Ecomafie/Incendi boschivi

Indice del libro

Incendi: cosa fare?

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Di fronte ad un incendio, di qualsiasi natura, è opportuno e necessario sapere come comportarsi, è per questo consigliato seguire una serie di passaggi e fasi, oltre a comportamenti adeguati.

Ipotizzando di aver appena scoperto un piccolo o medio incendio è necessario mantenere la calma e agire con la massima razionalità, proprio scelte avventate o metodi improvvisati e inefficaci di estinzione del fuoco sono la causa della moltiplicazione esponenziale dei danni prodotti dall'incendio. Lo stesso ragionamento e quindi lo stesso comportamento sono considerati opportuni da mantenere dinanzi ad un incendio scoppiato tra gli alberi, in un bosco, in una piccola foresta. Sempre ricordando, che in Italia, boschi e foreste non possono mai bruciare per autocombustione, per ragioni legate all'esposizione al Sole differente rispetto ai Paesi situati lungo la zona equatoriale, deduciamo come in caso di incendio la più plausibile delle ragioni sia l'intervento dell'uomo che talvolta anche involontariamente causa questi disastri.

Un incendio non divampa mai in pochi secondi, le fiamme richiedono tempo perché possano espandersi; partendo generalmente dal basso, dall'erba sul terreno, le lingue di fuoco si arrampicano come serpenti roventi prima sulle piante più basse per poi arrivare sulle chiome più alte degli alberi risalendo i tronchi più robusti. Sfruttando a nostro vantaggio la schematicità con la quale un incendio cresce, possiamo renderci conto dell'importanza che ha l'intervento repentino sul fuoco ancora debole; infatti, sono numerose le catastrofi evitate ed estinte sul nascere anche con semplici gesti come pochi getti d'acqua su quella che poteva essere l'origine di un danno irreparabile.

Se i consigli precedenti non dovessero bastare, forse perché ci si è accorti dell'incendio troppo tardi o in mancanza di una fonte d'acqua adeguata allo spegnimento delle fiamme è utile seguire questi passaggi, fondamentali specialmente nel caso in cui si fosse certi che l'origine del fuoco sia dolosa:

  • ricordare sempre di posizionarsi in senso opposto alla direzione del vento per evitare d'essere circondati dalle fiamme;
  • chiamare i soccorsi al più presto, ricordando che il 115 è il numero veloce per i vigili del fuoco, è consigliabile contattare anche il 118 per interventi rapidi in caso di necessità e ovviamente rivolgersi alla polizia o alla finanza per denunciare il reato;
  • attendere l'arrivo dei soccorsi non tentando di controllare il fuoco da soli;
  • se ci si dovesse trovare all'interno di un'abitazione sarebbe sconsigliato uscirne se non si è sicuri che la via di fuga sia libera.

Dal punto di vista scientifico

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In questi ultimi tempi gli scienziati stanno sviluppando nuove conoscenze e nuovi mezzi che possano rivelarsi tecnicamente efficaci davanti ad un incendio. Gli studi più recenti indicano come i cambiamenti climatici influiscano nettamente negli sviluppi dei mega-fires, però, con i progressi compiuti dagli studiosi, sono stati acquisiti mezzi in grado di fornire molteplici informazioni sulla pianificazione territoriale, così da ottimizzare le strategie anche con il problema dei cambiamenti climatici. Essi si dividono in 2 gruppi:

  • incendi dolosi, ovvero gli incendi causati volontariamente dalle persone per fare danno;
  • incendi colposi, ovvero gli incendi causati involontariamente, come una sigaretta buttata in un posto infiammabile, o anche dei fuocherelli che con lo scopo di bruciare le sterpaglie, si sono propagati in tutto il territorio.

Possiamo affermare che il clima è molto importante per lo sviluppo di un incendio, in quanto, soprattutto in estate, il calore elevato e le scarse precipitazioni rendono le piante più secche, così da far propagare il fuoco più velocemente; inoltre, un altro fattore che influisce nello sviluppo dell'incendio è il vento. In Italia sono state effettuate diverse simulazioni per valutare come i cambiamenti climatici influiscono in un incendio, e Michele Salis, Responsabile dell'ufficio stampa Ordine Ingegneri Cagliar, assieme alla sua squadra di ricerca, ha affermato quanto segue: "Sappiamo che nel futuro ci sarà un allungamento della stagione degli incendi per tutto il territorio italiano, questo significa che aumenterà il numero delle giornate in cui la vegetazione, a causa dello smisurato calore e dello stress idrico dovuto a diminuzione di precipitazioni, sarà in condizioni tali da favorire gli incendi".

Inoltre, in questi ultimi tempi, le campagne occupate da contadini si riducono, così che dove prima giacevano pascoli, adesso ci sono boschi e arbusti. Anche le periferie delle città si espandono verso i boschi, il fuoco dal bosco arriva in città, generando, così, non solo problemi per arginare le fiamme, ma anche problemi di protezione civile.

 

Il pericolo più comune per i boschi è il loro incendio. Gli incendi boschivi sono vecchi quanto i boschi stessi; rappresentano una minaccia per la ricchezza boschiva ma anche per l'intero regime, per la fauna e la flora, mettendo in pericolo, quindi, la biodiversità, l'ecologia e l'ambiente, alterando i cicli dell'acqua, la fertilità del suolo, mettendo in pericolo la vita e il sostentamento delle comunità locali. Soprattutto d'estate, quando non piove da mesi, i boschi sono disseminati di foglie secche che potrebbero prendere fuoco, accese da una minima scintilla. La stragrande maggioranza degli incendi boschivi è causata dagli esseri umani. Le cause correlate all'uomo derivano dall'attività umana e dai metodi di gestione boschiva. Questo genere di incendi può essere causato accidentalmente o intenzionalmente:[1]

  • incendi causati da apertura o rinnovazione del pascolo per mezzo del fuoco
  • incendi causati con l'intento di distruggere per mezzo del fuoco opere forestali non eseguite correttamente o non collaudabili;
  • incendi causati con l'intento di essere inclusi come operai nelle squadre antincendio o nei lavori di ricostruzione;
  • piromania;
  • incendi causati da varie attività di ripulitura di incolti;
  • incendi causati da eliminazione di residui vegetali boschivi e agricoli (per esempio avanzi di potatura);
  • incendi causati da miglioramento del pascolo;
  • incendi causati da bruciatura delle stoppie;
  • incendi causati da attività di ripulitura di scarpate stradali o ferroviarie;
  • incendi causati da attività ricreative o turistiche (ad esempio fuochi di barbecue);
  • incendi causati da lanci di petardi o razzi, brillamento di mine e esplosivi, lancio di mongolfiere di carta;
  • incendi causati dall'uso di apparecchi a motore, a fiamma, elettrici e meccanici;
  • incendi causati da manovre militari o esercitazioni di tiro;
  • incendi causati da bruciatura di rifiuti in discariche abusive;
  • incendi causati da abbandono di mozziconi di sigarette e fiammiferi.

Molti incendi boschivi derivano da cause naturali come meteoriti, vulcani o fulmini (quelli freddi che hanno corrente elettrica intensa ma di durata relativamente breve e quelli caldi che hanno corrente con meno voltaggio ma si verificano per un periodo di tempo più lungo) che incendiano gli alberi; l'attrito dei bambù che ondeggiano a causa dell'alta velocità del vento e delle pietre rotolanti che provocano scintille. Le cause di tipo ambientale sono in gran parte legate alle condizioni climatiche come la temperatura, la velocità e la direzione del vento, il livello di umidità nel suolo e nell'atmosfera e la durata nei tempi di siccità: tutto ciò offre circostanze favorevoli per l'inizio di un incendio. Si prevede, purtroppo, che il riscaldamento climatico dovuto all'aumento delle emissioni di gas serra aumenterà drasticamente il rischio di incendi boschivi, molto grandi e dannosi, nei prossimi decenni. Nella classificazione degli incendi ci sono anche incendi di origine ignota, per i quali non è possibile individuare una causa precisa.[2]

Gli incendi possono essere:

  • di superficie, quando bruciano diffondendosi lungo il terreno come lettiera di superficie, coinvolgendo foglie, ramoscelli ed erba secca, vegetazione bassa;
  • di chioma, quando coinvolgono la corona di alberi e arbusti spesso sostenuta da un fuoco di superficie. Quest'ultimo tipo è particolarmente pericoloso, poiché il materiale resinoso, emesso dai tronchi in fiamme, brucia furiosamente;
  • di terra, quando si diffonde al di sotto dello strato della lettiera penetrando alcuni centimetri sotto terra, avanzando con una combustione lenta e duratura.

Affinché un incendio si accenda e bruci, una quantità sufficiente dei tre seguenti elementi deve essere presente in combinazione:

  • combustibile, sotto forma di alberi vivi o morti, vegetazione e altra materia organica;
  • ossigeno nell'aria;
  • calore per accendere e bruciare, derivante da fulmini o fonti umane.

L'uomo, purtroppo, soprattutto a causa della sua negligenza, è uno dei principali responsabili degli incendi boschivi e recuperare un bosco percorso dal fuoco richiede un costo enorme. Pertanto è importante conoscere e adottare comportamenti corretti in situazioni di rischio, al fine di proteggere sé stessi, aiutare gli altri nonché facilitare le operazioni di soccorso. Sono sufficienti pochi, semplici accorgimenti per evitare di mandare a fuoco i boschi.

Effetti

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È da tanto tempo che l'uomo cerca di spiegarsi come funziona la natura, quale origine abbiano alcuni fenomeni atmosferici di particolare entità. La natura è imprevedibile: un giorno può mostrare la sua meravigliosa bellezza, un altro colpire con catastrofi di straordinaria potenza. Poiché uomo e natura sono saldamente interconnessi, a causa dell'uno o dell'altro, disastri si susseguono uno dopo l'altro. È per colpa dell'inquinamento prodotto dall'uomo, che fenomeni sempre più intensi ed estremi si verificano con conseguenze preoccupanti soprattutto nelle previsioni per il futuro. Gli incendi boschivi possono causare diversi danni in base alla loro tipologia: gli incendi di superficie, i più diffusi, distruggono l'erba e si propagano lungo lo strato inferiore dei tronchi degli alberi, senza però colpire gli strati più alti; gli incendi di chioma, anch'essi comuni risultano pericolosi, in quanto le fiamme rischiano di divampare molto rapidamente, propagandosi facilmente al resto del bosco. Questi incendi distruggono le creature esistenti: animali e piante, tra cui ricordiamo i canguri o i koala, specie a rischio estinzione; con l'aumento di questo fenomeno, anche il cambiamento climatico aumenta, e di conseguenza anche il riscaldamento globale. Ciò, non solo causa la distruzione di diversi milioni di ettari e una notevole perdita economica, ma anche la scomparsa di tantissime vite umane. Gli incendi boschivi implicano conseguenze catastrofiche in concomitanza con i vari cambiamenti climatici (soprattutto ondate di calore o siccità) e comportano un aumento costante delle temperature globali, delle precipitazioni, più o meno intense. Un'altra grave conseguenza riguarda il suolo, il quale, senza l'azione benefica dei lombrichi, perderebbe la sua fertilità, trasformando il paesaggio circostante da lussureggiante in un deserto. Inoltre, data la considerevole diffusione degli incendi sui pendii ripidi delle montagne, con la distruzione di alberi e boschi, verrebbe meno la positiva presenza delle radici che impediscono le frane. Se lo strato superiore di foglie e humus brucia, le rocce rotolano giù, fino a scontrarsi. Tra l'altro, lo strato di cenere depositata a causa delle fiamme è impermeabile, e pertanto, anche negli anni successivi all'incendio, la terra sottostante fatica ad assorbire l'acqua piovana che rimane in superficie, originando abbondanti strati di fango.

Per distruggere gli alberi bastano pochissimi minuti, mentre per fargli crescere sono necessari diversi anni. Le foreste rappresentano “i polmoni della terra” e senza, la respirazione sarebbe impossibile per tutti i suoi abitanti. Pertanto, il buon cittadino deve evitare azioni pericolose per il pianeta terra e quindi per lui stesso. [3]


Dal punto di vista legislativo

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Qui potete trovare le leggi principali riferenti gli incendi boschivi da metà del XX secolo sino agli inizi del 2000. Alcune di queste leggi, oltre a riguardare ciò che si può e che si deve fare e ciò che non bisogna fare, mostra le sanzioni a cui si va incontro se si disobbedisce ai divieti imposti da queste leggi. La maggior parte di queste leggi sono state riscritte, modificate e semplificate per facilitarne la comprensione.

Legge 9 ottobre 1967, n. 950

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Le sanzioni relative agli incendi boschivi previste nei regolamenti della polizia forestale sono aumentate da minimo L. 20.000 a massimo L. 200.000.

Legge 21 novembre 2000, n. 353

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  1. Le disposizioni di questa legge hanno il compito di conservare e difendere dagli incendi i boschi, i quali sono un bene insostituibile per la vita.
  2. Per assicurare il funzionamento del comma 1 gli enti competenti svolgono attività di previsione, di prevenzione e di lotta contro gli incendi boschivi con qualsiasi mezzo.
  1. Per incendio boschivo si intende qualsivoglia fuoco con la capacità di espandersi velocemente su aree verdi, strutture presenti all'interno di boschi, coltivazioni e pascoli.
  1. Le regioni approvano il piano regionale per la programmazione delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge.
  2. Il piano, sottoposto a revisione annuale, individua:
a) le cause e i fattori predisponenti l'incendio;
b) le aree percorse dal fuoco nell'anno precedente;
c) le aree a rischio di incendio boschivo;
d) i periodi a rischio di incendio boschivo;
e) gli indici di pericolosità;
f) le azioni determinanti anche solo potenzialmente l'innesco di incendio;
g) gli interventi per la previsione e la prevenzione degli incendi boschivi;
h) i mezzi per la lotta attiva contro gli incendi boschivi;
i) la consistenza e la localizzazione delle vie di accesso e dei tracciati spartifuoco;
j) le operazioni di pulizia e manutenzione del bosco;
k) le esigenze formative e la relativa programmazione;
l) le attività informative;
m) la previsione economico-finanziaria delle attività previste nel piano stesso.
  1. In caso di inosservanza delle regioni, il Ministro delegato per il coordinamento della protezione civile, del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e del Corpo forestale dello Stato, deve impegnarsi a organizzare le attività di emergenza per lo spegnimento degli incendi boschivi.
  1. L'attività di previsione consiste dell'individuare aree a rischio di incendio e indici di pericolosità.
  2. L'attività di prevenzione consiste nel fare azioni mirate al fine di ridurre i potenziali incendi e interventi finalizzati a diminuire i danni conseguenti. Per realizzare questo obbiettivo sono stati utilizzati mezzi di controllo della vigilanza delle aree a rischio e fare interventi con la finalità di migliorare l'assetto della vegetazione, degli ambienti naturali e forestali.
  3. Le regioni programmano le attività di prevenzione e possono concedere contributi a privati proprietari di aree boschive per operazioni di pulizia e di manutenzione della selvicoltura.
  4. Le regioni provvedono a fornire apposite planimetrie relative alle aree a rischio e del grado di rischio di incendio del territorio.
  5. Le province e i comuni attuano le attività di prevenzione secondo le prerogative stabilite dalle regioni.
  1. Ai fini della crescita di un'effettiva educazione ambientale, lo Stato ne promuove l'integrazione nei programmi didattici delle scuole.
  2. Alle regioni spetta il compito di organizzare corsi di carattere tecnico-pratico per preparare i soggetti alle attività di previsione, prevenzione degli incendi boschivi e lotta attiva e partecipativa ad essi.
  3. Per l'organizzazione dei corsi le regioni possono avvalersi anche del Corpo forestale dello Stato e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
  1. Le amministrazioni statali, regionali e gli enti locali promuovono l'informazione della popolazione in merito alle cause di innesco di incendi e alle norme comportamentali da rispettare in situazioni di pericolo.
  1. Gli interventi di lotta attiva contro gli incendi boschivi comprendono le attività di ricognizione, sorveglianza, avvistamento, allarme e spegnimento con mezzi da terra e aerei.
  2. Il Dipartimento, garantisce le attività aeree di spegnimento con la flotta aerea antincendio dello Stato, assicurandone l'efficacia operativa e provvedendo al potenziamento di essa.
  3. Le regioni programmano la lotta attiva avvalendosi:
a. delle proprie strutture e dei propri mezzi;
b. aerei di supporto all'attività delle squadre a terra;
c. di risorse, mezzi e personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e del Corpo forestale dello Stato;
d. di personale appartenente ad organizzazioni di volontariato dotato di adeguata preparazione professionale e di certificata idoneità fisica qualora impiegato nelle attività di spegnimento del fuoco;
e. di risorse, mezzi e personale delle Forze armate e delle Forze di polizia dello Stato;
f. di mezzi aerei di altre regioni in base ad accordi di programma.
  1. Su richiesta delle regioni interviene il centro operativo, con la lotta aerea secondo procedure prestabilite.
  2. Le regioni coordinano le operazioni a terra anche per rendere efficace l'intervento dei mezzi aerei per lo spegnimento degli incendi boschivi suddividibili in nuclei operativi speciali e di protezione civile da istituire con decreto del capo. Per questi motivi, le regioni possono avvalersi del Corpo forestale dello Stato tramite i centri operativi antincendi boschivi del Corpo medesimo.
  3. Il personale stagionale utilizzato dalle regioni per attività di prevenzione e reclutato con congruo anticipo rispetto ai periodi di maggiore rischio Le regioni sono autorizzate a stabilire compensi incentivanti in rapporto ai risultati conseguiti in termini di riduzione delle aree percorse dal fuoco.
  1. Il piano regionale prevede un'apposita sezione, definita di intesa con gli enti gestori.
  2. Per i parchi naturali e le riserve naturali dello Stato è predisposto un apposito piano dal Ministro dell'ambiente.
  3. Le attività di previsione e prevenzione sono attuate dagli enti gestori delle aree naturali protette.
  1. Il Ministro delegato per il coordinamento della protezione civile svolge attività di monitoraggio sugli adempimenti previsti dalla presente legge e riferisce al Parlamento sullo stato di attuazione della legge stessa.

Art. 10

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  1. È consentita la costruzione di opere pubbliche necessarie alla salvaguardia dell'ambiente su area boscata percorsa dal fuoco. E' inoltre vietata per dieci anni:
    • la realizzazione di edifici e di strutture e infrastrutture finalizzate ad insediamenti civili ed attività produttive;
    • il pascolo e la caccia.
Sono vietate per cinque anni:
  • le attività di rimboschimento e di ingegneria ambientale.
  1. I comuni provvedono a registrare i soprassuoli già percorsi dal fuoco nell'ultimo quinquennio.
  2. Nel caso di trasgressioni al divieto di pascolo si applica una sanzione non inferiore a lire 60.000 e non superiore a lire 120.000 e nel caso di trasgressione al divieto di caccia si applica una sanzione non inferiore a lire 400.000 e non superiore a lire 800.000.
  3. Nel caso di trasgressioni al divieto di realizzazione di edifici il giudice dispone la demolizione dell'opera e il ripristino dei luoghi a spese del responsabile.
  4. Nelle aree e nei periodi a rischio di incendio boschivo sono vietate tutte le azioni determinanti anche solo potenzialmente l'innesco di incendio.
  5. Per le trasgressioni ai divieti si applica la sanzione del pagamento di una somma non inferiore a lire 2.000.000 e non superiore a lire 20.000.000.

Decreto legge 19 aprile 2002, n. 68

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  1. Per le esigenze del Corpo forestale dello Stato connesse all'attività antincendi boschivi di competenza è autorizzata la spesa annua di euro 25.800.000.
  2. Per assicurare l'impiego nel settore della tutela del patrimonio forestale le Amministrazioni competenti stipulano convenzioni ed accordi diretti alla definizione di attività di presidio estivo antincendio.
  1. https://www.sicilyhiking.it/educazione-ambientale/gli-incendi-boschivi-un-danno-soprattutto-per-luomo/
  2. https://www.elicriso.it/it/incendi/cause_incendi/
  3. https://mathoplywood.com/it/quali-sono-le-conseguenze-degli-incendi-boschivi