Si dicono pure le equazioni di secondo grado riconducibili alla forma
, dove quindi scompare il termine di primo grado (quando cioè si ha che ).
Risoluzione delle equazioni di secondo grado puremodifica
L'equazione diventa quindi: .
Abbiamo due casi:
a e c sono discordi (hanno segno diversi)
a e c sono concordi (hanno lo stesso segno)
Se a e c sono discordi, allora la soluzione sarà quel numero il cui quadrato è uguale a , quindi .
Se e sono concordi invece si ha che è un numero positivo e quindi il suo opposto, , è negativo. Si ottiene quindi:
<numero_negativo>,
ma questa equazione non ha soluzione (in ) perché non esiste nessun numero reale che elevato alla seconda dia come risultato un numero negativo.
Quindi se è positivo, l'equazione ha due soluzioni opposte, se è negativo non ha soluzioni nel campo reale.
Si dicono complete le equazioni di secondo grado riconducibili alla forma
Risoluzione delle equazioni di secondo grado completemodifica
Partiamo dall'equazione ridotta alla forma canonica:
con e
Moltiplichiamo entrambi i membri per :
Aggiungiamo quindi a entrambi i membri, dopo aver spostato il termine noto:
Il primo membro è quindi scomponibile come quadrato di un binomio:
Il secondo membro di questa equazione è chiamato discriminante, in quanto discrimina, differenza il procedimento di calcolo della soluzione. È indicato con la lettera greca (delta maiuscola). Analizziamo i tre casi:
L'equazione non ha soluzioni in , in quanto la quantità è sempre positiva o nulla, essendo elevata al quadrato.
In questo caso risolviamo normalmente l'equazione:
L'equazione ha quindi due soluzioni, una e una .
L'equazione diventa quindi , cioè ; quindi, per la legge dell'annullamento del prodotto, .