Il senso cristiano della vita/Sofferenza riparatrice

Indice del libro

Anche chi è impossibilitato a perseguire il senso cristiano della vita evidenziato in Matteo 25, ad esempio per una malattia disabilitante, ha un suo senso cristiano , cioè quello di contribuire a completare nella sua carne ciò che manca ai patimenti di Cristo a favore del suo corpo che è la Chiesa come si legge in Colossesi 1,24

Colossesi 1,24 modifica

24 Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa.

Con questo versetto della lettera ai Colossesi, San Paolo mette in risalto la Chiesa come corpo di Cristo e che esiste un tipo di sofferenza umana che ha la funzione di completare la sofferenza redentiva di Cristo a favore della Chiesa .

Lettera apostolica SALVIFICI DOLORIS di Giovanni Paolo II modifica

Nella lettera apostolica "Salvifici Doloris" viene spiegato in che modo avviene il completamento delle sofferenze di Cristo a favore del suo corpo che è la Chiesa da parte di coloro che hanno questo tipo di sofferenza :

In questo modo, con una tale apertura ad ogni umana sofferenza, Cristo ha operato con la propria sofferenza la redenzione del mondo. Infatti, al tempo stesso, questa redenzione, anche se compiuta in tutta la pienezza con la sofferenza di Cristo, vive e si sviluppa a suo modo nella storia dell'uomo. Vive e si sviluppa come corpo di Cristo, che è la Chiesa, ed in questa dimensione ogni umana sofferenza, in forza dell'unione nell'amore con Cristo, completa la sofferenza di Cristo. La completa così come la Chiesa completa l'opera redentrice di Cristo. Il mistero della Chiesa — di quel corpo che completa in sé anche il corpo crocifisso e risorto di Cristo — indica contemporaneamente quello spazio, nel quale le sofferenze umane completano le sofferenze di Cristo. Solo in questo raggio e in questa dimensione della Chiesa-corpo di Cristo, che continuamente si sviluppa nello spazio e nel tempo, si può pensare e parlare di « ciò che manca » ai patimenti di Cristo. L'Apostolo, del resto, lo mette chiaramente in rilievo, quando scrive del completamento di « quello che manca ai patimenti di Cristo, in favore del suo corpo che è la Chiesa».

Sii la mia luce pag 388 modifica

Come si legge nel libro "Sii la mia luce" su Madre Teresa, questo tipo di sofferenza redentiva o riparatrice può esserci anche in servi di Dio senza necessariamente alcuna malattia disabilitante, ma con una tribolazione che sarebbe come quella indicata da San Paolo in Colossesi 1,24:

La lettura delle opere di San Giovanni della Croce porta a considerare la notte dell'anima principalmente come una purificazione personale passiva, che preparare l'anima alla perfetta unione con Dio...Tale purificazione ... appare necessaria per rimuovere i difetti dei proficienti (coloro che sono sulla via della perfezione) di cui l'autore parla nella Notte Oscura Libro II capitolo 10 . Le vite di alcuni grandi servi di Dio dedicate in maniera particolare alla riparazione, all'immolazione per la salvezza delle anime o all'apostolato tramite sofferenza interiore, fanno tuttavia pensare a un prolungamento della notte dell'anima anche dopo il loro ingresso nell'unione trasformante. In tali casi, una tale tribolazione non sarebbe più principalmente purificatrice ma sarebbe riparatrice.

Benedetta Bianchi Porro modifica

Un esempio evidente di questo senso della vita legato alla sofferenza redentiva e riparatrice è la beata Benedetta Bianchi Porro, sorda, cieca e capace negli ultimi anni di muovere soltanto alcune dita della mano destra con cui comunicava con il mondo. Questi sono alcuni pensieri contenuti nel suo apistolario:

"Noi siamo la terra che spera sotto la neve- perché tutte le cose stanno dove devono stare e vanno dove devono andare, nel luogo assegnato da una Sapienza che non è la nostra"
"Offro sempre al Signore i miei dolori, ma non chiedo di usarli per qualche fine. Lui, sa meglio di me, a quale fine gli possono servire"
"L'eroismo è non ribellarsi. Accetti con coraggio tutto. E tutto per incanto, diverrà fatalmente semplice e pieno di pace celeste."