Manuale nautico/Imbarcazioni a Vela

Indice del libro

L'imbarcazione a vela è un'imbarcazione dove la forza motrice è determinata dalla presenza di un apparato velico, che ne permette il movimento sfruttando la forza del vento. L'apparato velico è installato sull'imbarcazione tramite l'alberatura e la struttura propulsiva può essere quindi distinta in due tipologie:

Le varie combinazioni e le variazioni fra questi elementi strutturali determina la differente tipologia di nave o barca (es. brigantino, goletta, sciabecco ecc..)

Alberatura modifica

 
In questa foto del veliero Balclutha è ben visibile l'alberatura, e la sua disposizione. Troviamo quindi a prua il bompresso a pruavia il trinchetto, a mezzanave l'albero maestro e a poppa l'albero di mezzana dal quale sporgono il picco e il boma.
 
Struttura in fusi di un tipico albero appartenente ad una nave a vela quadra, Il fuso inferiore(1)detto fuso maggiore (di trinchetto, maestra e mezzana), il fuso gabbiero(2)detto albero di parrocchetto,gabbia e contromezzana, ed infine quello più a riva detto Alberetto di Velaccino, di gran velaccio o di belvedere in base all'albero a cui appartiene. Può verificarsi, nel caso vi sia un quarto pennone più a riva, che i fusi siano quattro. Le sartie d'arrampicamento (4,5,6) permettono la salita fino a riva dell'albero.
 
Esempio di buttafuori, riferiti ai pennoni dell'alberatura

La dislocazione e disposizione dell'alberatura in un veliero varia a seconda del tipo di nave; di norma gli alberi sono pressoché verticali o leggermente inclinati verso poppa. Dell'alberatura fa parte anche il bompresso, albero pressoché orizzontale sistemato a prora estrema,questo può avere varie dimensioni ed in base a queste si compone di più o meno parti,se grande, si compone di tre parti: la maggiore (bompresso) fissata alla prua; la mediana sovrapposta (asta di fiocco); la terza risovrapposta (asta di controfiocco).

Oltre agli alberi di maestra, trinchetto, mezzana e al bompresso fanno parte dell'alberatura i pennoni e le varie aste, come i buttafuori e i senali, predisposti secondo precise funzioni. Un veliero di tipo “nave” possiede tre alberi, dei quali quello prodiero viene denominato albero di trinchetto, quello posto al centro albero di maestra e quello poppiero albero di mezzana.

Quando il veliero ha due soli alberi (brigantino, goletta), quello prodiero è chiamato albero di trinchetto, mentre quello poppiero è denominato albero di maestra. In qualche caso, però, quello prodiero è chiamato di maestra e quello poppiero di mezzana (per esempio nel ketch e nel yawl).

A seconda delle dimensioni dell'imbarcazione e quindi dell'alberatura si possono avere uno o più ordini di crocette, che servono per distanziare le sartie dall'albero e quindi per distribuire meglio le tensioni a cui vengono sottoposte.

Fusi modifica

Ogni albero nelle navi a vela è suddiviso in fusi, ossia parti strutturali legate fra loro tramite salde serie di nodi, o in alternativa articolazioni solide (che possono essere in ferro o in legno) denominate teste di moro.

Ecco le sezioni in fusi di ogni albero, dal basso verso l'alto:

L'albero di trinchetto è formato da:

  • Fuso maggiore di trinchetto
  • Albero di parrocchetto
  • Alberetto di velaccino
  • Alberetto di controvelaccino (quest'ultimo nel caso sia presente un pennone di controvelaccino)

L'albero maestro da:

  • Fuso maggiore di maestra
  • Albero di gabbia
  • Alberetto di gran velaccio
  • Alberetto di velaccio (quest'ultimo nel caso sia presente un pennone di controvelaccio)

L'albero di mezzana da:

  • Fuso maggiore di mezzana
  • Albero di contromezzana
  • Alberetto di belvedere
  • Alberetto di controbelvedere (quest'ultimo nel caso sia presente un pennone di controbelvedere)

Pennoni modifica

Ad ogni albero sono affissi relativi pennoni ,dove andranno ad assicurarsi le vele quadre (per quanto riguarda le imbarcazioni a vele quadre), che a seconda della posizione in cui si trovano prendono denominazioni diverse.

I pennoni dell'albero di trinchetto(albero prodiero) si distinguono dal basso verso l'alto:

  • Pennone di trinchetto
  • Pennone di basso parrocchetto
  • Pennone di parrocchetto volante
  • Pennone di velaccino
  • Pennone di controvelaccino

I pennoni dell'albero di maestra (albero di mezzanave)si distinguono dal basso verso l'alto in:

  • Pennone di maestra
  • Pennone di bassa gabbia
  • Pennone di gabbia volante
  • Pennone di gran velaccio
  • Pennone di controvelaccio

I pennoni dell'albero di mezzana (albero poppiero) in:

  • Pennone di mezzana
  • Pennone di bassa contromezzana
  • Pennone di contromezzana volante
  • Pennone di belvedere
  • Pennone di controbelvedere

Ci sono altri due pennoni dislocati sull'albero di mezzana, che non sono propriamente tali. Qui viene legata generalmente la randa, vela trapezoidale molto estesa, questi che si articolano attraverso la trozza sono il:

  • boma (parte inferiore):asta di dimensioni consone a quelle dell'albero che serve per poter distendere e bordare la base della randa
  • picco (parte superiore)

Altri tipi di alberi invece sono i buttafuori queste sono aste che appoggiate con un'estremità a un punto fermo, servono a spiegare in fuori una vela, oppure a offrire un punto d'appoggio o di passaggio a una manovra dormiente o corrente, affinché abbia la direzione più efficace per il suo scopo. Un elemento parte integrante dell'alberatura che può essere considerato,a tutti gli effetti, un buttafuori, è la delfiniera del bompresso.

L'alberatura è tenuto in posizione verticale dalle manovre dormienti dette sartie (quelle laterali), strallo (quella prodiera), paterazzo (quella poppiera), così da resistere alle sollecitazioni dovute al moto ondoso e all'azione del vento. Queste sono genericamente chiamati “manovre fisse” o “dormienti”; “manovre correnti” sono invece le scotte che servono per manovrare le vele oppure per orientare i pennoni.

Sartiame modifica

 
In questa immagine ,che riproduce la situazione delle manovre dormienti rispetto all'alberatura, si possono distinguere, sia le sartie laterali, sia gli stralli o stragli longitudinali
 
In questa immagine è riprodotta la sezione prodiera della nave dove si può ben vedere il bompreso in tutte le sue parti e l'intreccio del sartiame.(1 Asta di fiocco (e di controfiocco)(2 Bompresso(3 Strallo di trinchetto(4 Strallo di parrocchetto(5 Draglia del fiocco(6 Draglia del controfiocco(7 Strallo di velaccino(8 Strallo di controvelaccino(10 Delfiniera(11/12 Venti della delfiniera(13 Briglie del bompresso(14/15/16/17 Briglie

Il sartiame ovvero le manovre dormienti della nave, è un apparato fondamentale che si fonde con alberatura e velatura. Per quel che riguarda l'alberatura ci si riferisce normalmente alle manovre fisse o dormienti, quelle cioè che vanno a sostenere l'alberatura in posizione. Questa parte del sartiame che ha il compito di sostenere e tenere in posizione gli alberi si articola, per quanto riguarda la tenuta laterale,in:

Sartie
Manovre dormienti laterali a sostegno dell'alberatura, al fine che questa rimanga in posizione nonostante la trazione esercitata su questa dalle vele portate dal vento, durante le oscillazioni della nave per il moto ondoso.
Le sartie servono, oltre che come sostegno, anche per permettere la salita fino a riva, tramite le griselle fra esse fissate, in questo caso vengono denominate sartie d'arrampicamento o di scala.
Le sartie vengono costruite semplici o accoppiate, con robusti cavi piani di canapa a 4 legnuoli, ovvero con cavi di fili di ferro o di acciaio.
La parte superiore è fornita di un nodo di gassa per incappellarsi al colombiere del rispettivo albero; l'estremità inferiore invece è fissata all'arridatoio a bigotte o a vite, questa va a far dormiente al parasartie, alle rigge della coffa o a quelle di crocetta a seconda che si tratti delle sartie del basso padiglione o del padiglione di gabbia, ovvero delle sartiole del padiglione alto.
La presenza di ogni singola sartia è proporzionale all'altezza dell'albero.
Le sartie a loro volta, a seconda del tronco d'albero occupato prendono diverse denominazioni, ovvero:
Sartie maggiori
Quelle che prendono posizione nei fusi maggiori di ogni albero, anche dette "sartie degli alberi bassi" perché la posizione da loro occupata è quella inferiore dell'albero di trinchetto, maestra e mezzana, queste vanno dall'incappellaggio del fuso maggiore, fino a fissarsi alle bigotte delle lande del parasartie di ciascun lato.
La prima sartia prodiera ha la direzione dell'asse dell'albero per potere orientare i pennoni sotto il minimo angolo quando si naviga di bolina.
Sartie minori
Quelle che prendono posizione nell'albero di gabbia, parrocchetto e contromezzana. Queste vanno dall'incappellaggio di crocetta fino a fissarsi ai due lati della coffa gabbiera e alle rigge della coffa stessa. Sono di dimensione e numero minore di quelle del fuso maggiore (inferiore).
Sartielle di velaccio o sartie supreme
queste sono le più prossime alla riva dell'alberatura e sono disposte a sostenere gli alberetti di velaccio
Paterazzi
Manovre dormienti formanti dei sostegni laterali degli alberi superiori in concorso alle sartie, che consistono in cavi generalmente metallici, la cui estremità superiore è fissata all'incappellaggio dell'albero da sostenere e quella inferiore è arridata al parasartie delle sartie degli alberi maggiori a poppavia di queste. I paterazzi consentono di impiegare un minor numero di sartie e di minore grossezza, evitando così di rendere le crocette e le coffe più robuste e pesanti.
Per quanto riguarda la tenuta longitudinale dell'alberatura troviamo gli stralli, adibiti, come per le sartie al sostegno laterale, al sostegno longitudinale. Gli stralli sostengono gli alberi delle navi dalla parte di prora, fissati a questi con direzione obliqua dall'alto verso il basso.
Ogni straglio o strallo prende il nome dall'albero di appartenenza.
Altre sartie della sezione longitudinale sono le draglie, distese obliquamente tra l'albero di trinchetto e il bompresso per farvi scorrere, mediante anelli, e distendervi le ralinghe d'inferitura di dei fiocchi, quando occorre spiegarli.

Cime modifica

Le manovre correnti, sono l'insieme di cime usate per issare e tesare le vele.

Due fra le più importanti sono la:

Scotta
manovra corrente che serve per bordare una vela, ossia per spiegarla e distenderne la tela al vento, tirando la bugna cui è fissata, verso il basso e verso poppa. Le scotte sono di cavo robusto affinché possano resistere bene allo sforzo al quale sono sottoposte nel tenere tesate le vele. Alcune sono fatte di catenella di ferro.
Drizze
nome generico delle manovre correnti che hanno il compito di alzare al loro posto le vele. Per quelle inferite a pennoni, antenne, picchi e pennole, le drizze agiscono su queste verghe alzandole insieme alle vele; per i fiocchi e le vele di strallo, la drizza, agisce direttamente sull'angolo superiore di tali vele.

Velatura modifica

Gli alberi possono essere attrezzati con delle vele, queste che andranno a formare l'apparato velico dell'imbarcazione. la presenza della vela è fondamentale per un'imbarcazione, anche se lo status di "imbarcazione" viene messo in atto anche con solo lo scafo, poiché l'apparato velico che nelle navi a vela sfrutta la forza del vento e funge da propulsore per muovere la nave sulla superficie dell'acqua.

Vele quadre
Le vele quadre, di forma rettangolare o trapezoidale, si inferiscono di regola ai pennoni; esse hanno costituito e costituiscono il sistema di velatura più adatto ai grandi velieri, tuttavia non consentono di stringere il vento, in quanto nell'andatura di bolina questo può fare con l'asse longitudinale del bastimento un angolo non inferiore a circa 6 quarte, cioè a 67º.
Ciascuna vela quadra ha un suo nome proprio a seconda dell'albero e del pennone su cui è affissa e viene orientata facendo ruotare il rispettivo pennone intorno all'albero mediante cavi detti bracci.
Vele latine
Le vele latine, di forma triangolare, con l'angolo opposto al lato d'inferitura retto od ottuso, s'inferiscono alle antenne con il lato maggiore; esse consentono di stringere il vento anche a meno di 4 quarte, cioè 45º, ma non sono adatte, per la loro forma e la presenza delle antenne, a grandi velieri.
Possono essere considerate vele latine i fiocchi, nonché quelle vele, di forma triangolare o quadrilatera, inferite agli stralli fra gli alberi, dette appunto vele di strallo
Vele auriche
Le vele auriche, di forma quadrilatera, si inferiscono con il lato superiore (relinga) a un'asta (picco), la relinga di caduta prodiera si allaccia a un albero mentre quella inferiore può scorrere tramite anelli lungo un'asta orizzontale (boma); esse consentono di stringere bene il vento fino a 45º.
La tipica vela aurica è la randa; altre vele sono: quelle dette al terzo e al quarto, con relinga prodiera libera e asta sospesa a un albero rispettivamente a un terzo e a un quarto della sua lunghezza; quella detta a tarchia, sostenuta da un'asta trasversale con il piede poggiante a un albero

Struttura di una vela modifica

 
Struttura della vela. 1, 2, 3, 4 - lato d'infieritura, bordame o piede o base, balumina (caduta poppiera), lato superiore; 5, 6, 7, 8 - angolo di penna, angolo di mura, angolo di scotta, angolo di drizza; 9, 10, 11, 12, 13, 14 - presa di penna, (10/13)presa di terzarolo, presa di mura, presa di scotta, presa di drizza 15/16 - relinga; 17 -; 18 - ferzo (striscia di tessuto); 19 - terzarolo; 20 /21 - matafioni.

Le vele per qualsiasi tipologia appartengano, hanno una struttura basata su una specifica nomenclatura, prendiamo in esempio la vela aurica, più precisamente la randa.

Osservandone la forma possiamo distinguerne quattro lati, ovvero il lato superiore, il lato inferiore, il lato poppiero, denominato balumina è chiamata così la caduta poppiera di una vela, cioè il bordo di uscita del vento che scorre parallelamente alla superficie del mare., questo quindi è compreso fra l'angolo superiore, anche detto di drizza, e l'angolo inferiore o di scotta. Opposto alla balumina della randa troviamo il lato poppiero o di infieritura, lato della vela che va dall' angolo di penna all'angolo di mura. Nel caso della randa è il lato della vela verticale parallela all'albero dove è armata. Ad ogni angolo della vela poi corrisponde una presa dove andrà a scorrere il sartiame e le cime.

Nel caso si parli invece di vele quadre il lato d'infieritura si trova sopra, mentre la caduta poppiera corrisponde al lato inferiore, queste essendo poste trasversalmente, rispetto all'asse longitudinale della nave hanno due facce, una verso proravia, denominata faccia ed una verso poppavia.

La vela è anche dotata di un terzarolo che corrisponde a ciascuna delle porzioni di una vela che si possono sottrarre all'azione del vento per diminuire la superficie esposta, ripiegando la tela lungo il pennone o l'antenna, ovvero sopra di sé stessa, e assicurandone le pieghe con gerli o con mataffioni. Con vento fresco si prende una mano di terzaruoli alle gabbie, e, aumentando la forza del vento, si prendono altre mani di terzaruolo alle gabbie stesse e si estende il terzaruolamento alle vele basse.

Detta porzione non sempre corrisponde alla terza parte della vela. Ogni terzaruolo è rinforzato trasversalmente da una banda cucita alla tela e fornita di occhielli, per le guide o per i mataffioni di terzaruolo, e di brancarelle.

Materialmente la vela è composta da strisce di tessuto chiamate ferzi, questi formano il tessuto velico e di solito vengono cuciti assieme perpendicolari al ponte di coperta, o leggermente inclinati.

Apparato velico di navi a vele quadre modifica

Dopo aver esaminato la velatura per tipologie, distinte dalla forma e dal modo in cui sono fissate all'alberatura, queste si devono ulteriormente distinguere per la posizione che occupano all'interno dell'apparato velico di un'imbarcazione, ovvero troviamo le vele quadre fisse sui pennoni dei "tre" alberi.

La presenza di queste in un apparato velico conferisce all'imbarcazione/nave lo status di nave a vele quadre.

Queste si trovano dislocate nell'alberatura principale, ovvero i tre alberi che costituiscono il corpo centrale assieme al bompresso dell'alberatura dell'imbarcazione, ovvero, trinchetto, maestro e mezzana. Nei relativi pennoni sono affisse le vele quadre con le seguenti denominazioni dal basso verso l'alto.

 
Illustrazione di una Nave a vele quadre

Per quanto riguarda l'albero di Trinchetto:

Trevo di Trinchetto (29)
La più bassa dell'albero di trinchetto, vela quadra infissa ai pennoni che si usa anche nelle lance.
Basso Parrocchetto (28)
La vela immediatamente sopra al trevo, in alcune imbarcazioni può trovarsi un parrocchetto doppio, mentre in altre un parrocchetto unito e molto alto.Nel basso parrocchetto il pennone inferiore è tenuto fisso nel senso verticale.
Parrocchetto Volante (27)
vela superiore al basso parrocchetto, in alcuni casi si può trovare unita con il basso parrocchetto in un unico parrocchetto nella sezione gabbiera dell'apparato velico.
Velaccino (26, 25)
Vela quadra superiore al parrocchetto.Questa in rarissimi casi poteva presentarsi anche divisa in due Velacci più piccoli
Controvelaccino (24)
Vela superiore al velaccino, molto più piccola delle altre.

Per l'albero di Maestra

Trevo di Maestra (20)
Vela più bassa dell'albero di maestra
Bassa Gabbia (19)
Vela superiore al trevo nei velieri a vele quadre
Gabbia Volante (18)
Vela sul cui pennone si posiziona anche la coffa, superiore alla bassa gabbia
Velaccio (17,16)
Vela quadra superiore alle gabbie.Questa in rarissimi casi poteva presentarsi anche divisa in due Velacci più piccoli
Controvelaccio (15)
Vela molto più piccola situata dopo i velacci

Per l'albero di Mezzana:

Trevo di Mezzana (11)
Vela più bassa dell'albero di mezzana; questa è apparsa solo nel XX secolo, prima non esisteva, e anche ora è rarissima
Contromezzana (10)
Vela superiore al trevo di mezzana
Mezzana (9)
Immediatamente superiore alla contromezzana
Belvedere (8, 7)
Vela quadra superiore alle mezzane. Questa in rarissimi casi poteva presentarsi anche divisa in due Velacci più piccoli
Controbelvedere (6)
Sopra i velacci di belvedere

Nell'albero di mezzana si trova anche una vela molto comune, soprattutto oggi. La randa (2)vela aurica, a forma di trapezio irregolare, allacciata con il lato superiore a una verga inclinata (picco) e con il lato prodiero all'albero, cui s'appoggia il picco. In generale il lato inferiore della randa si distende lungo quella trave orizzontale chiamata Boma, nella cui estremità poppiera passa la corda destinata ad aprire e distendere la vela (scotta).Sopra questa si può anche trovare la controranda(1) più simile ad una vela latina.

Per quanto riguarda le vele del bompresso possiamo parlare di fiocchi, ovvero, vele triangolari che si alzano, senza antenne né pennole, a pruavia dell'albero verticale di prora, tesandole in basso, lungo appunto il bompresso.

I fiocchi dei velieri che hanno il massimo numero prendono i nomi seguenti:

Trinchettina di fortuna o trinchetta (30)
inferita allo strallo di trinchetto. Si usa nell'andatura di cappa.
Trinchettina (31)
inferita allo strallo di parrocchetto.
Gran fiocco (32)
inferito alla draglia omonima.
Controfiocco (33)
inferito alla draglia omonima o allo stralletto di velaccino. È il più alto ed esterno.

Tutte queste vele sono inferite ad anelli (canestrelli) mobili lungo gli stralli e le draglie.

Vele che non sono fissate in nessuno dei loro bordi ad un pennone sono gli stragli, vele di passaggio fra un albero e l'altro infierite su degli stralli dai quali prendono i nomi, queste possono essere fiocchi o vele auriche (21, 12, 3, 4, 5).