, che finì quell'anno.
 
In termini di programmi, vi erano finanziamenti provenienti anche dall'interno per la vendita dei terreni e immobili, gli altri erano provenienti dal bilancio stanziato dal governo. L'aggiornamento vedeva sopratutto fregate F-100, carri Leopardo 2E, caccia EF-2000 che in tutto prendevano il 23,5% del valore degli aggiornamenti, che come si è visto, erano di oltre 2,5 miliardi.
 
I programmi: l'Ejercito aveva in ordine 219 carri Leopardo e 16 nel modello recupero che si aggiungevano ai carri Leopard 2A4 ceduti dai tedeschi a 5.115 euro per carro all'anno, mentre 245 milioni andavano al Leopardo 2E, da costruire alla Empresa Nacional Santa Barbara a Oviedo e Trubia, in modo da ricevere un ritorno dell'80% rispetto al ricco contratto stipulato con i tedeschi. I primi carri erano previsti, in numero di 28, nel 2003 e poi altri 40 mezzi all'anno, fino agli ultimi 31 del 2008. Erano predisposti per il pezzo da 120/55 e avevano calcolatore digitale FLT-2 ovvero l'EMSE 15. I blindati Pizarro erano richiesti in 366 esemplari+97 posto di comando (VCPC), oltre ai BMR che erano le Centauro (Blindado Medio de Ruendas). La FAMET poteva continuare a comprare i Super Puma per rimpiazzare gli UH-1H e aggiornare i CH-47C allo standard D. L'artiglieria ha visto l'aggiornamento dei pezzi da 35mm antiaerei con il sistema di controllo del tiro SKYDOR. I fanti invece hanno ricevuto il nuovo H&K G36E, ovvero il nuovo fucile d'assalto tedesco 'spagnolizzato', finalmente calibro 5,56 mm, al posto del CETME, che era praticamente il G3 da 7,62 mm. L'acquisizione di munizioni e esplosivi sarebbe stata sufficiente per i rimpiazzi e per creaere una riserva di guerra, che data la situazione, minacciava di essere pienamente richiesta.
 
La Marina ha avuto 336,46 milioni per il solo programma F-100, la seconda LPD, aggiornamento degli AV-8B allo standard Plus, altri 6 elicotteri SH-60B raddoppiando il totale.
 
L'Ejercito de l'Aire ha ricevuto ben 507,52 milioni di euro (in Italia, per lo stesso programma, addirittura 562,9) per gli 87 aerei con 16 in opzione, programma da 13 anni, pagamento dei 24 EF-18 di seconda mano, compera di 2 Airbus A-320, missili AIM-120 e altri piccoli programmi completavano le necessità.
 
La riduzione della forza militare con l'arrivo della leva avrebbe consentito di vendere molti terreni e immobili, cosa che aiutava il passaggio al modello professionale. Aggiornamenti al sistema di comunicazioni e controllo. Nei programmi interforze vi erano quasi 43 milioni per mezzi bellici, 48 per i sistemi di comunicazione e C3, 22,84 milioni per i satelli da osservazione e oltre 42 milioni all'Istituto Nacional de Tecnica Aerospacial per le ricerche avanzate.