Confessione di fede di Westminster/cfw04
4. LA CREAZIONE
modifica4:1
modificaDio, Padre, Figlio e Spirito Santo, si è compiaciuto, per la manifestazione della Sua eterna potenza, sapienza e bontà (86), nel principio, di creare, o fare dal nulla, il mondo e tutto ciò che vi è contenuto, sia cose visibili che invisibili, nello spazio di sei giorni, e tutto molto buono. (Originale inglese e latino con riferimenti biblici).
4:2
modificaDopo aver fatto tutte le altre creature, Dio creò l'uomo, maschio e femmina, con anime razionali ed immortali, rivestiti di conoscenza, giustizia e vera santità, ad immagine di Dio, con la Legge divina scritta nei loro cuori, e con la capacità di adempierla. Tuttavia essi avevano la possibilità di violarla, essendo loro permessa la libertà della propria volontà, che [così] era [da considerarsi] non immutabile. Oltre alla Legge scritta nel loro cuore, essi ricevettero l'ordine di non mangiare dell'albero della conoscenza del bene e del male. Finché osservarono questo comandamento erano felici nella comunione con Dio ed ebbero dominio su tutte le altre creature. (Originale inglese e latino con riferimenti biblici).
Articoli interpretativi ed attualizzazione
modifica- 1. Il racconto della Creazione in Genesi 1 e 2 è storia, e non mitologia (Ebrei 11:3).
- 2. Dato che tutte le cose sono state create ed esistono per volontà di Dio, la stessa Sua volontà ne controlla il proposito e la durata (Apocalisse 4:11; 2 Pietro 3:3-13).
- 3. La teoria dell'evoluzione che postula che avvenimenti casuali siano la spiegazione dell'origine e dello sviluppo della materia e delle cose viventi, si contrappone all'insegnamento biblico. Dio ha creato vari tipi di forme viventi con un grandissimo potenziale di variazione. L'aumento di varietà che è avvenuto, si pone nell'ambito dei limiti stabiliti dalla creazione (Genesi 1:11,20,27; 2:2).
- 4. Respingiamo l'idea che l'essere umano si sia evoluto da una qualsiasi forma di vita inferiore (Genesi 2:7,21-22).
- 5. Respingiamo ogni teoria che postuli una creazione continua (Genesi 2:2).
- 6. Dio ha creato l'uomo e la donna come portatori della Sua immagine e complementari l'uno all'altra. La Scrittura descrive le responsabilità che competono rispettivamente all'uomo ed alla donna ed il rapporto appropriato che essi devono avere fra di loro. Le distinzioni fra i sessi non implicano superiorità o inferiorità delle persone. L'ordinamento familiare e sociale diventa turbato quando queste distinzioni sono confuse o ignorate (Genesi 2:20-24; Efesini 5:21-33; Romani 1:26-27).
- 7. Dio ha posto l'uomo come reggitore sulla Sua creazione in rapporto confederale con Lui al fine di glorificare il Suo nome. Come reggitore, l'uomo non è stato creato per essere il proprio legislatore, ma per essere soggetto al patto che lo lega a Dio. Anche dopo la Caduta, l'uomo continua ad adempiere al suo mandato creazionale. Attraverso il regno redentore di Cristo su tutte le cose, si realizza il divino proposito di grazia di Dio per l'intero creato attraverso gli uomini, per quanto peccatori possano essere (Genesi 1:26-2:5; Genesi 3:17-19; Ebrei 2:5-9; Efesini 1:20-23).
- 8. L'uomo ha il compito di amministrare il creato e deve trattare le sue risorse di ricchezza materiale, l'ambiente, la salute, l'energia ed i talenti come doni di Dio, del che egli deve rendere conto (Genesi 1:26; Salmo 8:6; Genesi 2:15-17; Ebrei 2:5-9: 1 Corinzi 4:2; 1 Corinzi 10:6-11; 1 Pietro 4:10-11).
- 9. Respingiamo una qualsiasi idea del rapporto dell'uomo con il suo ambiente che implichi uno sfruttamento irresponsabile della terra, o che neghi il suo dominio su di essa.
- 10. L'intera creazione ora soffre a causa del peccato dell'uomo. Essa, insieme con l'uomo, sarà liberata dalla corruzione al compimento finale di tutte le cose.
Economia
modifica- 11 Le Scritture insegnano che tutto appartiene a Dio, che l'autorità ed il potere di ottenere e far uso dei beni è data da Dio, e che gli uomini devono perseguire la gloria di Dio nel modo in cui usano dei loro beni. Le Scritture ci guidano indicandoci come ottenere e far uso dei beni. Nessun sistema economico esistente incorpora tutti questi insegnamenti (1 Corinzi 10:26; Deuteronomio 8:18; 2 Cronache 1:12; Luca 12:13-21; Salmo 112; Atti 5:4; 1 Timoteo 6:6-10,17-19; Giacomo 4:13).
- 12 Respingiamo il comunismo marxista a causa delle sue dottrine sull'ateismo, la necessità della lotta di classe, il determinismo economico, il materialismo dialettico e il concetto dell'illegittimità inerente della proprietà privata.
- 13 Respingiamo quella forma di capitalismo che sostiene che gli uomini possiedano diritti assoluti di proprietà e che lo stato non abbia diritto a proteggere i deboli e a mettere un limite al male nelle questioni economiche.
- 14 Respingiamo quella forma di socialismo che neghi il diritto alla proprietà privata. Mettiamo in guardia contro la concentrazione di potere economico nelle mani dello stato, in quanto questo tende a privare gli uomini della dovuta retribuzione per il loro lavoro (Deuteronomio 17:14-20; 1 Samuele 8:10-18).
- 15 Le Scritture esigono che il cristiano amministri giudiziosamente ciò che possiede. Sulla base di questo principio, egli dovrebbe contribuire volentieri all'opera del Signore e dare generosamente ai poveri ed ai bisognosi. Sotto l'Antico Patto il Signore esigeva la pratica della Decima. Riconoscendo maggiori benedizioni sotto il Nuovo Patto ed il fatto che Cristo sostenesse la pratica della Decima, il cristiano dovrebbe rispondere per amore donando per l'opera del Signore attraverso la Chiesa, almeno il 10 per cento, se non di più (Deuteronomio 26:12-15; Malachia 3:10; Matteo 23:23).
- 16 La Chiesa, indipendentemente dal sistema economico in cui si trova ad essere, ha il dovere di denunciare mali sociali come l'oppressione dei poveri. La Chiesa non potrà mai diventare lo strumento di una qualsiasi classe che sfrutti le altre (Amos 8:4-7; Isaia 5:8; Galati 2:10; Proverbi 14:21,31; 1 Giovanni 3:17; Luca 18:22; Salmo 35:10; 41:1; 82:4).
- 17 Possedere delle ricchezze non è in sé stesso cosa peccaminosa, ma gli uomini devono resistere alla tentazione di accumulare ricchezze sfruttando altri o per scopi peccaminosi (Michea 2:2; 1 Corinzi 10:24; Efesini 4:28; 1 Timoteo 6:6-10,17-19).