Sistema delle acque bolognesi/Consorzio della Bonifica Renana

Indice del libro

Il Consorzio della Bonifica Renana è un ente di diritto pubblico costituito nel 1909.

Il comprensorio di sua competenza ha una estensione territoriale di circa 187.000 ha, in gran parte situati in provincia di Bologna, tra il fiume Reno e il torrente Sillaro.

Esso opera in base a quanto previsto dalla vigente legislazione statale, nonché dalle più recenti ed innovative leggi regionali 42/84 e 16/87, per assicurare lo scolo delle acque, la difesa del suolo, la tutela delle risorse idriche e naturali, l'irrigazione e la valorizzazione del territorio.

Il territorio

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Il territorio dell’Emilia Romagna è frutto di un rapporto secolare e diffuso tra le attività dell’uomo e il sistema delle acque, dall’Appennino all’Adriatico.
Il Consorzio assicura la gestione sostenibile dell’acqua di pioggia, mantenendo il presidio idrogeologico in montagna e curando la rete idraulica in pianura.
Su un’area di 1.876 km quadrati (1.191 in pianura e 685 in montagna) che interessa 39 comuni nelle province di Bologna, Ferrara e Firenze, il Consorzio è l’Autorità idraulica competente con la funzione principale di garantire, attraverso il proprio reticolo idrografico, il corretto deflusso delle acque piovane provenienti dalle aree agricole ed urbane.
Sono oltre 124 mila i consorziati titolari di immobili che godono dell’opera costante e puntuale di presidio idraulico svolta dalla Renana. Questa attività protegge il territorio dai rischi di allagamento sempre più elevati a causa degli evidenti cambiamenti climatici e della crescente urbanizzazione dei suoli.
Grazie alla propria rete idraulica, il Consorzio fornisce inoltre l’acqua per tutti gli usi irrigui e produttivi, svolgendo in questo modo anche un’importante funzione ambientale.
In pianura, il territorio presidiato dalla Renana è attraversato diagolamente dal torrente Idice che lo divide in due settori completamente autonomi dal punto di vista idrografico: i terreni di acque alte che trovano recapito naturale nel fiume Reno e nel torrente Sillaro, e i terreni di acque basse che necessitano per lo scolo di un sollevamento mediante gli impianti idrovori di Saiarino e Vallesanta.
Con una rete di 1.380 chilometri di canali, 47 impianti idraulici di sollevamento e 16 casse di espansione, ogni anno la Bonifica Renana distribuisce 70 milioni di metri cubi d’acqua per scopi produttivi e consente il deflusso di oltre 400 milioni di metri cubi di acque di pioggia, tutelando tutti gli immobili e le infrastrutture del territorio.

Le origini

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La pianura a nord delle città della Via Emilia è il frutto di un lavoro secolare di bonifica e di controllo dello scolo delle acque in un territorio che, abbandonato dopo la caduta dell’Impero Romano, si era trasformato in una landa acquitrinosa e malsana, in balia di allagamenti e alluvioni.

Nel Medioevo, per primi a promuovere il recupero dei suoli e gli insediamenti dell’uomo sono i monaci (abbazie di Pomposa, Nonantola e San Benedetto Po). Proseguono nell’opera le autorità civiche comunali (Bologna) e le signorie e istituzioni locali (Este a Ferrara, Stato Pontificio nel bolognese) che si avvalgono della collaborazione diretta delle proprietà per realizzare e mantenere le opere di bonifica.

L’antenato vero e proprio della Renana è l’Assunteria dei Confini e delle Acque (1589-1716) che riunisce le Congregazioni di Scolo. Nel ‘700 si realizza il Cavo Benedettino per incanalare le acque del Reno nel ramo del Po di Primaro e, grazie all’attuazione del progetto Lecchi-Boncompagni, la pianura bolognese si avvia verso l’assetto idraulico di oggi.

Con Napoleone si istituiscono la Magistratura delle Acque ed i Circondari idraulici, con i relativi consorzi dei proprietari di immobili. Bologna ne ha sei e cinque di questi confluiranno in quella che oggi è il Consorzio della Bonifica Renana, costituita nel 1909 per realizzare la sistemazione definitiva di tutto il territorio racchiuso tra i fiumi Reno e Sillaro.

Nel secolo scorso vengono completate le opere principali, si realizza il nuovo piano idraulico di bonifica, si creano nuovi impianti e nuoce casse ed il territorio diviene quello che oggi vediamo e conosciamo.

L’Oasi naturalistica di Vallesanta e Campotto

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Le valli di Campotto, con le casse di Vallesanta e Bassarone, proprietà della Renana, costituiscono un complesso ecosistema di zone umide e boschi idrofili che funge da area di sosta e rifugio per numero specie di uccelli migratori, oltre che da habitat naturale per pesci, anfibi, rettili e mammiferi tipici di questi ambienti.

Per le sue caratteristiche naturaliste e paesaggistiche, il sistema delle valli gestito dalla Bonifica è stato classificato Sito di Importanza Comunitaria e Zona di Protezione Speciale degli ecosistemi presenti. Nell’oasi naturalistica della Renana (che ha messo restaurato e messo a disposizione la sede del Museo delle Valli) si sta svolgendo un Progetto Life, cofinanziato dall’Unione europea.