Sefer כותב ישוע/Impara1

Poi, entrato in una barca, passai all'altra riva e venni nella mia città. Ed ecco mi portarono un paralitico disteso sopra un letto. Ed io, veduta la loro fede, dissi al paralitico: «Figliolo, coraggio, i tuoi peccati ti sono perdonati». Allora alcuni scribi pensarono dentro di sé: «Costui bestemmia». Ma conosciuti i loro pensieri, dissi: «Perché pensate cose malvagie nei vostri cuori? Infatti, che cos'è più facile, dire: "I tuoi peccati ti sono perdonati" o dire: "Àlzati e cammina"? Ma, affinché sappiate che il Figlio dell'uomo ha sulla terra autorità di perdonare i peccati, àlzati», dissi allora al paralitico, «prendi il tuo letto e va' a casa tua». Ed egli si alzò e se ne andò a casa sua. Visto ciò, la folla fu presa da timore e glorificò Dio, che aveva dato tale autorità agli uomini.

Ora va’ e impara ● ב

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Matteo 9:1-38 — καὶ ἐμβὰς εἰς πλοῖον διεπέρασεν καὶ ἦλθεν εἰς τὴν ἰδίαν πόλιν καὶ ἰδοὺ προσέφερον αὐτῷ παραλυτικὸν ἐπὶ κλίνης βεβλημένον καὶ ἰδὼν ὁ Ἰησοῦς τὴν πίστιν αὐτῶν εἶπεν τῷ παραλυτικῷ θάρσει τέκνον ἀφίενταί σου αἱ ἁμαρτίαι καὶ ἰδού τινες τῶν γραμματέων εἶπαν ἐν ἑαυτοῖς οὗτος βλασφημεῖ καὶ ἰδὼν ὁ Ἰησοῦς τὰς ἐνθυμήσεις αὐτῶν εἶπεν ἱνατί ἐνθυμεῖσθε πονηρὰ ἐν ταῖς καρδίαις ὑμῶν τί γάρ ἐστιν εὐκοπώτερον εἰπεῖν ἀφίενταί σου αἱ ἁμαρτίαι ἢ εἰπεῖν ἔγειρε καὶ περιπάτει ἵνα δὲ εἰδῆτε ὅτι ἐξουσίαν ἔχει ὁ υἱὸς τοῦ ἀνθρώπου ἐπὶ τῆς γῆς ἀφιέναι ἁμαρτίας τότε λέγει τῷ παραλυτικῷ ἐγερθεὶς ἆρόν σου τὴν κλίνην καὶ ὕπαγε εἰς τὸν οἶκόν σου καὶ ἐγερθεὶς ἀπῆλθεν εἰς τὸν οἶκον αὐτοῦ ἰδόντες δὲ οἱ ὄχλοι ἐφοβήθησαν καὶ ἐδόξασαν τὸν θεὸν τὸν δόντα ἐξουσίαν τοιαύτην τοῖς ἀνθρώποις καὶ παράγων ὁ Ἰησοῦς ἐκεῖθεν εἶδεν ἄνθρωπον καθήμενον ἐπὶ τὸ τελώνιον Μαθθαῖον λεγόμενον καὶ λέγει αὐτῷ ἀκολούθει μοι καὶ ἀναστὰς ἠκολούθησεν αὐτῷ καὶ ἐγένετο αὐτοῦ ἀνακειμένου ἐν τῇ οἰκίᾳ καὶ ἰδοὺ πολλοὶ τελῶναι καὶ ἁμαρτωλοὶ ἐλθόντες συνανέκειντο τῷ Ἰησοῦ καὶ τοῖς μαθηταῖς αὐτοῦ καὶ ἰδόντες οἱ Φαρισαῖοι ἔλεγον τοῖς μαθηταῖς αὐτοῦ διὰ τί μετὰ τῶν τελωνῶν καὶ ἁμαρτωλῶν ἐσθίει ὁ διδάσκαλος ὑμῶν ὁ δὲ ἀκούσας εἶπεν οὐ χρείαν ἔχουσιν οἱ ἰσχύοντες ἰατροῦ ἀλλ᾽ οἱ κακῶς ἔχοντες πορευθέντες δὲ μάθετε τί ἐστιν ἔλεος θέλω καὶ οὐ θυσίαν οὐ γὰρ ἦλθον καλέσαι δικαίους ἀλλὰ ἁμαρτωλούς τότε προσέρχονται αὐτῷ οἱ μαθηταὶ Ἰωάννου λέγοντες διὰ τί ἡμεῖς καὶ οἱ Φαρισαῖοι νηστεύομεν πολλά οἱ δὲ μαθηταί σου οὐ νηστεύουσιν καὶ εἶπεν αὐτοῖς ὁ Ἰησοῦς μὴ δύνανται οἱ υἱοὶ τοῦ νυμφῶνος πενθεῖν ἐφ᾽ ὅσον μετ᾽ αὐτῶν ἐστιν ὁ νυμφίος ἐλεύσονται δὲ ἡμέραι ὅταν ἀπαρθῇ ἀπ᾽ αὐτῶν ὁ νυμφίος καὶ τότε νηστεύσουσιν οὐδεὶς δὲ ἐπιβάλλει ἐπίβλημα ῥάκους ἀγνάφου ἐπὶ ἱματίῳ παλαιῷ αἴρει γὰρ τὸ πλήρωμα αὐτοῦ ἀπὸ τοῦ ἱματίου καὶ χεῖρον σχίσμα γίνεται οὐδὲ βάλλουσιν οἶνον νέον εἰς ἀσκοὺς παλαιούς εἰ δὲ μή γε ῥήγνυνται οἱ ἀσκοί καὶ ὁ οἶνος ἐκχεῖται καὶ οἱ ἀσκοὶ ἀπόλλυνται ἀλλὰ βάλλουσιν οἶνον νέον εἰς ἀσκοὺς καινούς καὶ ἀμφότεροι συντηροῦνται ταῦτα αὐτοῦ λαλοῦντος αὐτοῖς ἰδοὺ ἄρχων εἷς ἐλθὼν προσεκύνει αὐτῷ λέγων ὅτι ἡ θυγάτηρ μου ἄρτι ἐτελεύτησεν ἀλλὰ ἐλθὼν ἐπίθες τὴν χεῖρά σου ἐπ᾽ αὐτήν καὶ ζήσεται καὶ ἐγερθεὶς ὁ Ἰησοῦς ἠκολούθησεν αὐτῷ καὶ οἱ μαθηταὶ αὐτοῦ καὶ ἰδοὺ γυνὴ αἱμορροοῦσα δώδεκα ἔτη προσελθοῦσα ὄπισθεν ἥψατο τοῦ κρασπέδου τοῦ ἱματίου αὐτοῦ ἔλεγεν γὰρ ἐν ἑαυτῇ ἐὰν μόνον ἅψωμαι τοῦ ἱματίου αὐτοῦ σωθήσομαι ὁ δὲ Ἰησοῦς στραφεὶς καὶ ἰδὼν αὐτὴν εἶπεν θάρσει θύγατερ ἡ πίστις σου σέσωκέν σε καὶ ἐσώθη ἡ γυνὴ ἀπὸ τῆς ὥρας ἐκείνης καὶ ἐλθὼν ὁ Ἰησοῦς εἰς τὴν οἰκίαν τοῦ ἄρχοντος καὶ ἰδὼν τοὺς αὐλητὰς καὶ τὸν ὄχλον θορυβούμενον ἔλεγεν ἀναχωρεῖτε οὐ γὰρ ἀπέθανεν τὸ κοράσιον ἀλλὰ καθεύδει καὶ κατεγέλων αὐτοῦ ὅτε δὲ ἐξεβλήθη ὁ ὄχλος εἰσελθὼν ἐκράτησεν τῆς χειρὸς αὐτῆς καὶ ἠγέρθη τὸ κοράσιον καὶ ἐξῆλθεν ἡ φήμη αὕτη εἰς ὅλην τὴν γῆν ἐκείνην καὶ παράγοντι ἐκεῖθεν τῷ Ἰησοῦ ἠκολούθησαν αὐτῷ δύο τυφλοὶ κράζοντες καὶ λέγοντες ἐλέησον ἡμᾶς υἱὸς Δαυίδ ἐλθόντι δὲ εἰς τὴν οἰκίαν προσῆλθον αὐτῷ οἱ τυφλοί καὶ λέγει αὐτοῖς ὁ Ἰησοῦς πιστεύετε ὅτι δύναμαι τοῦτο ποιῆσαι λέγουσιν αὐτῷ ναί κύριε τότε ἥψατο τῶν ὀφθαλμῶν αὐτῶν λέγων κατὰ τὴν πίστιν ὑμῶν γενηθήτω ὑμῖν καὶ ἠνεῴχθησαν αὐτῶν οἱ ὀφθαλμοί καὶ ἐνεβριμήθη αὐτοῖς ὁ Ἰησοῦς λέγων ὁρᾶτε μηδεὶς γινωσκέτω οἱ δὲ ἐξελθόντες διεφήμισαν αὐτὸν ἐν ὅλῃ τῇ γῇ ἐκείνῃ αὐτῶν δὲ ἐξερχομένων ἰδοὺ προσήνεγκαν αὐτῷ ἄνθρωπον κωφὸν δαιμονιζόμενον καὶ ἐκβληθέντος τοῦ δαιμονίου ἐλάλησεν ὁ κωφός καὶ ἐθαύμασαν οἱ ὄχλοι λέγοντες οὐδέποτε ἐφάνη οὕτως ἐν τῷ Ἰσραήλ οἱ δὲ Φαρισαῖοι ἔλεγον ἐν τῷ ἄρχοντι τῶν δαιμονίων ἐκβάλλει τὰ δαιμόνια καὶ περιῆγεν ὁ Ἰησοῦς τὰς πόλεις πάσας καὶ τὰς κώμας διδάσκων ἐν ταῖς συναγωγαῖς αὐτῶν καὶ κηρύσσων τὸ εὐαγγέλιον τῆς βασιλείας καὶ θεραπεύων πᾶσαν νόσον καὶ πᾶσαν μαλακίαν ἰδὼν δὲ τοὺς ὄχλους ἐσπλαγχνίσθη περὶ αὐτῶν ὅτι ἦσαν ἐσκυλμένοι καὶ ἐρριμμένοι ὡσεὶ πρόβατα μὴ ἔχοντα ποιμένα τότε λέγει τοῖς μαθηταῖς αὐτοῦ ὁ μὲν θερισμὸς πολύς οἱ δὲ ἐργάται ὀλίγοι δεήθητε οὖν τοῦ κυρίου τοῦ θερισμοῦ ὅπως ἐκβάλῃ ἐργάτας εἰς τὸν θερισμὸν αὐτοῦ

In seguito, partito di là, passando, vidi un uomo chiamato Matteo, che sedeva al banco delle imposte, e gli dissi: «Seguimi». Ed egli, alzatosi, mi seguì.

Mentre ero a tavola in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con me e con i miei discepoli. I farisei, veduto ciò, dicevano ai miei discepoli: «Perché il vostro maestro mangia con i pubblicani e con i peccatori?» Ma io, avendoli uditi, dissi: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Ora andate e imparate che cosa significhi: "Voglio misericordia e non sacrificio"; poiché io non sono venuto a chiamare dei giusti, ma dei peccatori».

Allora mi si avvicinarono i discepoli di Giovanni e mi dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo, e i tuoi discepoli non digiunano?» Ribattei: «Possono gli amici dello sposo fare cordoglio finché lo sposo è con loro? Ma verranno i giorni che lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa nuova sopra un vestito vecchio; perché quella toppa porta via qualcosa dal vestito vecchio e lo strappo si fa peggiore. Neppure si mette vino nuovo in otri vecchi; altrimenti gli otri scoppiano, il vino si spande e gli otri si perdono; ma si mette il vino nuovo in otri nuovi e l'uno e gli altri si conservano».

Mentre dicevo loro queste cose, uno dei capi della sinagoga, avvicinatosi, s'inchinò davanti a me e mi disse: «Mia figlia è morta or ora; ma vieni, posa la mano su di lei ed ella vivrà». Alzatomi, lo seguivo con i miei discepoli.

Ed ecco una donna, malata di un flusso di sangue da dodici anni, avvicinatasi da dietro, mi toccò il lembo della veste, perché diceva fra sé: «Se riesco a toccare almeno la sua veste, sarò guarita». Io mi voltai, la vidi, e dissi: «Coraggio, figliola; la tua fede ti ha guarita». Da quell'ora la donna fu guarita.

Quando giunsi alla casa del capo della sinagoga e vidi i suonatori di flauto e la folla che faceva grande strepito, dissi loro: «Allontanatevi, perché la bambina non è morta, ma dorme». Ed essi ridevano di me. Ma quando la folla fu messa fuori, entrai, presi la bambina per la mano ed ella si alzò. E se ne divulgò la fama per tutto quel paese.

Come partivo di là, due ciechi mi seguirono, dicendo ad alta voce: «Abbi pietà di noi, Figlio di Davide!» Quando fui entrato nella casa, quei ciechi mi si avvicinarono e io dissi loro: «Credete voi che io possa far questo?» Essi gli risposero: «Sì, Signore». Allora toccai loro gli occhi dicendo: «Vi sia fatto secondo la vostra fede». E gli occhi loro furono aperti. E feci loro un severo divieto, dicendo: «Guardate che nessuno lo sappia». Ma quelli, usciti fuori, sparsero la mia fama per tutto quel paese.

Mentre quei ciechi uscivano, mi fu presentato un uomo muto e indemoniato. Scacciato che fu il demonio, il muto parlò. E la folla si meravigliava dicendo: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demòni con l'aiuto del principe dei demòni».

Percorrevo tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità.

Vedendo le folle, ne ebbi compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora dissi ai miei discepoli: «La mèsse è grande, ma pochi sono gli operai. Pregate dunque il Signore della mèsse che mandi degli operai nella sua mèsse».

Poi, chiamati i miei dodici discepoli, diedi loro il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire qualunque malattia e qualunque infermità.

I nomi dei dodici apostoli sono questi:
il primo, Simone detto Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo d'Alfeo e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l'Iscariota, quello stesso che poi mi tradì.

Questi sono i dodici che io mandai, dando loro queste istruzioni:
«Non andate tra i pagani e non entrate in nessuna città dei Samaritani, ma andate piuttosto verso le pecore perdute della casa d'Israele. Andando, predicate e dite: "Il regno dei cieli è vicino". Guarite gli ammalati, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni; gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non provvedetevi d'oro, né d'argento, né di rame nelle vostre cinture, né di sacca da viaggio, né di due tuniche, né di calzari, né di bastone, perché l'operaio è degno del suo nutrimento.

In qualunque città o villaggio sarete entrati, informatevi se vi sia là qualcuno degno di ospitarvi, e abitate da lui finché partirete. Quando entrerete nella casa, salutate. Se quella casa ne è degna, venga la vostra pace su di essa; se invece non ne è degna, la vostra pace torni a voi. Se qualcuno non vi riceve né ascolta le vostre parole, uscendo da quella casa o da quella città, scotete la polvere dai vostri piedi. In verità vi dico che il paese di Sodoma e di Gomorra, nel giorno del giudizio, sarà trattato con meno rigore di quella città.

«Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini; perché vi metteranno in mano ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per servire di testimonianza davanti a loro e ai pagani. Ma quando vi metteranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come parlerete o di quello che dovrete dire; perché in quel momento stesso vi sarà dato ciò che dovrete dire. Poiché non siete voi che parlate, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.

Il fratello darà il fratello a morte, e il padre il figlio; i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato. Quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un'altra; perché io vi dico in verità che non avrete finito di percorrere le città d'Israele, prima che il Figlio dell'uomo sia venuto.

Un discepolo non è superiore al maestro, né un servo superiore al suo signore. Basti al discepolo essere come il suo maestro e al servo essere come il suo signore. Se hanno chiamato Belzebù il padrone, quanto più chiameranno così quelli di casa sua! Non li temete dunque; perché non c'è niente di nascosto che non debba essere scoperto, né di occulto che non debba essere conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre, ditelo nella luce; e quello che udite dettovi all'orecchio, predicatelo sui tetti. E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l'anima; temete piuttosto colui che può far perire l'anima e il corpo nella geenna. Due passeri non si vendono per un soldo? Eppure non ne cade uno solo in terra senza il volere del Padre vostro. Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete dunque; voi valete più di molti passeri.

Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io riconoscerò lui davanti al Padre mio che è nei cieli. Ma chiunque mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io rinnegherò lui davanti al Padre mio che è nei cieli. Non pensate che io sia venuto a mettere pace sulla terra; non sono venuto a metter pace, ma spada. Perché sono venuto a dividere il figlio da suo padre, la figlia da sua madre, la nuora dalla suocera; e i nemici dell'uomo saranno quelli stessi di casa sua. Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; e chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me. Chi non prende la sua croce e non viene dietro a me, non è degno di me. Chi avrà trovato la sua vita la perderà; e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà.

Chi riceve voi, riceve me; e chi riceve me, riceve colui che mi ha mandato. Chi riceve un profeta come profeta, riceverà premio di profeta; e chi riceve un giusto come giusto, riceverà premio di giusto. E chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d'acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è un mio discepolo, io vi dico in verità che non perderà affatto il suo premio».

Quando ebbi finito di dare le mie istruzioni ai miei dodici discepoli, me ne andai di là per insegnare e predicare nelle loro città.

Giovanni il Battista, avendo nella prigione udito parlare delle opere del Mashiach, mandò a dirmi per mezzo dei suoi discepoli: «Sei tu colui che deve venire, o dobbiamo aspettare un altro?» Risposi loro: «Andate a riferire a Giovanni quello che udite e vedete: i ciechi ricuperano la vista e gli zoppi camminano; i lebbrosi sono purificati e i sordi odono; i morti risuscitano e il vangelo è annunciato ai poveri. Beato colui che non si sarà scandalizzato di me!»

Mentre essi se ne andavano, cominciai a parlare di Giovanni alla folla: «Che cosa andaste a vedere nel deserto? Una canna agitata dal vento? Ma che cosa andaste a vedere? Un uomo avvolto in morbide vesti? Quelli che portano delle vesti morbide stanno nei palazzi dei re. Ma perché andaste? Per vedere un profeta? Sì, vi dico, e più che profeta. Egli è colui del quale è scritto:
"Ecco, io mando davanti a te il mio messaggero
per preparare la tua via davanti a te".

In verità io vi dico, che fra i nati di donna non è sorto nessuno maggiore di Giovanni il Battista; eppure il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Dai giorni di Giovanni il Battista fino a ora, il Regno dei cieli è preso a forza e i violenti se ne impadroniscono. Poiché tutti i profeti e la legge hanno profetizzato fino a Giovanni. Se lo volete accettare, egli è l'Elia che doveva venire. Chi ha orecchi per udire oda.

Ma a chi paragonerò questa generazione? È simile ai bambini seduti nelle piazze che gridano ai loro compagni e dicono: "Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato; abbiamo cantato dei lamenti e non avete pianto". Difatti è venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: "Ha un demonio!" È venuto il Figlio dell'uomo, che mangia e beve, e dicono: "Ecco un mangione e un beone, un amico dei pubblicani e dei peccatori!" Ma la sapienza è stata giustificata dalle sue opere».

Allora presi a rimproverare le città nelle quali era stata fatta la maggior parte delle mie opere più importanti e potenti, perché non si erano ravvedute: «Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsaida! perché se in Tiro e Sidone fossero state fatte le opere potenti compiute tra di voi, già da molto tempo si sarebbero pentite, con cilicio e cenere. Perciò vi dichiaro che nel giorno del giudizio la sorte di Tiro e di Sidone sarà più tollerabile della vostra. E tu, o Capernaum, sarai forse innalzata fino al cielo? No, tu scenderai fino all'Ades. Perché se in Sodoma fossero state fatte le opere potenti compiute in te, essa sarebbe durata fino ad oggi. Perciò, vi dichiaro, nel giorno del giudizio la sorte del paese di Sodoma sarà più tollerabile della tua».

In quel tempo presi a dire: «Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così ti è piaciuto. Ogni cosa mi è stata data in mano dal Padre mio; e nessuno conosce il Figlio, se non il Padre; e nessuno conosce il Padre, se non il Figlio, e colui al quale il Figlio voglia rivelarlo.

Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre; poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero».

In quel tempo attraversai di Shabbat alcuni campi di grano; e i miei discepoli ebbero fame e si misero a strappare delle spighe e a mangiare. I farisei, veduto ciò, mi dissero: «Vedi! i tuoi discepoli fanno quello che non è lecito fare di shabbat». Ma io risposi loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando ebbe fame, egli insieme a coloro che erano con lui? Come egli entrò nella casa di Dio e come mangiarono i pani di presentazione che non era lecito mangiare né a lui, né a quelli che erano con lui, ma solamente ai sacerdoti? O non avete letto nella legge che ogni Shabbat i sacerdoti nel tempio violano lo Shabbat e non ne sono colpevoli? Ora io vi dico che c'è qui qualcosa di più grande del tempio. Se sapeste che cosa significa: "Voglio misericordia e non sacrificio", non avreste condannato gli innocenti; perché il Figlio dell'uomo è signore dello Shabbat».

Poi me ne andai, e giunsi nella loro sinagoga 10 dove c'era un uomo che aveva una mano paralizzata. Allora essi, per potermi accusare, mi fecero questa domanda: «È lecito fare guarigioni in giorno di sabato?» Ed io risposi loro: «Chi è colui tra di voi che, avendo una pecora, se questa cade in giorno di sabato in una fossa, non la prenda e la tiri fuori? Certo un uomo vale molto più di una pecora! È dunque lecito far del bene in giorno di Shabbat». Allora dissi a quell'uomo: «Stendi la tua mano». Ed egli la stese, e la mano divenne sana come l'altra.

I farisei, usciti, tennero consiglio contro di me, per farmi morire. Ma io, saputolo, mi allontanai di là; molti mi seguirono ed io li guarii tutti; e ordinai loro di non divulgarlo, affinché si adempisse quanto era stato detto per bocca del profeta Isaia:
«Ecco il mio servitore che ho scelto; il mio diletto, in cui l'anima mia si è compiaciuta.
Io metterò lo Spirito mio sopra di lui,
ed egli annuncerà la giustizia alle genti.
Non contenderà, né griderà
e nessuno udrà la sua voce sulle piazze.
Egli non triterà la canna rotta
e non spegnerà il lucignolo fumante,
finché non abbia fatto trionfare la giustizia.
E nel nome di lui le genti spereranno».

Allora mi fu presentato un indemoniato, cieco e muto; ed io lo guarii, in modo che il muto parlava e vedeva. E tutta la folla stupiva e diceva: «Non è questi il Figlio di Davide?»

Ma i farisei, udendo ciò, dissero: «Costui non scaccia i demòni se non per l'aiuto di Belzebù, principe dei demòni». Io, conoscendo i loro pensieri, dissi loro: «Ogni regno diviso contro se stesso va in rovina; e ogni città o casa divisa contro se stessa non potrà reggere. Se Satana scaccia Satana, egli è diviso contro se stesso; come dunque potrà sussistere il suo regno? E se io scaccio i demòni con l'aiuto di Belzebù, con l'aiuto di chi li scacciano i vostri figli? Per questo, essi stessi saranno i vostri giudici. Ma se è con l'aiuto dello Spirito di Dio che io scaccio i demòni, è dunque giunto fino a voi il regno di Dio. Come può uno entrare nella casa dell'uomo forte e rubargli la sua roba, se prima non lega l'uomo forte? Allora soltanto gli saccheggerà la casa. Chi non è con me è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde.

«Perciò io vi dico: ogni peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini; ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata. A chiunque parli contro il Figlio dell'uomo, sarà perdonato; ma a chiunque parli contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato né in questo mondo né in quello futuro. O fate l'albero buono e buono pure il suo frutto, o fate l'albero cattivo e cattivo pure il suo frutto; perché dal frutto si conosce l'albero. Razza di vipere, come potete dir cose buone, essendo malvagi? Poiché dall'abbondanza del cuore la bocca parla. L'uomo buono dal suo buon tesoro trae cose buone; e l'uomo malvagio dal suo malvagio tesoro trae cose malvagie. Io vi dico che di ogni parola oziosa che avranno detta, gli uomini renderanno conto nel giorno del giudizio; poiché in base alle tue parole sarai giustificato, e in base alle tue parole sarai condannato».

Allora alcuni scribi e farisei presero a dirmi: «Maestro, noi vorremmo vederti fare un segno». Ma risposi loro: «Questa generazione malvagia e adultera chiede un segno; e segno non le sarà dato, tranne il segno del profeta Giona. Poiché, come Giona stette nel ventre del pesce tre giorni e tre notti, così il Figlio dell'uomo starà nel cuore della terra tre giorni e tre notti. I Niniviti compariranno nel giudizio con questa generazione e la condanneranno, perché essi si ravvidero alla predicazione di Giona; ed ecco, qui c'è più che Giona! La regina del mezzogiorno comparirà nel giudizio con questa generazione e la condannerà; perché ella venne dalle estremità della terra per udire la sapienza di Salomone; ed ecco, qui c'è più che Salomone!

«Quando lo spirito immondo esce da un uomo, si aggira per luoghi aridi cercando riposo e non lo trova. Allora dice: "Ritornerò nella mia casa da dove sono uscito"; e quando ci arriva, la trova vuota, spazzata e adorna. Quindi va e prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui, i quali, entrati, vi prendono dimora; e l'ultima condizione di quell'uomo diventa peggiore della prima. Così avverrà anche a questa malvagia generazione».

Mentre parlavo ancora alle folle, ecco mia madre Miriam e i miei fratelli che, fermatisi di fuori, cercavano di parlarmi. E uno mi disse: «Tua madre e i tuoi fratelli sono là fuori che cercano di parlarti». Ma io risposi a colui che mi parlava: «Chi è mia madre, e chi sono i miei fratelli?» E, stendendo la mano verso i miei discepoli, dissi: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Poiché chiunque avrà fatto la volontà del Padre mio, che è nei cieli, mi è fratello e sorella e madre».

In quel giorno, uscito di casa, mi misi a sedere presso il mare; e una grande folla si radunò intorno a me; cosicché, salito su una barca, vi sedetti; e tutta la folla stava sulla riva. Insegnai loro molte cose in parabole, dicendo:
«Il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte del seme cadde lungo la strada; gli uccelli vennero e la mangiarono. Un'altra cadde in luoghi rocciosi dove non aveva molta terra; e subito spuntò, perché non aveva terreno profondo; ma, levatosi il sole, fu bruciata; e, non avendo radice, inaridì. Un'altra cadde tra le spine; e le spine crebbero e la soffocarono. Un'altra cadde nella buona terra e portò frutto, dando il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi oda».

Allora i discepoli si avvicinarono e mi dissero: «Perché parli loro in parabole?» Risposi loro: «Perché a voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli; ma a loro non è dato. Perché a chiunque ha sarà dato, e sarà nell'abbondanza; ma a chiunque non ha sarà tolto anche quello che ha. Per questo parlo loro in parabole, perché, vedendo, non vedono; e udendo, non odono né comprendono. E si adempie in loro la profezia d'Isaia che dice:
"Udrete con i vostri orecchi e non comprenderete; guarderete con i vostri occhi e non vedrete; perché il cuore di questo popolo si è fatto insensibile: sono diventati duri d'orecchi e hanno chiuso gli occhi, per non rischiare di vedere con gli occhi e di udire con gli orecchi, e di comprendere con il cuore e di convertirsi, perché io li guarisca".
Ma beati gli occhi vostri, perché vedono; e i vostri orecchi, perché odono! In verità io vi dico che molti profeti e giusti desiderarono vedere le cose che voi vedete, e non le videro; e udire le cose che voi udite, e non le udirono.

«Voi dunque ascoltate che cosa significhi la parabola del seminatore! Tutte le volte che uno ode la parola del regno e non la comprende, viene il maligno e porta via quello che è stato seminato nel cuore di lui: questi è colui che ha ricevuto il seme lungo la strada. Quello che ha ricevuto il seme in luoghi rocciosi, è colui che ode la parola e subito la riceve con gioia, però non ha radice in sé ed è di corta durata; e quando giunge la tribolazione o persecuzione a motivo della parola, è subito sviato. Quello che ha ricevuto il seme tra le spine è colui che ode la parola; poi gli impegni mondani e l'inganno delle ricchezze soffocano la parola che rimane infruttuosa. Ma quello che ha ricevuto il seme in terra buona è colui che ode la parola e la comprende; egli porta del frutto e, così, l'uno rende il cento, l'altro il sessanta e l'altro il trenta».

E proposi loro un'altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che aveva seminato buon seme nel suo campo. Ma mentre gli uomini dormivano, venne il suo nemico e seminò le zizzanie in mezzo al grano e se ne andò. Quando l'erba germogliò ed ebbe fatto frutto, allora apparvero anche le zizzanie. E i servi del padrone di casa vennero a dirgli: "Signore, non avevi seminato buon seme nel tuo campo? Come mai, dunque, c'è della zizzania?" Egli disse loro: "Un nemico ha fatto questo". I servi gli dissero: "Vuoi che andiamo a coglierla?" Ma egli rispose: "No, affinché, cogliendo le zizzanie, non sradichiate insieme con esse il grano. Lasciate che tutti e due crescano insieme fino alla mietitura; e, al tempo della mietitura, dirò ai mietitori: ‘Cogliete prima le zizzanie, e legatele in fasci per bruciarle; ma il grano, raccoglietelo nel mio granaio’"».

Proposi poi un'altra parabola, dicendo loro: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape che un uomo prende e semina nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi; ma, quando è cresciuto, è maggiore degli ortaggi e diventa un albero; tanto che gli uccelli del cielo vengono a ripararsi tra i suoi rami».

Dissi anche un'altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito che una donna prende e nasconde in tre misure di farina, finché la pasta sia tutta lievitata».

Tutte queste cose io dissi in parabole alle folle e senza parabole non dicevo loro nulla, affinché si adempisse quello che era stato detto per mezzo del profeta:
«Aprirò in parabole la mia bocca; proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo».

Allora, lasciate le folle, tornai a casa; e i miei discepoli mi si avvicinarono, dicendo: «Spiegaci la parabola delle zizzanie nel campo». Risposi loro: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo; il campo è il mondo; il buon seme sono i figli del regno; le zizzanie sono i figli del maligno; il nemico che le ha seminate, è il diavolo; la mietitura è la fine dell'età presente; i mietitori sono angeli. Come dunque si raccolgono le zizzanie e si bruciano con il fuoco, così avverrà alla fine dell'età presente. Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli che raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono l'iniquità, e li getteranno nella fornace ardente. Lì sarà il pianto e lo stridor dei denti. Allora i giusti risplenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi oda.

«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo, che un uomo, dopo averlo trovato, nasconde; e, per la gioia che ne ha, va e vende tutto quello che ha, e compra quel campo.

«Il regno dei cieli è anche simile a un mercante che va in cerca di belle perle; e, trovata una perla di gran valore, se n'è andato, ha venduto tutto quello che aveva, e l'ha comprata.

«Il regno dei cieli è anche simile a una rete che, gettata in mare, ha raccolto ogni genere di pesci; quando è piena, i pescatori la traggono a riva, poi si mettono a sedere e raccolgono il buono in vasi, e buttano via quello che non vale nulla. Così avverrà alla fine dell'età presente. Verranno gli angeli, e separeranno i malvagi dai giusti e li getteranno nella fornace ardente. Lì sarà il pianto e lo stridor dei denti. Avete capito tutte queste cose?» Essi risposero: «Sì».

Allora dissi loro: «Per questo, ogni scriba che diventa un discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa il quale tira fuori dal suo tesoro cose nuove e cose vecchie».

Quando ebbi finito queste parabole, partii di là. Recatomi nella mia patria, insegnavo nella loro sinagoga, così che stupivano e dicevano: «Da dove gli vengono tanta sapienza e queste opere potenti? Non è questi il figlio del falegname? Sua madre non si chiama Miriam e i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle non sono tutte tra di noi? Da dove gli vengono tutte queste cose?» E si scandalizzavano a causa mia. Ma io dissi loro: «Un profeta non è disprezzato che nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non feci molte opere potenti.

In quel tempo Erode il tetrarca udì la mia fama, e disse ai suoi servitori: «Costui è Giovanni il battista! Egli è risuscitato dai morti; perciò agiscono in lui le potenze miracolose».

Perché Erode, fatto arrestare Giovanni, lo aveva incatenato e messo in prigione a motivo di Erodiade, moglie di Filippo suo fratello; perché Giovanni gli diceva: «Non ti è lecito averla». E benché desiderasse farlo morire, temette la folla che lo considerava un profeta. Mentre si celebrava il compleanno di Erode, la figlia di Erodiade ballò nel convito e piacque a Erode; ed egli promise con giuramento di darle tutto quello che avrebbe richiesto. Ella, spintavi da sua madre, disse: «Dammi qui, su un piatto, la testa di Giovanni il battista». Il re ne fu rattristato ma, a motivo dei giuramenti e degli invitati, comandò che le fosse data, e mandò a decapitare Giovanni in prigione. La sua testa fu portata su un piatto e data alla fanciulla, che la portò a sua madre. E i discepoli di Giovanni andarono a prenderne il corpo e lo seppellirono; poi vennero a informarmi.

Ed io, udito ciò, mi ritirai di là in barca verso un luogo deserto, in disparte; le folle, saputolo, mi seguirono a piedi dalle città. Smontato dalla barca, vidi una gran folla; ne ebbi compassione e ne guarii gli ammalati.

Facendosi sera, i miei discepoli mi si avvicinarono e mi dissero: «Il luogo è deserto e l'ora è già passata; lascia dunque andare la folla nei villaggi a comprarsi da mangiare». Ma io replicai loro: «Non hanno bisogno di andarsene; date loro voi da mangiare!» Essi mi risposero: «Non abbiamo qui altro che cinque pani e due pesci». Dissi: «Portatemeli qua». Dopo aver ordinato alla folla di accomodarsi sull'erba, presi i cinque pani e i due pesci e, alzati gli occhi verso il cielo, resi grazie; poi, spezzati i pani, li diedi ai discepoli e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono e furono sazi; e si portarono via, dei pezzi avanzati, dodici ceste piene. E quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, oltre alle donne e ai bambini.

Subito dopo, obbligai i miei discepoli a salire sulla barca e a precedermi sull'altra riva, mentre avrei congedato la gente. Dopo aver congedato la folla, mi ritirai in disparte sul monte a pregare. E, venuta la sera, me ne stavo lassù da solo.

Frattanto la barca, già di molti stadi lontana da terra, era sbattuta dalle onde, perché il vento era contrario. Ma alla quarta vigilia della notte, andai verso di loro, camminando sul mare. E i discepoli, vedendomi camminare sul mare, si turbarono e dissero: «È un fantasma!» E dalla paura gridarono. Ma subito parlai loro e dissi: «Coraggio, sono io; non abbiate paura!» Pietro mi rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire da te sull'acqua». E io gli dissi: «Vieni!» E Pietro, sceso dalla barca, camminò sull'acqua e andò verso di me. Ma, vedendo il vento, ebbe paura e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!» Subito, stesa la mano, lo afferrai e gli dissi: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?» E, quando furono saliti sulla barca, il vento si calmò. Allora quelli che erano nella barca mi adorarono, dicendo: «Veramente tu sei Figlio di Dio!»

Passati all'altra riva, venimmo nel paese di Gennesaret. E la gente di quel luogo, riconosciutomi, diffuse la notizia per tutto il paese all'intorno, e mi presentarono tutti i malati, e mi pregavano che lasciassi loro toccare almeno il lembo della mia veste; e tutti quelli che mi toccarono furono guariti.

Allora vennero a me da Gerusalemme dei farisei e degli scribi, e mi dissero: «Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Poiché non si lavano le mani quando prendono cibo». Ma io risposi loro: «E voi, perché trasgredite il comandamento di Dio a motivo della vostra tradizione? Dio, infatti, ha detto: "Onora tuo padre e tua madre"; e: "Chi maledice padre o madre sia punito con la morte". Voi, invece, dite: "Se uno dice a suo padre o a sua madre: ‘Quello con cui potrei assisterti è dato in offerta a Dio’, egli non è più obbligato a onorare suo padre o sua madre". Così avete annullato la parola di Dio a motivo della vostra tradizione. Ipocriti! Ben profetizzò Isaia di voi quando disse:
"Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il loro cuore è lontano da me.
Invano mi rendono il loro culto,
insegnando dottrine che sono precetti d'uomini"».

Chiamata a me la folla, dissi loro: «Ascoltate e intendete: non quello che entra nella bocca contamina l'uomo; ma è quello che esce dalla bocca, che contamina l'uomo!»

Allora i mei discepoli si avvicinarono e mi dissero: «Sai che i farisei, quando hanno udito questo discorso, ne sono rimasti scandalizzati?» Ed io risposi loro: «Ogni pianta che il Padre mio celeste non ha piantata, sarà sradicata. Lasciateli; sono ciechi, guide di ciechi; ora se un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso».

Pietro allora gli disse: «Spiegaci la parabola». E io dissi: «Anche voi siete ancora incapaci di comprendere? Non capite che tutto quello che entra nella bocca va nel ventre ed è poi espulso nella latrina? Ma ciò che esce dalla bocca viene dal cuore, ed è quello che contamina l'uomo. Poiché dal cuore vengono pensieri malvagi, omicidi, adultèri, fornicazioni, furti, false testimonianze, diffamazioni. Queste sono le cose che contaminano l'uomo; ma il mangiare con le mani non lavate non contamina l'uomo».

Partito di là, mi ritirai nel territorio di Tiro e di Sidone. Ed ecco una donna cananea di quei luoghi venne fuori e si mise a gridare: «Abbi pietà di me, Signore, Figlio di Davide. Mia figlia è gravemente tormentata da un demonio». Ma io non le risposi parola. E i miei discepoli si avvicinarono e mi pregavano dicendo: «Mandala via, perché ci grida dietro». Ma io rispose: «Io non sono stato mandato che alle pecore perdute della casa d'Israele». Ella però venne e gli si prostrò davanti, dicendo: «Signore, aiutami!» Risposi: «Non è bene prendere il pane dei figli per buttarlo ai cagnolini». Ma ella disse: «Dici bene, Signore, eppure anche i cagnolini mangiano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora le dissi: «Donna, grande è la tua fede; ti sia fatto come vuoi». E da quel momento sua figlia fu guarita.

Partito di là, venni presso il mare di Galilea e, salito sul monte, me ne stavo seduto lassù, e mi si avvicinò una grande folla che aveva con sé degli zoppi, dei ciechi, dei muti, degli storpi e molti altri malati; li deposero ai miei piedi, ed io li guarii. La folla restò piena di stupore nel vedere che i muti parlavano, gli storpi erano guariti, gli zoppi camminavano, i ciechi vedevano, e diede gloria al Dio d'Israele.

Chiamati a me i miei discepoli, dissi: «Io ho pietà di questa folla; perché già da tre giorni sta con me e non ha da mangiare; non voglio rimandarli digiuni, affinché non vengano meno per strada». I discepoli mi dissero: «Dove potremmo trovare, in un luogo deserto, tanti pani da saziare una così gran folla?» Io chiesi loro: «Quanti pani avete?» Essi risposero: «Sette, e pochi pesciolini». Allora ordinai alla folla di accomodarsi per terra. Poi presi i sette pani e i pesci; e, dopo aver reso grazie, li spezzai e li diedi ai discepoli, e i discepoli alla folla. E tutti mangiarono e furono saziati; e, dei pezzi avanzati, si raccolsero sette panieri pieni. Quelli che avevano mangiato erano quattromila uomini, senza contare le donne e i bambini.
E, dopo aver congedato la folla, salii nella barca e andai al paese di Magadan.

I farisei e i sadducei mi si avvicinarono per mettermi alla prova e mi chiesero di mostrare loro un segno dal cielo. Ma replicai: «Quando si fa sera, voi dite: "Bel tempo, perché il cielo rosseggia!" e la mattina dite: "Oggi tempesta, perché il cielo rosseggia cupo!" L'aspetto del cielo lo sapete dunque discernere, e i segni dei tempi non riuscite a discernerli? Questa generazione malvagia e adultera chiede un segno, e segno non le sarà dato se non quello di Giona». E, lasciatili, me ne andai.

I discepoli, passati all'altra riva, si erano dimenticati di prendere dei pani. Ed io dissi loro: «Guardatevi bene dal lievito dei farisei e dei sadducei». Ed essi ragionavano tra di loro e dicevano: «Egli parla così, perché non abbiamo preso dei pani». Ma me ne accorsi e dissi: «Gente di poca fede, perché discutete tra di voi del fatto di non aver pane? Non capite ancora? Non vi ricordate dei cinque pani dei cinquemila uomini e quante ceste ne portaste via? Né dei sette pani dei quattromila uomini e quanti panieri ne portaste via? Come mai non capite che non è di pani che io vi parlavo? Ma guardatevi dal lievito dei farisei e dei sadducei». Allora capirono che non avevo loro detto di guardarsi dal lievito del pane, ma dall'insegnamento dei farisei e dei sadducei.

Dopodiché, giunto nei dintorni di Cesarea di Filippo, domandai ai miei discepoli: «Chi dice la gente che sia il Figlio dell'uomo?» Essi risposero: «Alcuni dicono Giovanni il battista; altri, Elia; altri, Geremia o uno dei profeti». E chiesi loro: «E voi, chi dite che io sia?» Simon Pietro rispose: «Tu sei il Mashiach, il Figlio del Dio vivente».

Replicando, affermai: «Tu sei beato, Simone, figlio di Giona, perché non la carne e il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli. E anch'io ti dico: tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia chiesa, e le porte dell'Ades non la potranno vincere. Io ti darò le chiavi del regno dei cieli; tutto ciò che legherai in terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai in terra sarà sciolto nei cieli». Allora ordinai ai miei discepoli di non dire a nessuno che io ero il Mashiach.

רִבִּי חִזְקִיָּה פָּתַח, כְּתִיב, (שיר השירים ב׳:ב׳) (פנחס רלג, ופ' תשא קפט) כְּשׁוֹשַׁנָּה בֵּין הַחוֹחִים. מָאן שׁוֹשַׁנָּה, דָּא כְּנֶסֶת יִשְׂרָאֵל. (בגין דאית שושנה ואית שושנה), מַה שּׁוֹשַׁנָּה דְּאִיהִי בֵּין הַחוֹחִים אִית בַּהּ סוּמָק וְחִוָּר, אוּף כְּנֶסֶת יִשְׂרָאֵל אִית בַּהּ דִּין וְרַחֲמֵי. מַה שּׁוֹשַׁנָּה אִית בַּהּ תְּלֵיסַר עָלִין, אוּף כְּנֶסֶת יִשְׂרָאֵל אִית בַּהּ תְּלֵיסַר מְכִילָן דְּרַחֲמֵי דְּסַחֲרִין לַהּ מִכָּל סִטְרָהָא. אוּף אֱלהִים דְּהָכָא (נשא דף קלא ב, וקלח, וקמז) (שמות קפו א) מִשַׁעְתָּא דְּאִדְכַּר אַפִּיק תְּלֵיסַר תֵּיבִין לְסַחֲרָא לִכְנְסֶת יִשְׂרָאֵל וּלְנַטְרָא לַהּ. וּלְבָתַר אִדְכַּר זִמְנָא אָחֳרָא. אַמַּאי אִדְכַּר זִמְנָא אָחֳרָא. בְּגִין לְאַפְקָא חָמֵשׁ עָלִין תַּקִּיפִין דְּסַחֲרִין לְשּׁוֹשַׁנָּה. (פנחס רלג וצ"ע בקז א), וְאִנּוּן חָמֵשׁ אִקְרוּן יְשׁוּעוֹת. וְאִנּוּן חָמֵשׁ [חַמְשין] תַּרְעִין. וְעַל רָזָא דָא כְּתִיב (תהילים קט״ז:י״ג) (תרומה קס"ט) כּוֹס יְשׁוּעוֹת אֶשָּׂא דָּא כּוֹס שֶׁל בְּרָכָה. כּוֹס שֶׁל בְּרָכָה אִצְטְרִיךְ לְמֶהֱוֵי עַל חָמֵשׁ אֶצְבְּעָן וְלָא יַתִּיר. כְּגַוְונָא דְּשׁוֹשַׁנָּה דְּיָתְבָא עַל חָמֵשׁ עָלִין תַּקִּיפִין דּוּגְמָא דְחָמֵשׁ אֶצְבְּעָן. וְשׁוֹשַׁנָּה דָא אִיהִי (תרומה קלא) כּוֹס שֶׁל בְּרָכָה. מֵאֱלהִים תִּנְיָנָא עַד אֱלהִים תְּלִיתָאָה חָמֵשׁ תֵּיבִין. מִכָּאן וּלְהָלְאָה אוֹר דְּאִתְבְּרֵי וְאִתְגְּנִיז וְאִתְכְּלִיל בְּבְּרִית הַהוּא דְּעָאל בְּשּׁוֹשַׁנָּה (ס"א דא) וְאַפִּיק בַּהּ זַרְעָא. וְדָא אִקְרֵי עֵץ עוֹשֶׂה (סב ב) פְּרִי אֲשֶׁר זַרְעוֹ בוֹ. וְהַהוּא זֶרַע קַיָּימָא בְּאוֹת בְּרִית מַמָּשׁ. וּכְמָה דְדִיּוּקְּנָא דִבְרִית אִזְדְּרַע בְּאַרְבְּעִין וּתְרֵין זִוּוּגִין הַהוּא (נ"א דההוא) זַרְעָא, כָּךְ אִזְדְּרַע שְׁמָא גְלִיפָא מְפָרַשׁ בְּאַרְבְּעִין וּתְרֵין אַתְוָן דְּעוֹבָדָא דִּבְרֵאשִׁית.

(Zohar)