In viaggio con Walt Whitman/Sessualità
1856: poesie sulla sessualità e sul corpo
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Era trascorso poco più di un anno dalla pubblicazione della prima edizione quando Whitman pubblicò la seconda edizione di Leaves of Grass nel 1856. Non sorprende che egli continuasse a sviluppare molti dei temi e delle tecniche avviati nel 1855. Tra questi, il principale era l'enfasi sulla sessualità e sul corpo.
La poesia intitolata in ultima analisi "Spontaneous Me" insiste sulla continuità del desiderio sessuale dell’individuo con tutte le forze creative della natura. Ancora più vigorosamente che in "Song of Myself", Whitman collega la pulsione procreativa con l’impulso artistico: il pene diventa il "poem drooping shy and unseen that I always carry, and that all men carry" (260). Egli associa anche il sesso in senso figurato agli atti nutritivi delle creature naturali, come "hairy wildbee that murmurs and hankers up and down, that gripes the full-grown ladyflower, curves upon her with amorous firmlegs, takes his will of her, and holds himself tremulous and tight till he is satisfied" (261). Informato dalla visione erotica di Whitman, il mondo subisce una trasformazione metaforica. Nel trattare il desiderio e l'attività sessuale come universali e naturali, Whitman segue i riformatori sessuali e i frenologi del suo tempo, un gruppo dei quali aveva firmato come suoi agenti editoriali nel 1856. Come gli autori della letteratura sulla purezza sociale, sembra avere in mente un pubblico di giovani e uomini sull'orlo del risveglio sessuale, "the young man that flushes and flushes, and the young woman that flushes and flushes" (261). Eppure in “Spontaneous Me”, Whitman lascia indietro gli educatori sessuali in una vera e propria celebrazione della masturbazione, offrendo una rara intuizione sulle pratiche nascoste che iniziano nell’adolescenza – “The young man that wakes deep at night, the hot hand seeking to repress what would master him” – ma che continuano nell’età adulta (261). Contrariamente ai tipici consigli nei manuali sessuali, che mettevano in guardia dalla follia o peggio, e invertendo l’immagine negativa “of the sick-gray faces of onanists” in “The Sleepers” (542), in questa poesia Whitman fa dell’onanista un eroe, onanista essendo l’eufemismo preferito per il masturbatore nella società del diciannovesimo secolo, un termine che allude alla figura biblica di Onan, condannato da Dio per aver sparso il suo seme sul terreno (Genesi 38:8-10). Il parlante della poesia modella una liberazione senza vergogna del “limpid liquid” la cui “vex’d corrosion so pensive and so painful” produce un “torment” di desiderio incompleto, “an irritable tide that will not be at rest” (261). L’eroe dà voce all’uomo naturale, allo “spontaneous me” liberato dalle convenzioni della repressione — “he souse upon me of my lover the sea, as I lie willing and naked” (262). Egli porta avanti con studiata noncuranza “this bunch pluck’d at random from myself” – letteralmente una manciata di sperma, figurativamente la poesia stessa: “It has done its work – I toss it carelessly to fall where it may” (262). “SpontaneousMe” era inizialmente chiamato “Bunch Poem”, in riferimento al seminale come qui descritto.
Questa versione poetica radicale del genere di prosa comune nell'America vittoriana – "the talk to young men" – trova la sua controparte femminile nella poesia del 1856 intitolata infine "A Woman Waits for Me". La poesia attinge allo spirito delle più energiche riformatrici del diciannovesimo secolo, riecheggiando in particolare Frances Wright, nella sua difesa di una femminilità fisicamente attiva e passionale. "Without shame the man I like knows and avows the deliciousness of his sex", dice il poeta, "Without shame the woman I like knows and avows hers" (259). In un'epoca in cui non c'erano atlete donne, le donne ideali di Whitman "know how to swim, row, ride, wrestle, shoot, run, strike, retreat, advance, resist, defend themselves, / They are ultimate in their own right – they are calm, clear, well-possess’d of themselves" (259). Il messaggio egualitario è tuttavia indebolito dall'insistente machismo dell'oratore che dichiara che "all were lacking if . . . the moisture of the right man were lacking" (258). Nonostante tutta la sua forza e abilità, la donna è infine ridotta a un veicolo per gli scopi procreativi dell'uomo: "I dare not withdraw till I deposit what has so long accumulated within me" (259). L'immagine di mascolinità proiettata dalla poesia tradisce anche un inquietante elemento di violenza: "I do not hurt you any more than is necessary for you" (259).
"A Woman Waits for Me" è stata più volte individuata come la più offensiva delle opere di Whitman, sia ai suoi tempi che nella critica successiva. Fu tra le poesie che potrebbero aver spinto i frenologi Fowler e Wells a eliminare Leaves of Grass dal loro elenco di pubblicazioni dopo il 1856 e che spinsero Emerson a consigliare a Whitman, alla fine degli anni Cinquanta, di tagliare alcune poesie in nome del buon gusto e del buon marketing. La poesia fu citata dal procuratore distrettuale di Boston che cercò di vietare il libro di Whitman negli anni Ottanta dell'Ottocento. E certamente non regge all'esame della critica femminista e di genere dei nostri tempi. Infine, offre un esempio chiave di uno degli sviluppi più interessanti della poetica sessuale di Whitman, la tendenza dell'immagine della femminilità a soffrire quando il poeta la separa formalmente come controparte della virilità. Anche una poesia come “Unfolded Out of the Folds” del 1856, che fa progredire il programma generale della poesia whitmaniana del corpo bilanciando l’enfasi fallica di “Spontaneous Me” e celebrando la creatività con figure audaci dei genitali femminili, sembra finalmente individuare la maternità come la grande gloria della femminilità. Una rappresentazione più varia sembra al di là della sua portata. Finché “the merge” domina la sua coscienza poetica, il femminile se la cava bene, ma man mano che Whitman accetta sempre di più il modello medico della sessualità e la nozione sociale di “separate spheres” – man mano che la sua visione diventa etero o omosessuale piuttosto che generalmente erotica o ampiamente “queer” – la donna è ridotta, come disse notoriamente D. H. Lawrence, a una “great function – no more”.[1]
Note
modificaPer approfondire, vedi Serie letteratura moderna, Serie delle interpretazioni e Serie dei sentimenti. |
- ↑ Lawrence, “Whitman,” in Leaves of Grass: Norton Critical Edition, Sculley Bradley e Harold W. Blodgett (eds.), (New York: Norton, 1973), p. 847.