Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Spagna-2: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 16:
 
 
Il passo successivo fu quello dell'acquisto di una componente aerea adeguata, ma di questo si parlerà poi. La portaerei era ancora troppo poco per assicurare alla flotta una forza sufficiente, dopotutto il piano originale prevedeva una coppia di portaerei medie moderne, e non una singola, vecchia unità leggera.
 
 
I tentativi di dotarsi di portaerei, da parte spagnola, iniziarono già nell'immediato dopoguerra, quando la Spagna, pur non coinvolta in vicende belliche, si trovava in una condizione di povertà e sopratutto di isolamento politico, che perdurò ancora diversi anni e che non venne definitivamente risolto se non con la fine del franchismo. Le prime mosse furono quelle di tentare d'ottenere i disegni della portaerei francese JOFFRE e della tedesca ZEPPELIN, ma senza successo. Allora si definirono due tipologie di portaerei da sviluppare in ambito nazionale: una leggera, capace di circa 32 nodi e altrettanti aerei, sulla falsariga delle 'Indipendence' americane,per esempio, e una 'di scorta', un mercantile trasformato. L'incarico fu affidato al DIC, ovvero la Direzione e Industria di costruzioni navali militari che pre perima cosa tentò di adattare il progetto delle grosse petroliere del tipo G da 14.000 t, con una prima stesura per un progetto da 30 aerei con asse portaelica, e una seconda, del 1949 con 4 aerei, ma le difficoltà pratiche erano non di poco conto anche con progetti relativamente modesti come questi. Ad un certo punto ci si rivolse alla Gran Bretagna, nel senso che si cercò di comprare la NABOB, silurata e mai riparata dopo quel fatidico 22 agosto 1944. Impresa che non ebbe successo, anche se la portarei era nei cantieri olandesi. La tecnologia distabilizzazione, le catapulte, gli ascensori non erano cosa facile da sviluppare (come si sarebbe accorta anche l'URSS,per esempio) senza un aiuto estero che non venne mai. Nonostante questo, la progettazione della ben più sofisticata portaerei leggera andava avanti e in particolare si decise di utilizzare lo scafo dell'incrociatore Canarias, gemello del perduto -durante la guerra- Baleares, e costruito sulla falsariga dei Kent inglesi dai cantieri El Ferrol, impostato nel 1928, varato nel 1931 ed entrato in servizio nel 1936. Era un abella nave con una lunghezza di 194 m scarsi, larva 19,5 m, armata con 8 cannoni da 203 mm , leggermente protetta ma con un motore che erogava, grazie alle sue otto caldaie, 90.000 hp per 32 nodi, su due assi. L'autonomia era di 8000 miglia a 15 nodi e l'equipaggio di 1042 uomini.. Il progetto l'avrebbe trasformata in una portaerei leggera da 14.000 t, 204 m, ponte di volo di 198x22 m., con 2 cannoni binati antiaerei da 120 mm, 7 da 37 mm e una ventina di impianti quadrinati da 20 mm. Gli aerei sarebbero stati 48 su 3 gruppi da caccia e uno di attacco con bombe e siluri ospitabili in un hangar di 191 m x 19,5 x 8,5 m,due ascensori da 13,5 x10m , 10 cavi d'arresto, una catapulta a vapore. L'equipaggio sarebbe stato di 800 uomini.
 
Ma la cosa oltre che essere piuttosto difficile da realizzare per gli spagnoli, era anche difficile da accettare perché avrebbe privato l'Armada di uno strumento formidabile come un incrociatore pesante, utile per azioni 'coloniali'. Non vi erano altre navi del genere disponibili. Allora, pare che venne presa in considerazione la riattazione del Trieste, vecchio incrociatore classe Trento, che era stato bombardato e rovesciato in porto durante la guerra, poi spostato a La Spezia già con le sovrastrutture tagliate via. Venne poi comprato e rimorchiato in Spagna . L'idea era forse quella di utilizzare questa vecchia nave per il compito di portaerei, tanto che c'era da ricostruirla, e lasciare il Canarias com'era. Idea nient'affatto pellegrina, ma il Trieste, che tra l'altro disponeva della mostruosa potenza di 150.000 su due assi, era davvero malconcio, e la sua potenza quasi doppia si pagava con una autonomia di 4100 miglia a 15 nodi. A parte questo, non v'era molta differenza negli scafi e sarebbe al più bastato riattivare solo 2 o 3 delle turbine per avere una nave veloce e con discreta automia. Ma in pratica il progetto abortì verso la fine del 1951 per vari motivi tra cui un progressivo riavvicinamento tra Spagna e USA fino all'accordo del 1953, e la nave del tutto inutilizzata, venne demolita nel 1958, per poi utilizzare parte dei materiali per i caccia classe QQUEDO, i primi spagnoli del dopoguerra, armati con cannoni doppio ruolo da 120 mm. L'intero affare venne da molti definito, non a torto, uno dei più sfortunati della Marina spagnola.
 
Piuttosto, é strano che gli spagnoli non abbiano chiesto la portaerei AQUILA, una nave piuttosto moderna e presumibilmente efficiente nonostante che fosse stata recuperata nel '47 e tenuta a disposizione fino al 1952. Il fatto è che evidentemente la nave era, nelle intenzioni americane, destinata ad entrare in servizio con la Marina italiana. Se questo non fosse stato, se l'AQUILA non fosse stata 'indisponibile' ad aquirenti stranieri (nonostante presentasse dei punti deboli, come l'assenza di armi antiaeree effettivamente installate e la quasi totale mancanza di protezioni), allora come si spiega che fin dal 1950 ufficiali della MM vennero inviati negli USA per un corso sugli aerei imbarcati, mentre contemporaneamente, nel settembre di quello stesso anno, un primo lotto di 24 aerei navali venne consegnato dalla portaerei MINDORO? Si trattava di Helldiver, bombardieri imbarcati di cui sarebbero giunti ben 42 esemplari. Addestramento e mezzi senza molto senso per una flotta senza portaerei a meno che una all'orizzonte ne fosse rimasta. All'epoca l'Italia attraversava un travaglio consistente nel fatto che da un lato era una nazione sconfitta e dall'altro cercava di recuperare posizioni come nazione 'cobelligerante', ed entrambe le cose erano vere (molto più la prima che la seconda). La 'Co-belligeranza' aiutò ad evitare clasule di pace peggiori, ma gli inglesi pretesero che le moderne 2 corazzate supersisti del tipo LITTORIO non venissero reintegrate nella flotta italiana e ci riuscirono. Altre navi tra cui la CESARE e (non molti sanno che ne aveva una) la gemella del VESPUCCI finirono mestamente i loro anni in URSS, oppure in Francia. La Marina Italiana era di fatto supportata dagli USA, ma altre nazioni con cui gli italiani ebbero a che fare in guerra non vedevano di buon occhio che gli italiani venissero trattati 'quasi' da vincitori: dopotutto, i cobelligeranti e i partigiani naquero solo dopo che l'Italia chiese l'armistizio, non certo prima. L'opposizione aperta dell'URSS e quella più sottile di Francia e GB lasciò fuori dai giochi l'AQUILA come già le LITTORIO. Quanto ai circa 42 Helldiver, i primi aerei da combattimento della Marina militare (40 anni prima degli Harrier!) vennero lasciati arrugginire per oltre un anno all'aria aperta e poi, costatata la loro condizione, demoliti.
 
Quanto al CANARIAS, esso ebbe ancora lunga vita, con aggiornamenti nel 1953 che tra l'altro sdoppiarono l'unico grosso fumaiolo (grande differenza rispetto ai 'County' inglesi, che ne avevano 3 e invece molto simile alla successiva classe Hipper tedesca), partecipazione agli scontri di Ifni della fine degli anni '50 e una carriera che si è dipanata fino agli anni '70.
 
====Baleares====