Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Spagna: differenze tra le versioni

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Una delle forze armate NATO meno note e più distanti dal 'Gap di Fulda', la Spagna ha sofferto per anni delle restrizioni internazionali inflitte per via del dittatore Francisco Franco, tanto che nel dopoguerra dovette mettere in servizio cloni del Bf-109 (Erano i CASA Buchon, con motore Merlin), e arrangiarsi con quanto le veniva concesso, in termini di materiale moderno, dagli USA e da pochi altri fornitori. La situazione si è sbloccata in seguito e negli anni '80 la Spagna ha ottenuto ingenti fondi per aggiornare le sue forze armate, che essendo tanto lontane dal Patto di Varsavia non erano di potenza e capacità particolarmente accentuate. Tuttavia, col tempo essa è diventata uno dei più forti tra i membri europei della NATO, grazie alla modernizzazione dell'Aviazione e dell'Esercito, ma sopratutto, della Marina. Quanto ai rapporti con gli USA, nel 1951 iniziarono ad intensificarsi per fare fronte comune contro il pericolo comunista, anche se Franco era l'ultimo dei dittatori di estrema destra contro cui si era combattuto fino a pochi anni prima. Ma la crisi di Berlino e la Guerra di Corea evidentemente suggerirono di accettare il cosidetto 'male minore'. Gli accordi per l'uso americano di alcune basi quali Rota e Torrejon vennero firmati nel 1953. La stretta collaborazione tra Spagna e USA conobbe una pesante incrinatura nel 1966, quando il 17 gennaio un B-52 entrò in collisione con un KC-135 e cadde sul territorio spagnolo con le sue 4 bombe H, il che causò un grave inquinamento radioattivo. In ogni caso, nonostante un certo allontamento tra USA e Spagna, il legame è rimasto molto forte. D'altro canto, già alla fine del franchismo la Spagna aveva fatto passi per differenziare i fornitori. I Mirage III e sopratutto F.1 sono stati una conseguenza di questa scelta politica europeista, un'altra la fornitura di 299 AMX-30E, mentre la scelta di costruttori europei per sottomarini convenzionali fu naturale dato il totale abbandono americano del settore: così la Francia fornì 30 Mirage III, 73 F.1, 299 carri medi di cui sopra, 8 sottomarini di due classi diverse, decine di elicotteri Puma/Super Puma, mentre dalla Germania arrivarono elicotteri da produrre su licenza del tipo BO.105, e dall'Italia un centinaio di Agusta-Bell. La Spagna si ingegnò a produrre su licenza molto materiale, incluse classi di navi e sottomarini, e seppur senza un singolo programma missilistico, operò nel settore aeronautico anche con progetti originali come il C-212 e il C.101, che erano gli aerei spagnoli di seconda generazione postbellica, assieme ai Saeta H-200/220. Ancora negli anni '80 l'USAFE aveva a Torrejon e Saragoza basata la 16th Air Force, che aveva un wing addestrativo (senza aerei) e sopratutto il 401 Wing con 3 sqn. di F-16 nella prima delle due basi. Anche i missili BGM-109 di Comiso dipendevano dalla Sedicesima, con il 487th Wing. Infine vi è la svolta europeista attuale con programmi come gli EF-2000, gli A-400M e NH-90, nonché la partecipazione alle iniziative internazionali: dal 1982 fa parte della NATO, 6 anni dopo la fine del franchismo, fa attualmente parte dell'Unione europea, di numerose strutture internazionali come la brigata anfibia mista ispano-italiana, fa parte di contingenti in missioni internazionali, come i 1300 uomini mandati nella discussa e discutibile partecipazione in Irak da parte del governo in carica all'epoca (azzerata quando la politica spagnola passò dalla Az di Aznar alla Za di Zapatero, quando si dice l'importanza dei nomi) con un contingente di 1300 soldati. Attualmente le F.A. spagnole sono state ridotte di numero in maniera consistente, anche se non tanto quanto altre nazioni, e sono ben integrate nella NATO in termini di equipaggiamenti e addestramento, e anche per il futuro non pare vi saranno problemi particolari, grazie anche all'economia spagnola in crescita oramai da decenni in maniera piuttosto costante e rapida.