Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Cina: differenze tra le versioni

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Proprio uno di questi caccia della versione B o D ebbe il famoso incontro con un EP-3 ARIES che stava 'curiosando' al largo delle coste cinesi. L'incidente com'é noto venne causato dalla collisione che si verificò tra il caccia e il pattugliatore-spia americano. Questo atterrò su di una base cinese per l'emergenza, essendo rimasto senza muso, ma il caccia precipitò in mare uccidendo il pilota, che poco prima aveva mostrato agli americani il suo indirizzo email su di un foglietto di carta. La situazione precipitò a livello diplomatico, prima dell'11 settembre il mondo era piuttosto diverso nello schema di alleanze e l'ARIES era un aereo molto delicato di cui gli USA proteggevano i segreti. Non gradirono ovviamente che i cinesi lo vedessero troppo da vicino. Un incidente simile avvenne nel 1987 con un Su-27, allora nuovissimo caccia da combattimento della V-VS e un P-3 Orion. Cose simili succedono di continuo, specie all'epoca della guerra fredda, ma raramente se ne ha notizia. In quel caso, il caccia russo si avvicinò ad un Orion norvegese e nel successivo impatto (senza gravi conseguenze) gli portò via 10 cm di elica, ma non precipitò come nel caso dello sfortunato aereo cinese. Forse la cosa più interessante dell'F-8/J.8 è la sua capacità di carico: con 4500 kg è possibile equipaggiarlo con capacità d'attacco notevoli, per esempio un grappolo di 6 bombe da 250 kg sotto la fusoliera, 2 lanciarazzi e 4 missili IR sotto le ali. Strano che non sia mai stato pensato di adattarlo a missioni d'attacco, come è accaduto al MiG-23, e che non ne sia mai stata mostrata una versione biposto. In ogni caso, chiaramente il caccia di gran lunga più importante tra quelli pesanti si è rivelato il Su-27, che ha raggio d'azione, agilità e potenza di fuoco senza compromessi e grandemente maggiori che il J-8. Quest'ultimo al più è migliore come immagine radar, assai minore, e non casualmente è stato sperimentato con una vernice stealth capace di ridurla del 60% nelle bande E/J. Lo ha annunciato nel 2000 (alla fiera aeronautica di Zuhai) la Xikai di Pechino.
 
'''J-9''': caccia sperimentale disegnato dalla Nanchang nel 1967. Era una sorta di Viggen con ali a delta e canard anteriori, ma i motori Rolls-Royce Spey Mk 512 non divennero disponibili, e per questi e altri problemi la cosa ebbe termine. O almeno sembrò averlo, fino a che un programma simile, con le conoscenze acquisita per questo interessante progetto, venne fuori dalla fabbrica di Chengdu: l'J-10
 
 
'''J-10''': la progettazione di questo apparecchio partì nell'istituto 611 di Chengdu nel 1975, ma solo per archiviare il progetto nel 1980. 5 anni dopo venne ripreso in carico com Project 8810, forse 'non ufficialmente' portato avanti con gli israeliani. Di fatto la collaborazione tra cinesi e israeliani è stata confermata in altre sedi, per esempio nella clonazione dei missili Python. Ma sopratutto, il caccia leggero Lavi era molto simile al futuro J-10, volando proprio in quegli anni (dal 31 dicembre 1986) per essere presto abbandonato per i costi crescenti di un programma che richiedeva circa 300 di questi 'F-16 canardizzati', quando gli USA potevano mettere a disposizione macchine analoghe con molto meno sforzo. Il J-10 invece volò molto più tardi, forse il 24 marzo 1998, con 6 prototipi.
 
La struttura di questo nuovo, interessante apparecchio è tipica dei progetti eurocanard: motore singolo, presa d'aria ventrale con struttura scatolata, ala a delta di grande estensione con bordo d'attacco composito, bordo d'uscita a freccia negativa, abitacolo rialzato con tettuccio grossomodo a bolla. Vi sono minime differenze con il Lavi quanto a dimensioni, con una lunghezza di appena il 7% superiore; eppure, a vederlo cm'é, il J-10 sembra molto più lungo, con la sua fusoliera sottile. Le alette canard, benché posteriori all'abitacolo non si sovrappongono alla pianta delle ali, differentemente dal Lavi, mentre la superficie offerta è generosa arrivando ad oltre 33 mq. La spinta del caccia non è da meno, essendo basata sul motore AL-31F del Su-27 con 12.500 kgs, servito da un impianto di carburante di 5.625 l (4500 kg), serbatoi esterni da 1200-1800 l esclusi.
 
I sistemi di volo sono basati su apparati FBW Type 634, digitali quadricanale, quelli del J8ACT di cui sopra. La fusoliera, che è palesemente influenzata, presa d'aria a parte (questa è simile a quella dell'EFA), dal design dell'F-16 (specie la sezione di coda) ha due pinne ventrali e una coda angolata dalla corda piuttosto generosa. Il radar è dibattuto: potrebbe essere un modello Elta, Galileo, Phazotron o un sistema indigeno LERI J10L. 11 punti d'aggancio sono disponibili per 4500 kg di carico. La capacità comprende 3 serbatoi e 6 missili, forse anche assieme: fino a 4 a guida radar e 2 a guida IR ( o 6 a guida IR). Vi sono i PL-8 (cloni del Python 3 israeliano, notare bene che nel frattempo la genia è arrivata al quinto modello, nondimeno il Python 3 resta un formidabile missile IR da 15 km di gittata) e i PL-10 che sono praticamente dei cloni degli Sparrow/Aspide con sistemi interni che potrebbero essere il cercatore AGAT dell'AA-12 o dell'Idra/Aspide 2 o ancora del Derby (e quindi, quasi certamente dell'AMRAAM): proprio così, trattasi di missili ad autoguida radar, i primi cinesi, notare bene che si tratta di una innovazione tecnologica notevole, per esempio rende possibile attaccare bersagli multipli simultaneamente. In sostanza si tratta di un caccia moderno, che per una volta è entrato in servizio rapidamente dopo l'inizio del programma (almeno dopo che questo è diventato noto) e che somiglia molto al Lavi o al gripen. Ma rispetto ad essi ha un motore enormemente più potente: il Gripen ha 8-9 t di spinta, il Lavi ne aveva 9.5. Il J-10 ha una capacità di carico conseguentemente maggiore, anche se il peso del carico esterno non lo è. La massa totale arriva a 18 t circa, l'autonomia di trasferimento a 3000 km.
 
L'unica pecca è data dal cannone, ancora il GSH-23-2 con appena 120 colpi, sufficienti per circa 2-3 secondi di fuoco. Se fosse stato adottato il GSH-301 russo con 100-150 colpi sarebbe stato un miglioramento in gittata, distruttività, precisione ben superiore anche in termini di autonomia di fuoco. A parte questo, l'aereo non ha la classica 'palla' contenente un IRST di molti caccia moderni. I caccia sovietici in particolare hanno un IRST integrato con il telemetro laser e a loro volta integrati nel sistema di combattimento radar-optronico. E' un'altra concezione, a maggior ragione se si considera che i caccia russi più recenti hanno miniaturizzato le componenti al punto di aggiungere anche un canale visivo TV oltre che migliorare le prestazioni dell'esistente.
 
La dotazione di schermi interni è di 3-4 display, un progresso notevole, ma ancora del tipo monocolore (verde) oramai obsoleto, un HUD con ampio angolo di visuale di 40 gradi, comandi HOTAS e altri sistemi ancora come un casco-visore (HMS) nazionale o ucraino. A parte questo, non mancano altri utili ausili, il sistema RWR, il GPS e tre specchietti retrovisori. Questi ultimi non sono tanto desueti, tanto che i caccia sovietici e quelli dell'US Navy li hanno, indipendentemente dal tettuccio a goccia. L'F-16 non li ha, con il tettuccio a goccia e il sedile inclinato di 20 gradi, ma per un pilota impegnato in una manovra di combattimento, navigazione a bassa quota o quant'altro è estremamente faticoso (specie ad alto numero di g) girarsi indietro e controllare la propria coda, tanto che spesso si fa prima ad eseguire una corta virata. Con accellerazione di 7-9 g è difficile persino vedere correttamente, per non dire di mettersi ad osservare se un avversario è ancora in coda o meno, così gli specchietti possono essere molto utili per vedere prontamente, per esempio, se alle spalle vi è la scia di un missile, i traccianti della contraerea o la sagoma di un caccia, magari evidenziata da una scia di condensazione (oppure per le meno bellicose manovre di rullaggio e di parcheggio). Detto in altri termini, un semplice specchietto può far vedere anche quello che un RWR sofisticato non può, specialmente se si tratta di un missile IR, per questo i progettisti dell'F-18 Hornet li hanno mantenuti, e anche nel caso dell'F-16 sarebbe stato ancora utile installarne qualcuno sul tettuccio a goccia, volendo. A parte questo, i caccia J-10 sono entrati in produzione e faranno da spalla ai più pesanti e costosi J-11/Su-27/30 come è successo già nel caso dei caccia americani F-15 e F-16. Al solito, è praticamente impossibile per una forza aerea equipaggiarsi solo con macchine pesanti per un fatto di costi e di numeri, oltre che perché per molti compiti usare e rischiare un caccia da 30 t è uno spreco.
 
La sagoma slanciata e aggressiva dei Chengdu J-10 farà molto probabilmente la sua comparsa sui cieli di Pechino durante le Olimpiadi. Un modo per far conoscere al pubblico i prodotti dell'alta tecnologia cinese, che nel caso in specie sono stati ordinati in circa 200-300 esemplari e vengono prodotti al ritmo di 2-3 al mese. Il caccia è anche offerto all'export (per esempio potrebbe essere importante per i pakistani o gli iraniani) al prezzo di 42,5 milioni di dollari, né tanto né poco considerando che un Super Hornet pare costi attorno ai 60 milioni, come del resto anche le ultimissime versioni degli F-16 (i Block 60). Considerando anche l'attuale caduta del valore del dollaro, svalutato per favorire l'export americano questo porterebbe il costo del caccia a circa (2007) 30 milioni di euro o 60 miliardi di lire. Anche per i prodotti cinesi il tempo dei caccia ad un milione di dollari è definitivamente tramontato con l'entrata nell'era dell''alta tecnologia'.
 
==2007==