Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Romania: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 57:
 
==1989-1992==
Questi anni sono importanti per fare il punto della situazione. Anzitutto in termini generali dello strumento militare, la situazioneRomania ha conosciuto un profondo mutamento. Questo è stato dovuto agli sconvolgimenti politici di quel periodo. La rivoluzione che ha visto il Paese nel 1989 è stata un punto cardine. La famiglia Ceaucescu era la vera 'signora' della Romania, con ville, lussi, corruzione, accumulo di ricchezze che erano sempre più ingiustificabili per la nazione, non propriamente ricca, e al di là di ogni seria necessità. La rivolta popolare, esplosa dopo i morti di Timisoara (e alcune 'messinscene' di cadaveri presi dall'obitorio di un ospedale e utilizzati a beneficio della televisione) fu un miscuglio di molte motivazioni, non tutte propriamente cristalline, e alla fine vide i coniugi Ceaucescu in fuga dal loro palazzo di Bucarest con un elicottero Dauphin, stracarico di persone, che decollò dal tetto. Un ruolo senza precedenti lo ebbero i mass-media, sopratutto quello di maggior impatto (anche con gli analfabeti), ovvero la televisione, strumento prima di regime, poi conquistato e utilizzato senza 'complimenti' dai rivoltosi. Chi combattè contro la rivoluzione erano sopratutto gli uomini dei servizi 'interni' particolarmente fedeli al loro leader, ma al popolo si erano uniti gran parte dei militari scesi in campo, e questo da solo garantiva l'esito finale della rivolta, e gli uomini dei servizi che vennero catturati in genere venivano fucilati sul posto. La coppia Ceaucescu venne lasciata in campagna dopo che l'elicottero aveva accusato 'problemi tecnici'. Riconosciuti mentre cercavano di scappare via terra, vennero arrestati e sommariamente processati, cosa a cui seguì una 'rapida' esecuzione, nonostante che Ceaucescu non riconoscesse la legittimità della corte.
 
Finita questa brutta pagina di violenza e morte, la Romania si diede da fare per creare un regime che la facesse uscire definitivamente dalla dittatura e la liberasse dai legami con il passato in maniera stabile. Uno dei cambiamenti fu nelle forze armate, prima 'politicizzate' e poi epurate dagli elementi e strutture 'ideologiche', per farle diventare a tutti gli effetti 'apolitiche' come dovrebbe essere in uno stato 'normale'. La Romania, una volta sciolto il Patto di Varsavia si è trovata in una condizione di libertà mai avuta prima, e a far tempo dalla fine del 1991 ha aderito alla carta dell'ONU, ha riconosciuto la preferenza per mezzi diplomatici su quelli militari nel risolvere controversie, ha rinunciato a qualunque arma nucleare, ha annunciato di non avere nemici o potenziali avversari.
 
Un altro problema da risolvere era quello della crisi economica, che ha colpito il Paese nel 1990-91. La situazione andò talmente male, che nel 1992 il PIL era la metà di quello dell'89, e notare bene, questo era già stato un anno definito di 'grande crisi' rispetto ai precedenti. Nel 1995, tuttavia, il PIL crebbe del 14,2% rispetto a quello del 1992, con aumento della produzione del 14,4% per l'industria e del 17,7 per l'agricoltura. Non è chiaro se si tratti di valori assoluti o depurati dell'inflazione: la quale, nel 1993, era arrivata al 300%, per poi dimnuire al 30% nel 1995. Nel frattempo, l'export crebbe dal 18,5 al 21,2% nel periodo 1993-95, e il settore privato ha cominciato a contribuire al PIL in maniera marcata: appena il 16,4 % nel 1990, 26,4 nel 1992 e 45% nel 1995. Le aziende piccole e medie erano diventate 714.803 mentre 1500 grandi aziende statali vennero nel frattempo privatizzate, con la creazione di circa 1,5 milioni di posti di lavoro nel loro complesso. La disoccupazione scese da 10,4% del 1993 all'8,9 del 1995 e al 6,4% del 1996. Nel frattempo il totale degli investimenti esteri crebbe da 537mlini di dolari del 1992 a 1272 del 1994 e 1595 del 1996.
 
L'eliminazione della Securitate, il potentissimo Dipartimento per la Sicurezza dello Stato, che controllavano di fatto i membri delle F.A. ha consentito di ottenere quanto sopra, mentre i 62000 militari impegnati di fatto nel processo produttivo dell'industria nazionale come operai e quadri sono stati riportati allo status effettivo di militari,mentre per rendere più efficiente lo strumento militare rumeno venne avviato un programma di snellimento, professionalizzazione e la creazione di Stati maggiori per ciascuna delle F.A, che erano quattro, inclusa cioè la Difesa aerea. La costituzione dello strumento militare rumeno dell'epoca era dato da: un esercito basato su 4 armate pluriarma, con divisioni meccanizzate, una corazzata, una birgata da montagna. La modifica sarebbe stata qui quella di introdurre il corpo d'armata come elemento intermedio tra l'Armata e le brigate, e questo significò la scomparsa della divisione. Quindi, se prima vi era l'ordinamento Armata-divisione-reggimento, poi questa divenne Armata, corpo d'Armata, brigata e reggimento. La Brigata era presente con 2-3 unità meccanizzate, una d'artiglieria e una corazzata per ciascun Corpo. Inoltre, i battaglioni rimpiazzarono i reggimenti come pedina basica dell'esercito. L'aeronautica era provvista di circa 400 aerei da combattimento: 189 MiG-21, 36 MiG-23, 70 MiG-15/19 60 Orao, a cui si aggiungevano 25 aerei da trasporto e 200 elicotteri. Vi erano anche i reparti paracadutisti e in tutto si assommava un totale di 20.000 uomini. La riduzione degli aerei, come dei mezzi dell'esercito basata sui trattati CFE era sensibile e avrebbe visto le macchine più vecchie sparire dalla linea in breve tempo.
 
 
 
La marina era suddivisa in reparti navali e fluviali, fanteria di marina, difesa costiera, ma andava poi ristrutturata in comando Marittimo e Comando Fluviale per il Danubio.
Line 69 ⟶ 73:
Quanto all'industria militare rumena, essa costituiva un patrimonio di risorse e umano di alto livello per la nazione. Nel 1989 vi erano impiegati 120.000 persone, ma nel 1992 si erano persi 30.000 posti di lavoro e naturalmente altre riduzioni erano in vista, essendo l'industria s utile per la Romania, ma anche statalizzata e assai inefficiente: nondimeno, consentiva in certi settori della difesa una indipendenza tra il 70 e il 100%. Tra le realizzazioni, vi erano quelle navali: tra queste, la nave appoggio unità missilistiche leggere Constanta, da 110 m e 3500 t, era armata pesantemente con un impianto binato da 57mm, due binati da 30, due lanciarazzi ASW RBU-1200. Tra i numeri significativi: in Romania vi era la produzione del 100% delle munizioni, armi leggere e artiglieria, 70% dei velivoli, 88% delle navi, 82% dei corazzati, 98% degli autoveicoli militari, 70% dei mezzi per le trasmissioni, 92% per i sistemi di protezione NBC, 94% per quelli del Genio, 95% per la logistica. Si tratta di un complesso di numeri eccezionale per un Paese del Patto di Varsavia e forse non solo: in tutto, l'83% dei mezzi miliati era prodotto in Romania. Naturalmente, spesso si trattava di sistemi di progettazione sovietica o comunque, di tipo assai obsoleto, ma nondimeno vi era un'effettiva capacità di progettazione e produzioen autonoma.
 
===Esercito===
====Le truppe da montagna====
5 brigate di Vinatori de Munte, ovvero i cacciatori di montagna erano presenti nell'esercito rumeno, giusto come in quello italiano. I Rumeni erano arrivati tardi all'istituzioen delle truppe da montagna, ma nondimeno, hanno saputo trasformarle in uno degli elementi di maggior interesse per l'esercito.
 
Line 81 ⟶ 86:
Gli alpini rumeni avevano anche reparti genio da montagna, reparti rocciatori ed esploratori, con personale professionista o di leva ma con capacità superiori alla media in questi contesti. Gli animali erano anch'essi una notevole risorsa: un battaglione poteva averne, per esempio, tranquillamente 47 esemplari. Con la viabilità piuttosto malmessa, anche in pianura, la Romania aveva certamente necessità di questi animali per compiti militari. Da notare l'uso di cavalli piuttosto che muli. La razza era lipizzana e Hutzul, e in tempo di guerra altri cavalli sarebbero stati integrati nei reparti. Quanto alla forza del battaglione, la sua forza di pace era dell'ordine di 650, in gran parte di leva, ma in tempo di guerra sarebbe giunta a circa 1350, e in fretta. Le montagne della Romania non sono particolarmente alte, massimo 2544m (monte Virful), ma non costituiscono semplicemente i confini della nazione, come spesso accade, ma buona parte del territorio, e anche il 'bastione centrale' da difendere ad ogni costo, e già rifugio delle popolazioni dacie all'arrivo dei Romani, era una zona montuosa, la Transilvania. L'addestramento degli alpini rumeni, ancora nel 1992 era intenso: corsi di roccia (a cui il 30% dei ragazzi riusciva a brevettarsi), comprendenti per esempio, salite e discese con doppia corda e fucile sparato con una mano, mentre l'altra controllava la discesa. Le montagne rumene erano ancora densamente popolate: non era un problema ottenere molti ragazzi del posto ben disposti alla vita sulle montagne, come alla cura dei cavalli, che richiedevano 6 kg di fien, 6 di paglia, 5 di avena, 20 grammi di sale per giorno (e birra a volontà). La loro capacità di carico é di 120-130 kg e potevano così portare con otto bestie il cannone da 76, 6 per il mortaio da 120 (due dei quali per le munizioni), 3 per il mortaio da 82mm, 4 per la mitragliera ZPU-4, appena uno per il cannone AG-9 che nonostante i suoi 63,5 kg complessivi era un vero 'cannone per cavalli'.
 
===Marina===
====La brigata fluviale====
Il primo fatto d'armi in cui le navi fluviali rumene sono state usate risale al 1877, quando i Rinduninca affondò con una bomba legata ad un albero il monitore turco Duab Seifi: in pratica una sorta di antenato del siluro, visto che la bomba venne portata direttamente ad esplodere contro la chiglia della nave. Le navi rumene furono importanti nel primo conflitto mondiale, quando i sei monitori e le sei cannoniere, una delle quali persa con tutto l'equipaggio, si impegnarono duramente per trasportare l'Esercito sulla sponda settentrionale del fiume. La flotta comprendeva i monitori corazzati, con dislocamento di 6000 tonnellate, 3 pezzi da 120, 2 mortai paricalibro, 4 cannoni da 47mm e due mitragliatrici da 6,5mm. Essi rimasero in servizio fino al 1959, ma ebbero nessun ruolo nella Seconda guerra mondiale, che vide i rumeni all'offensiva prima, in rotta poi.
 
La tratta rumena del Danubio è di ben 1075 km, tutti navigabili: questo spiega da solo come sia necessario utilizzare dei reparti fluviali consistenti che la difendano in maniera specifica. Le flottiglie erano due, una fluviale, l'altra per il delta. I rumeni avevano le navi di piccole dimensioni nella prima. Le unità erano di tipo particolare: le VB (Vedette blindate) ebbero un nome proprio solo dopo la rivoluzione del 1989, ma in ogni caso, avevano 2 motori diesel da 600hp per 18 nodi, un pescaggio di appena 90 cm che ne rendeva possibile l'uso anche a ridosso della costa (non farsi vedere navigando sotto gli alberi era la migliore tattica), mentre se l'obiettivo da raggiungere era a valle era possibile farlo a motori spenti, grazie alla forte corrente del Danubio. La protezione era leggera, ma adeguata al fuoco delle armi leggere e schegge per le sovrastrutture. L'armamento era di un cannone in torretta da 76mm con gittata di 13km, due mortai da 82mm e un impianto binato da 14,5mm. Le dimensioni erano di 32 m di lunghezza e 85 t di peso, praticamente simili alle navi sovietiche di analoghe caratteristiche. La forza dell'equipaggio, 25 uomini, era per l'8% di leva, per il resto era normale trovare il comandante, secondo, motorista, due mitraglieri. Frequenti le esercitazioni in cooperazioen con l'esercito, mentre i 18 mesi di leva erano ancora sufficienti per addestrare in maniera approfondita gli equipaggi. In tutto vi erano 6 vedette corazzate di questo tipo, che con i marinai dalla caratteristica uniforme blu scuro con maglietta a righe facevano un effetto indubbiamente 'retrò' nel panorama della guerra moderna. Le navi supporto erano costituite da mezzi come la nave.base Crisul, che le supportava, come nave officina e caserma, armata di due impianti da 14,5mm e di base nalla cittadina di Braila. La composizione della Brigata fluviale rumena, in tutto, vedeva 5 reparti fluviali, due misti marina-esercito e un'officina galleggiante. La forza era di 6 vedette blindate per ciascuno di due reparti fluviali, mentre gli altri 3 erano su sei dragamine l'uno, navi che avevano l'80% del personale professionista, data la difficoltà del loro tipo di operazioni. Due reparti logistici a livello di battaglione erano disponibili con mezzi navali e autocarri rumeni DAC 665. Le vedette, come i dragamine erano di costruzione rumena, degli anni '70. I dragamine erano armati con il solito impianto da 14,5mm in due esemplari, e pesavano 65 t per 26 m di lunghezza. Essi avevano la capacità di operare anche come posamine e la velocità di 18 nodi era comparabile con quella delle vedette, costruite anceh per far loro la scorta. L'addestramento era molto duro e intenso, con molte missioni svolte al buio, cosa che per un fiume non è mai banale, con l'ausilio anche di visori notturni. Vi erano anche delle lance leggere da ricognizione, ma non capaci di operare al buio e di tipo non noto. La compentenza della Brigata fluviale rumena si arrestava a Ceatal-Ismail a 80 km dal mare. A quel punto si considerava l'inizio del Delta, di competenza della Brigada Fluviali-Maritima di Tulcea. I bracci del Danubio sono tre: Chilia a nord, Sulina a centro e infine, suqllo di Sfintu Gheorghe era il braccio meridionale. Come aggiornamenti e particolari, da notare che le vedette avevano i mortai da 82 mm sbarcabili a terra, e che la mitragliera binata e il cannone sarebbero forse stati sostituiti a breve, la prima con un lanciamissili SA-7: peraltro questo avrebbe tolto una massiccia fonte di fuoco d'appoggio alle truppe sbarcate, e i missili SA-7 sono portatili e lanciabili da spalla, dunque l'esigenza assoluta di una sostituzione non c'era.
 
La struttura di questa ulteriore brigata era su dragamine e motovedette, con due squadriglie delle prime. Una su navi simili a quelle fluviali, l'altra con imbarcazioni molto più consistenti: si trattava di scafi da 310 t, armate pesantemente con un cannone da 100mm, due lanciarazzi da 122mm, e difese a distanza ravvicinata da un impianto binato da 30mm ADG-230 (o meglio, l'equivalente rumeno) e due mitragliere da 14,5mm, mentre erano presenti anche due lanciamissili SA-7 Strela. A parte questo, per la difesa generale vi erano anche due mitragliere da 14,5mm del tipo di quelle dei veicoli TAB-71 con mitragliera da 14,5mm e una da 7,62mm. La possibilità di operare in acque basse era assicurata da una inedita carena a catamarano. I dragamine erano invece i VD 141 uguali a quelli già visti , e altri con dislocamento maggiore.
 
===Aeronautica===